Scuola di sesso

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SCUOLA DI SESSO

                             (Commedia brillante in tre atti di Giovanni De Moliner)

GENERE – brillante;

ATTI - 3

DURATA – 1h e 40’ circa

ATTORI – 11 attori – 6 M e 5 F

N.B. – 5 personaggi possono essere indifferentemente maschili ofemminili

                                    TRAMA

Che stress per Pipin Branco, uomo che vive alle spalle della moglie e grazie ai soldi della suocera,

dover subire la esagerata voglia di maternità scoppiata a quarant’anni della propria consorte !

Soprattutto perché, avendola sposata esclusivamente per il lauto capitale disponibile, si concede del-

le divagazioni extra coniugali (Un’amante ? No. TRE…!!!)

Con la scusa di essere stanco, pensa bene di concedersi una pausa presso una clinica specializzata in problemi di carattere sessuale, ma la clinica scelta per lui dalla perfida suocera Lia, quella del Dottor Huck, seguace del medico Gluck, non è affatto rilassante…!!!

L’arrivo inaspettato, poi, di due delle sue amanti in visita (la caliente Bonita e Johana, un’amante davvero un po’…strana..!!) complicano ulteriormente la sua esistenza, già messa a dura prova dalle sevizia della dottoressa Azvaztika, insegnante di pratica, e dalla costante presenza della suocera e della moglie Grazia Rosa.

Solo l’aiuto del fido amico Tugni Bragadin, quello non proprio disinteressato di Calogero Reale, portiere dell’ospedale e la comprensione di Milena Alia, l’insegnante di teoria, lo aiutano a passare illeso attraverso i pasticci che puntualmente combina.

Ma attenzione: il nostro migliore amico, se tradito, può diventare il più perfido dei nostri nemici !!

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                                SCUOLA di SESSO                                 1

                               

                                  Commedia brillante in Tre Atti di Giovanni De Moliner

PIPIN BRANCO – Uomo stanco

Sua moglie GRAZIA ROSA – Donna esosa

LIA – La suocera arpia

TUGNI BRAGADIN – Amico di Pipin

BONITA – L’amante preferita

JOHANA – L’amante un po’…strana

Her Doktor HUCK– Seguace del metodo Gluck

MILENA ALIA – Insegnante di teoria

HER AZVAZTIKA – Insegnante di pratica

Calogero REALE – Portiere dell’Ospedale

L’ANIMA IN PENA –

                                                       LA SCENA

E’ la sala attività della clinica Huck, in una non meglio precisata città ai confini con l’Austria. Ci sono due entrate, una a destra che da verso l’ esterno ed una a sinistra che da verso gli altri locali della clinica.

C’è una piccola scrivania nell’angolo sinistro della scena, un tavolinetto con alcune sedie intorno nell’angolo destro e un tappeto per esercizi ginnici al centro.

Sul fondo, una serie di dispositivi medici ed una poltrona/divano usata per le visite ai pazienti.

E’ una qualunque giornata d’estate.

                                        PRIMO ATTO

All’apertura del sipario, ci sono Pipin Branco, trafelato e disfatto,in tuta ginnica, impegnato in una serie di flessioni sotto lo sguardo truce e severo di Her Azvatizka che cadenza i suoi esercizi.

1 – AZVAZTIKA – (E’ in piedi di fronte a Pipin, vestito da paramedico: a braccia conserte, con voce secca e gutturale, senza espressioni del viso) “Ein…Zwain…Drein…Fier…!!!”

2 – PIPIN – (E’ sdraiato sul tappeto, in tuta da ginnastica: la faccia duramente provata, con un’e-

spressione di immane sofferenza, continuando a flettersi sempre più lentamente) “O muee caa…!!”

3 – AZVAZTIKA – (Imperturbabile, senza espressioni) “Ein…Zwain…Drein…Fier…!!!”

4 – PIPIN – (Sempre più dolente e flettendosi con sempre maggiore lentezza e fatica, con un filo di voce) “Oua sceuppu….oua meuuuuu…!!!!”

5 – AZVAZTIKA – (Si porta repentinamente alle labbra il fischietto che ha appeso al collo: emette un fischio lungo e potente, poi, a tutta voce) “In piedi….scattaren….!!!!”

6 – PIPIN – (Al fischio stridente, crolla letteralmente a terra con un urlo di dolore) “Aaaaahhhh….

!!” (Portandosi le mani alle orecchie, con un moto di sofferenza e voce straziante) “N’asidente che te degolle, sanguetta….!!!!”

7 – AZVAZTIKA – (Non capisce: si china leggermente su di lui. Con aria interlocutoria) “Bitte..?”

In quel momento, da destra, fa il suo ingresso in scena Milena Alia.

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8 – MILENA – (Entra da destra: anche lei è vestita da paramedico. Con passo flemmatico, si avvi-

cina al centro scena, fermandosi proprio di fronte a Azvaztika. Con aria infastidita) “Dottor Azvaz

tika….ci sono visite per il signor Branco…”

9 – AZVAZTIKA – (La guarda male: con aria interrogativa) “Fisite….?!?!?”

10 – MILENA – (Sempre leggermente seccata) “Già…”

11 – AZVAZTIKA – (Assente) “Gut…!” (A Pipin, che lo guarda con odio sempre da terra) “Her Branco…tu afere fisite…” (Feroce, mettendosi quasi sull’attenti) “Dare tu contegno, bitte…!!” (Ri-

mane ad osservarlo in silenzio qualche istante senza che Pipin abbia la forza o il coraggio di profe-

rire verbo o muovere muscolo, poi scuote leggermente la testa) “Gut…!!” (Muovendo verso destra) “Ora io va….” (Si ferma) “Rikorda noztra zeduta riprende…” (Guarda l’orologio quasi di scatto, poi riavviandosi e uscendo a destra) “…fra quindici minuten…!!”

12 – MILENA – (Lo guarda uscire. Guarda melanconicamente Pipin, steso ansimante e completa-

mente immobile faccia a terra, poi, uscendo a sua volta da destra) “Coraggio che c’è il suo amico Tugni Bragadin…!!”

Pipin rimane fermo, immobile, bocconi, respirando pesantemente, finchè la scena non rimane vuota

Poi, lentamente, solleva la testa.

13 – PIPIN – (Solleva lentamente la testa, guardandosi intorno con circospezione. Poi, ancora ansi

mante, con un filo di voce, sempre immobile) “Maledetta miseia….!!!” (Sacramenta con un filo di voce. Si muove lentamente, sollevandosi a poco a poco a sedere fra contorcimenti e urletti e smorfie di dolore) “Cian Pipin…” (Si redarguisce con la poca voce che ha) “Pigitela bassa….” (Geme anco

ra di dolore, mettendosi in piedi con grande fatica) “…o a va a finii che ti te stocchi…!!” (Si trasci-

na quasi, ancora con immane fatica, alla poltrona/divano sul fondo, raggiungendola fra mille smor

fie, lamenti e contorsioni e crollandoci praticamente sopra con un grido quasi liberatorio) “Aaaaaa

hhhhh….!!!!” (Si fa il segno della croce) “Segnuu….” (Implora quasi con un filo di voce) “....giutei

meeee……!!!!”

Pipin rimane fermo immobile sul suo improvvisato giaciglio, poi, dopo pochi secondi, da destra ri-

fa il suo ingresso in scena Milena Alia che accompagna Tugni Bragadin, l’amico di Pipin.

14 – MILENA – (Rientra per prima da destra: cerca Pipin con lo sguardo, lo vede sfinito e ansi-

mante in poltrona. Scuote leggermente la testa, guardandolo con un’espressione fra il compassione

vole e il disgustato, Poi si avvicina: rivolta a Tugni) “Ecco il signor Pipin…”

15 – TUGNI – (E’ un uomo un po’ più giovane di Pipin, dallo sguardo acuto e furbetto ed un sorriso a tutta bocca .  Vede l’amico ridotto in condizioni pietose gli si spegne il sorriso: con una certa preoccupazione) “Desgrasiou.!!” (Spara a tutta voce. Sopra-vanza Milena: raggiungendo l’amico, decisamente preoccupato) “Ma cumme t’han ridottu….?!?!?”

16 – PIPIN – (Solleva lo sguardo spento verso di lui: con un sorriso stirato) “E oua l’è ninte….” (Con esagerata ostentazione, agitando un braccio) “Ti vediè a-a fin da cura…!!”

17 – MILENA – (Alza leggermente gli occhi al cielo. Poi, professionale) “Vi lascio soli….” (Con sguardo severo) “Mi raccomando…!!” (A Tugni, tassativa) “Si ricordi che avete quindici minuti, non di più…” (Spiega) “Dopo di che il signor Branco dovrà riprendere la sua seduta di pratica…” (Avviandosi per uscire a destra) “Da domani, passeremo alla terza fase del trattamento…!” (Si ferma un attimo sull’uscita:  guarda nuovamente Pipin con sguardo commiserevole, poi, uscendo, alla platea) “Se sopravvive…!!”

Tugni osserva Milena uscire da destra con aria perplessa e un po’ preoccupata, poi, rimasti soli, si rivolge a Pipin.

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18 – TUGNI – (A Pipin, ancora steso sulla poltrona/divano, stravolto, cambiando espressione e con fare leggermente concitato) “Pipin, ma tie tuttu mattu…..!?!?!?!”

19 – PIPIN – (Ancora col fiato corto, con sguardo vacuo e allucinato) “Nu….” (Poi, categorico, con quanta voce ha) “Ma se scampu…” (Fa un gesto inequivocabile con la mano) “…u diventu fitu !”

20 – TUGNI – (Alza gli occhi al cielo) “Bellu Segnuu cau…!!” (Smoccola a mezza voce: prende una sedia e l’avvicina alla poltrona/Si siede accanto a lui sul divano) “Ma cose tè vegnu-u in mente de infiate in te stu burdellu….!!!”

21 – PIPIN – (Si agita: riprendendo tono, concitato) “Tugni, ma cose ti ueivi che fesse d’atru…?!?”

22 – TUGNI – (Lo manda a quel paese con un gesto della mano) “E ti ghe pueivi pensaa primma

….!!!”

23 – PIPIN – (Si agita nuovamente: con fare sempre più convulso) “Amia che a serte cose nu basta pensaghe, fi-ite…!!!!”

24 – TUGNI – (Sbuffa pesantemente) “Ma diggu, mi….” (Si protende verso di lui: agitandogli una mano davanti al naso) “Ti gh’ee sciusciant’anni…!!!” (Allarga le braccia) “Ti gh’ee zà a mugee ca l’è ciù zuena de vinti….” (Protendendosi ancora verso di lui con il dito accusatore alzato) “Va ben n’amante….” (Allargando di nuovo le braccia, con un’espressione stralunata) “….ma tree…!!!!”

25 – PIPIN – (Scrolla le spalle) “Oh, quante micce…” (Con noncuranza) “Na seia a setiman-a ti e acuntenti tutte…” (Poi, feroce) “L’è quella che g’ho insemme tutti i giurni che t’euggiu vedde acun-

tentala….!!!!” (Tugni vorrebbe replicare ma lui non gliene da il tempo) “Da quande poi a l’ha lezu-u in sce in giurnale che…” (Alza gli occhi al cielo: ostentatamente ieratico, scimmiottando) “Mamma a quarant’anni è bello…” (Traccia ipotetiche parole nell’aria davanti a se. Poi, concitatissimo, agitando pesantemente le mani) “Nu riesciu ciù a quetaa mancu in tu leugu…!!!!” (Tarpa nuovamente sul nascere il tentativo di replica di Tugni: a tutta voce) “E quella balurda de mee seuxiua ca ghe dà corda…!!!!!!” (Indica col braccio l’uscita di destra) “Due otte au giurnu

….!!!” (Scatta sulla poltrona mettendogli due dita sotto il naso, Poi, cattedratico, scimmiottando la suocera) “E nei periodi di massima fertilità…” (Sconfortato, con un filo di voce) “…anche tre o quattru…!!!”

26 – TUGNI – (Con una fragorosa risata) “Ostia, Pipin…” (Lo indica con la mano) “E ti te lamenti  

27 – PIPIN – (Piccato) “N’asidente….e orieiva vedite ti, cun i mee anni…” (Concitato) “Poi gh’è anche e atre tree….” (Agitando convulsamente le mani) “Me sciurben anche a moula d’ossu…!!!”

28 – TUGNI – (Fa spallucce) “Vabbè, dai…” (Consolatore, allungandosi verso di lui) “Oria dii che ti vediè in poo menu e atre, nu…?!?!?”

29 – PIPIN – (Trasale) “E brau…!!” (A muso duro) “Senti in poo, ti m’ee pigiou pe nesciu….?!?!?”

(Agitandosi) “Ti ghe l’ee presente mee mugee….?!?!?” (Alza il tono della voce) “Bellu toccu de….”

(Modella con le mani la sagoma di un corpo femminile nell’aria davanti a Tugni) “…pe fase preferii ae atre…!!!”

30 – TUGNI – (Sornione) “Scusa se….” (Perplesso) “Ma alua….” (Fa una breve pausa, poi, agitan

do a pigna una mano) “Cose ti te l’ee spusaa a fa….?!?!?”

31 –PIPIN – (Si blocca, lo squadra) “Tugni….” (Agitandogli a sua volta una mano a pigna sotto il naso) “A cagava bigetti da sentu….!!!!!”

C’è una breve pausa, durante la quale Tugni scrolla nervosamente la testa con aria di profondo dissenso e Pipin sacramenta contorcendosi fra mille dolori sulla poltrona/divano. Poi è Pipin a rompere nuovamente il ghiaccio.

32 – PIPIN – (Con rassegnazione) “Cumunque….” (Spiega desolato) “A quarche moddu duveiva ben difendime da ‘sta persecusiun…” (Fa spallucce) “E cuscì mìè vegnu-u in mente de dighe che..”

(Allarga le braccia) “…i anni passen e a forsa a calla….” (Fa una breve pausa: scuote leggermente la testa) “Che ogni tantu….a me desse n’attimu de tregua….” (Scatta nuovamente sulla poltrona/di

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vano provocando un sobbalzo anche di Tugni) “Mai ciù l’avesse fetu…!!!!” (Esplode a tutta voce                                                                                                     ponendo le mani aperte davanti a se come per difendersi: sconsolato) “Mai entrou tante euve in cà mee cumme da alua…!!!” (Poi, con profonda desolazione) “Ho mangiou ciù zabaiuin e euve sbatue in te chinze dì che in te sciusciant’anni….” (Si rianima: convincente) “Ti capisci ben…” (Spiega più convincente che può) “…che sa duava ancun in poo me saieiva desciou a-a matin faxendu chicchirichì cumme i galli…!!!” (Fa spallucce) “E alua…” (Affranto) “Alua m’è vegnu-u in cheu de dighe che aiva bezeugnu de riposu e che me saieiva stetu cau pasaa qualche gurnu in te na clinica specializaa in materia….” (Si abbassa verso Toni: con sguardo complice) “M’eiva zà procurou na meza duzen-a de indirissi in rivea dunde saieiva stetu comudu e riveriu dau mundu…” (Scatta nuovamente )“Nu se gh’è missu de mezu quella megera da Lia, mee seuxua…!?!?!?” (Strepita quasi) “In Trentino….a due passi dall’Austria….” (Pontifica ancora) “C’è la Clinica del Dottor Huck, seguace del metodo Gluck…!!” (Compito) “Scuola di sesso, a se ciamma….” (Sempre scimmiottando la suocera) “Si rinforza e migliora le prestazioni: prendiamo due piccioni con una fava, a l’ha sentensiou…” (Ride amaro) “Au mumentu u numme u me ispirava…” (Con fare sornione) “Tieu in poo vei che a me vegne ben pe dame da faa megiu cun e atree, ho pensou…” (S’irrigidisce) “Toni…” (Spara a tutta voce) “A nu l’è na clinica….” (Disperato, a tutta voce) “U l’è in lager…in campu de sterminiu….!!!!!!”

33 – TUGNI – (Fa spallucce) “Beh, Pipin….” (Con ovvietà) “Nu l’è che ti te peu lamentaa ciù de tantu, eh…”

34 – PIPIN – (Lo guarda torvo) “Cumme saieiva a dii…?!?!?”

35 – TUGNI – (Con ovvietà) “In poo…” (Allarga leggermente le braccia: scuotendo sconsolato la testa) “…ti te l’ee sercaa…!!”

36 – PIPIN – (Scatta: decisamente seccato) “Sercaaa….?!?!?” (Agitandosi, alza il tono della voce) “Orieiva vedde TI…” (Lo indica rafforzando la parola alzando il tono della voce) “…au MEE po-

stu…” (Indica se stesso: poi, con un mezzo sorriso quasi di compatimento) “…cose ti avieisci fetu …!!”

37 – TUGNI – (Scatta) “A nu, eh…!!” (Ribatte stizzito, alzando a sua volta il tono della voce) “Nu ti peu faa termini de paragun…MI….” (Si indica a sua volte sottolineando la parola) “…g’ho sulu a me Vanda…” (Perentorio, con un emblematico gesto della mano) “….e nu ne sercu atre…!”

38 – PIPIN – (Sbuffa, scrolla le spalle: con fastidio) “Euh…!”

39 – TUGNI – (Accorato, rafforza la sua tesi) “Ecume….!!!” (Fa una breve pausa: con un sorriso ebete) “Gran donna, a mee Vanda….!!” (Sentenzia orgoglioso. Poi, a Pipin) “Figurite in poo che doppu tantu tempu….ancun oua….” (Con aria vagamente maliziosa)  “…quande capita….”(Peren

torio, facendosi il segno della Croce) “….prima a  se fa u patri…!!” (Fa un’altra brevissima pausa sotto lo sguardo scettico di Pipin, poi, all’amico, con convinzione) “Ti a cunusci nu…a mee Vanda

…!?!?”

40 – PIPIN – (Senza pensarci, con esagerata ovvietà) “Eeeuuuhhhh….!!!!” 

41 – TUGNI – (Sorpreso dalla reazione di Pipin) “Cumme saieva, scusa….???”

42 – PIPIN – (Si riprende subito) “E saieiva che a cunusciu scì , a Vanda….!!!” (Gli da una leggera pacca su una spalla) “Beleu se a cunusciu a Vanda….!!!” (Poi, fra se, a mezza voce) “Sutta tutti i punti de vista…!!”

Tugni fa per replicare ma è interrotto dall’ingresso in scena da destra di Calogero Reale, il portiere dell’ospedale.

43 – CALOGERO – (Entra in scena da destra: ha in testa un berretto tipo tranviere e indossa una cappa azzurra o marrone. Procede con passo felpato e fare circospetto, continuando a guardarsi at

torno. Si avvicina a Pipin senza neanche considerare Toni che lo guarda interdetto. A Pipin, con forte accento siculo) “Scusasse, signor Branco…” (Si ferma, attendendo qualche istante una rispo-

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sta che non arriva. Poi, a voce bassa e tendendo la mano verso Pipin subito dopo aver parlato) “Vi volevo infommare che stanno arrivando vostra moglie e vostra suocera…”  

44 – PIPIN – (Non capisce: anch’egli interdetto, a tutta voce) “Eeehhhh….?!?!?”

45 – CALOGERO – (Ritrae velocemente la mano. Sbuffa pesantemente con impazienza, alzando gli occhi al cielo. Poi, a tutta voce, tendendo di nuovo velocemente la mano subito dopo aver parlato) “Vi volevo infommare che stanno arrivando vostra moglie e vostra suocera….!!”

46 – PIPIN – (Ancora interdetto, lo guarda prima in faccia, poi guarda la mano tesa, poi nuovamen

te lui in faccia. Quasi con rabbia) “E ben…?!?!?”

47 – CALOGERO – (Ritira la mano, allarga leggermente le braccia) “Mi avete pregato di infom-

marvi in caso arrivassero visito per voi….” (Scrolla le spalle) “…e io così feci…” (Poi, avviandosi per uscire nuovamente a destra) “Ma se desiderate che io mi astenga dal farlo….non c’è problema

…!!”  

48 – PIPIN – (Trasale: scatta in piedi come morso da una tarantola) “Nuuuuu….!!!!!” (Lo blocca. Si avvicina a lui) “Pe caitee, Calogero: fanni tuttu quellu che ti devi faa….!!!”

49 – CALOGERO – (Fa nuovamente spallucce) “Come crede, signor Branco…” (Allunga nuova-

mente la mano) “Io gli oddini eseguo….”

50 – PIPIN – (Alza gli occhi al cielo) “Ma porca….!!” (Impreca fra se. Poi, sbuffando, prende il portafogli dalla tasca della tuta, lo apre, allunga una banconota a Calogero)

51 – CALOGERO – (Prende la banconota, la guarda un attimo, fa un’espressione di delusa insod-

disfazione, la ripone nelle tasche della cappa. Uscendo da destra a passo lento e strascinato) “Ba-

ciamo le mani…!”

Calogero esce da destra. Tugni, che ha assistito prima interdetto e poi incredulo a tutta la scena, si alza e raggiunge l’amico a centro scena, mentre questi sta tornando verso la poltrona/divano.

52 – TUGNI – (Raggiunge Pipin fermandolo a centro scena. Visibilmente interdetto) “Pipin…” (Agita la mano a pigna) “…se peu savei cosa l’è tutta sta pantomima….?!?!”

53 – PIPIN – (Scrolla le spalle) “Pantomima in cornu….!!” (Concitato, muovendosi nuovamente verso la poltrona/divano sul fondo) “U deve sarvame e cuighe, attru che micce:…!!!”

54 – TUGNI – (Rimane immobile: lo guarda perplesso) “Quellu li….” (Indice l’uscita a destra) “…u te deve sarvaa cose….?!?!?”

55 – PIPIN – (Sbuffa seccato. Poi, a Tugni) “Quellu li…” (Indica a sua volta l’uscita di destra) “…u l’è u portee da clinica….” (Spiega. Con foga, ribadendo il concetto)”Calogero Reale……

portiere dell’ospedale…!!!”

56 – TUGNI – (Con un’espressione quasi di angoscia) “O Segnu cau…!!!”

57 – PIPIN – (Si rialza) “U l’ha risevu-u urdine da mi….” (Si indica) “…de avisame pe tempu de qualsiasi vixita arive…” (Muove ancora verso Tugni) “…e de faa pasaa sulu quelli che diggu mi

…!”

58 – TUGNI – (Perplesso, a Pipin ormai nei pressi) “E ti u paghi pe questu…??”

59 – PIPIN – (Con seccata ovvietà) “E sci, perché ti ti loi de badda vea…!?!?”

60 – TUGNI – (Scrolla le spalle) “Va ben ma….” (Obbietta poco convinto. Poi si rianima) “Ma se peu savei perché ti devi selesiunaa e vixite, scusa….” (Ilare) “Nu tie miga u prescidente da repulica

61 – PIPIN – (Stava tornando a sedersi) “Tugni…” (Si volta, torna sui suoi passi) “Se nu ti l’avesci capiu, ho da faa cun tre donne…” (Indica il numero tre con la mano proprio davanti allo sguardo sempre più stralunato di Tugni) “Ansi…” (Si corregge) “…QUATTRU…!!!!” (Spara a tutta voce indicando nuovamente il numero con la mano)

62 – TUGNI – (Lo interrompe: con un sorriso sornione) “E a seuxua….” (Lo scimmiotta indicando

gli a sua volta il numero con la mano e alzando il tono della voce per sottolineare la parola) “…..

SINQUE….!!!!”

63 – PIPIN – (Lo manda al diavolo con un gesto della mano) “Quella li a l’è feua classifica…” (Ta-

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glia corto. Lo prende sottobraccio e, passeggiando lungo la scena, ricomincia a spiegare) “E nisciu

n-a de luu  a sa assolutiscimamente ninte de atre…” (Si blocca, bloccando anche Toni e facendolo sobbalzare. Categorico) “Ti see che bellu se pe cuminasiun due de quattro se incuntren chi pe caxu

64 – TUGNI – (Con ilare ovvietà) “E te sceupa na bella guera, vanni…!!!”

65 – PIPIN – (Con seriosa ilarità) “Brau….veddu che tie n’ommu intelligente…!!”

Tugni fa per ribattere ma è interrotto dall’arrivo di Grazia Rosa, moglie di Pipin e di Lia, la suocera che si annunciano da fuori a destra.

66 – GRAZIA ROSA – (Con voce lamentosa, da fuori a destra, a tutta voce) “Pipinoooo….!!!!”

67 – PIPIN – (Sbuffa pesantemente: quasi con fastidio) “Tee chi, mia…..il gatto e la volpe…!”

68 – TUGNI – (Ridacchia sotto i baffi. Poi, serioso a Pipin) “Scusa se, ma nu ho mai capiu chi l’è u gattu….e chi l’urpe….”

69 – PIPIN – (Sta tornando verso la poltrona/divano per sedersi. Si blocca, trasale) “U gattu…?!?!

(Si volta di scatto verso l’amico: perentorio) “Mee seuxua….” (Con scontata ovvietà, prima di muo

vere e tornare a sedersi corrucciato a fondo scena) “….a l’ha i baffi…!!”

Passano alcuni secondi, durante i quali Pipin rimane seduto imbronciato sulla poltrona/divano a braccia conserte, senza profferire parola e Tugni scuote tristemente la testa, avviandosi sul fondo ri

dendo e allargando leggermente le braccia, poi, prima che Toni abbia il tempo di sedersi a sua vol-

ta, da destra fanno il loro ingresso Grazia Rosa, la moglie di Pipin, e Lia, sua suocera.

70 – GRAZIA ROSA – (Entra per prima da destra. E’ una donna dall’aspetto apparentemente esi-

le, vestita in maniera sobria ed austera, ancora giovane e piacente, con una voce flebile ed un sorri

so ebete perennemente stampato sulle labbra. Si ferma subito dopo l’ingresso, cerca Pipin con lo sguardo, lo vede torvo e silenzioso in poltrona, si illumina. Avanzando verso di lui a passo svelto, con voce suadente) “Pipino….!!!!!”

71 – LIA – (Entra subito dietro a Grazia Rosa. E’ una donna austera, con lo sguardo torvo e seve-

ro sempre puntato addosso a chi le sta davanti. Anche lei veste in maniera sobria e austera. Si fer-

ma subito dietro Grazia Rosa, rimanendo impassibile quando questa si slancia verso Pipin. Al ri-

chiamo garrulo della figlia ha una espressione di profondo disgusto, poi, alla platea, alzando e ro-

teando pollice e indice di una mano, con voce bassa e tono di sommo disprezzo) “Il breve….!!!”

72 – PIPIN – (Alza gli occhi al cielo: con voce lamentosa, per nulla entusiasta dello slancio di Grazia Rosa, ricambiandone meccanicamente l’abbraccio) “Grasia Reuza….” (Poi, al commento venefico della suocera, quasi ringhiando) “E seuxiua neigru becamortu…!!!”

73 – TUGNI – (Ha assistito in disparte a tutta la scena: alla platea, senza riuscire a nascondere la propria ilarità) “Però…semmu zà ai cumplimenti…!!”

74 – GRAZIA ROSA – (Si stringe a Pipin: con voce suadente) “Oh….quanto mi sei mancato…!!”

75 – PIPIN – (Ricambia l’abbraccio in modo affatto entusiastico. Fra se, a voce bassa ma non pro-

prio, alzando desolato gli occhi al cielo) “Ti in poo menu….!!”

76 – LIA – (Scrolla le spalle: con stizza) “Euh, come puoi dire che ti è mancato….” (Avanza con passo baldanzoso verso Pipin, fermandosi a centro scena) “…se quando c’è….” (Gli da un rapido sguardo sprezzante dall’alto verso il basso: con un gesto irrisorio della mano) “…è come se non ci fosse…?!?!?”

77 – PIPIN – (Scosta Grazia Rosa con delicatezza, lasciandola a sedere accanto a lui: poi squadra la suocera. Con tono indeciso) “Lia, ti invece…” (Cambia tono di colpo: perentorio, sottolineando le parole con ampi gesti della mano) “…nu ti m’ee mancaa propriu ninte !!”

78 – LIA – (Incassa il colpo, sobbalza lievemente. Poi, piccata, con un gesto di stizza, tornando ver

so l’uscita di destra e fermandosi proprio accanto a Toni) “Oh….scostumato…!!!”

79 – GRAZIA ROSA – (A Pipin, mangiandoselo con gli occhi) “Pipino…!!”

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80 – PIPIN – (Un po’ seccato) “Eh….!”

81 – GRAZIA ROSA – (Sbatte le ciglia: con voce flautata) “Pipinooo…..!!”

82 – PIPIN – (Con ostentata sopportazione) “Ouh….!”

83 – GRAZIA ROSA – (In estasi completa, con voce melensa) “Pipinoooooo…….!!!!!”

84 – PIPIN – (Decisamente seccato, scatta verso Grazia Rosa) “Senti in poo, bertuella….” (Spara a muso duro. Poi, imitando con la mano il giro della puntina di un grammofono) “Te s’è incantou u discu….?!?!?”

85 – GRAZIA ROSA – (Sobbalza leggermente, si fa seria: poi, riprendendo il controllo di se, con voce flautata come sempre) “Come stai, Pipino….come ti senti….??? Sei in ripresa….???”

86 – TUGNI – (Sempre ilare) “Euh….!!!!” (La canzona) “Oua u l’è in portentu…!!”

87 – LIA – (E’ accanto a Tugni, non gradisce la battuta. Lo afferra per un braccio, girandolo verso di lei: a muso duro) “E tu cosa ne sai, beota….!?!?!?”

88 – TUGNI – (Non riesce più a trattenersi: ridendole quasi in faccia) “Ooooo…ne so, ne so….” (Si stacca un passo: mettendo una mano avanti verso Lia) “Fiite….!!”

89 – PIPIN – (Ha ripreso il controllo: a Grazia Rosa, con voce un po’ sofferente) “Ohimemì…nu l’è che segge propriu na sciua, eh…!!”

90 – LIA – (Sprezzante, con tono acido) “E quando mai lo sei stato…??” (Fa qualche passo verso di lui: sempre più feroce) “Se ti fossi rivelato in grado di fare il tuo dovere di marito e di uomo….”

(Lo redarguisce pesantemente) “…forse oggi non saremmo qui….” (Si avvicina a Grazia Rosa) “…

io e la mia bambina….”

91 – TUGNI – (Sta seguendo interessato tutta la scena: con falsa compassione) “Ca l’ha quarant’-

anni….meschinetta….!”

92 – LIA – (Imperterrita, senza considerarlo, mette una mano sulla spalla di Grazia Rosa: con o-

stentata aria di sofferenza) “A penare e soffrire in silenzio….!”

93 – TUGNI – (Salace) “Oddio….in silenzio nu me paa miga, eh…!”

94 – PIPIN – (Squadra malissimo la suocera: canzonatorio) “Bella recita…” (Con un sorrisetto di derisione) “Te prupuniemu pe l’oscar…!!”

95 – GRAZIA ROSA – (Non da il tempo all’ingrugnita Lia di controbattere: a Pipin, con voce sua-

dente) “Ma Pipino….io e la mamma ci preoccupiamo davvero per la tua salute…” (Si siede meglio, in modo da essergli perfettamente di fronte) “Se la mamma si è preoccupata di trovarti un posto qui, alla “Scuola di Sesso”, è perché ci tiene veramente che tu sia in splendida forma….”

96 – PIPIN – (Con rassegnazione) “Euh, a mamma….” (Con un gesto emblematico della mano) “..

a ghe tegne scì…!”  

97 – GRAZIA ROSA – (Prosegue imperterrita) “E quando avrai recuperato le forze….allora potremo finalmente rifugiarci nel nostro nido d’amore e deporvi i frutti del nostro sogno di sempre..

98 – PIPIN – (Per niente convinto) “E sci….” (Sbotta canzonatorio) “Anemmu in tu niu a depoxita

e euve e poi magari….” (Indica la suocera con una mano) “…ghe lascemmu le a cuale….!!” (Poi,

feroce) “Ti me spieghi cumme fassu a recuperaa e forse se chi me tratte cumme n’ebreu a Mathau-

sen….?!?!?!?”

99 – LIA – (Scrolla le spalle) “Tutte storie…” (Sbotta piccata) “Tutte scuse per non fare il tuo dove

re….” (Con un’ espressione di sommo disprezzo) “Omuncolo…”

100 – PIPIN – (Con ilare disprezzo) “Tsè…” (Con ostentata illuminazione) “L’ha parlou l’oracolo de Rodi…!!”

101 – LIA – (Non lo considera. A Grazia Rosa, con sussiego) “Grazia Rosa….” (Con una smorfia di ostentata compassione) “Invece di preoccuparci inutilmente degli pseudo malanni….” (Indica di-

strattamente Pipin) “…di questo giovanotto, sarebbe opportuno farci relazionare dai medici sulle sue reali condizioni, credimi…!”

102 – GRAZIA ROSA – (Trasale leggermente) “Ma mamma….” (Prova ad obbiettare) “…non cre

do che….”

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103 – LIA – (La interrompe bruscamente) “Grazia Rosa….” (Perentoria, indicandole l’uscita di destra) “…andiamo, per favore..!!”

104 – PIPIN – (Scatta in piedi: facendo il saluto nazista a tutta voce) “Jahwol, mein fuhrer…!!”

105 – GRAZIA ROSA – (Scatta in piedi a sua volta, anticipando la reazione di Lia che sta avvam-

pando e sta per scattare verso Pipin, al marito, con sguardo e voce suadenti) “Pipino…per favore...

(Volge lo sguardo verso la madre: con ansia) “La mamma è solo preoccupata per la tua salute….” (Con un sorriso stentato, sempre cercando lo sguardo torvo di Lia con aria preoccupata) “Sa bene che per non farci preoccupare….” (Scuote dolcemente la testa, dispensandogli una tenera carezza) “…potresti dirci anche qualche bugia…!!”

106 – PIPIN – (Con un sorriso lascivo e falsa tenerezza) “Tranquilla, stellin cau…” (Con dolente ovvietà) “…che nu possu mancu preuaghe…!!”

107 – GRAZIA ROSA – (Non capisce: scuote leggermente la testa. Poi, sempre suadente) “Ora, io e la mamma….” (Indica Lia) “…andiamo a cercare i medici…” (S’illumina) “Ma torniamo presto,

e…” (Si avvia all’uscita di destra preceduta da Lia: prima di uscire, fermandosi un momento) “Tor

niamo presto…!!”

108 – PIPIN – (Le guarda uscire: falsamente accomodante) “Pe l’amuu de Diu…fei pure cun comu

du…!!!!”

Pipin e Tugni rimangono qualche secondo in silenzio a guardare le due donne che escono, poi è Pi-

pin a rompere nuovamente il ghiaccio.

109 – PIPIN – (Avvicinandosi a Tugni, con tono sostenuto) “Tie capiu e due sizueggie…?!?!?” (Sac

cente) “Van a parlaa cun i meghi…!!!” (Sostenuto) “Cumme se nu se vedesse in che cundisuin sun ridottu…!!”

110 – TUGNI – (Sornione) “Beh, Pipin….” (Allarga leggermente le braccia) “…se preocupen de faa cuntinuaa a specie e tegnii in vitta u teu cugnume…!!”

111 – PIPIN – (Trasale) “In cornu…!!!” (Sbotta furibondo) “A scia Lia, me seuxua, a se preoccupa de esse ben segua che ghe segge quarche d’un a ereditaa i seu franchi…” (Perentorio, con un gesto circolare delle braccia) “Tutti….!!!”

Tugni sta per ribattere ma è anticipato dal rientro in scena, da destra, di Calogero Reale.

112 – CALOGERO – (Rientra da destra, col suo solito passo felpato guardandosi intorno con cir-

cospezione. Si avvicina a Pipin: con voce bassa e strascicata) “Scusasse…signor Branco…” (Si guarda ancora in torno circospetto, poi) “Visite ci sono….!”

113 – PIPIN – (Lo guarda interdetto) “Vixite…?!?!?”

114 – CALOGERO – (Assente con il capo) “Eh…” (Poi, esitante, come chi vorrebbe parlare ma non può, ribadisce) “Visite…!!”

115 – PIPIN – (E’ lui a guardarlo un attimo interdetto: poi realizza. Sbuffando) “Ma porca…!!” (Prende il portafoglio dalla tasca della tuta, lo apre, ne cava una banconota e l’allunga a Calogero seccato) “Tè…sanguetta…!!!”

116 – CALOGERO – (Agguanta fulmineo la banconota) “Di la…” (Indica con un cenno del capo l’uscita di destra mentre fa sparire fulmineamente la banconota nella tasca della cappa) “…c’è una signorina che cecca di voi…”

117 – PIPIN – (Accusa il colpo: sgrana gli occhi. Preoccupatissimo) “Na scignurin-a….?!?!?!?”

118 – CALOGERO – (Con ostentata ovvietà) “Una signorina….” (Con sguardo malizioso) “E che signorina…!!!”

119 – PIPIN – (Stupito) “Orca pippa….!!” (Riflette un attimo, poi, a Calogero) “A t’ha ditu cumma se ciamma…..?!?!?”

120 – CALOGERO – (Con ostentata indifferenza) “Bonita, mi pare…”

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121 – PIPIN – (Trasecola) “Bo….cumme….?!?!?”

122 – CALOGERO – (Impassibile) “Bonita me disse…!” (Sornione, rivolgendosi a Tugni) “Mizzi

ca, di nome e di fatto direi…!!!”

123 – PIPIN – (Scatta come morso da una tarantola) “Madonna caa….!!” (Cominciando a girare      

me un forsennato per la scena sotto gli sguardi divertito di Toni e allibito di Calogero) “Gieuxepin descasu e Bambin cun i soccri…!!!”

124 – TUGNI – (Ilare, alzando con falso misticismo occhi e mani verso il cielo) “Amen…!!!”

125 – CALOGERO – (Decisamente seccato) “Allora, signor Branco…” (Agitando una mano a mo di pigna) “…che mizzica devo fare….la faccio passare…?!?!?”

126 – PIPIN – (Scatta come una belva verso Calogero) “Nuuuuuuu…..!!!!!!” (E’ ad un passo da Calogero: prende il portafoglio, tira fuori una banconota, gliela allunga) “Dighe che sun feua….” (Gli allunga una seconda banconota) “In Australia….!!!” (Gliene allunga una seconda) “Che sun mortu…!!!!” (Gliene allunga una terza. Si blocca: allungando una mano verso di lui) “Dighe che sun in te na fase delicaa da cura…” (Gli allunga una quarta banconota) “…e i meghi m’han proibiu quarsiasi vixita…!!!”

127 – CALOGERO – (Stralunato, incassa le banconote quasi senza credere ai propri occhi) “Ce…

certo voscienza….! Co…come vuole, voscienza….!! Eseguo senz’altro, voscienza…!!!”

128 – PIPIN – (Concitato, spingendo Calogero letteralmente fuori scena) “Sci, va ben…ma oua vaanni e fermila….dergaibu…!!!”

129 – CALOGERO – (Uscendo da destra praticamente buttato fuori da Pipin) “Ba…baciamo le mani, voscienza….!!!!”

Tugni e Pipin rimangono soli in scena. Toni rimane fermo un po’ in disparte a osservare incuriosi

to e vagamente preoccupato Pipin che va avanti e indietro per la scena sacramentando fra se a mezza voce.

130 – PIPIN – (Passeggia avanti e indietro per la scena, nervosissimo, sacramentando fra se a mez

za voce) “O Segnuuu…..!!!” (Si passa nervosamente una mano fra i capelli, tenendo l’altra su un fianco, senza mai fermarsi) “O San Peeee….!!!” (Alza la mano e lo sguardo rapidamente verso l’alto continuando il suo andirivieni e le sue giaculatorie: si blocca a centro scena, batte le mani, le

solleva entrambe insieme allo sguardo verso l’alto e poi, implorante, congiungendole, a tutta voce) “O MADONNAAAAAAA……….!!!!!!”

131 – TUGNI – (Lo guarda stranito, poi, avvicinandosi a lui) “Pipin, quande t’ie finiu de di u ru

saiu….” (Si allunga verso di lui: agitandogli la mano a pigna sotto il naso) “Ti me spieghi cose succede….?!?!?”

132 – PIPIN – (Stranito, all’amico) “In disastru….!!” (Agita convulsamente le braccia) “Na ruvin-a

……!!!!” (Ricominciando a passeggiare nervosamente) “N’ecatumbe….!!!!!!”

133 – TUGNI – (Lo blocca: stizzito) “E fermite, asidente, che ti me fee giaa a testa….!!!!” (Poi, deciso, senza dargli il tempo di replicare) “Senti ‘n po’….” (Perplesso) “Ma ‘sta Bonita che gh’è de la….”(Folgorato dall’intuizione) “A nu saià miga a mexima Bonita che ti te galeuppi e che ti me n’ee fetu due nonne cuscì, eh…..!?!?!?”

134 – PIPIN – (Disperato, agitando convulsamente le mani) “E sci, ehhhhhh……!!!!”

135 – TUGNI – (Batte le mani, alza gli occhi al cielo) “O Segnu cau beneitu….!!!!” (Scuote la testa biascicando fra se a bassa voce, poi, perentorio, all’amico) “Pipin….ti te l’ee gufaa….!!!!”

136 – PIPIN – (Fuori di se) “Tugni….gufaa in cornu…!!!!” (Ricomincia a passeggiare agitatissi

mo, Fra se, disperato, ad alta voce, contorcendosi le mani) “Ma cumme a l’ha fetu a treuame….” (A tutta voce, alzando mani e sguardo verso l’alto) “CUMMA L’HA FETUUUU…..!!!!!!” (Si blocca: scatta verso Tugni, con veemenza) “Ma ti capisci che se a l’aresce a pasaa e me mugee e quel’atra stria….” (Indica con la mano l’uscita di destra) “….l’atreuen chi….sun n’ommu mortu….!!!!” (Fa una breve pausa, deglutisce pesantemente, poi, senza dare il tempo a Tugni di

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intervenire, di getto) “E sa me pesiga cun mee mugee e quel’atra stria….” (Indica l’uscita di destra) “a m’amassa lee…

137 – TUGNI – (Ha un sussulto) “Ah…!!!!” (Poi, desolato) “Perché ti gh’ee ditu che nu tie spusou ma che tiee liberu e felice…” (Con un sorriso tirato) “E che magari poi ti spusi le….!!!”

138 – PIPIN – (Scrolla le spalle) “E sci, eh…” (Con disarmante ovvietà) “E te parieiva che una

cumme lee…” (Disegna nell’aria con le mani il formoso corpo di una donna) “…e pe zunta cun trent’anni de menu a dagghe a caccia a mi….?!?!?” (Perentorio) “Nan….gh’interessa i mee franchi

….!!!!!” (Si guarda le mani: trasale, sobbalza) “Mue caaaaa….” (Comincia disperatamente a ten-

tare di sfilarsi la fede) “….a vera…!!!!”

139 – TUGNI – (Cerca di rabbonirlo) “Va ben ma nu t’agitaa…” (Gli indica la mano con la fede) “No gh’è beseugnu che ti t’aranchi u ditu ,oua…” (Allarga leggermente le braccia: con ovvietà) “Se u portee u manda via Bonita, chi g’aresta sulu teu mugee…!!!”

140 – PIPIN – (Desolato, andando a sedersi sul divano/poltrona sul fondo) “Magari….!!!!”

141 – TUGNI – (Si blocca: lo guarda stranito) “Pipin….” (Decisamente preoccupato, avvicinan

dosi a sua volta al divano/poltrona sul fondo) “Cumme saieiva a di….magari….?!?!?”

142 – PIPIN – (Agro, scimmiottandolo) “Tugnin….” (Comincia a dimenarsi sul divano) “Saieiva a di che anch’eu….” (Accompagna le parole agitando le mani in alto) “Me vegne a treua Johana….” (Con un sorriso beffardo) “…a me fiamma….!!!”

143 – TUGNI – (Trasecola) “AH…..!!!!!” (Spara a tutta voce) “Anche le….” (Chiede con gli occhi sgranati: indica il pavimento) “CHI……?!?!?!?”

144 – PIPIN – (Alza ancora le spalle) “Eh…!” (Replica ancora con disarmante ovvietà) “Pasou due ue….” (Indica l’uscita di destra con la mano) “Quande quelle due là se n’en anete…” (Con un ghi-

gno sornione) “M’ea zà organizou tuttu pe ben….!!!”

145 – TUGNI – (Rimane bloccato) “Pipin….” (Tenta di replicare: sembrano mancargli le parole) “Ti….ti….” (Farfuglia a vuoto: poi si sblocca. Con impeto, di getto) “Ti nu ti devi fate cura u fixi-

cu….” (Si batte leggermente una mano sulla fronte) “Ti te devi faa curaa a testa….” (Mimando sul- lla fronte il segno del bernoccolo) “Ti gh’ee u servellu pin de babolli….!!!!!”

146 – PIPIN – (E’ riuscito finalmente a togliersi la fede: sbuffa, comincia a ribattere piccato) “E ti dixi ben ti, che….”  

Pipin sta ribattendo a Toni ma è bruscamente interrotto dalla voce di Grazia Rosa che sta rientran-

do da destra insieme a Lia e Milena Alia   

147 – GRAZIA ROSA – (Da fuori a destra, con voce stridula e melliflua) “Pipinoooo…..!!!!”

148 – PIPIN – (Trasale) “Aaaaahh…!!” (Si lascia sfuggire un grido di terrore breve e secco) “Tou chi che ghe semmu….!!” (Commenta fra se a mezza voce: è nel panico, ha la fede in mano. La guar

da un attimo senza realizzare cosa farne, poi se l’infila nella tasca della tuta, brontolando fra se) “Stanni chi che l’è a mexima…!!!!”

Un attimo dopo, da destra rientra Milena Alia che precede Grazia Rosa e Lia.

149 – MILENA – (Entra per prima da destra: sta discutendo animatamente con Lia che precede di poco e che è seguita a sua volta, un passo indietro, da Grazia Rosa) “Signora mi creda….” (Si fer-

ma lasciando il passo a Lia che si pone alla sua destra mentre Grazia Rosa si ferma alla sua sini-

stra. Respira profondo, poi, cercando di raccogliere tutta la calma e la forza di convinzione che ha) “…non è così semplice come si può credere…!!!”

150 – LIA – (E’ entrata subito dopo Milena con passo pesante ed aria feroce, sorpassandola e an-

dando a piazzarsi alla sua destra, rimanendo a guardarla feroce, ben attenta alle sue parole, tam-

barellando nervosamente con un piede sul pavimento. Con voce stridula) “A no….?!?!?” (Sbotta.

Poi, con aria di provocazione) “E come sarebbe…..?!?!?”

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151 – MILENA – (Sospira ancora pesantemente, poi, muovendosi verso il centro palco sempre se-

guita dalle due donne, Lia che la tallona opprimente e Grazia Rosa un passo indietro con un sorri-

so ebete dipinto in volto) “Signore, lo so che vorreste vedere dei risultati subito…” (Inizia a spiega-

re) “…ma ogni cosa ha i suoi tempi…!!!”

152 – LIA – (Piccata, con veemenza) “Tsè…!!!” (Sbotta) “E i tempi di questo progetto come sono...

(Allarga platealmente una mano porgendosi aggressiva verso Milena) “Faraonici…?!?!?”

153 – MILENA – (Socchiude gli occhi serrando le mascelle: fra se) “Io questa la uccido…!” (Poi, facendo faticosamente appello a tutta la pazienza residua) “Credetemi, il metodo Gluk….” (Rico-

mincia a spiegare avviandosi verso la scrivania sull’angolo sinistro della scena) “….rigidamente se

guito dal primario, il dottor Huck….” (Si appoggia alla scrivania) “…da risultati sempre ottimi…!”

(Allarga leggermente le braccia) “Ovviamente, però….” (Con tutta l’ovvietà di cui è capace) “….il protocollo deve essere seguito rigidamente….alla lettera…!!”

154 – LIA – (Con un gesto di impazienza, stizzita) “Signorina….” (Muove a piccoli passi, impettita verso il centro scena) “….io sarei….”

155 – GRAZIA ROSA – (Che fino ad allora aveva seguito il dialogo un po’ in disparte, con un sor

riso ebete sulle labbra, facendo ampi segni di assenso alle parole della madre e altrettanto ampi cenni di diniego alle parole di Milena, alle parole di Lia si irrigidisce: severa, redarguendo la ma-

dre) “Mamma….!!!!”

156 – LIA – (Si blocca al richiamo della figlia: la guarda un attimo interdetta, poi capisce) “Ohhh.

….scusami Grazia Rosa….!!!!” (Raggiunge la figlia, la cinge in un affettuoso abbraccio) “Scusami tanto….!!!” (Poi, irrigidendosi di nuovo imitata quasi simultaneamente da Grazia Rosa) “NOI….” (Spara a tutta voce rivolta a Milena) “….saremmo stufe di continuare a seguire il protocollo senza risultati…!!!”

157 – PIPIN – (Che fino ad allora è rimasto in disparte, seduto sul divano/poltrona ad osservare la scena scambiandosi con Tugni, in piedi davanti a lui, sguardi e battutine di commento, si sente pun-

to sul vivo) “LU…..!!!!!!!” (Spara a tutta voce a Tugni, indicandogli Lia e Grazia Rosa e balzando contemporaneamente in piedi. Poi, con scontata ovvietà, tornando a sedersi e mandando le due do

nne platealmente a quel paese con un gesto del braccio) “E figurite in poo mi….!!!!!!”

158 – MILENA – (Approfitta dell’inaspettato e involontario aiuto di Pipin per provare nuovamen-

te a proporre le sue ragioni) “Dovete capire….” (Si stacca dalla scrivania dirigendosi verso Lia e Grazia Rosa) “….che il signor Pipin sta per cominciare ad affrontare la fase più delicata del progra

mma ….” (Le prende sottobraccio inframmezzandosi a loro) “Quella dove sono previsti i test di ve-

rifica dei reali benefici avuti sin qui dalla cura….” (Con naturalezza ed ovvietà) “Capite bene che un’ acellerazione errata dei tempi….potrebbe portare nel paziente gravi scompensi difficilmente

superabili….!!!”

159 – LIA – (Si libera con uno strattone del braccio di Milena: secca) “Quali…???”

160 – GRAZIA ROSA – (Si svincola a sua volta dal braccio di Marina: la guarda attonita, poi, con un rantolo) “Quaaaliii….?!?!?”

161 – PIPIN – (Trasale: decisamente preoccupato) “Grasia Reuza, speru propriu….” (Si guarda in grembo: poi, pallando gli occhi) “….nu quelli che ti pensi ti, eh…!!!!”

162 – MILENA – (Realizza: rassicurante) “Ma nooo….ma noooo….!!!!” (Poi inizia a spiegare) “E’ che la psiche umana, a volte….”     

Milena non riesce a proseguire perché è interrotta dall’ingresso in scena da destra dell’Anima in Pena.

163 – L’ANIMA IN PENA – (E’ uno strano figuro vestito in modo bizzarro, con un cappello in te-

sta e che trascina con una mano un carrettino e nell’altra porta una candela accesa. Entra predi-

cando quella che sembra una giaculatoria, attraversando con passo lento e solenne la scena da de-stra a sinistra. A tutta voce, cantilenando le parole) “N’tu primmu cantu …adoremmu San Cirillu...

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cu ghe l’aiva fetu a spillu….e u s’ingroppava i micrubi….!!!!” (Si ferma: alla platea, prima di ri-

prendere la sua strada e uscire a sinistra) “U l’ea in fenomenu….!!!!”

L’Anima in Pena esce da sinistra sotto gli sguardi sorpresi, attoniti ed increduli di tutti gli astanti che non nascondono la loro preoccupazione.

164 – LIA – (Attonita) “E questo….” (Girandosi verso Milena, feroce) “Cosa mi rappresenta….

?!?!?”

165 – GRAZIA ROSA – (Allibita, facendosi ripetutamente il segno della croce, con un filo di voce) “Signore Santissimo….!!!!” (Poi, allucinata, voltandosi verso Pipin, con la voce che gli muore in gola) “Pipinooooooo…..!!!!!”

166 – TUGNI – (Allibito) “San Pee Cau….!!!” (Scrollando la testa e con gli occhi sgranati) “Cosu l’è…..?!?!?”

167 – PIPIN – (In tilt, comincia a balbettare) “Ba…be…bi…bo…bu….baba….be…bi…bo…bu…

168 – MILENA – (Trasale: fra se, furiosa) “Ancora….!!!!!” (Si dirige di corsa verso l’uscita di de

stra: a gran voce) “Calogero….CALOGEROOOOO…….!!!!!”

169 – CALOGERO – (Spunta col suo solito passo felpato: con noncuranza) “Siiiiii…..?!?!?”

170 – MILENA – (Agitatissima) “Calogero….” (Ansima quasi: indicando l’uscita di sinistra) “E successo di nuovo…!!!”

171 – CALOGERO – (Cambia espressione: scatta verso l’uscita di sinistra. Prima di uscire di gran carriera, a tutta voce) “Miiiiiiiizzziiiicaaaaa…….!!!!!!”

172 – MILENA – (Ai presenti, con un sorriso sforzatissimo, prima di uscire anch’essa precipitosa-

mente da sinistra)  “Scusate signori….non preoccupatevi…” (Indica l’uscita di sinistra) “E’ un’ani-

ma in pena….” (E’ già fuori: si blocca rientra un attimo. Ancora sorridendo a stento prima di usci-

re definitivamente) “E’ solo un’anima in pena….!!!”

Pipin, Tugni, Lia e Grazia Rosa seguono con sguardi esterrefatti l’uscita di scena anche di Milena, poi è Grazia Rosa la prima che riesce a riaversi almeno un po’

173 – GRAZIA ROSA – (Si avvicina a Lia con passo incerto) “Mamma….” (Sibila appena con vo-

ce roca e sguardo terreo) “La dottoressa prima.....” (Gli muore la voce: riprende fiato) “Parlava di scompensi della psiche….” (Si ferma di nuovo, deglutisce pesantemente) “Dici che si riferiva…..” (Indica con mano incerta l’uscita di sinistra) “…..a quelli….?!?!?”

174 – PIPIN – (Anch’egli con voce roca, all’amico che gli è ancora vicino) “Tugni….” (Con gli oc-

chi sbarrati, mentre il fiato gli muore in gola) “Portime via…..!!!!”

C’è un attimo di silenzio imbarazzato da parte di tutti con sguardi interlocutori e preoccupati che passano da uno all’altro mentre Pipin è l’unico a rimanere immobile con gli occhi sbarrati fissi nel vuoto davanti a se.

Poi, da fuori a destra, si sente la voce di Her Azvaztika che rientra accompagnato dal dottor Huck

175 – AZVAZTIKA – (Da fuori a destra, con voce stridula e imperiosa) “Ein…zwain…drein..fier ….!!”

176 – PIPIN – (Si scuote all’improvviso, trasale: di getto, terrorizzato) “O mue caa…e esse esse..!”

177 – TUGNI – (Si è ripreso: gli mette una mano su una spalla, lo tranquillizza) “Ma nu…u l’è su-

lu u megu…!!”

178 – PIPIN – (Lo guarda in cagnesco: feroce) “Ti see che diferensa….!!!”

Un attimo dopo, da destra, seguito da Her Dokto Huck, fa il suo ingresso in scena Her Azvaztika.

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179 – AZVAZTIKA – (Fa il suo ingresso in scena da destra, seguito dal Dottor Huck: con passo marziale, impettito) “Ein … zwein…drein…fier….!” (Si blocca a centro scena, si gira di scatto ver

so la platea, scatta sull’attenti, poi, a tutta voce) “ACHTUUUUUUNNGG…….!!!!!!!!”

180 – PIPIN – (Balza sul divano/poltrona: portandosi una mano al cuore) “Mue caa…l’infartu….!

181 – TUGNI – (Si porta le mani alle orecchie: sibilando fra i denti con una smorfia di dolore) “Fa

stidiu…!!!”

182 – GRAZIA ROSA – (Alla madre, con terrore) “Mammaaaaaa…..!!!!”

183 – LIA – (A Grazia Rosa, con fastidio) “Piantala, stupida…!!”

184 – AZVAZTIKA – (Imperterrito, continua nella sua presentazione: indica Huck che si è ferma-

to subito dietro di lui) “Her doktor Huck….fautore di metodo Gluck….primario di pregiatissima cli

nika zkuola di sezzo, ja….!!!!”

185 – HUCK – (Si è fermato subito dietro di lui: veste il camice bianco ed ha con se una cartella con diversi fogli. E’ un giovane sulla trentina, con barba ispida e un vistoso paio di occhiali che cammina impettito con passo rigido e ritmato. Ringrazia Azvaztika con un leggero cenno del capo, poi parte di scatto verso Grazia Rosa e Lia, seguito come un’ombra da Azvaztika. Si ferma davanti a Lia: risoluto) “Gut…!!” (Spara deciso) “Dunque zignora…” (Indica a Lia la scrivania nell’ango-

lo) “Noi ora verifikaren condizionen di her Pipino Branco….” (Si avvia alla scrivania seguito da Lia, interdetta, e da Grazia Rosa, attonita) “Da rapporten afuti da mio zstaf….” (Posa la cartella sulla scrivania, la apre e comincia a sfogliare i fogli che ci sono dentro) “….rizulta che paziente…”

(Indica distrattamente Tugni con una mano) “…afere zuberato con piena efficienza sia profe di teo-

ria che profe di pratika…!!

186 – TUGNI – (Stupefatto) “Mi….?!?!?” (Si indica) “Ou…ou…ou…. » (Si defila quatto verso l’uscita di destra) « Speta in poo che me spostu….!!”

187 – HUCK – (Nota la manovra di Tugni: imperioso) “Alt…!!!” (Ringhia: voltandosi verso Tugni

“Dofe andare tu….?!?!?!?” (Categorico, a gran voce) “Paziente non podere uscire…!!!!”

188 – PIPIN – (Dalla poltrona/divano, ormai rilassato) “Amia mestru….” (Si indica) “…che u pa-

siente su mi…!!!”

189 – HUCK – (Si volta di scatto verso di lui) “Tu….?!?!?” (Guarda interrogativo Azvaztika)

190 – AZVAZTIKA – (Asserisce con un cenno del capo) “Ja….!”

191 – HUCK – (Scrolla le spalle) “Fa niente….” (Perentorio) “Profe zuberate lo stesso…!!” (Poi, a Lia) “Ora comincia terza fase durante quale paziente metterà a profa risultati di kuren…” (Indican-

do ancora Lia) “Per lei ed Her Branco, frau Branco…” (Nota l’espressione interdetta di Lia: si bloc

ca. A Lia) “Lei ezzere frau Branco, fero…??” (Non aspetta la risposta imbarazzata di Lia) “Gut…!!

(Spara secco autoconfermandosi il convincimento errato di prima) “Per foi, dunque, zi zstà appron-

tando stanza di verifica dofe foi resterete kiusi per ….” (Alza il dito imperativo, sottolineando la pa-

rola alzando il tono della voce) “…EIN meze…” (Fa una breve pausa) “Uno, ja….” (Conferma poi con ampi cenni della testa) “E proferete eprezza di risultati di metodo Gluk…!!!!”

192 – GRAZIA ROSA – (Prova ad inserirsi fra Huck e Lia per spiegare l’equivoco: con voce incerta) “Scusi professore, ma….”

193 – HUCK – (Perentorio, la zittisce) “Zilenzien bimba…” (Spara a tutta voce) “Non interferire in kose di atulti, bitte…!!!”

194 – PIPIN – (Ancora dalla sua postazione, braccia conserte ed espressione schifata) “Mia casou-

la….” (Rivolto ad Huck) “…che mee mugee a l’è lee….” (Indica Grazia Rosa) “Quel’atra….” (Indi

ca Lia) “…a l’è mee seuxua…!!!” (Poi, a Tugni, che nel frattempo si è riavvicinato, a mezza voce) “Cun mee mugee in sacrifisiu u se peu anche faa….” (Fa un’espressione di sommo disgusto) “Ma cun quel’atra….!!!!”

195 – HUCK – (Si gira di scatto verso Azvaztika con sguardo interrogativo)

196 – AZVAZTIKA – (Asserisce col capo) “Ja…!!!”

197 – HUCK – (Scrolla le spalle) “Fa niente…stanza ezzere pronta lo stesso…” (Torna alle sue carte) “Prima, però….” (Riprende cattedratico) “Occorre procedere disitossicazionen di fiziko pro-

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fato da fatica di preparazionen…” (Perentorio) “Qkuindi…” (Alza imperioso un dito verso l’alto: si gira di scatto, a Lia) “…per zwein settimanen ezzere necessaria ricita kuarantena….!!”

198 – GRAZIA ROSA – (Riesce finalmente, non senza difficoltà, ad inserirsi) “Ma professore…” (Protesta con voce vagamente lamentosa) “Sono due mesi che Pipino è qui e due settimane sono an

cora tantissime….”

199 – HUCK – (L’interrompe: imperioso) “Zilenzien, bimba….non interferire in…..”

200 – AZVAZTIKA – (Lo interrompe, lo richiama) “Pst…pst…pst…”

201 – HUCK – (Sente il richiamo, si volta verso di lui) “Uhm…?!?!?”

202 – AZVAZTIKA – (Scuote la testa in senso di diniego: indicando Grazia Rosa, a mezza voce) “Frau Branco…!!!”

203 – HUCK – (Si ravvede) “Ah…!!” (Scrolla le spalle) “Fa niente….” (Perentorio, a Grazia Rosa

“….azspettare lo stesso…!!”

204 – LIA – (Prova lei a protestare) “Ma professore….” (Obbietta) “…non pensa che una astinen-

za così prolungata dai suoi doveri coniugali del qui presente…” (Indica Pipin: con un’espressione di sommo disgusto) “…mollusco…” (Biascica fra i denti) “…possa provocare un certo ulteriore ri-

lassamento invece di una ripresa della…..”

205 – AZVAZTIKA – (L’interrompe: a tutta voce) “NEIN…NEIN…NEIN….!!!!!!!!”

206 – HUCK – (Si volta nuovamente verso Azvaztika: con un piccolo cenno del capo) “Danke…!”

(Poi, a Lia)  “Foi non kapire che zscuola di sesso ezzere zscuola di fita….!!” (Cattedratico, alzan-

do nuovamente il dito verso l’alto e cominciando ad avviarsi verso il divano/poltrona dove c’è Pi-

pin) “Antichi latini dire….menz sana in korpore zano, ja…!!!” (E’ giunto in prossimità del divino, seguito da Lia, Grazia Rosa e Azvaztika) “Zolo se kueste condizioni afferarsi, efficienza fisica und psichica in kampo sessuale può essere considerata pienamente ripresa….”

207 – TUGNI – (Fra se, a mezza voce) “Bella predica….chissà su ghe credde in davei…!!”

208 – PIPIN – (Poco convinto) “Scia scuze, sciu megu…” (Con aria interrogativa, scuotendo leg-

germente la testa) “…in te cose a cunscistieiva ‘sta disintossicasiun…” (Guarda malissimo Azvazti-

ka: feroce, indicandolo) “In tu fame turna torciaa cumme l’uga da l’alka selzer, chi…?!?!?”

209 – AZVAZTIKA – (Trasale. Fa un passo avanti: a tutta voce, decisamente seccato) “Nein…ne

in…nein…!!!” (Spara deciso. Poi, a Pipin) “Mio nome è Azvaztika…” (Gli punta contro l’indice) “Ripete tu adesso….!!!”

210 – PIPIN – (Imbufalito) “Nu gh’aresciu…!!” (Mimando con mani e corpo un intorcinamento) “Me se ingheugie a lengua…!!!”

211 – HUCK – (Interviene in aiuto di Azvaztika: puntando anch’egli l’indice accusatore verso Pi-

pin) “Ripete tu adezzo, bitte…!!!!”

212 – PIPIN – (A muso duro) “A svastica…” (Gli abbaia quasi in viso. Poi, prima di incrociare le braccia palesemente offeso) “Cumme a Ghestapo…!!”

213 – HUCK – (Scrolla le spalle) “Fa niente…” (Sbotta) “Kapire lo stesso…!”

214 – GRAZIA ROSA – (Vorrebbe saperne di più: timidamente) “Si ma….professore…” (Si rivol-

ge esitante a Huck) “In che cosa consisterebbe allora questa disintossicazione…?”

215 – HUCK – (Deciso) “Zilenzien, bambina…non…” (Incrocia lo sguardo di Azvaztika che anco-

ra una volta gli fa cenno disperatamente di no con la testa: si blocca, ricorda) “Ach….” (Sacramen

ta a mezza voce fra se contro se stesso) “Io zempre dimentika…!!!” (Poi, a Grazia Rosa) “Per pri-

ma cosa okkorre dizinfettare und ripulire proprio corpo da inderno, ja…!” (Incrocia con lo sguardo quello di Azvaztika che fa ampi segni affermativi con il capo) “Gut…!!!” (Commenta sempre fra se. Poi, ancora a Grazia Rosa) “Ora lui dofere azzumere oggi FIER….” (Spara a tutta voce piazzando il numero quattro con le dita sotto il naso di Pipin che sobbalza) “….litri di yogurt per purificare intestinen…!!!”

216 – PIPIN – (Lo guarda: incredulo) “Ma megu….” (Obbietta) “…nu resciou mai a beive quattru litri de yogurt tutti insemme….” (Allarga le braccia: con ovvietà) “L’è impuscibile….!!!”

217 – AZVAZTIKA – (Di botto, facendo ancora sobbalzare Pipin) “Nein…nein…nein…!!” (Spa-

                                                                                                       15

ra a tutta voce: avvicinandosi a Pipin e sporgendosi verso di lui) “Tu non dofere bere….!”

218 – PIPIN – (Sorpresissimo, scuotendo la testa) “Nu…?!?!?”

219 – AZVAZTIKA – (Scuote a sua volta la testa: con un ghigno beffardo) “Nein…!!”

220 – PIPIN – (Non capisce: interdetto a Azvaztika) “Ma alantun….” (Allarga leggermente le brac-

cia) “Cumme l’assummu….?!?!?”

221 – AZVAZTIKA – (Beffardo, con un gesto significativo di un dito) “Per fia retale…!!”

222 – PIPIN – (Allibito, meccanicamente, ripetendo il gesto di Azvaztika) “Pe via ret….”

223 – AZVAZTIKA e HUCK – (Contemporaneamente, scuotendo la testa in senso affermativo) “Ja….per fia retale….!!!!”

224 – PIPI N – (Rimane un attimo bloccato, attonito, con il dito alzato in aria: poi a Tugni, con un filo di voce) “Tugni….” (Poi, terrorizzato, alzandosi di scatto e gettandosi addosso all’amico men-

tre tutti gli altri scattano a bloccarlo e staccarlo da lui, a tutta voce) “PORTIME VIAAAAA……!!

!!!”

                              -    S   I   P   A  R  I   O    -        

 

  


                                                                     16

- SECONDO ATTO –

La scena rimane invariata rispetto a prima.

All’apertura del sipario, ci sono Pipin e Calogero Reale seduti accanto al tavolinetto subito a destra del palco con Pipin che sta dando istruzioni al portiere.

1 – PIPIN – (A Carmelo, con foga) “Alantun, tie capiu ben…?!?!?”

2 – CALOGERO – (Carmelo, seduto di a fianco a lui, con la solita flemma) “Cetto, signor Barnco

….cetto…!”

3 – PIPIN – (Si rilassa: apparentemente soddisfatto) “Ben…ben…” (S’irrigidisce, cambia espres-

sione: categorico) “Ricapitulemmu…!!”

4 – CALOGERO – (Sbuffa pesantemente: si toglie il berretto tenendoselo in grembo. Allunga le gambe: con evidente fastidio) “Va bene, signor Branco….mi dica….”

5 – PIPIN – (Con convinzione, posandogli una mano sul ginocchio) “Ben…!!” (Poi, di fiato) “Quan

de ariva a scia Johana, ti m’avisi e poi tia fee pasaa subetu, sensa perde in mumentu….”

6 – CALOGERO – (Gli sposta con un’espressione vagamente schifata la mano che gli ha appoggia

to all’altezza del ginocchio, ritira le gambe, si rimette il berretto: con tono stanco e rassegnato) “Cetto, signor Branco….cetto…!!”

7 – PIPIN – (Sposta la mano con noncuranza, poi prosegue imperterrito) “Da chi an poo, riturniaa mee nugee e mee seuxua dau dirnaa, poi, versu due ue, anian via….” (Categorico, agitandogli le mani davanti alla faccia) “Da quellu mumentu li l’unica persun-a ca peu intraa da mi a l’è la signo-

ra Johana….” (Sottolinea le parole alzando il tono della voce) “….E BASTA….!!!” (Poi, con ovvie

tà) “Se arrivesse Tugni….” (Si blocca: lo guarda interrogativo) “Tiu cunusci Tugni, vea…??”

8 – CALOGERO – (Sempre più frustrato) “Cetto, signor Branco…cetto…”

9 – PIPIN – (Si allarga in un sorriso soddisfatto) “Se arivesse Tugni….” (Allarga le braccia: con somma ovvietà) “Nu gh’è nisciun prublema….!!” (Squadra Calogero con aria feroce) “Se semmu inteixi…???”

10 – CALOGERO – (Con aria di rassegnata sopportazione) “Cetto, signor Barnco…cetto…!”

11 – PIPIN – (Visibilmente soddisfatto, si alza) “Beniscimu…!!”

12 – CALOGERO – (Si alza a sua volta: con rassegnata ovvietà) “Se lei lo dice…” (Allarga le braccia) “…benissimo iè..!!!”

13 – PIPIN – (Prende il portafogli dalla tasca della tuta) “Ouh, me racumandu…” (Gli allunga una banconota) “…nu stemmu a faa de schersci, eh…!!”

14 – CALOGERO – (Prende la banconota e la fa sparire velocemente nella tasca della cappa) “Tranquillo, signor Branco….” (Muove per uscire da destra) “….tranquillo….”

15 – PIPIN – (Lo manda a quel paese con un gestaccio della mano) “Sci…sci…” (Sacramenta fra se. Poi, di scatto) “Ouh, mia…” (Lo apostrofa fermandolo) “Quande ariva mugee e seuxua…” (Con ostentta ovvietà) “L’è inutile che ti mou vegni a dii, eh…!!!”

16 – CALOGERO – (Si è fermato ad un passo dall’uscita: con sofferta sopportazione) “Cetto, signor Branco…” (Prima di uscire da destra) “Baciamo le mani, signor Branco….!”

Pipin rimane solo in scena: rimane fermo in silenzio per qualche attimo, pensoso, poi comincia a passeggiare lentamente.

17 – PIPIN – (Comincia a passeggiare pensoso per la scena, rimuginando tra se, ad alta voce) “Uh

…!” (Sbotta facendo spallucce) “Ti dixi ben, ti…” (Indica distrattamente l’uscita di destra) “….de staa tranquillu….” (Si blocca: alla platea, agitando nervosamente le mani) “U nu ghei ha miga lee mugee e seuxua adossu cumme farchi….!!!” (Ricomincia a passeggiare lentamente: ha un improv-

                                                                                                                                 

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viso stop. Premendosi una mano sulla pancia con una smorfia di dolore) “Aaaahhh….!!” (Si lascia sfuggire un lamento. Poi, ricominciando a passeggiare in maniera ancora più lenta) “Maledetti luu e maledettu u yogurt…!!!!” (Sacramenta feroce. Si ferma. Alla platea, indicando il numero con le dita) “Quattru litri…!!!” (Mugola furioso. Poi, lamentoso) “Tutti in te na botta…!!!” (Si blocca nuo

vamente: dolente e caustico) “E cun n’ atressu che ciù che na macchina pe i cristeri….” (Sospira profondamente) “…u paiva a macchina du verderammu….!!!” (Torna a sedersi al tavolino: rimane un attimo in silenzio, meditabondo. Poi sogghigna, facendo spallucce) “Ti l’ee capiu, Calogeru…!”

(Sbotta fra se) “Pruntu a fiundase a fa raportu tutte e otte basta pigiaa a muietta…!!” (Mima con pol

lice e indice il segno dei soldi. Rimane un attimo ancora silenzioso. Poi si rianima) “Ouh…” (Sbot-

ta fra se) “…a prupoxitu…” (Scatta in piedi) “…in poo a vei…!!” (Prende il portafoglio di tasca, lo apre) “Belandi chi…!” (Esclama guardandovi dentro con desolazione) “U m’ha tostu peou cum-

me in pulin…!!!” (Fa spallucce, lo richiude e se lo rimette in tasca) “L’è a mexima…” (Commenta fra se) “Tantu oua a rumpii e seue quand’ariva mugee e seuxua …” (Tassativo, con un gesto emble-

matico del braccio)  “….u nu g’ha ciù da vegnii…!!!” (Si blocca, con una smorfia di dolore, compri

mendosi la pancia con una mano) “Ahia…!!” (Si lamenta) “Maldetiscimu yogurt…!!!” (Sacramen-

ta fra se, avviandosi verso l’uscita di sinistra. L’ha quasi raggiunta, si blocca) “A menu che…” (Ri

muggina fra se ad alta voce) “…nu t’ariven chi pe qualche mutivu…quande gh’è Johana…!!!” (Co

nclude preoccupato. Si gira di botto) “Calogeru….!!!” (Chiama a gran voce, avviandosi a passo ve-

loce verso l’uscita di destra. Si blocca a centro scena, geme nuovamente di dolore) “Ahi…!!! Sa-

cramentu a lu e ae seu cure…!!!” (Sacramenta nuovamente riprendendo la sua strada. Prima di u-

scire da sinistra, a tutta voce) “CALOGERUUUU….!!!!”

La scena rimane vuota qualche istante, poi, da destra, fanno il loro ingresso in scena Milena Alia e Bonita.

18 – MILENA – (Entra per prima da destra, precedendo di pochi passi Bonita e facendole da cice-

rone) “Prego, Bonita…” (Si ferma facendole segno di passare) “…accomodati pure…!!”

19 – BONITA – (E’ una ragazza decisamente avvenente. Indossa che lei il camice da paramedico e parla con un marcato accento spagnolo) “Muchas grasias, dotoresa Milena…!”

20 – MILENA – (Le illustra l’ambiente) “Questa è la sala della terapia ginnica…” (Gli indica il tap

peto per terra) “… nonché la sala anamnesi del dottor Huck…” (Gli indica dapprima il divano/ pol-

trona sul fondo e poi la scrivania nell’angolo a sinistra) “Quest’angolo, invece…” (Si avvia al tavo

lino di destra) “…è riservato ai pazienti che aspettano il dottor Huck…”

21 – BONITA – (Ha seguito Milena nel suo percorso illustrativo, sottolineandone le parole con am

pi cenni di assenso del capo) “Muy bien…” (Commenta seriosa: con aria seria e professionale) “Yo creo de aver entendito todo…!”

22 – MILENA – (Con un largo sorriso) “Bene…!” (Poi, anch’essa professionale) “Ora volevo pre-

sentarti l’ultimo dei nostri pazienti…” (Si muove verso il centro scena sempre seguita da Bonita) “Fra l’altro….l’ultimo ad essere arrivato in ordine di tempo…” (Spiega) “Ti ho portato fin qui ades-

so proprio perché fino ad un attimo fa era qui seduto…” (Le indica il tavolino a destra) “…ma pro-

babilmente adesso è rientrato in camera…” (Gli indica l’uscita di sinistra) “Vieni…” (Muovendo per uscire) “Andiamo a cercarlo la…”

23 – BONITA – (Uscendo a sua volta da sinistra subito dopo Milena) “Seguro…vamonos…!”

Passa solo qualche istante e, da destra, fa il suo rientro in scena Pipin.

24 – PIPIN – (Rientra da destra con aria più tranquilla) “Oua ben…!!” (Commenta fra se andando a sedersi al tavolino, dando le spalle all’uscita di sinistra) “Me sentu ciù sulevou…” (Si passa una

                                                                                                    18

mano sulla pancia: sornione) “Sutta tutti i punti de vista…!!” (Poi, un po’ contrariato) “L’amigu Calogeru u me stà custandu ciù d’en figgiu scemmu” (Poi, categorico) “Ma se me pesighen…a me custa ciù caa pe cuscì…!!!”

Assorto nelle sue elucubrazioni, Pipin non si accorge che da sinistra rientra in scena Bonita.

25 – BONITA – (Rientra in scena da sinistra, nota Pipin seduto al tavolino, si illumina. Avanza pia

no piano fino ad arrivargli alle spalle, poi, coprendogli gli occhi con le mani, garrula, a tutta voce) “QUI ES…..?!?!?!?”

26 – PIPIN – (Assolutamente sorpreso, agitandosi convulsamente sulla sedia, a tutta voce) “AAAH

HHHH……!!!!!!!!” (Urla con quanta voce ha in gola. Scatta in piedi: furibondo girandosi di scatto con veemenza all’ indirizzo del suo molestatore) “Ma tie scem…..” (Protesta. Realizza, si paralizza

Gli muore il fiato in gola: con un filo di voce, esterrefatto) “Bonitaaaaa…..!?!?!?!?!?!?”

27 – BONITA – (Allargando le braccia, con un sorriso esagerato) “Pipito…my amor…!!!!” (Spa-

ra a tutta voce. Balza verso di lui, avvinghiandolo in un abbraccio esagerato) “Quanto mi sei man-

cato…!!!!”

28 – PIPIN – (Ancora stralunato) “A mi invece…” (Cerca di sciogliersi disperatamente dall’ab-

braccio) “Ti me g’amancavi prorpiu…!!!!”

29 – BONITA – (Si scioglie dall’abbraccio: spalanca nuovamente le braccia in maniera esagerata) “My amor…” (Con enfasi) “Te quiero….te quiero mucho…!!!”

30 – PIPIN – (Con disperazione) “Segnu cau…” (Geme: con enfasi) “Sun ben pigiou…!!!”

31 – BONITA – (Lo afferra per le braccia: passionale) “Besame…” (Slanciandosi verso di lui) “Besame mucho….!!!!”

32 – PIPIN – (Cerca disperatamente di divincolarsi) “Nuuuuuu…..!!!”

33 – BONITA – (Si blocca, si irrigidisce, si scurisce in volto assumendo un’aria feroce)

34 – PIPIN – (Nota il cambiamento: deve correggersi al volo) “Sciiiiiiii……!!!!!”

35 – BONITA – (Si illumina, si lancia nuovamente verso di lui a braccia spalancate)

36 – PIPIN – (Scatta indietro di un passo: protendendo verso di lei la mano aperta in segno di stop)

“Mumentu…!!!”

37 – BONITA – (Si blocca, lo guarda interdetta) “Ma…que es…” (Si scurisce nuovamente in volto

guardandolo di sbieco, con voce indagatrice) “Non sei contento di vedermi…?!?!?”

38 – PIPIN – (Cercando disperatamente e inutilmente di ostentare contentezza) “Euuuhhhh…!!!!” (Desolato, a mezza voce, alla platea) “Ti savesci…!!!!” (Non gli da il tempo di replicare) “Sulu che

….” (Cerca disperatamente una spiegazione logica e accettabile) “Sulu che….” (Allarga le braccia

con un sorriso sforzatissimo) “Nu me l’aspetava…!!!”

39 – BONITA – (Lo guarda ancora interdetta) “Ma come…non te l’hanno detto che ho cercato di venirti a trovare, ma….”

40 – PIPIN – (Deciso, l’interrompe) “NU…!!!” (Spara a gran voce: poi, addolcendosi) “E nu…!! Ti see…” (La prende sottobraccio) “Chie…i meghi sun tassativi…” (Comincia ad accompagnarla passeggiando per la scena) “Fin-a a in sertu puntu da cura, e vixite…” (Si blocca: categorico) “Sun proibie…!!!”

41 – BONITA – (Lo guarda ancora interdetta: poco convinta) “Ah…!” (Poi, indagatrice) “Quindi.

…” (Indaga ancora) “Nessuno ti ha enformado que…”

42 – PIPIN – (La riprende sottobraccio) “Nu…nu…nu…nu…” (Ricomincia a passeggiare con lei per la scena) “Propriu nisciun…!” (Si blocca nuovamente: di getto) “Ti, ciutostu…” (Decisamente incuriosito e preoccupato) “Cumme tie fetu a treuame…?!?” (La lascia di scatto: indicandone l’abi

gli amenti da infermiera) “E cumme tie fetu aaaaaa…….”

43 – BONITA – (L’interrompe: prorompendo in una fragorosa risata) “Pipito…Pipito…” (Sornio-

na) “Mi dovresti conoscere…!!” (Risoluta) “Tu sé que Bonita tene su cabeza….” (Sorniona) “Quan

do decido de fare qualcosa….”

                                                                                                       19

44 – PIPIN – (Si agita) “E u so ben, vanni…!!!”

45 – BONITA – (Comincia a girargli intorno: fa spallucce) “Trovarte…non es stato un problema...

(Allarga leggermente le braccia) “In quanto a questo….” (Si indica gli abiti) “Quando sono venuta a cercarti, ho sentito dire che non riuscivano a sostituire un’infermiera che era malata….” (Si ferma: seria) “Come tu sai….” (Alza un dito come a dare peso alle sue parole) “Yo soy infermiera profes-

sionale diplomada….!!!” (Allarga le braccia: garrula) “Ed eccomi qua….” (Gli salta al collo) “….

mi amor….!!!!!”

In quel momento, da destra, rifà il suo ingresso in scena Calogero

46 – CALOGERO – (Entra da destra col suo passo strascicato: li vede, trasale, si blocca) “Miii…”

(Si volta di scatto, fa per tornare sui suoi passi) “Cà…a schifio fenisce….!”

47 – PIPIN – (Lo vede: trasale, lo ferma) “CALOGERUUUUU…..!!!!!” (Spara a tutta voce: cer-

cando disperatamente di scostare Bonita che gli copre il viso) “Ti me ueivi dii quarcosa …?!?!”

48 – CALOGERO – (Si blocca di colpo, si volta lentamente) “Ma…signor Branco…” (Esitante, in-

dicando Bonita) “Non so se…..”

49 – PIPIN – (Agitatissimo, quasi ringhiando) “SCI….!!!” (Spara a tutta voce) “E derbechelite an-

che….!!!!!!!”

50 – CALOGERO – (Sbuffa pesantemente: poi, flemmatico) “C’è la signorina Johana….” (Tenden-

do la mano) “Faccio passare….??”

51 – PIPIN – (Sempre più agitato, a tutta voce) “NU…!!!” (Poi, acido) “E retia a man che nu ghe n’ho ciù…!!!”

52 – CALOGERO – (Fa spallucce: uscendo da destra) “Cetto, signor Branco…cetto…”

53 – BONITA – (Ha seguito il siparietto interdetta: si stacca da Pipin) “La senorita Johana…?!?!”

(Domanda: feroce) “Qui es…?!?!?”

54 – PIPIN – (Non sa cosa dire) “A l’è…” (Si agita convulsamente: cercando di sottrarsi a Bonita che lo incalza sempre più feroce) “A l’è na vixita…” (Butta li più convincente che può) “Sulu na vi-

xita…” (Ribadisce) “…tuttu li…!”

55 – BONITA – (Lo guarda storto) “Visita…?!?!” (Poi, agra) “Ma non te le avevano vietate…???”

56 – PIPIN – (Di getto) “Nu…!!!” (Nota lo sguardo di fuoco di Bonita: si corregge al volo) “Nu ciù da vei….” (Si accorge di aver sbagliato ancora: si corregge nuovamente) “Da stamatin…!!!”

57 – BONITA – (Gli si piazza davanti, braccia conserte: a muso duro, quasi ringhiando) “Pipito, tu me tradisci….?!?!?!?”

58 – PIPIN – (Trasale: d’impeto) “Nuuuuu….!!!” (Si affretta a smentire) “Ma ti peu capì…!!”

59 – BONITA – (Non si smuove di un millimetro) “Pipito…” (Chiede ancora glaciale) “…tu me tra

disci…?!?!?!?”

60 – PIPIN – (Cerca di convincerla) “Ma nu, ma nu….” (Si china verso di lei, la prende dolcemente sottobraccio) “A l’è sulu n’amiga de…n’amiga de….” (Non sa cosa dire: si gira verso la platea, agitando una mano a mo di pigna) “N’amiga de chi….?!?!?!?”

61 – BONITA – (Con calma glaciale) “Pipito…” (Poi, a tutta voce, ferocissima) “…mi te mato..!!”

62 – PIPIN – (Drastico) “Ecula li…!!!” (Poi, annaspando disperatamente) “Ma t’ho ditu ca l’è n’a-

miga de….” (Comincia a guardarsi intorno alla disperata ricerca di un aiuto) “N’amiga deeee…..”

  

In quel momento, da sinistra, rifà il suo ingresso in sena Milena Alia

63 – PIPIN – (La vede, si illumina: indicandola, a tutta voce) “Da mega…!!!!”

64 – MILENA – (Entra in scena da destra, sta osservando alcune cartelle. Alle parole di Pipin, tra

sale. Interdetta) “Prego…?!?!?”

65 – BONITA – (Scatta verso di lei: imperiosa, a muso duro) “Milena…!!!”

66 – MILENA – (Sorpresa e interdetta) “Si…?!?!?”

                                                                                                    20

67 – BONITA – (Di getto, sempre sostenuta) “Tu tiene un’ amiga che se chiama Johana…?”

68 – MILENA – (Secca, sempre con ostentato stupore) “No…!!!”

69 - BONITA – (Si gira di scatto verso Pipin) “Pipito…” (Con glaciale ovvietà) “Mi te mato…!”

In quel mentre, da destra, rifà il suo ingresso in scena Tugni.

70 – TUGNI – (Entra in scena da destra, con massima tranquillità: è allegro. A Pipin) “Ciau Pipin.

….” (Lo canzona) “Tie ancun vivu…?”

71 – PIPIN – (Sente l’amico alle sue spalle, si illumina: buttando indietro la mano di scatto, quasi a schiaffeggiare Tugni che è subito dietro di lui) “De lee…!!!!” (Si gira, lo prende sottobraccio. A Bonita, perentorio ) “Johana….” (Indica Tugni) “…a l’è n’amiga de Tugni…!!”

72 – TUGNI – (Trasale) “Johana a l’è me am…” (S’irrigidisce) “Ouh, ouh…carma, eh…!!” (Prote-

sta vigorosamente staccandosi da Pipin) “Che mi g’ho a mee Vanda…” (Facendo un gesto categori

co con la mano) “…e basta…!!”

73 – PIPIN – (E’ colto in contropiede) “Belan…!!” (Smoccola. Poi, risoluto) “Apuntu…!!” (Senza dar modo a nessuno di interloquire, di getto) “Johana…” (Indica in alto con l’indice) “…a l’è ami-

ga de Vanda…” (Indica a sinistra con l’indice. Poi, indicando Tugni, alla sua destra, con l’indice) “…ca l’è amiga de Tugni…!!!”

74 – TUGNI – (Perentorio) “E ti tie feua…” (Fa il gesto della pazzia con una mano davanti alla fronte) “…cumme in pugiolu a terassa…!!!”

Prima che  Pipin e Bonita riescano a intervenire, è Milena che risolve inaspettatamente la situazio-

ne.

75 – MILENA – (Ha assistito stranita al siparietto senza capirci nulla. Scrolla la testa, si riprende, poi sbuffa pesantemente) “Insomma, basta…!” (Sbotta decisa) “Voi due…” (Rivolta a Tugni e Pipin) “Smettetela di fare i pagliacci, sedetevi e…” (Li guarda malissimo) “…se non avete proprio niente di meglio da fare…” (Perentoria, quasi ringhiando) “…contate le mosche…!!!” (Poi, a Boni

ta che ha continuato a fissare Pipin per tutto il tempo con sguardo bieco) “E tu muoviti….” (Indi-

cando l’uscita, prima di uscire da sinistra) “Abbiamo del lavoro da fare…!!”

76 – BONITA – (Sbuffa a sua volta pesantemente, si avvia a sinistra per seguire Milena. Poi si blocca: girandosi di scatto, feroce) “Pipito…!!!”

77 . PIPIN – (La guarda con sguardo ebete e sorriso sognante: mandandogli un bacio con una  ma-

no) “Mi amor….!!!”

78 – BONITA – (A tutta voce, con un grugnito, prima di uscire a sua volta da sinistra) “No te preocupe….facciamo i conti dopo…!!!!”

          

La scena rimane ferma qualche istante con Pipin immobile e Tugni che si gratta la testa. Poi è Tugni che rompe gli indugi.

79 – TUGNI – (Rimane immobile, preoccupato e perplesso, grattandosi la testa. Poi, con voce bas-

sa e decisamente infastidita) “Oriei prorpiu savei….” (Sbotta glaciale) “Quale atru paciugu tie creou….!!”

80 – PIPIN – (Si rianima, trasale: in panico, scattando verso l’amico e agitandogli convulsamente le mani in faccia) “L’è sulu unz’ue…a l’è n’anticipu…!!!” (Grida furibondo. Ribadisce il concetto cominciando poi a camminare su e giù furiosamente per la scena) “A l’è n’anticipu…” (Grida an-

cora fra se. Poi, a Tugni, fermandosi e voltandosi verso di lui, disperato) “Tie capiu….?!?!?!?”

81 – TUGNI – (Irritato, lo canzona) “Me paiva quexi de aveilu intuiu…!!”

82 – PIPIN – (Riprende a camminare furiosamente avanti e indietro) “Oua che ghe semmu…!” (Ri-

pete fra se con disperazione) “Oua che ghe semmu…!!!!” (Nota Tugni, che, in attesa che l’amico si

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calmi, si è avvicinato al tavolinetto a destra, sedendosi ad una delle sedie, che ridacchia divertito fra se. Si blocca: a Tugni, minaccioso, andando verso di lui) “E ti cose ti gh’ee da rie…..?!?!?!?”

83 – TUGNI – (Alza le mani verso Pipin, in segno di scusa) “Oh ninte ninte….!!” (Si affretta a giu-

stificarsi) “Sulu che….”

84 – PIPIN – (Ancora inferocito, si gira di scatto) “Sulu che….?!?!?!?”

85 – TUGNI – (Abbozza: continuando a sogghignare divertito) “Me dumandava che razza de scheua de sessu a l’è sta chi…” (A Pipin che lo guarda senza capire, indicando l’uscita di destra) “Asetou de la cu speta gh’è n’ommu vestiu da donna….” (Decisamente divertito) “Chissà cose gh’i

nsegnen a quellu li…!!!!”

86 – PIPIN – (S’incupisce ancora di più) “Tugni, amia cumme ti parli, se….!!!” (Inveisce contro di lui, quasi aggredendolo. Gli si avvicina: a muso duro, sventagliandogli l’indice sotto il naso) “Am-

ia cumme ti parli…!!!!!”

87 – TUGNI – (Si irrigidisce: gli muore il sorriso sulle labbra) “Pe….” (Mormora quasi) “Perché...

….?!?!?!?”

88 – PIPIN – (Feroce) “A ME….” (Si indica, sottolineando la parola alzando il tono della voce) “..

….Johana…” (Spiega poi, infervorandosi) “…a ne vegne d’an percursu de vitta du-u….” (Dramma

tico) “….e dulurusu….!!” (Categorico, con aria di superiorità,a tutta voce) “Attru che micce…!!!”

89 – TUGNI – (E’ rimasto pietrificato) “Segnu….!!” (Mormora appena crollando a sedere come se privo di forza sulla sedia dov’era prima) “Na checca….!!!!!!!!!”

90 – PIPIN – (Ancora sostenuto) “Checca in cornu…!!!” (Fa spallucce) “Johana….” (Fa una pausa

quasi a cercare le parole giuste. Si calma) “Johana…” (Comincia a spiegare) “…a ne vegne d’en Sud Africa…” (Cattedratico, alzando l’indice) “Da CapeTown…!!” (Si siede accanto a Tugni, dan-

do le spalle all’entrata di destra) “A l’ha decisu de seguii a seu natura e a s’è feta operaa…” (Conti

nua serissimo. Poi, solenne) “In tu meximu uspiaa duve operava Barnard….” (Poggia una mano sul ginocchio di Tugni che, d’istinto, si ritrae bruscamente: con enfasi) “Quellu cu trapiantava i cheu…

!!!!”

91 – TUGNI – (E’ rimasto di sale) “Pipin….” (Lo apostrofa con voce metallica) “Chi nu se tratta de’n trapiantu….” (Deciso a tutta voc, mimando il verso di strappare con la mano) “Ma de n’espian

tu….!!!!!!!!”

 

Nel frattempo, non vista, da destra ha fatto il suo ingresso in scena Johana.

92 – JOHANA – (Entra da destra con aria circospetta. E’ una ragazza bionda, dinoccolata, vistosa

mente truccata,  con una parrucca bionda e una grossa borsa. Si muove in modo il più aggraziato possibile ma denotando caratteristiche non proprio totalmente femminili. Vede i due presi nei loro discorsi, riconosce Pipin, s’illumina) “Oh…!!” (Si avvicina con passo felpato arrivandogli alle spal

le: coprendogli ,gli occhi con le mani, sdolcinata) “Cuuuucù…!!!!”

93 – PIPIN – (Trasale) “AAAAHHHHHHH….!!!!!!!” (Urla con quanto fiato ha in corpo: scatta in piedi come una molla girandosi di colpo) “A checc….” (Bisbiglia quasi senza fiato. Si blocca: rivol

ge uno sguardo carico d’oro a Tugni che è scoppiato clamorosamente a ridere in modo scomposto, si corregge. Sempre con un filo di voce) “Johanaaaa….!!!”

94 – JOHANA – (Parla ostentando una caricaturale cadenza inglese e inframmezzando le parole con un inglese assolutamente maccheronico e improponibile) “My dear….che ti succede….?!?!?”

95 – PIPIN – (Agitatissimo) “L’infartu….” (Ansima pietosamente: premendosi una mano sul cuore)

“In curpu…!!!!”

96 – TUGNI – (Lo apostrofa, cerca di minimizzare) “E dai….tie sempre u meximu esagerou…!!”

97 – PIPIN – (Stizzito, di rimando) “E ouh….” (Ancora col fiato corto) “Un-a va ben…” (Mima il gesto di coprirsi gli occhi con le mani) “….ma due…!!!!”

98 – JOHANA – (Gli si avvicina, lo prende dolcemente per un braccio) “Ma….Pipins….sei adirato

…..?!?!?” (Mugolando, fingendo un pianto affranto) “Io che credevo…di farti una bella sorpresa…!

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99 – PIPIN – (Muovendosi agitato) “Sci…sci…” (Ansima quasi) “A l’è propriu…” (Fa un gesto ca

teorico con le mani) “Na bella surpreisa….!!”

100 – JOHANA – (Con ostentato sgomento) “Ma Pepino…” (Ripete) “…allora….” (Scoppiando in un pianto dirotto fra guaiti e singhiozzi) “Non sei contento di vedermi…..!!!!”

101 – PIPIN – (Alza gli occhi al cielo, smoccolando in silenzio) “Nuuuuu….!!!!” (Con un sorriso

sforzatissimo) “Ma figurite in poo….!!!!” (Cerca di ammansirla. La prende dolcemente sottobrac-

cio) “Se sun mi che t’ho ditu de vegnime a treua….!!!!” (Le accarezza i capelli con un sorriso ebete sulle labbra e Johana china la sua testa verso di lui) “L’è sulu che nu t’aspetava ancun…” (Le alza dolcemente il viso guardandola negli occhi: la rimprovera con fare sdolcinato) “Tie in poo n’antici

pu…!!!”

102 – JOHANA – (Ricambia le moine. Sdolcinata pure lei, con un sorriso ebete e fare melenso) “Oh, Pepins….” (Geme quasi) “Lo sai che non posso stare senza di te…!!”

103 – TUGNI – (E’ rimasto a guardare senza proferire verbo. Salace, fingendo tenerezza) “I fidan-

satini de Peynet….” (Con una smorfia feroce, alla platea) “Che anguscia….!!!!”

104 – PIPIN – (Accompagna Johana verso il divano/poltrona sul fondo) “U so…u so….” (La fa se-

dere) “U so ben, caa….” (Si siede accanto a lei) “Anche a mi ti me manchi tantu se….” (Gli prende dolcemente una mano fra le sue) “U fetu u l’è che nu t’aspetava ancun e u portee…” (Indice l’uscita di destra) “…u nu m’ha mancu ditu che….” (Si blocca: s’incupisce di colpo) “U portee…!” (Spara deciso sotto lo sguardo stranito di Johana che non capisce) “Gh’eiva ditu de nu fala entraa….!!!!” (Realizza: di scatto) “Calogeru….!!!” (Spara di colpo a tutta voce) “Bruttu aze…!!!!!”

105 – JOHANA – (Lo guarda stranita) “Ma…” (Chiede interdetta) “Che cosa…”

106 – PIPIN – (S’alza di scatto) “Oua te scistemu…!!!” (Sacramenta fra se. Poi chinandosi verso la sempre più interdetta Johana) “Scusime eh….arivu subetu…!!!

107 – JOHANA – (Si preoccupa) “Si ma….” (Allarga leggermente le braccia) “Che succede ora….

?!?!?

108 – PIPIN – (Avviandosi a grandi passi verso destra) “Ninte, ninte….nu te preocupaa….” (Si fer-

ma un attimo: voltandosi verso Johana, con un gesto rassicurante della mano) “Arivu subetu, eh…

(Fa per riprendere la corsa: incrocia lo sguardo ilare di Tugni) “E ti…” (Lo apostrofa bieco) “Me racumandu….!!!!”

109 – TUGNI – (Di rimando) “Tranquillu….” (Categorico, indicando Johana) “…nu taa tuccu propriu….!!!!!”

110 – PIPIN – (Lo manda all’inferno con un gestaccio, poi, riprendendo la sua marcia e uscendo velocemente da destra, a tutta voce) “Calogeru….bruttu aze cu ragna….!!!!!!!!”

        

Pipin esce velocemente da destra, lasciando Tugni e Johana soli in scena: Tugni seduto con aria in terrogativa e dubbiosa vicino al tavolinetto di destra, Johana sulla poltrona/divano sul fondo.

I due restano qualche attimo in silenzio, Johana agitandosi nervosamente sulla poltrona/divano e girando intorno lo sguardo, piuttosto spazientita, Tugni cercando disperatamente di rimanere im-

passibile e di evitare in ogni modo il suo sguardo.

Poi è Johana che rompe gli indugi.

111 – JOHANA – (Gira nervosamente lo sguardo attorno, incrociando quello di Tugni che, mentre lei si illumina in un largo sorriso, distrae istantaneamente il suo rivolgendo ad un punto non meglio identificato sul soffitto. Ha un piccolo gesto di disappunto, poi parte all’attacco) “Ecxcuzmi….” (E

sordisce in un improbabile inglese: poi, alzandosi ed avvicinandosi a Tugni che, man mano che lei si avvicina da segni di sempre più inquietante imbarazzo) “You parl l’Inglez…” (Si allunga verso du lui: speranzosa) “Veros….?!?!?”

112 – TUGNI – (Che fino ad allora l’ha guardata con evidente imbarazzo ed uno sguardo ebete di-

pinto sul viso, si irrigidisce) “Nu….!!!!” (Risponde secco) “Parlu zeneiz…” (La scimmiotta: peren-

torio) “Sun de vacais…!!!”

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113 – JOHANA - (Si ritrae facendo un ampio gesto di comprensione con la testa) “Aaahh…!!” (Sot

tolinea a tutta voce: si blocca, fa spallucce) “Fa niente…” (Ribatte decisa: sedendosi di fronte a lui con un sorriso a tutta bocca) “….parliamo in italiano…!!”

114 – TUGNI – (Alzando gli occhi al cielo) “Ooh….” (Volgendosi alla platea, con un’espressione di somma delusione) “Cumme sun cuntentu…!!”

115 – JOHANA – (Lo guarda sorniona) “Lei…” (Esordisce) “Dev’essere Tugni…” (Gli posa una mano su un ginocchio) “…l’amico di Pipin…” (Con sguardo complice) “…quello che l’ha accompa

gnato qui…!!!”

116 – TUGNI – (Secco) “Sci…!!!” (Ritraendo di scatto la gamba) “Ma a pensu a n’atru moddu…!”

117 -  JOHANA – (Ritrae la mano: sempre con complicità) “Suvvia, Tugni….!!” (Alza la mano ver

so l’alto) “Non mi dica…” (Si sporge verso di lui: scuotendo lievemente la testa, ammaliatrice) “…

non mi dica che non le piace l’avventura…!!”

118 – TUGNI – (Trasale: piccato) “Sta a sentii, casoula….” (Si sporge verso di lei) “Mi ho acumpa

gnou Pipin perché u me l’ha dumandou da amigu.!!” (Categorico) “Pe u restu….” (Agitandogli la

mano con indice e medio chiusi a “o” sotto il naso e ritmando le parole con il gesto) “…mi…g’ho a mee Vanda…e basta…!!” (Scimmiottandola scuotendo lievemente la testa con aria ostentamente ammaliatrice) “Se semmu acapii…?!?!?”

119 – JOHANA – (Approfitta del fatto che Tugni si sta sporgendo verso di lei e, velocissima, gli schiocca un bacio sul naso lasciandolo di pietra. Poi, mentre lui tarda a riaversi dalla sorpresa, co

mincia ad arruffargli i capelli con una mano: canzonandolo) “Che ne dici, bel maschione…?!?!?”

In quel momento, da destra, rifanno il loro ingresso in scena Milena e Bonita.

120 – MILENA – (Entra per prima, li vede, si blocca: interdetta) “E questi…?!?!?”

121 – BONITA – (Segue a breve Milena: si blocca a sua volta, punta Johana con lo sguardo. Con voce sofferta) “Madre de Dios…” (Geme quasi: indicandola con un dito) “…quanto sei brutta…!!”

122 – JOHANA – (Si sente presa in castagna: trasale leggermente. Voltandosi verso di loro, con un sorriso forzato) “Oh, scusate…” (Si rialza, cerca di darsi un contegno) “Io e il signor Tugni sta-

vamo solo facendo due chiacchere…” (Indica l’uscita di destra) “…intanto che….”

123 – MILENA – (Con la convinzione di aver capito tutto) “Aaaaa….ho capito…!!” (La squadra) “Lei dev’essere Johana….” (Indica Tugni. Con aria leggermente schifata) “L’amica di questo bel ti

po…!!!”

124 – TUGNI – (QUASI IN CONTEMPORANEA A MILENA) “Ouh, calma eh…!!” (Fa una breve pausa: si indica e, risoluto) “MI nu a cunusciu mancu…!!!”

125 – BONITA – (QUASI IN CONTEMPORANEA A TUGNI) “Pipitoooo….!!!” (Esclama con voce sofferta: si mette una mano sulla bocca, fa una breve pausa) “Non sai quanto me dispiace…!!!”

126 – MILENA – (A Tugni, caustica) “Euh…come no…!!” (Poi, avviandosi verso destra seguita come un automa da Bonita) “Comunque….questo è un ospedale, non una casa di appuntamenti…” (Drastica, prima di uscire) “Comportiamoci di conseguenza…!!!”

127 – JOHANA – (Le guarda uscire con aria di sufficienza, poi fa spallucce: acida) “Bacchettona..

…!!”

Qualche attimo dopo, da destra, rientrano Pipin e Calogero: stanno discutendo animatamente.

128 – PIPIN – (Rientra per primo seguito da Calogero: è visibilmente contrariato. A muso duro) “Se peu savei cose te pagu a faa se poi nu ti fee quellu che te diggu…?!?!?

129 – CALOGERO – (Fa spallucce) “Signor Branco….” (Allarga leggermente le braccia) “Lei non mi diede più il giusto dovuto….” (Con sconcertante ovvietà) “E io… che non avesse più bisogno dei miei servizi penzai….!!!”

130 – PIPIN – (Feroce, quasi digrignando i denti) “Sta a senti, barudda….” (Lo apostrofa malamen

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te) “Nu t’ho ciù detu de palanche perché a sun de tende a man…” (Ne scimmiotta il gesto) “…ti m’ee peou cumme na meia…!!!” (Lo prende per un braccio: facendo in modo che Johanna, che si sta avvicinando sempre più interdetta e preoccupata non riesca a sentire) “A due ue ariva mee mu-

gee e mee seuxua e me porten…” (Mima il gesto dei soldi con pollice e indice) “…i rifurnimenti…”

(Poi spingendo sempre più indietro verso l’uscita di destra Calogero man mano che Johana avanza

“Ti però oua fanni quellu che ti devi faa….”

131 – JOHANA – (E’ alle spalle di Pipin, cerca inutilmente di capire quello che sta succedendo, ne richiama l’attenzione) “Pippins….!!”

132 – PIPIN – (Si gira di scatto verso di lei: ostentando un sorriso a tutta bocca) “Amoruccio…” (Più suadente che può) “Sun subetu da ti…!!” (Si gira di scatto verso Calogero: ferocissimo) “E mia de falu ben….” (Si gira di scatto verso Johana: suadente) “Stella da mee matin…!!” (Si gira di scatto verso Calogero) “Che te cunvegne….!!!!” (Si gira di scatto verso Johana) “Lun- a da mee

seian-a …!!!!”

134 – CALOGERO – (Sorpreso e preoccupato per la reazione di Pipin) “Sssssssiii….signor Bran-

co…” (Farfuglia quasi. Poi, afferrando per un braccio Pipin che sta andando ad abbracciare Jo-

hana) “Ma…signor Branco…!”

135 – PIPIN – (Si gira di scatto: secco) “Sci…?!?!?”

136 – CALOGERO – (Poco convinto, facendo dondolare leggermente la testa sui lati) “Ma siamo sicuri che veramente arrivano i picci e me possa convenire….?!?!?”

137 – PIPIN – (Categorico) “Sci, perché se nu tiu fee, invece de palanche…” (Perentorio) “…te da-

ggu tante botte che te levu d’insemme…!!”

138 – CALOGERO – (Resta interdetto: gli muore il sorriso che ha sulle labbra. Con una smorfia quasi di dolore) “Ah…!!”

139 – PIPIN – (Si sta dirigendo verso Johana con un sorriso sfolgorante. Si volta leggermente: con un ghigno atroce) “Eh…!!” (Poi, riprendendo la marcia ed il sorriso a tutta bocca) “Johana…!!!” (Spara a tutta voce: allargando le braccia) “Fatte in poo abrasaa cumme se deve…!!!”

Calogero da tempo a Pipin di abbracciare Johana, baciarla su entrambe le guance e scambiarsi qualche moina poi interviene.

140 – CALOGERO – (Professionale) “Scusate…scusate…scusate….” (Comincia a interloquire avanzando impettito verso il centro scena) “Chiedo scusa alle signorie vostre….” (Si rivolge a Tu-

gni e Bonita) “…ma fra poco il Dottor Huck comincia le visite in corsia e quindi le viste devono es-

sere interrotte…” (Indica l’uscita di destra) “Se volete seguimmi in sala d’aspetto, potrete rivedere i vostri cari non appena le visite saranno temminate….”

141 – TUGNI – (Lo guarda interdetto, poi guarda l’orologio: per nulla convinto) “Saià…!!” (Poi, alzandosi ed uscendo da destra, a Pipin) “Se vedemmu…!!”

142 – PIPIN – (Guarda Tugni di sottecchi quasi a giustificarsi, poi a una sempre più interdetta Jo-

hana) “Ti veddi, caa…” (Le spiega accompagnandola sottobraccio verso l’uscita di destra) “L’è pe questu che t’ho ditu de vegnii doppu due ue…” (Con aria mesta) “Primma gh’è e vixite…” (Si fer-

ma: allarga leggermente le braccia, scusandosi) “I parenti deven anaa feua…” (Desolato) “me tuc-

ca fate aspetaa…!!!”

143 – JOHANA – (Riprende la marcia verso l’uscita di destra) “Oh…non importa…non importa, my love…” (Quasi sussurrando) “Dopo….” (Maliarda) “Sarà ancora più bello…!!” (Uscendo da destra, convinta) “Intanto potrò approfondire la conoscenza con il tuo amico Tugni…!!”

144 – CALOGERO – (Li ha seguiti, avviandosi a sua volta verso l’uscita di destra: si ferma un atti

mo) “Signor Branco…” (Ruffiano) “Si ricoddi cosa m’ha promesso…!!!”

145 – PIPIN – (Prima che Calogero esca velocemente da destra con un’espressione vivamente pre-

occupata) “Calogeru…” (Truce) “E ti ricordite…” (Mima il gesto delle botte) “…cose t’ho prumis-

su mi…!!”

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Uscito Calogero, Pipin rimane solo in scena.

146 – PIPIN – (Guarda uscire prima Johana e poi Calogero: sospira pesantemente, si rilassa) “O mue caa….!!!!” (Smoccola fra se avviandosi lentamente verso il tavolinetto nell’angolo) “Che giur-

na…!!” (Si siede VOLGENDO LE SPALLE ALL’ENTRATA DI DESTRA) “Che giurna…!!!!” (Spa-

ra a tutta voce agitando una mano verso l’alto. Si rilassa: guarda l’orologio) N’ua e meza…!” (Si rianima) “Primma che arive i barbari…” (Sorride convinto) “…in poo de tempu ghe l’ho ancun...!”

In quel momento, da destra, con passo sostenuto, rifà il suo ingresso in scena Bonita

147 – BONITA – (Rientra da destra con passo sostenuto, vede Pipin, si illumina: assalendolo alle spalle, gettandogli le braccia al collo) “Pipito…” (Spara a tutta voce) “MY AMOR….!!!!!!!”

148 – PIPIN – (Non se l’aspetta: trasale, scatta come una molla) “AAAAAAHHHHHHH…..!!!!!”

(Spara a tutta voce: in piedi, girandosi di scatto verso Bonita) “Beleu chi…” (Sconsolato, allarga le braccia) “Ma alua u l’è in visiu…!!”

149 – BONITA – (Non lo considera: infervorata lo raggiunge e lo abbraccia) “Scusame…scusame

….” (Comincia a baciarlo sulle guance con insistenza) “Scusame per aver dubitato di te…!!”

150 – PIPIN – (Non capisce: abbozza) “Ma figurite…ma dai…” (Butta li tanto per dire) “Nu l’è mi

ga sucessu ninte…!!”

151 – BONITA – (Continua a baciarlo sulle guance con foga) “Scusame, Pipito….” (Lo guarda quasi supplichevole: con voce dolente) “Li ho visti Pipito…li ho visti…!!!”

152 – PIPIN – (Non capisce) “Chi….?!?!?”

153 – BONITA – (Concitata) “Tugni e la su amiga…” (Spiega) “…Johana…!!” (Indica il tavolino) “Proprio achì…!!!”

154 – PIPIN – (Trasale: meravigliato) “Ah…!!”

155 – BONITA – (Fa ampi cenni di conferma con la testa) “Achì…achì…” (Indica nuovamente il tavolino. Fa spallucce) “Però…” (Rincara la dose) “…fare certe cose in ospedale…!!”

156 – PIPIN – (Stupito, fra se, alla platea) “Però…” (Un po’ seccato) “Ti l’ee capiu l’amigu…!!”

(Abbracciando Bonita e carezzandole i capelli consolatore mentre lei continua a mormorare frasi di scuse inintelligibili, con un sorriso sornione) “Comunque, au scopu u l’è serviu…!!” (Poi, a Boni

ta, comprensivo e consolatore) “Dai, dai…nu faa cuscì….!!” (Le solleva lo sguardo reggendole il mento) “Doppu tuttu….” (Conclude con ovvietà) “U l’è stetu sulu in malinteizu…!”

157 – BONITA – (S’illumina in un largo sorriso) “Oh, Pipito…” (Riconoscente) “Grasias por tu comprensione…” (Categorica) “Te juro…” (Con un gesto emblematico della mano) “…qui non aca

drà più….!!”

158 – PIPIN – (S’illumina a sua volta in un largo sorriso) “U so…u so…” (Le cinge amorevolmen-

te le spalle con un braccio, con un sorriso ruffiano, accompagnandola verso la poltrona/divano sul fondo) “Ne sun segu-u…!!”

159 – BONITA – (In sollucchero) “Pipito…” (Si siede sulla poltrona/divano) “Sei un amante favo-

loso…” (Perentoria mentre Pipin si siede) “Sarai un marito stupendo…!!!”

160 – PIPIN – (Trasale, sobbalzando leggermente sul divano: fra se, a mezza voce) “Ahimemì…

che bruttu discursu…!!”

162 – BONITA – (Nota il sobbalzo: preoccupata) “Pipito…que es…?!?!?”   

163 – PIPIN – (Si ricompone) “Oh, ninte…” (Con un sorriso ruffiano) “L’è che….” (Suadente, sbat

tendo le palpebre e tendendosi verso di lei) “Aveite cuscì d’a-arente….me da sempre i brividi…!”

164 – BONITA – (Lusingata) “Ammaliatore…!!!”

165 – PIPIN – (Con fervore) “Ammaliatrice…!!!”

166 – BONITA – (Gli mette le braccia a collo) “Conquistatore…!!”

167 – PIPIN – (Fa altrettanto) “Conquistatrice…!!!”

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In quel momento, da destra, rifà il suo ingresso in scena un trafelato Tugni

168 – TUGNI – (Irrompe in scena da destra, trafelato) “Pipin….!!!” (Spara a tutta voce precipitan-

dosi verso il divano/poltrona: scuote l’amico per una spalla) “Gh’è a Lia….!!!!!”

169 – PIPIN – (Si distoglie solo un attimo dalle braccia di Bonita) “Alia…?!?!?” (Chiede meravi-

gliato: fa spallucce) “Fassu a see da mega….” (Perentorio, prima di rituffarsi nell’abbraccio) “G’

ho de l’atru da faa…!!!”

170 – TUGNI – (Si scosta leggermente, alza lo sguardo verso il cielo con un doloroso lamento: poi ritorna all’attacco) “Pipin….” (Spara a tutta voce. Afferra Pipin, lo volta di scatto verso di se: poi , sillabando le parole) “Gh’è…a…Lia….!!!” (Perentorio, sempre sillabando le parole, usando un tono ben oltre le righe) “TEU…SEUXUA…!!!!!!!!”

171 – PIPIN – (Trasale: si stacca dall’abbraccio) “Me seux…!!!!” (Spara a tutta voce alzandosi di scatto: la voce gli muore in gola. Trafelato, guarda l’orologio) “Belan, ma….” (A Tugni, stranito) “U dirnaa…” (Conclude categorico) “…l’hano colou cun u turtaieu…!!!!!!”

172 – TUGNI – (Allarga le braccia) “Ma mi….” (Desolato) “Cose t’eu che te dighe…!!”

173 – PIPIN – (Si blocca: di colpo assume un’espressione feroce) “Calogeru….!!!!” (Ringhia a mez

za voce: poi, partendo di gran carriera verso l’uscita di destra) “Ma mi l’amassu…!!!”

174 – TUGNI – (Lo blocca) “Pipin…!!!” (Con sguardo sornione) “U sta intrategnindu l’atra…!”

175 – PIPIN – (Non capisce: interdetto) “L’atra….?!?!?”

176 – TUGNI – (Con una smorfia d’impazienza) “L’atru….” (Allarga le mani in segno di resa: can

zonandolo, con scontata ovvietà) “Fanni ti…!!”

177 – PIPIN – (S’irrigidisce) “O mue caa…!!!!”

178 – BONITA – (Ha osservato la scena per qualche istante interdetta: si è alzata ed ora è alle

spalle di Pipin, nuovamente con espressione feroce) “Pipito…” (Lo apostrofa richiamandone l’at-

tenzione: piazzandosi davanti a lui, braccia conserte, dopo che si è voltato a guardarla) “Que es questa historia…?!?!?” (Ferocissima, guardandolo di traverso) “Tu suocera….?!?!?!?!?”

179 – PIPIN – (Al richiamo di Bonita si è irrigidito, voltandosi poi lentamente verso di lei: allibito,

sillabando a malapena le parole) “Meee….” (Comincia a farfugliare) “…..seux….” (Prosegue con voce in calando, sempre più bassa, fino a spegnersi in un rantolo. Si rianima subito. Scatta come folgorato: a tutta voce) “Nu mee seuxua….” (Indica Tugni) “…SEU…” (Rafforza la parola alzan-

do il tono della voce) “…seuxua….!!!!”
180 – BONITA e TUGNI – (IN CONTEMPORANEA, Bonita INDICANDO TUGNI e Tugni indican

do BONITA)

-TUGNI – (Stupefatto e spaventato) “Mee…” (Si indica) “…seuxua….?!?!?!?”

-BONITA - (Assolutamente interdetta) “Su….” (Indica Tugni) “…suocera….?!?!?!?”

181 – PIPIN – (Concitato) “Sci….” (A Bonita, indicandogli Tugni che alle parole di Pipin batte le mani, si copre il viso e poi le alza verso il cielo smoccolando pesantemente  a bassa voce) “SEU….

(Rafforza la parola alzando il tono della voce)  “…seuxua…!!!!” (Le si avvicina, la prende sotto-

braccio: con tono cospiratore) “Fitu, Bonita….” (Sempre con fare concitato) “…bezeugna che l’agiutemmu…!!”

182 – BONITA – (Perplessa) “Si, va bueno, ma….” (Allarga leggermente le braccia) “No te agita-

re così….!!” (Con ovvietà) “Dopo tutto…” (Rafforza le sue parole agitando decisa le mani) “Il pa-

sticcio se l’è creato lui….!!” (Indica Tugni: poi, perentoria) “Fossi su mujera…” (Rabbiosa, mani sui fianchi) “…mi lo mato…!!!!”

183 – PIPIN – (Agitato e fingendosi quasi offeso) “Bonita…nu te permette, se…!!” (La rampogna con vigore) “Tugni…” (Solenne, alzando l’indice) “…u l’è in grande amigu…!!”

184 – TUGNI – (Che è rimasto a seguire tutta la manfrina in disparte, alternando smorfie e gesti di disperazione a espressioni di rabbia inaudita, sarcastico, a tutta voce) “E ti peu dilu forte, vanni

…!!!”

185 – PIPIN – (Rincara la dose) “E mi nu possu mancu pensaa de nu giutalu oua che pe in mumen

                                                                                                      27

 tu de debulessa u rischia….”

186 – BONITA – (Lo interrompe: conciliante) “Va bueno..va bueno, Pipito…” (Allarga leggermen

te le braccia) “Dimmi cosa devo fare….!”

187 – PIPIN – (Con fervore) “Oua ben….!!!!” (Poi, invitando Tugni ad avvicinarsi) “Steime a sen-

tii ben…tutti dui…” (Comincia a spigare) “Ti…” (Indica Bonita) “…vanni de la in cursia….” (Co

fervore) “Ti see dunde tegnen quellu mezu luccu che ciammen l’anima in pena , vea…??” (Cercan-

do conferma alle sue parole con ampi gesti del capo) “T’han fetu vedde dunde l’è, vea…?”

188 – BONITA – (Con rassegnata pazienza) “Si, Pipito….si…!!”

189 – PIPIN – (Concitato ma lucido, a Bonita) “Vanni de là e arvi a stansia cuscì Tugni e Johana se g’ascunden dentru e poi vegni de sa e vanni a dii a Calogeru cu fasse intraa quelle due becue e stanni de la cun lee …” (Poi, secco, rafforzando il tono della voce e indicando di sottecchi, mano dietro la schiena Tugni che afferra al volo ed assume un’espressione di disperato disgusto) “Intan-

tu mi vaggu de la….” (Comincia ad agitare convulsamente le mani indicando destra, sinistra e cen

tro scena tipo vigile che dirige il traffico: indica l’uscita di destra) “…e Johana a portu de sa….” (Indica il pavimento: rivolto a Bonita) “Poi, quande Ti ti vegni de sa de de la…” (Indica l’uscita di destra e il centro scena in rapida sucessione) “…e ti vee de la…” (Indica l’uscita di destra) “Tugni u l’acumpagna Johana de la e van a scundise…” (Indica nuovamente l’uscita di sinistra) “E mi re-

  stu de sa….” (Indica ancora il centro scena) “…e trategnu quelle due de la…!!!” (Indica nuova-

mente l’uscita di destra. Si ferma, si deterge il sudore dalla fronte con il taglio della mano ansiman

do pesantemente, poi, a Tugni e Bonita che lo guardano interdetti e sconvolti) “Alantun….” (Con e

spressione quasi implorante) “…ei capiu…?!?!?”

190 – TUGNI e BONITA – (Si scambiano uno sguardo interrogativo, poi, insieme, desolati) “No..!

191 – PIPIN – (Alza lo sguardo al cielo, smoccolando pesantemente in silenzio, poi scrolla le spalle

categorico) “Fa ninte…!!!!” (Prende Bonita per un braccio: spingendola verso l’uscita di destra) “Ti vanni de la e fanni quellu che t’ho ditu, poi vegni de sa e vanni a dii a Calogeru cu fasse intraa quelle due de la e stanni cun lee….”

192 – BONITA – (E’ quasi sull’uscita di destra: si ferma. Affatto convinta) “Bueno, ma…” (Perple

ssa) “Come fai a sapere che c’è anche su mujera…” (Indica Tugni) “Calogero ha detto solo la suoce

ra…!!!”

193 – PIPIN – (Prorompe in una risata sarcastica) “Tranquilla…” (Ribatte deciso) “Quelle due li sun cumme i carbinee…” (Perentorio, sollecitando nuovamente Bonita ad uscire) “…viaggen sem-

pre in cubbia….!!!!”

194 – BONITA – (Non è ancora convinta: si blocca nuovamente) “E perché, poi…” (Obbietta) “…

devo remaner con Calojero…?!?!?”

195 – PIPIN – (Stizzito) “Bonita…nu tiu cunusci…” (Replica: poi, quasi scaraventandola fuori sce-

na con impazienza) “Cu nu cumbin-e di paciughi…” (Trattenendola un attimo sull’uscita) “Quellu li pe na palanca u se vendieiva a mamma….” (Intanto che Bonita esce quasi spinta fuori a forza e ancora interdetta, caustico) “Su nu se l’avesse za vendua….!!!!”

196 – TUGNI – (Aspetta che Bonita sia uscita, poi, stizzito, a Pipin) “Senti in poo…” (Lo apostrofa duro) “Ma cumme t’è vegnu-u in mente de….”

197 – PIPIN – (Si precipita verso Tugni) “Sssssscccctttttt….!!!!!!!!” (Lo zittisce con veemenza: poi, in panico) “Tugni, pe piaxei…” (Lo apostrofa) “…che ‘sta chi lìè l’otta che m’amassen…!!!” (Gli indica l’uscita di destra) “Oua vanni a pigiaa Johana e portila de la….” (Gli indica l’uscita di sini-

stra: con veemenza) “De cursa….!!!!!”

198 – TUGNI – (Sbuffa pesantemente, poi, avviandosi all’uscita di destra) “Pipin, ‘sta chi zu-u che ti maa paghi…!!”

199 – PIPIN – (Spingendolo quasi fuori a forza) “Va ben…va ben…” (Perentorio, mentre Tugni sta uscendo) “Se mai ti me mandi ‘na cambiale…!!”

Pipin rimane solo in scena e comincia a correre disperato da un lato all’altro.

                                                                                                      28

200 – PIPIN – (Aspetta che Tugni sia uscito, poi si precipita all’uscita di sinistra) “Segnu…!!” (Im-

plora ad alta voce bloccandosi sull’uscita. Si ferma un attimo, poi ritorna precipitosamente all’usci

ta di destra) “Segnuuu…!!” (Implora ancora a voce più alta bloccandosi nuovamente sull’uscita. Ritorna precipitosamente a centro scea: disperato, a tutta voce) “SEGNUUUU….” (Alzando mani e sguardo verso il cielo) “…CHE PACIUGU….!!!!”

Un attimo dopo, da destra, rifà il suo ingresso in scena Tugni che trascina quasi a forza Johana

201 – JOHANA – (Entra in scena da destra, quasi trascinata a forza da Tugni: protesta vigorosa-

mente nei suoi confronti) “Ma insomma, prima hai frainteso….” (Cerca disperatamente di obbietta-

re) “Io sono una donna fedele…!!!!”

202 – TUGNI – (Continuando a trascinarla a forza verso l’uscita di destra, caustico, quasiringhian

do) “E mi invece sun fedele ae donne…!!”

In quel mentre, da destra, rifà il suo ingresso Bonita: transita per uscire a sinistra ma vede il sipa-

Rietto fra Tugni e Johana e si ferma ad osservare, decisamente interdetta, a centro scena, proprio vicino a Pipin.

203 – JOHANA – (Tenta ancora di resistere a Tugni: all’indirizzo di Pipin, con ansia) “Pippins…

aiuto…!!” (Implora quasi) “Il tuo amico è un bruto…!!!!”

204 – TUGNI – (Deciso, trascinandola via) “E ti tie brutta e basta…!!!” (Ringhia: poi, spingendola fuori a viva forza, con rabbia, uscendo subito dietro di lei) “E vanni, inciastru….!!!!!”

205 – BONITA – (E’ rimasta ferma, perplessa, ad osservare la scena. A Pipin, interdetta) “Ma…Pi

pito…” (Scrolla mestamente la testa: indicando l’uscita di sinistra) “Non me sembrano tanto inna-

morati…!!”

206 – PIPIN – (Categorico) “Tranquilla, u fan pe schersu…” (Feroce) “Se demuen sempre, lu….” (Poi, vedendo che Bonita non si decide ad uscire, ancora feroce, indicandogli l’uscita di destra) “E vanni, n’assidente….!!!!!!”

Tugni e Johana escono da sinistra, lasciando Pipin solo in scena.

207 – PIPIN – (Segue con terrore Tugni e Johana che escono da sinistra, poi scatta come una mol-

la) “Segnu santu…!!!” (Implora a tutta voce, scattando verso il centro scena) “Segnu santu…!!!!!” (Ribadisce alzando mani e sguardo verso il cielo mentre si dirige verso il tavolino all’angolo destro e crolla quasi seduto su una delle sedie) “Se da stu ballu chi ne sciortu francu….” (Sentenzia. Poi, con un gesto perentorio delle braccia) “Mai ciù in t’en lettu satu tantu….!!!!!!!”

Un attimo dopo, da destra, esplode la voce di Grazia Rosa che preannuncia il suo rientro in scena.

208 – GRAZIA ROSA – (Da fuori a destra, a tutta voce, con enfasi) “Pipinooooo…..!!!!!!!”

209 – PIPIN – (Desolato) “E te salu-u….!!!”

210 – GRAZIA ROSA – (Rientra da destra di buona lena, seguita  a due passi da Lia: vede Pipin seduto, si precipita verso di lui avinghiandoglisi letteralmente al collo: entusiasta) “Pipinoooo….”

(Lo guarda sognante) “Non sai che speldida notizia che ho da darti….!!!!”

211 – PIPIN – (Che si è alzato in piedi al suo ingresso, ricambiando con scarso calore il suo ab-

braccio, con falso stupore) “Bella nutisia….?!?!?” (Finge di trasalire) “Ho capiu…!!” (Spara secco

Indicando Lia“Teu mue a parte pe Marte….!!!!”

212 – LIA – (Acidissima) “Cretino…!!” (Poi, quasi sibilando) “Magari, eh….?!?!?”

213 – GRAZIA ROSA – (Raggiante, a Pipin) “Ma no, ma nooo…!!!” (Lo prende sottobraccio) “Quando siamo uscite per andare a pranzo…” (Comincia a spiegare accompagnandolo lentamente

                                                                                                       29

verso il centro scena) “Nell’atrio giù di sotto abbiamo incontrato il professore…” (Si ferma a centro scena) “Il dottor Huck…!!”

214 – PIPIN – (Con falsa meraviglia) “Eu la peppa…!!!” (Sarcastico) “Nientepopodimenoche…!!”

215 – LIA – (Feroce, scrollando le spalle) “Oh…meglio lui che quel cretino del tuo amico !”

216 – GRAZIA ROSA – (In estasi) “E non sai che cosa ci ha detto, Pipino…” (Sognante) “Non sai cosa ci ha detto…!!!”

217 – PIPIN – (Glaciale) “Grasia Reuza…” (La scimmiotta vagamente) “Vistu che nu gh’ea…” (Sentenzia. Con scontata ovvietà) “Se nu ti m’ou dixi….nu possu saveilu…!!!!”

218 – GRAZIA ROSA – (Con un sospiro, in estasi) “L’alcova….!!”

219 – PIPIN – (Trasale) “L’al…cose….?!?!?!?”

220 – LIA – (E’ alle spalle di Grazia Rosa: ha un moto d’impazienza, scosta energicamente la fi-

glia. Piazzandosi davanti a Pipin, a muso duro, mani sui fianchi) “Ha detto che le ferie sono finite e che è l’ora che cominci a fare il tuo dovere di marito….” (Quasi ringhiandogli in faccia) “Capito...

(Con disprezzo) “….mezzo uomo…?!?!?!?”

221 – PIPIN – (La guarda per un attimo stupito, poi realizza) “O mue caa…!!” (Trasale) “Madon-

na caa da Guardia ascì beneita…..” (Mugola terrorizzato. Poi, a tutta voce) “U niu pe e euve…!!!!”

222 – LIA – (Ha un moto di disgusto) “Puah….!!!” (Alla figlia, voltandosi di scatto verso di lei) “Cosa ti ho sempre detto….?!?!?” (Ringhia furiosa. Indicando Pipin con la mano) “Quest’uomo è senza midollo, senza attributi…” (Poi, voltandosi di scatto verso Pipin che alle parole di Lia circa gli attributi si è prima guardato velocemente in grembo con uno sguardo stupito e poi ha altrettan-

to velocemente scosso il taglio della mano davanti alla fronte mimando il gesto della pazzia, con rabbia) “Non riesce nemmeno a rispondere al più primordiale istinto animale…!!!!”

223 – PIPIN – (Con un sorriso sarcastico e calma assoluta) “Lia…. cun ti d’aarente …” (Replica pacato) “L’unicu istintu che me vegne…” (Caustico) “…u l’è quellu omicida…!!!”

224 – GRAZIA ROSA – (Gli si spegne il sorriso. Con stupore) “Ma Pipino…” (Mugola appena) “Non sei contento che è pronto il nostro nido d’amore….?!?!?”

225 – PIPIN – (Ancora sarcastico) “Eeeeuuuhhhh….!!!” (Replica tetro) “Cumme na pasqua…!!!” (Poi, cercando di ridarsi un tono per quanto possibile) “E quande su duvieiva cuminsala st’aventu-

ra…???”

226 – LIA – (Categorica) “Ma subito…” (Con scontata ovvietà) “Ovvio…!!”

227 – PIPIN – (Trasale nuovamente) “Subet…” (Mormora trafelato: poi scatta deciso) “E nu eh…!

228 – GRAZIA ROSA – (Mugolando) “Ma allora…” (Fra i singhiozzi) “Vuol dire che non mi vuoi più beneeeeee……!!!!!”

229 – PIPIN – (Alza velocenìmente gli occhi al cielo) “Segnu cauuuu…!!!” (Smoccola fra se. Si av-

vicina a Grazia Rosa. Consolatorio) “Ma nuuu…ma nuuuuu….!!!!” (Gli pone un braccio intorno alle spalle) “Ma cose ti dixi mai….!!!!” (Con un sorriso forzato) “Nu l’è pe quellu…!!!!”

230 – LIA – (S’intromette) “E allora per che cos’è….” (Venefica) “…furbastro…?!?!?”

231 – PIPIN – (La fulmina con lo sguardo. Poi, a Grazia Rosa) “Ti veddi ca-a….” (Incomincia a spiegare con calma forzata) “Quande n’ommu l’è in poo cu l’è in astinenza…” (Comincia ad ac-

scompagnarla verso il centro scena, incontro alla platea, continuando a cingerle le spalle con il braccio e accompagnando le sue parole con ampi gesti della mano libera) “Primma de rimettise in motu….” (Con ovvietà) “U l’ha bezeugnu d’en menutu de riflesciun…” (Si ferma: sempre con scon

tata ovvietà) “De preparase n’attimu…!!”

232 – LIA – (Che li ha seguiti a breve, paso dopo passo, sarcastica) “Perché…” (Chiede sarcastica

“Hai paura di non farcela….?!?!?”

233 – PIPIN – (Punto sull’orgoglio, trasale: lasciando Grazia Rosa e girandosi di scatto verso di lei) “Amia, sciarbella….” (Spara a tutta voce: imbufalito, scattando verso di lei) “…che Pipin Bran

co u nu l’ha puia de ninte…. » (Gli ringhia in faccia con rabbia) « …e de nisciun…!!!!!”

In quel momento, da fuori a destra, si ode la voce di Azvaztika che rientra in scena insieme al Dot-

                                                                                                       30     

  tor Huck

224 – AZVAZTIKA – (Da fuori a destra, con voce solenne e imperiosa) “Ein, zwein, drein, fier…..

ein, zwein, drein, fier…!!!!”

225 – PIPIN – (Si irrigidisce: sgomento, alla platea, con voce roca) “Quexi….” (Puntualizza) “...de nisciun….!!!!”

226 – LIA – (Con un sorriso di trionfo sul viso) “Ecco il dottore…!!!” (Esclama tronfia: poi, subdo

la, a Pipin) “Vuol dire che chiederemo a lui, eh…!!!”

Pipin non fa in tempo a replicare che da destra fanno il loro ingresso in scena Azvaztika e Huck, con il primo che ritma il passo.

227 – AZVAZTIKA – (Rientra per primo da desta ritmando il passo finchè Huck non ha raggiunto la sua scrivania nell’angolo a sinistra della scena e fermandosi nei pressi) “Ein, zwein, drein, fier…ein, zwein, drein, fier….!!!!!”

228 – HUCK – (Rientra in scena subito dopo di lui con dei fogli in mano, sguardo dritto fisso in a-

vanti, occhi leggermente pallati, procedendo sulla cadenza del ritmo di Azvaztika finchè non arriva alla scrivania e girando dietro la stessa prima di posarvi sopra i fogli che ha in mano) “Danke…!!”

(Ringrazia Azvaztika con un leggero cenno del capo prima di sedersi. Poi, cominciando a consulta-

re i fogli che vi ha posato sopra) “Dunkue…” (Lentamente, Grazia Rosa, con un sorriso stentoreo e aria speranzosa, Lia, con decisione, e Pipin, trepidante, si avvicinano alla scrivania) “Paziente afer

e zuberato in maniera exzelente tutti test attitudinalen…” (Ricomincia a spiegare dopo aver trapana

to con gli occhi i tre che si avvicinano) “Kuindi lui podere endrare in alkova con zua compagna, ja..

229 – GRAZIA ROSA – (Con un sorriso ebete e sguardo perso) “E quando…?!?!?”

230 – HUCK – (Categorico) “Zubito…!!!” (Spara secco battendo la mano sulla scrivania) “Adesso

…!!!” (Batte ancora la mano sulla scrivania) “Immediatamente….!!!!!”

231 – GRAZIA ROSA – (Completamente in bambola) “Ooooohhhh…..” (Sospira angelica) “…che bello….!!!!”

232 – HUCK – (Imperioso, battendo nuovamente la mano sulla cattedra) “Zilenzien tu….!!!” (Sec-

co, folgorandola con gli occhi) “Ho detto con zua compagna, non con bambinen….!!!”

233 – AZVAZTIKA – (Con discrezione, ne richiama l’attenzione: coprendosi la bocca con la ma-

no a taglio, in direzione di Huck) “Pssst psst….!!!”

234 – HUCK – (Si gira di scatto: ad Azvaztika, interrogativo) “Uhh…?!?!?”

235 – AZVAZTIKA – (Scuote leggermente la testa) “Lei….” (Indica Grazia Rosa) “Zua compagna

236 – HUCK – (Con l’aria di chi ha capito) “Aaahhh…!!!!” (Scrolla le spalle) “Fa niente…” (Cate

gorico, a Grazia Rosa) “Zilenzien lo stesso….!!!!”

237 – PIPIN – (Si avvicina alla scrivania cautamente) “Scia scuze, sciu megu….” (Prova ad obbiet

tare) “…ma viamenti…mi…” (Esitante) “…nu me sentieiva miga ancun guei pruntu…” (Sempre con cautela) “Nu se porieiva avei ancun in stissin de tempu…?” (Mima con le dita il gesto di picco-

lo. Poi, più deciso) “Che ne so….” (Si ferma un attimo come pensoso) “In giurnu…” (Più deciso) “Dui giurni….”

238 – AZVAZTIKA – (Perentorio, senza preavviso, a tutta voce) “NEIN…NEIN…NEIN…!!!!!!”

239 – PIPIN – (Lo ha alle spalle: trasale, sobbalza vistosamente) “O mue caa….!!!!!!!”

240 – HUCK – (Si alza leggermente: ad Azvaztika, con un leggero inchino) “Danke…!” (Poi, a Pi-

pin, sedendosi) “Protocollo Gluck prefede immediatamenten….” (Ribadisce) “E protocollo defe ez-

zere rispettato alla lettera, jaaa…..!!!!!”

241 – PIPIN – (Si innervosisce) “Sci, va ben, ma….” (Obbietta con forza) “…chi me fei diventaa mattu….!!!!!”

242 – AZVAZTIKA – (E’ ancora alle sue spalle: con voce stridula, a tutto volume) “NEIN…NEIN

….NEIN…..!!!!!!!”

                                                                                                       31

243 – PIPIN – (Trasale ancora vistosamente: premendosi una mano sul cuore) “AAAAHHHH….!!

!!!” (Grida con quanta voce ha in corpo. Poi, furioso, ad Azvaztika che non si muove di un millime-

tro, agitandogli un pugno davanti al naso) “Amia Bertu…” (Si infervora) “O t’amorti u gramofunu o t’amortu ti….!!!!”

244 – HUCK – (Si alza leggermente: a Azvaztika, con un leggero inchino) “Danke…!!” (Sedendosi nuovamente, imperturbabile, a Pipin) “Ze tu dire questo tu me ofente….” (Cattedratico) “Qui a Zsc

uola di sesso NEZZUNO….” (Tuona alzandosi in piedi di scatto e facendo nuovamente trasalire Pi

pin) “….potere tire che noi fare difentare lui pazzo….” (Fa una brevissima pausa: riprende) “Per-

chè qui NEZZUNO….” (S’infervora nuovamente agitandosi e alzando minaccioso il tono della vo-

ce) “….ezzere MAI….” (Sottolinea la parola alzando ancora il tono della voce) “…difentato pazzo !”

In quel momento, da sinistra, rifà il suo ingresso in scena l’Anima in Pena

245 – L’ANIMA IN PENA – (Entra in scena da sinistra: ha ancora la candela accesa in mano e lo strano carrettino al seguito. Attraversando la scena da sinistra a destra, cantilenando) “N’tu se-

cundu cantu…adoremmu San Teodoro….cu ghe l’aiva tutto d’oro….e u svalutava u dollaru….!!” (Si blocca: alla platea, sempre con lo stesso tono, prima di riprendere la sua marcia e uscire a de-

stra) “U l’ea in fenomenu….!!!!!”

C’è un attimo di silenzio generale in cui tutti, con espressioni diverse, si fermano ad osservare lo strano personaggio durante il suo percorso. Poi è Azvaztika che rompe il silenzio.

246 – AZVAZTIKA – (Perentorio, a tutta voce) “ACHTUUUUUUNNNGGGGG…..!!!!!!!”

247 – HUCK – (Mentre Tutti si defilano, Pipin decisamente in ansia, Lia stupefatta e Grazia Rosa terrorizzata, ad Azvaztika con un leggero inchino) “Danke…!!!” (Poi, perentorio e secco) “Tutto quezto non ezzere possibile…” (Imperturbabile) “Quezta ezzere casa di cura non mercato di pesce..

(Indica l’uscita di destra) “Portiere und infermiera rekuperaren mattoide und rimmettere in zstanza di isolamento….”

Alle parole di Huck, Azvaztika parte a scheggia ed esce a destra, rientrando dopo pochi attimi in compagnia di Calogero e Bonita e rimanendo a discutere con loro mentre Huck prosegue il suo di-

scorso

248 – HUCK – (Prosegue imperterrito, mentre Azvaztika, Calogero e Bonita proseguono a loro vol

ta il loro conciliabolo e gli altri lo guardano increduli e attoniti) “Azvaztika und dottoressa Alia…”

(Alle parole di Huch, Azvaztika abbandona Calogero e Bonita e scatta verso sinistra uscendo precipitosamente e rientrando dopo pochi secondi in compagnia di Milena Alia, mentre Huck sta ancora parlando) prelevaren pazienten e akkompagnare zbito in zua alkova dofe zarà preztoraggiun

to da zua compagna, jaaa….!!!!” (Poi, perentorio, accertatosi che tutti i suoi collaboratori siano in scena, mentre Pipin, che al suo urlo sobbalza nuovamente, gli si avvicina cautamente, a tutta voce, con un gesto altrettanto perentorio del braccio) “RAUSS….!!!!!!!!”

Al suo ordine, Calogero e Bonita escono precipitosamente da destra e Azvaztika e Milena Alia si av

vicinano decisi a Pipin.

249 – PIPIN – (Guarda uscire di scena Calogero e Bonita, poi, mentre Azvaztika e Milena Alia gli si avvicinano e lo afferrano saldamente alle braccia e Lia, con un sorriso di trionfo, e Grazia Rosa,

con un’espressione soddisfatta si apprestano a seguirlo, al pubblico, con voce rantolante e sguardo terrorizzato) “Segnu….” (Pallando gli occhi, a tutta voce) “….GIUTEIME….!!!!!!”

SIPARIO


-TERZO ATTO  -

La scena ha subito qualche lieve cambiamento (un mazzo di fiori sul tavolino, il divano/poltrona leggermente spostato più in avanti o di lato) e anche gli attori hanno cambiato (tranne Pipin e Gra-

zia Rosa) qualche dettaglio nel loro abbigliamento, tanto per far notare che è passato qualche gior-

no.

All’apertura del sipario, da sinistra, si ode la voce secca e gutturale di Azvaztika che ritma il tempo

1 – AZVAZTIKA – (DA fuori a sinistra, con voce secca e decisa) “Ein, zwein, drein, fier….ein, zwein, drein, fier….!!!!”

Passano solo alcuni istanti, poi, da sinistra entrano nell’ordine:

- AZVAZTIKA che ritma il tempo e si posizione, fermandosi quasi sull’attenti, accanto alla poltrona divano e ammutolendo di colpo;

- GRAZIA ROSA che sorregge un PIPIN decisamente provato che, una volta vicino alla poltrona/di

vano, vi crolla sopra esausto

- LIA che sorride soddisfatta confabulando con Huck che è accanto a lei

- HUCK che gigioneggia sornione alle parole di Lia.

2 – AZVAZTIKA – (Si avvicina alla poltrona divano e si blocca sull’attenti, con aspetto marziale) “Ein, zwein, drein, fier….!!!!!”

3 – PIPIN – (Entra quasi trascinato da Grazia Rosa, facendo da contraltare a Azvaztika nello scan-

dire il ritmo) “Ahi…ahi…ahi…ahia…!!!” (Poi, raggiunto il divano/poltrona, vi si butta letteralmen

te sopra, esausto: con un rantolo sinistro) “Ohimemì…!!!”

4 – GRAZIA ROSA – (E’ in vestaglia. Lo sorregge amorevolmente fino al divano poltrona, lo aiu-

ta per quanto possibile a sdraiarcisi sopra, poi, carezzandolo amorevolmente fra i capelli ed otte-

nendo per tutta risposta un grugnito) “Oh, Pipino….” (Con un radioso sorriso sognante) “…sei fa-

voloso…!!!!!!!”

5 – HUCK – (Si blocca deciso davanti a Pipin, con accanto Lia. Con aria di somma soddisfazione)

“Gut…!!” (Spara a gran voce) “Molto bene…” (Poi, rivolto a Lia) “Kome afere potuto federe meto

do Gluck funzionare zempre…!!!” (Guarda Lia, che sorride soddisfatta, in modo perplesso, poi spo

sta lo sguardo su Grazia Rosa: ancora a Lia) “Anche ze io non kapire perché ezzere lei…” (Indica Grazia Rosa) “…ad afere festaglia….!!”

6 – AZVAZTIKA – (Con voce suadente, quasi bisbigliando, lo richiama) “Her Doktor…!!”

7 – HUCK – (Si gira di scatto verso di lui) “Huh….?!?!?”

8 – AZVAZTIKA – (Sempre con voce morbida) “Perché ezzere lei…” (Indica Grazia Rosa) “…zua moglie…!!”

9 – HUCK – (Si ravvede) “Aaaahhh…!!!” (Poi secco, a gran voce, solenne) “Fa niente….” (Tassati

vo) “Metodo Gluck funzionato lo stesso…!!”

10 – LIA – (Sorniona) “Professore….” (gli possa una mano sul braccio) “Eeeeee…..adesso…?!?!”

11 – HUCK – (Deciso) “E adesso noi kontinuaren a zeguire protocollo…” (Guarda l’orologio) “Do

po ZWEIN ….” (Sottolinea la parola alzando il tono della voce e indica il numero DUE con le dita delle mani) “…giorni di attifità ininterrotta, paziente afere diritto ad EIN…” (Indica il numero uno con il dito della mano) “…ora di riposo…”

12 – PIPIN – (Alza a stento lo sguardo su di lui) “Megu…” (Lo apostrofa. Con sguardo spento, don

dolando leggermente la testa e con un sorriso sarcastico sulle labbra) “…cumme tie umanu…!!!”

13 – HUCK – (Non lo considera: fa spallucce) “In quezta ora paziente dofrà recuperaren zue forze..

zue enercie….” (Solenne, alzando un dito al cielo) “Perché ora ….” (Guarda Pipin con sguardo fe-

roce) “…iniziare parte dificile…!” (Perentorio) “EIN zettimanen….” (Indica il numero uno con il dito) “…zenza zozsta….!!!!!!”

                                                                                                       32

14 – PIPIN – (Strabuzzando gli occhi, con un rantolo sinistro) “Aaaaahhhhh……..!!!!”

15 – HUCK – (Senza dare il tempo a nessuno di aggiungere altro) “Gut…!!” (Spara deciso: ad Az-

vaztika) “Ora noi antare, jaaa…!” (Indicando l’uscita di destra e prima di muoversi ed uscire da li) “Altri zuccezzi ci aspettano…!!!”

16 – AZVAZTIKA – (Partendo deciso ed uscendo anch’egli da destra  subito dietro ad Huck) “Ein

zwein, drein, fier….ein, zwein, drein, fier…!!!”

I tre guardano Huck e Azvaztika uscire da destra, Pipin con un’espressione di odio profondo dipin- ta in viso, Grazia Rosa con un sorriso sognante, Lia con uno sguardo tronfio di soddisfazione. Poi è Grazia Rosa a rompere gli indugi.

17 – GRAZIA ROSA – (Con sguardo ebete e sognante, a Pipin) “Pipino…pensa…” (Suadente) “Una settimana intera tutta per noi….” (Sospira profondamente: carezzandolo nuovamente) “Non sei contento…?!?!?”

18 – PIPIN – (Affatto contento) “Eeeeuuuhhhh….!!!!” (Spara ironico: drastico) “Cumme na bestia

…!!” (S’irrigidisce) “Ciutostiu, Grasia reuza…” (Piccato, indicando Lia) “Quellu paracaru lie….” (Spara il braccio verso Lia che si incupisce) “…a deve sta PE FORSA…” (Rafforza le parole con un gesto perentorio ed alzando il tono della voce) “…sempre deree a-a porta da stansia…?!?!?”

19 – GRAZIA ROSA – (Con candido stupore) “Ma Pipino….la mamma si preoccupa per noi…!!”

20 – LIA – (Piccata) “E certo…!!!” (Acidissima) “Nel caso la mia bambina avesse bisogno di aiuto.

21 – PIPIN – (La guarda interdetto) “Agiuttu…?!?!?” (Fa una breve pausa, poi, sornione) “Lia…”

(Categorico, con un gesto perentorio della mano) “…nu ghe speraa…!!”

22 – LIA – (Ha un sussulto) “E certo che ci spero…!” (Spara acida: inviperita, scattando verso di lui) “Io devo avere il giusto erede delle mie sostanze…!!!”

23 – PIPIN – (Decisamente seccato) “O donne…” (Sbotta) “Se cuntinuemmu cuscì u nasce za orfa-

nu de pue…!!!!!”

24 – LIA – (Scrolla le spalle) “Ingrato…” (Lo apostrofa. Poi, indicandosi in giro) “Una fortuna così avrei voluto averla io….”

25 – PIPIN – (Perentorio) “Pe amuu de Diu…!!!!” (Poi drastico) “A chiunque a ghe fisse tucaa, nu ghe bastava u zabaiun….” (Fa una brevissima pausa: categorico) “G’ueiva u parancu…!!”

26 – GRAZIA ROSA – (Amorevole) “Pipino…” (Lo rimbrotta) “Non ti affaticare, adesso…!!” (Lo prende per le braccia e lo stende dolcemente sulla poltrona/divano) “Riposati….” (Gli allunga an-

che le gambe) “Intanto io e la mamma….” (Indica l’uscita di destra) “…andiamo a prendere le uo-

va ed il marsala per lo zabaione…” (Sorniona, abbassandosi verso di lui come un gatto che fa le fu-

sa, prima di prendere ed uscire da destra seguita da Lia) “Fra un’ora…devi essere di nuovo in for-

ma…!!”

Pipin rimane qualche attimo da solo in scena, steso sulla poltrona, decisamente provato. Poi, lenta-

mente, comincia a rialzarsi e si mette seduto.

27 – PIPIN – (Dopo qualche attimo in cui rimane completamente inerte, si rimette lentamente sedu-

to) “Ahiahiahiai….!!!” (Si lamenta alzandosi) “Che brutta botta…!!!” (Rimane qualche attimo pen-

soso) “Mugee e seuxua atachee cumme a colla e cun quali preteize..” (Sacramenta fra se) “E cun quelle atre due che oua san che sun spuzou e che m’aspeten au varcu….” (Dolente, gemendo quasi) “Sun ben pigiou, stattene…!”

In quel momento, da destra, fa il suo ingresso in scena Tugni.

28 – TUGNI – (Entra da destra, con passo deciso: vede Pipin, si ferma. Sarcastico, a tutta voce) “Toh…” (Lo apostrofa) “T’an avertu u staggiu…?!?!?”

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29 – PIPIN – (Sobbalza) “Tugni…!!!!” (S’illumina vedendo l’amico: si precipita verso di lui) “Me-

nu male che nu ti te n’ee anetu…!!!” (Lo prende a braccetto, lo accompagna verso la Poltrona/diva

no: con enfasi) “Menu male…!!!!”

30 – TUGNI – (Accondiscendente, lo segue) “Pipin…” (Lo rimbrotta bonariamente) “T’aa finisci de cumbinaa di paciughi…?!?!?”

31 – PIPIN – (Glissa sull’argomento: accorato) “Ma cumme l’è posciu-u sucedde…” (Si chiede re-

toricamente) “Cumme l’è posciu-u…!!” (Fa sedere l’amico, si siede accanto a lui) “Ti capisci, Tu-

gni…” (Riprende: con enfasi) “Mugee, seuxua, Bonita e Johana….” (Con enfasi, agitando le mani) “Tutte chi in tu meximu mumentu…!!!”

32 – TUGNI – (Fa spallucce: salace) “E speremmu che nu arive anche a tersa, sedunca… “

33 – PIPIN – (Trasale) “NU…!!!!!” (Spara deciso a tutta voce scattando in piedi) “L’atra a nu peu.

…” (Si agita convulsamente) “A nu vegne…” (Ribadisce con foga) “A l’è in sce l’Everest…sce l’Himalaya…!!!”

34 – TUGNI – (Cerca di calmarlo) “Va ben…va ben…ho capiu…!” (Sarcastico) “Ma ‘ste chi …” (Lo apostrofa) “Pe faa di danni me paa che basten e avansen…!!”

35 – PIPIN – (Alza lo sguardo al cielo, si prende il viso fra le mani) “Bellu Segnu…!!!” (Esclama a tutta voce) “Nu stamme a dii ninte, mia….” (Si siede nuovamente accanto a Tugni) “Nu stamme a dii ninte….!!!!”

36 – TUGNI – (Fa spallucce) “E cose t’ieu che te digghe…” (Ridacchia sornione) “Che t’ie in bezu

gu…?!?!?”

37 – PIPIN – (Glissa ancora sull’argomento: prosegue imperterrito) “E doppu tuttu u bulezumme che l’è sucessu e giurnee pasee oua…” (Si infervora: agitatissimo) “Quelle atre due SAN…” (Sottolinea la parola alzando il tono della voce) “…che g’ho mugee, e alua…!”

38 – TUGNI – (Lo interrompe: con ovvietà) “Beh, se nu ti ueivi curii rischi ti favi cumme mi…” (Si indica) “…che g’ho sulu a mee Vanda…!”

39 – PIPIN – (Scatta come una molla: piccatissimo) “Vanda ‘n cornu…!!!” (Agitatissimo, balzando in piedi) “Se a mugee e a seuxua vegnen a savei de atre due…”

40 – TUGNI – (Velenosissimo, lo scimmiotta) “Tree…!!!”

41 – PIPIN – (Imperterrito, senza considerarlo) “Bezeugna che ghe vagghe MI…” (Si indica, raf-

forzando la parola alzando il tono della voce) “…in sce l’Everest…!!!” (Fa una pausa, fa spallucce

“E foscia nu m’abasta…!” (Grugnisce. Poi, senza dare a Tugni il tempo di replicare) “E pe de ciù.”

(Fa una pausa: desolato) “Te salu-u a mee seuxua e ai seu dinee…!!!” (Si blocca, lo guarda fisso) “Tugni…” (Lo implora quasi: aggrappandosi a lui e agitandolo per le spalle) “Ti me devi agiutaa

…..!!!!!!!”

42 – TUGNI – (E’ preso alla sprovvista) “Va ben…va ben…” (Si scuote dall’abbraccio) “Ma acar-

mite…!!”

43 – PIPIN – (Si ferma: lo guarda fisso negli occhi) “Sci…m’acarmu…” (Poi, ruffiano e sornione) “Ma ti giuttime, però…!!!”

44 – TUGNI – (Lo fissa a sua volta per un lungo attimo: poi lo apostrofa) “Pipin….” (Sconsolato) “Mi t’amasieiva…!!”

45 – PIPIN – (Continua a non considerarlo) “A prupoxitu….” (Si preoccupa: alza il dito in alto, mette mano al portafoglio) “In po a vei quante a m’ha lasciou staotta…” (Lo apre, conta i soldi) “Neuvesentu euro…” (Fa una faccia schifata) “Beleu che pigheuggiu….!!!”

46 – TUGNI – (Trasale) “E ti te lamenti…?!?!?” (S’infervora) “U l’e quexi in meize intregu du mee stipendiu…!!”

47 – PIPIN – (Fa spallucce) “Sci, va ben…” (Obbietta) “Ma TI ti gh’ee sulu Vanda da mantegnii !”

48 – TUGNI – (Fa un sospiro profondo) “Bellu Seggnu cuscì cau…!!” (Sacramenta fra se. Poi, sa-

lace, a Pipin) “Beh….armenu, però…in po de famme ti te l’ee levaa ‘sti giurni, nu…?!?!?”

49 – PIPIN – (Lo guarda di traverso) “Tugni…u nu l’è stetu in piaxei…” (Sconsolato) “A l’è steta na guera…!!!”

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50 – TUGNI – (Lo manda bonariamente a quel paese con un gesto della mano) “Tie u solitu esage-

rou…!!”

51 – PIPIN – (Piccato) “A sci…?!?!?” (POSA IL PORTAFOGLIO SUL TAVOLINO) “Armenu ti…

…” (Lo indica) “…cun Vanda…” (Si fa il segno della croce) “…ti resci a respiaa tantu ca se fa u patri…!!!”

In quel momento, da destra, si ode la voce di Bonita.

52 – BONITA – (DA FUORI A DESTRA, decisamente inferocita) “Pipito….!!!” (Tuona a tutta voce

“Onde estas, jco de perro…!!!!!!”

53 – PIPIN – (Trasecola, salta letteralmente sulla poltrona divano) “Madonna caa….!!!!” (Spara a tutta voce) “Chi ghe n’è un-a…!!!!” (A Tugni, senza dargli il tempo di intervenire) “Tugni….ti devi fermalaaaa…..!!!!!!!!!”

54 – TUGNI – (Esterrefatto, indicandosi, a tutta voce) “MIEEEEE…..?!?!?!?”

55 – PIPIN – (Mentre parte a tutta velocità verso l’uscita di sinistra) “E mi nu possu de segu-u…!!

56 – TUGNI – (Lo ferma) “Ma unde ti vee oua…?!?!?”

57 – PIPIN – (Infilando velocemente l’uscita di sinistra) “A sercaa in postu dunde scundume…!!”

58 – TUGNI – (Lo guarda uscire: rabbioso, guardando in alto) “E te paiva cu nu me lascesse in ta m….”

In quel momento, da destra, infuriata, fa il suo ingresso in scena Bonita.

59 – BONITA – (Irrompe in scena da destra: è sempre vestita da paramedico ma c’è in lei qualche piccolo dettaglio che denota il passare di un paio di giorni. Vede Tugni, si blocca: furibonda, rin-

ghiando quasi) “Tu…” (Apostrofa Tugni indicandolo con un dito: glaciale) “Donde es….?!?!?!”

60 – TUGNI – (La scimmiotta) “Non lo sos…!!”

61 – BONITA – (Gli si piazza davanti, mani sui fianchi) “Amigo…” (Agitando la mano a mulinello

“Me pigli per el fondos…?!?!?”

62 – TUGNI – (La guarda un attimo, poi, sognante, a se stesso, rivolto alla platea) “Magari…!!” (Si ricompone: conciliante a Bonita) “Nu…nu, mia….” (La prende sottobraccio) “U l’ea chi fin-a an menutu fa…” (Comincia a spiegarle con fare meditabondo, portandola verso il limite del palco)

“Poi…u megu…” (Fa una breve pausa: serio) “U megu Huck…” (Ribadisce. Indica l’uscita di sini

stra) “U l’ha ciamou de la…. » (Allarga platealmente le braccia : con scontata ovvietà ed un sorri-

so sforzatissimo) “E le u l’è anetu…!!!”

63 – BONITA – (Per niente convinta, a muso duro) “Hombre…” (Lo apostrofa severa) “E tu pensi che yo…” (Alzando il tono della voce e sillabando quasi le parole) “Bonita…Ventura…Diaz…de Ortega…” (Fa una breve pausa. Poi, imperiosa) “Soy venuta acquì…” (Indica giù con il dito) “…

da la caliente tierra de Catalugna…” (Con voce sempre più rabbiosa, agitando il dito a mulinello) “.

…por farme prender per el fondo dal senor Pipito Branco, hombre stanco….?!?!?!?”

64 – TUGNI – (Subisce la sua sfuriata senza batter ciglio. Poi, alla platea, con sguardo carico di invidia) “Beatu le cu gh’è aresciu….!!!!!”

65 – BONITA – (Fa spallucce, si volta spalle a Tugni, braccia conserte e aria imbronciata. Poi, do

po un breve secondo, si gira di scatto: diretta, a Pipin, indicandolo con un dito) “No te creo…!!”

66 – TUGNI – (Trasale) “Nu…ti…meee….” (Sillaba le parole) “…creddi…?!?!?”

67 – BONITA – (Avanza verso Tugni: minacciosa) “El jco de perro è tornato nella su alcova…” (Lo incalza facendolo retrocedere fino al divano poltrona) “…insieme a la su mujera….!!!” (Gli sbraita feroce in faccia mentre Tugni, decisamente in imbarazzo, crolla seduto sul divano/poltrona. Si irrigidisce: ferocissima e glaciale, guardando dritta verso l’uscita di destra) “Ma mi lo mato…!”

(Spiritata, scattando per dirigersi all’uscita, a tutta voce) “MI LO MATOOOO….!!!!!!”

68 – TUGNI – (Scatta in piedi dalla poltrona/divano) “Ma nuuuuu…..!!!!” (Spara a gran voce plac

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candola letteralmente per bloccarla) “Ma che mugee, scignurin-a…..” (Si affretta a spiegare conci-

tato) “Pipin u nu l’è spuzou….!!!”

69 – BONITA – (Si gira verso Tugni) “A nooo….?!?!?” (Sibila feroce) “E allora chi es la senora che si è spaciata per su mujera por entrare nell’alcova e qui viene aqui con quella specie de perro fe-

roce che gli fa da scorta….?!?!?”

70 – TUGNI – (Deglutisce) “A l’eeeeee….” (Non sa cosa inventare: si illumina) “L’ex mugee…!!”

(Spara di getto) “E l’atra a l’è l’ex seuxua…” (Precisa. Poi, fra se, alla platea, a mezza voce) “E se s’acorzen de ‘stu remesciu…rischien de diventalu in sciu seriu…!!!” (Ancora a Bonita, che lo guar-

da interdetta) “A l’è vegnu-a chi…” (Inventa spudoratamente cercando di essere il più convincente possibile) “….perchè l’ha ciamaa u megu Huck…” (La prende a braccetto e la riconduce verso il centro scena) “Pipin u l’ea stancu e preoccupou perché ghe paiva de nu esse ciù a l’artessa in te ser-

ti particulari mumenti…” (Spiega serissimo) “E alantun u s’è rivoltu au megu pe faa sta cura rigene-

rante…” (Si ferma un attimo) “L’è stetu u megu che pe faghe ritreua a forsa….” (Riprende a passeg

giare sempre a braccetto a Bonita) “U l’ha mandou a ciamaa a seu ex mugee…” (Si ferma: convin-

cente) “U l’è stetu lee a sernila….” (Ribadisce. Poi, serio) “Se l’avesse posciu-u serne Pipin….” (Con scontata ovvietà) “…u l’avieiva sernu-u ti….” (Categorico, con un gesto perentorio della ma-

no) “Sens’atru….!!!!”

71 – BONITA – (Lo guarda un attimo interrogativa) “Seguro…?!?!?”

72 – TUGNI – (Con accentata scontata ovvietà) “Eeeeuuuhhhh…..belandi chi…!!!!” (Tende le braccia verso di lei: con un sorriso a tutta bocca) “U cunusciu da sempre…!!!”

73 – BONITA – (Secca, prima di mettersi braccia conserte e voltargli le spalle, rimanendo fissa e imbronciata a guardare davanti a se battendo aritmicamente un piede per terra) “No te creo…!!”

74 – TUGNI – (Esasperato, a tutta voce, voltandogli a sua volta le spalle) “E dagghe turna…!!!”

In quel momento, da destra, fa il suo ingresso in scena Milena Alia.

75 – MILENA – (Entra in scena da destra: anche lei è sempre vestita da paramedico ed anche per lei c’è qualche piccolo dettaglio che sottolinea il passare del tempo. E’ piuttosto nervosa ed è chia-

ro che cerca Bonita. Appena la vede, si blocca: decisamente seccata) “Ma insomma, Bonita…” (La apostrofa seccamente) “Si può sapere devo ti sei cacciata di nuovo….?!?!?” (Indica con entrambe le braccia l’uscita di destra) “Di la c’è un sacco di lavoro da fare e io non posso arrivare ovunque..!

(Vede Tugni, si infuria) “E lei cosa ci fa qui….?!?!?” (Lo apostrofa malamente) “La smette di tacchi

narmi il personale….?!?!?”

76 – TUGNI – (Esterrefatto, indicandosi, a tutta voce) “MIEEEEEE…?!?!?!?”

77 – MILENA – (Non lo considera: seccatissima) “Veda di farla finita, altrimenti le giuro che la faccio buttare fuori a calci…!!!!” (Poi, a Bonita, perentoria) “Forza tu…” (La invita a seguirla con un cenno del braccio: prima di uscire da destra) “….che bisogna guadagnarsi lo stipendio…!!!”

78 – BONITA – (E’ rimasta ferma immobile, prendendosi la rampogna senza battere ciglio. A Mile

ma) “Si…si…arrivo subito…!!” (A Tugni, prima di uscire da destra) “Recoerdate che se todo quel-

lo che m’hai detto non es la verdad…” (Perentoria) “…mi te mato…!!!!”  

79 – TUGNI – (Le guarda incredulo uscire da destra, poi con voce ansiosa) “Sci ma….” (Le inse-

gue con la voce: poi, desolato, alla platea) “Figeu…mi nu gh’intru…!!!!”

Tugni rimane qualche attimo solo in scena: si porta verso il divano/ poltrona sacramentando visto-

samente fra se a bassa voce ed agitandosi furiosamente. Poi, da destra, entra in scena Calogero.

80 – CALOGERO – (Entra in scena da destra: ha il cappello in mano. Si guarda insistentemente in

torno portandosi fino al centro sotto lo sguardo di Tugni che non considera proprio. Va al tavolinet

to, cercando insistentemente qualcosa, poi va alla scrivania sempre alla ricerca. Fa una smorfia) “Boh…!!” (Commenta fra se. Poi si riprende e parte diretto verso Tugni: lo apostrofa) “Scusasse

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…voi siete l’amico del signor Branco….!?!?”

81 – TUGNI – (Riluttante) “Eeeeee….sci…!!”

82 – CALOGERO – (Deciso) “Giustappunto…!!” (Conferma: poi, sornione) “Il signor Branco….” (Misurando le parole, con un largo sorriso) “Una busta per me doveva lasciare….” (Circospetto) “Sapete pe’ caso…dove può averla lasciata….?!?!?”

83 – TUGNI – (Sempre sulla difensiva) “Viamenti….” (Allarga leggermente le braccia) “Nu…!!!”

84 – CALOGERO – (Gli si spegne il sorriso: accusa il colpo) “Ah…!!” (Fa spallucce) “Vabbè….” (Si avvicina al tavolinetto all’angolo a piccoli passi) “Vorrà dire che lascio qui il mio cappello….” (Ci posa sopra il cappello) “Se lo vede….” (Guarda Tugni con aria feroce) “Cottesemente lo infom

mi che me lo può ripottare di la…” (Indica l’uscita di sinistra: prima di uscire a sinistra) “Baciamo le mani….”

85 – TUGNI – (Guarda uscire Calogero: interdetto) “’Na busta…?!?!?” (Fa una smorfia) “Boh…!

In quel momento, da sinistra, rifà il suo ingresso in scena Pipin.

86 – PIPIN – (Si catapulta letteralmente in scena da sinistra: trafelato) “Tugniiiii….!!!!!” (Spara agitatissimo a mezza voce, provocando un sobbalzo nell’amico) “Johana….” (Si infervora) “JOHA-NA….!!!!!!” (Esplode agitatissimo a tutta voce: indica l’uscita di destra) “A l’è ancun de la….” (In

dica il pavimento) “…e a l’eu vegnii de sa….!!!!!”

87 – TUGNI – (Non capisce: interdetto) “E alantun:::?!?!”

88 – PIPIN – (In panico totale) “Ma nu ti capisci….?!?!?” (Si getta letteralmente su Tugni) “Sa ve-

gne de sa a l’incruxia Bonita….” (Agita convulsamente le mani) “Me screuven e pesse cade….” (Con gli occhi pallati) “…e mi…” (Lo agguanta e lo scuote convulsamente per le spalle: a tutta vo-

ce) “…SUN N’OMMU MORTU….!!!!!!”

89 – TUGNI – (Si stacca dall’abbraccio agitatissimo di Pipin) “Carmite…carmite…!!!!” (Lo esor-

ta con decisione: oscillando ancora qualche attimo autonomamente) “Ti me fee vegnii u ma de maa

….!!!!”

90 – PIPIN – (Ancora agitatissimo) “Tugni…Tugni…agiuttime…” (Ripete in modo ossessionante: poi, implorandolo quasi, con voce supplichevole ma altissima) “FERMILAAAA….!!!!”

91 – TUGNI – (S’incupisce: seccatissimo) “Cuminasiun…” (Drastico, con un gesto eloquente della mano) “….a me tucca a mi…!!!!”

92 – PIPIN – (S’irrigidisce: solenne) “Tugni…” (Lo rampogna con durezza) “Tie o nu n’amigu…?!

93 – TUGNI – (Prova a controbattere) “Sci, ma….”

94 – PIPIN – (Sempre solenne, quasi accusatore) “Tie divisu cun mi mumenti beliscimi….” (Fa una pausa) “Paghee tutti….” (Ostentatamente acido, sottolineando la parola alzando il tono della voce e indicandosi) “…cun e MEE palanche…?!?!?”

95 – TUGNI – (Scrolla le spalle) “Viamenti…” (Replica con altrettanta voluta acidità) “…cun e palnche de teu seuxua….!!”

96 – PIPIN – (Cambia radicalmente atteggiamento. Si butta ai suoi piedi: implorante, a mani giun-

te, quasi piangendo) “Tugni…pe piaxei…te pregu…te suplicu…!!” (Gli si aggrappa alla vita rico-

minciando a scuoterlo) “Tie l’unicu amigu che g’ho…” (Rincara la dose) “L’unicu cu peu agiuta-

me…!!!!”

97 – TUGNI – (Lo guarda dritto senza reagire per alcuni secondi, poi, glaciale) “Pipin…!!”

98 – PIPIN – (Riacquista di colpo il suo atteggiamento normale: interdetto) “Eh…?!?!?”

99 – TUGNI – (A muso duro, sempre glaciale) “Tie ‘n pagiassu…!”

Pipin accusa decisamente il colpo. Scatta, rimettendosi in piedi, tossicchia imbarazzato, si guarda attorno con indifferenza, cercando di sfuggire lo sguardo fisso e severo di Tugni. Poi è proprio que

st’ultimo a rompere gli indugi.

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100 – TUGNI – (Serio, a muso duro) “Unda l’è oua…??”

101 – PIPIN – (Scrollando le spalle) “Ancun de la….” (Indica l’uscita di sinistra) “In ta stansia du mattu…” (Poi, di getto, ricominciando ad agitarsi) “Fitu, Tugni, che g’ho ciù pocu tempu…” (Agi-

tando convulsamente le mani) “Da chi an poo riturna Grasia Reuza e quel’atru paracaru cun u zaba-

iun…” (Indica l’uscita di destra) “…e i dui tedeschi me riporten in tu lager…!!!!!”

102 – TUGNI – (Con rassegnata pazienza) “Austriaci…” (Lo corregge: poi, vedendolo interdetto, ribadisce) “I dui meghi….” (Indica a sua volta l’uscita di destra) “…sun austriaci…!!”

103 – PIPIN – (Scrolla le spalle: dopo una breve pausa riflessiva, categorico) “Anche Hitler u l’ea austriacu…!!”

104 – TUGNI – (Alza gli occhi al cielo: con una smorfia dolente) “San Pee cau…!!” (Poi, con al-

trettanto dolente pazienza, a Pipin, perplesso) “Ma u mattu u l’è ancun in giu…??”

105 – PIPIN – (Deciso) “E sci, eh…!!”

106 – TUGNI – (Ancora molto perplesso) “Ma tie segu-u…?!?!?”

Pipin fa per replicare seccato ma in quel momento, da destra, rifà il suo ingresso in scena L’Anima in Pena.

107 – L’ANIMA IN PENA – (Rientra da destra: ha sempre il suo carrettino al traino ma, al posto della candela accesa, ha in mano un grosso rosario che tiene sollevato in aria. Lentamente, caden-

zando le parole) “’N’tu tersu cantu…adoremmu Sant’Ilariu…cu ghe l’aiva a binariu…e u deraglia-

va i rapidi….!!!!” (Si ferma: si passa il rosario intorno al collo, poi, alla platea, pallando gli occhi ed alzando il tono della voce, agitando convulso una mano, prima di riprendere la marcia e uscire passo-passo da sinistra) “U l’ea in periculu…!!!!!”

Pipin e Tugni restano ad osservarlo uscire, increduli e interdetti. Poi è Tugni che rompe gli indugi.

108 – TUGNI – (Guarda sconcertato L’Anima in Pena che esce da destra: poi, con voce metallica)

“Sci…” (Alla platea, desolato) “U l’è ancun in giu…!!”

109 – PIPIN – (Riprende coraggio: concitato a Tugni) “Eccu…t’ee vistu se te cuntu de micce…?!”

(Poi, categorico) “Stamme a senti, Tugni….” (Si piazza davanti a lui: agitandogli la mano a pigna sotto il naso) “Stamme a senti ben…” (Rincara la dose: di getto, senza lasciargli il tempo di contro

battere) “Se L’Anima in Pena…” (Vede Tugni guardarlo interdetto: agitatissimo scuotendo le mani

“U mattu….!!!!” (Chiarisce a gran voce) “…u va de là…” (Indica l’uscita di sinistra) “Eu di che Jo

hana a vegne de sa…” (Indica il centro della stanza) “E se Johana a vegne de sa…” (Indica il cen-

tro della stanza con l’altra mano) “…mi bezeugna che vagghe de la…!!!” (Indica l’uscita di destra

Poi, scattando verso l’uscita di destra) “Ciau, Tugni….” (Con un gesto perentorio della mano) “Tratila ben, m’aracumandu…!!”

110 – TUGNI – (Lo blocca) “Ouh, Pipin…” (Lo ferma con un gesto della mano) “N’attimu fa te ser

cava anche Calogeru….” (Si avvicina al tavolinetto all’angolo) “U l’ha ditu che ti ghe duveivi la-

sciaa na busta…” (Prende il cappello lasciato da Calogero) “U l’ha lasciou chi questu…” (Glielo tende) “… e u l’ha ditu che se mai ti gou porti…” (Indica l’uscita di sinistra) “Le u l’è….!!”

111 – PIPIN – (Lo interrompe bruscamente) “A l’infernu…!!” (Spara a gran voce) “E speremmu cu gh’areste…!!” (Rincara la dose) “A sanguetta u l’eu di atri dinee, ma st’otta chi…” (Fa il gesto dell’ombrello: feroce, prima di muovere nuovamente per uscire a destra) “U sou seretta…!!”

112 – TUGNI – (Rimane un attimo interdetto) “Sci ma…” (Obbietta tendendogli il cappello) “De ‘stu chi cose ne fassu…?!?!?”

113 – PIPIN – (Feroce, infilando di gran carriera l’uscita di destra) “Preua in po a cagaghe dentru.

….!!!”

Tugni rimane un lungo istante a guardare Pipin uscire da destra, con il cappello di Calogero teso

                                                                                                       38

so in mano verso l’amico fuggiasco, muovendo invano le labbra senza che le parole riescono ad u-

scirgli di bocca, poi si scuote.

114 – TUGNI – (Si scuote, emette un rauco grugnito di rabbia, calcandosi il cappello in testa, poi si volta verso l’uscita di sinistra: alzando gli occhi verso il cielo) “Figeu…” (Geme quasi. Poi, par-

tendo di buon passo verso l’uscita di sinistra, allargando le braccia, a tutta voce, con rassegnata desolazione) “Cumme faio a esse cuscì scemmu…!!!!!”

Tugni è quasi all’uscita di sinistra quando, proprio da quel lato, fa il suo ingresso in scena Johana.

115 – JOHANA – (Rientra da sinistra con la sua andatura ancheggiante: vede Tugni andare verso di lei, si blocca. Accentuando un moto di spavento, con voce stridula) “Gesù…il brutooo…!!!”

116 – TUGNI – (Vede Johana, si blocca. Con aria disperata) “Mue caa…” (Si ferma un attimo, no

n sa come definirla: rassegnato, indicandola con una mano e facendo mestamente e lentamente ri-

torno verso il centro scena) “…l’afare, li…!!!”

117 – JOHANA – (Lo raggiunge, lo incalza) “Signor Tugni…” (Fa una breve pausa: con aria impe

riosa, piazzandosi di fronte a lui a braccia conserte) “Dov’è Pipino..!!”

118 – TUGNI – (Indispettito, scimmiottandola, alzandosi leggermente il cappello calcato sulle orec

chie, a muso duro) “In Cian Derlin…” (Piazzandosi a sua volta a braccia conserte) “…a pe scigue!

119 – JOHANA – (Si altera) “Senta…” (Lo apostrofa stizzita) “Non le permetto di…”

120 – TUGNI – (L’interrompe bruscamente) “Sta a sentii, spaventaggiu…” (La rampogna a muso duro) “Chi gh’è pocu da permettise…” (Caustico) “…gh’è da quetase e basta…!!!”

Johana si blocca, anticipata nelle sue rimostranze dal comportamento deciso di Tugni. Si volta, tira di naso come chi vuole frenare le lacrime e comincia a girovagare per la scena.

Tugni gira sui tacchi e si avvia al tavolino nell’angolo.

121 – TUGNI – (Gira le spalle a Johana e si dirige verso il tavolinetto a destra. Alzando appena gli occhi al cielo, a mezza voce, volgendole le spalle) “E speremmu che baste…!”

Johana girovaga ancora qualche attimo per la scena, poi si volta decisa verso Tugni che gli volta le spalle fingendo indifferenza, gli rivolge un sorriso acido e si avvicina lentamente a lui.

122 – JOHANA – (Cambia radicalmente tattica. Si avvicina con passo felpato al tavolino. A Tugni, posandogli delicatamente una mano su una spalla e provocandogli un sobbalzo, con voce flautata)

“Scusi buon uomo…” (Si china su di lui: sbattendogli candidamente le ciglia praticamente in fac-

cia) “Sa dove posso trovare Pipino…” (Più suadente che può) “…per favore…?!?!?”

123 – TUGNI – (Preso alla sprovvista, in evidente imbarazzo) “Nuuuu….nu so…!!” (Poi, senza na

scondere un’espressione di evidente disgusto) “Oriee cu fissu chi….quellu gundun…!!!”

124 – JOHANA – (Si siede vicino a lui) “Perché sa…” (Comincia a spiegare con aria persa) “Dove

vamo incontrarci fin da due giorni fa, e adesso io…” (Si sporge verso di lui: melodrammatica) “Ho un fuoco….” (Accavalla le gambe con gesto provocatorio: mettendosi una mano sul petto e guar-

dando rapita verso l’alto) “…che mi brucia dentro…!!!”

125 – TUGNI – (Non sa che dire) “Seeee…se mai…” (Comincia a farfugliare: fa una smorfia inter

locutoria, poi s’illumina: serissimo) “Se mai de la…” (Indica l’uscita di sinistra) “…gh’è n’estintu-

re, eh…!!!”

126 – JOHANA – (Gli lancia un sorriso malizioso) “Eeh no, carino…” (Sorniona, porgendosi ver-

so di lui) “Purtroppo…” (Gli prende la faccia fra le mani: prima di lanciarsi su di lui in un bacio mozzafiato, spalle alla platea) “E’ un altro tipo di estintore che mi serve….!!!!!”

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Tugni, che fino a quel momento si era ritirato sempre più sulla sedia diventando microbico, a quel punto comincia ad agitarsi e mugolare disperatamente, cercando in ogni modo di scrollarsi di dos-

so l’intraprendente ed invadente Johana, e proprio in quel momento, da destra, rifanno il loro in-

gresso in scena Milena e Bonita.

127 – MILENA – (Rientra per prima da destra, seguita a breve da Bonita, vede la scena, trasale, si blocca: inviperita, a tutta voce) “Ancora voi….!!!!!” (Si dirige verso il tavolinetto con fare minac-

cioso: sempre furibonda, a Tugni) “Ma dove crede di essere, in una casa d’appuntamento….?!?!?”

128 – TUGNI – (Che al grido di Milena ha sobbalzato con violenza, scaraventando letteralmente lontano da se una Johana che si defila verso il centro scena sghignazzando sorniona) “Eeeeehhiii...

…!!!!!!!” (Spara a tutta voce: alzandosi e tentando di ricomporsi, cerca di spiegare) “Nu ve crediei miga che….”

129 – BONITA – (Si è avvicinata a sua volta a Tugni: incendiandolo con gli occhi, a voce alta, qua

si sibilando) “Vjeo puerco…!!!”

130 – TUGNI – (Caustico, fra se, ad alta voce) “Ciapa lì…” (Commenta acido) “Pe bun peizu…!!”

131 – MILENA – (Si avventa praticamente su Tugni) “E non mi dica che non l’avevo avvertito, eh

132 – TUGNI – (Cerca disperatamente una via d’uscita) “E nu, eh…” (Cerca di obbiettare ricom-

ponendosi il più velocemente possibile) “Fava vedde a-a scignurin-a….” (Indica Johana che conti-

nua a sghignazzare sommessamente, divertita: si guarda attorno, s’illumina) “U capellu…!!” (Spa-

ra a tutta voce, agguantando il cappello di Calogero) “U capellu de Calogeru…!!!” (Ribadisce) “E ghe diva che bezeugna che g’ou portemmu…!!” (Rincara la dose raggiungendo lestamente Johana a centro scena. L’afferra sottobraccio) “L’è vea che ghe diva cuscì…?!?!?” (Chiede retoricanìmen-

te a Johana: si risponde da solo) “Sci…!!!” (Trascinandola letteralmente verso l’uscita di sinistra)

“Anemmu, alua…” (La esorta decisissimo) “…cu l’è de la…!!”

133 – JOHANA – (Cerca di resistergli) “Ma io cerco il mio Pippins…” (Prova ad obbiettare) “….

You undestand me…?!?!?”

134 – TUGNI – (La scaraventa letteralmente fuori da sinistra: allungandogli un calcione dietro) “E vanni, spasuia…!!!” (Poi, furibondo, prima di uscire a sua volta) “E nu staa a parlaa ingleize che tie de Saisseua…!!!!”

Milena e Bonita rimangono in scena guardandosi reciprocamente mentre Tugni esce velocemente da sinistra, Milena sorpresa e interdetta, Bonita imbronciata e feroce. Poi è Milena a rompere gli indugi.

135 – MILENA – (Scuote la testa, decisamente interdetta) “Io non capisco…” (Commenta fra se ad alta voce, prima di muovere, con una smorfia di stupore, verso l’uscita di sinistra) “…come ci si

possa comportare in certi modi…!!!”

136 – BONITA – (Feroce, muovendo a sua volta dietro Milena verso sinistra) “Oh, se puede Mile-

na….” (Scrollando affermativamente il capo, prima i uscire anch’essa da sinistra dietro Milena,

sempre più imbestialita) “….se puede…!!!!”

La scena rimane vuota alcuni secondi, poi, da destra, in fila indiana, rifanno il loro ingresso in sce-

na Pipin, Grazia Rosa e Lia.

137 – PIPIN – (Rientra per primo da destra, decisamente feroce: scimmiottando Azvaztika, rivolto a Grazia Rosa che lo segue a breve) “Nein…nein…nein…!!!” (Si blocca a centro scena: perento-

rio, gesticolando nervosamente) “Nu se ne parla propriu…!!”

138 – GRAZIA ROSA – (Lo segue da vicino: è ancora in vestaglia e ha con se la ciotola con lo za-

baione. Quasi pigolando) “Ma Pipino….” (Gli allunga la ciotola) “…è per il tuo bene…!!!”

139 – PIPINO – (Categorico, a tutta voce) “NU…!!!!” (Feroce, la indica) “L’è pe u TEU ben…”

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(Sottolinea la parola alzando il tono della voce. Poi, indicando Lia) “E specialmente pe quellu de quell’ardiciocca che ti gh’ee sempre ciantaa adossu…!!”

140 – LIA – (Inviperita, a Pipin) “E lo credo bene, sai…?!?!?” (Gli urla in faccia, protendendosi verso di lui. Poi, piccata) “Come potrei lasciare sola la mia bambina accanto ad un inetto del tuo ca-

libro…?!?!?”

141 – PIPIN – (Ancora sopra le righe) “O seuxua…” (Ribatte agro) “Amia che a TEU BAMBINA.

….” (La scimmiotta indicando Grazia Rosa e sottolineando le parole alzando il tono della voce) “...

..a l’ha quarant’anni e a nu l’ha ciù bezeugnu che ti ghe cangi u pannolino…!!!”

142 – GRAZIA ROSA – (Posa una mano sul braccio di Pipin) “Pipino, per favore….” (Cerca di ammansirlo: suadente) “…sai che così potremo coronare il nostro sogno…!!!!”

143 – PIPIN – (Non si placa) “N’assidente…!!” (Spara piccatissimo) “Grasia Reuza….” (Rampo-

gna la moglie) “Ti te rendi cuntu che se buttu zu in grilettu de quella rumenta…” (Indica la ciotola con lo zabaione) “…e me seru ‘na setiman-a cun ti in te l’alcova…” (Con un gesto perentorio della mano) “…nu ne sciortu vivu…?!?!?” 

144 – LIA – (Acidissima) “Beh…se vuoi posso entrare anch’io per assicurarmi della tua incolumità.

145 – PIPIN – (Trasale: sgomento) “Anche ti in vestaglia…?!?!?” (Tassativo, parando le mani in avanti in segno di difesa) “Pe masame me basta sulu che u pensieru…!!!”

146 – GRAZIA ROSA – (Torna alla carica: con voce quasi angosciata) “Ma Pipino…” (Geme qua

si) “Se non ti rimetti in forze….” (Scuote lievemente la testa: desolata) “…come faremo a coronare il nostro sogno…?!?!?”

147 – PIPIN – (Con ostentata pazienza) “Grasia Reuza…” (La rimbrotta più bonariamente che può

“Se doppu avei suportou in clistere de quattru litri de yogurt ti g’azunzi anche in zabaiun de dixeut-

tu euve…” (Di colpo, feroce) “…u ME seunnu…” (Si indica: rafforza la parola alzando il tono del-

la voce) “…u rischia d’esse eternu…!!!”

148 – LIA – (Piccata, mani sui fianchi) “E secondo te…” (Agita minacciosamente un dito: con vo-

ce stridula) “…cosa dovremmo farcene di uno zabaione di diciotto uova….?!?!?”

149 – PIPIN – (Di getto, secco) “N’inciastru…!!” (Poi, con un ghigno sornione) “Nu te diggu dun-

de…” (Indica Grazia Rosa) “…pe seu rispettu…!!”

150 – GRAZIA ROSA – (Cerca ancora di convincerlo) “Ma Pipino…” (Guaisce ancora) “E’ uno spreco….!!!”

151 – LIA – (Rincara la dose) “Certo…!!!” (Obbietta con forza) “E’ costato una fortuna e non si

può riciclare…” (Perentoria) “Lo devi mangiare…!!”

152 – PIPIN – (Contiene a stento un’esplosione di rabbia. Poi, di colpo, cambia atteggiamento: a Lia, interrogativo, con falso stupore) “Nu se peu fane atru…?!?!?”    

153 – LIA – (Perentoria) “No !!”

154 – PIPIN – (Scettico) “Tie segua…?!?!?”

155 – LIA – (Decisissima: piazzata davanti a lui con sguardo torvo e mani sui fianchi) “Si…!!”

156 – PIPIN – (Fa una smorfia di incredulità, si gratta vagamente la testa. Poi fa spallucce) “Mi-

ga vea…” (Obbietta tranquillo. Poi, di colpo, cambiando radicalmente atteggiamento, afferra la ciotola dalle mani di Grazia Rosa e, rovesciandola con un gesto repentino in testa a Lia, feroce) “Sta ‘n po a vei…!!!” (Poi, sbeffeggiandola, mentre lei si toglie la ciotola dalla testa sommergen-

dolo di insulti con voce lamentosa e Grazia Rosa corre in suo aiuto cercando inutilmente di ripulir-

la) “Tie vistu…?!?!?!?” (Spara a tutta voce: con ilare convinzione) “L’emmu riciclou…!!!!”

In quel momento, da sinistra, rifanno il loro ingresso in scena Milena e Bonita.

157 – MILENA – (Entra in scena precedendo Bonita:ha in mano alcune salviette. Vede il para-

piglia, trasale.) “O Gesù…!!!” (Esclama a tutta voce precipitandosi verso Lia e Grazia Rosa: a Pipin, fulminandolo con lo sguardo) “Ma si può sapere cosa avete combinato qui…?!?!?”

158 – PIPIN – (Sghignazzando ferocemente) “O…ninte, ninte…!!” (La rassicura) “Mee seuxua a

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l’inscisteiva a dii che u zabaiun u nu se peu riciclaa…” (Con ilare ovvietà, allargando le braccia) “.

E mi g’ho dimustrou che nu l’è vea…!!!” (Si volta, vede Bonita che gli si avvicina con aria feroce)

“Madonna caa beneita…!!!” (Trasale, esclamando con terrore. Si precipita verso Milena che, nel frattempo, si sta prodigando nell’aiutare Grazia Rosa a ripulire la malcapitata Lia) “Mega, scia l’a

spete…!!!” (La apostrofa strappandole la salvietta che ha in mano e cominciando a maltrattare Lia

“Ghe daggu na man…!!!!”

159 – MILENA – (Rimane un attimo interdetta, poi si riprende) “E bravo…!!!” (Lo apostrofa mala

mente) “Prima le fa e poi finge di pentirsi, eh…!!” (A tutta voce, sporgendosi verso di lui e ringhian

dogli quasi in faccia) “Codardo…!!!”

160 – PIPIN – (Continuando febbrile nella sua opera) “E oua l’è ninte…” (Borbotta fra se, decisa-

mente preoccupato) “Ti vediè da chi an poo che anaa…!!!”

161 – MILENA – (Fa spallucce) “Oh…non ne vale la pena…!!” (Si autocensura. Poi, a Bonita) “Per favore, pensaci tu a dare una mano qui…” (Indica l’uscita di sinistra) “Io vado a cercare un pettine…” (Uscendo rapidamente da sinistra) “Almeno proviamo a fare in modo che non gli si in-

collino i capelli…!”

162 – BONITA – (Feroce, buttando a terra con rabbia il materiale che porta a sua volta) “Con mu

cho gusto, Milena…” (Avvicinandosi a sua volta con cipiglio feroce, sibila) “Con mucho gusto..!!”

Con passo deciso, Milena si avvicina ad un Pipin che gli volge le spalle con falsa indifferenza, con-

tinuando a strofinare i capelli della malcapitata Lia

163 – BONITA – (Si avventa su Pipin che gli volta le spalle spingendolo con forza di lato e provo-

cando la contemporanea torsione di Lia che emette un secco grido di dolore)

164 – LIA – (Eseguendo in contemporanea con Pipin una secca torsione verso di lui, con voce sec-

ca) “Ahia…!!!”

165 – BONITA – (A Pipin , con rabbia feroce) “Jco de perro rognoso, cornudero y traditor…!!!”

166 – GRAZIA ROSA – (A Pipin, decisamente turbata, con voce esile) “Pipino…ma chi è questa…

…?!?!?!”

167 – PIPIN – (Decisamente in ambasce, con voce tremante, continuando a strofinare i capelli di Lia a velocità sostenuta, volgendo la testa verso l’uscita di sinistra) “Tugniiiiii….!!!”

168 – BONITA – (Spinge nuovamente Pipin, provocando un suo altro brusco movimento a lato e un’altra torsione di Lia che grida nuovamente)

169 – LIA – (Segue nuovamente con un brusco scatto il movimento di Pipin: ancora con voce secca e più dolente) “Ahiaaaa…!!!”

170 – BONITA – (A Pipin, di getto furibonda) “E il tu amigo a jurarme che si tu avessi potuto sce-

gliere avresti scelto me….” (Furente) “Ma mi ve mato…!!!” (Con voce al diapason, facendo ampi gesti minacciosi con le mani) “VE MATO TODOS DOS….!!!!!”

171 – GRAZIA ROSA – (A Pipin, con voce belante) “Pipinoooo….” (Con una lieve smorfia di dolo

re, indicando Bonita) “Ma la conosci….?!?!?!?”

172 – PIPIN – (Letteralmente terrorizzato, continuando a sfregare i capelli di Lia, che ora tenta inu

tilmente di liberarsi, sempre con maggior velocità, a tutta voce, sempre guardando a destra) “TUGNIIIIIIIII……!!!!!!!!!!!!!!”

173 – TUGNI – (DA FUORI A SINISTRA, decisamente seccato) “E vegnuuuuu…..!!!!” (Irrompe in scena da sinistra un attimo dopo con passo deciso e aria feroce: HA IN TESTA LA PARRUCCA DI JOHANA ed in mano un rotolo di nastro da pacchi. Perentorio, a Pipin) “Pipin….un-a l’ho ligaa…

(Mostra il rotolo di nastro adesivo) “…se nu tia finisci…” (Con un gesto perentorio della mano) “..

….ligu anche ti…!!!”

174 – PIPIN – (Posa lo sguardo sull’amico, vede la parrucca. Lasciando la presa su Lia, che si defi

la prontamente, e mimando le parole con ampi gesti della mano) “Tugni….” (Allunga il braccio ver

so di lui. Poi, mettendosi una mano in testa) “Tie sbagliou capellu….!!!!”

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175 – TUGNI – (Trasale: si mette una mano in testa, si accorge dell’equivoco) “Ahimemì…!!” (Sil

laba appena.Poi, deciso, prima di girare sui tacchi) “Scuzei n’attimu…” (Avviandosi per uscire nuovamente a sinistra) “Vegnu subetu…!!!”

176 – LIA – (Si è riavuta dallo schok: con l’aiuto di Grazia Rosa si sta riprendendo. Inquadra Tu-

gni, lo vede con la parrucca. Perentoria, a tutta voce) “Pervertito…!!”

177 – TUGNI – (Si gita di scatto: vede Lia ancora colante zabaione dai capelli. Con una smorfia di profondo disgusto, prima di uscire da sinistra, a tutta voce) “Mustru de Locknes…!!!”

Mentre Tugni esce di corsa, da sinistra rientra in scena Milena Alia.

178 – MILENA – (Rientra da sinistra con in mano un pettine ed uno specchio. Incrocia Tugni che non la degna di uno sguardo e quasi la travolge. Lo nota con la parrucca: ha un’espressione di vi-

vo stupore. Scuotendo la testa, mentre si avvia verso Lia) “Sicuramente c’è qualcosa che no va….”

(Commenta fra se ad alta voce: con un’espressione di profonda incredulità) “Anche se non riesco proprio a capire cosa…!!!”

Proprio in quel momento, da destra, rifanno il loro ingresso in scena da destra Azvaztika e il Dot-

tor Huck.

179 – AZVAZTIKA – (DA FUORI A DESTRA, proprio mentre Milena raggiunge Lia) “Ein, zwein, drein…fier….!!!” (Rientra seguito da un marziale Huck: proseguendo la marcia fino alla scrivania

dove Huck si siede e lui si mette rigorosamente di lato) “Ein…zwein…drein…fier…!!!!”

180 – HUCK – (Arriva alla scrivania, si siede: ad Azvaztika, con un leggero cenno del capo) “Dan-

ke…!!” (Apre la cartella che ha con se, attraendo l’attenzione di tutti) “Dunkue…” (Inizia severo: spara lo sguardo verso Pipin che trasale leggermente) “Her Branco…ezzere pronto per profa finale

jaaa….?!?!?”

180 – PIPIN – (Si guarda intorno disperato: incrocia lo sguardo furioso di Bonita) “Sci…!!!” (Spa-

ra deciso. Poi incrocia quello dipint di speranzosa beatitudine di Grazia Rosa) “Nu…!!!” (Spara con altrettanta decisione: incrocia lo sguardo interdetto di Milena, quello gelido di Azvaztika e qu

ello iracondo di Lia. Quasi gemendo, a tutta voce) “TUGNIIIIIIIII…..!!!!!!!!”

181 – HUCK – (Deciso) “Gut…!!” (Rivolgendosi ad Azvaztika) “Ora portare her Branco in alkofa insieme a zua mo…” (Volge lo sguardo verso Lia: la vede ancora con i capelli ricoperti di zabaio-

ne. Interdetto) “Uh…alpero di Natale kon glassa…?!?!?” (Ad Azvaztika) “Kome…noi già a Natale..

…?!?!?”

182 – AZVAZTIKA – (Marziale) “Nein…” (Precisa) “Ezzere a ferragosto…!”

183 – HUCK – (Con l’espressione di chi ha capito tutto) “Aaaahhh….!!!” (Poi, secco, scrollando le spalle) “Fa niente…” (Indica Lia) “Anche con glassa….” (Sentenzia) “…ezzere sempre zua moglie!

184 – AZVAZTIKA – (Con dolorosa pazienza) “Her doktor…” (Ne chiede l’attenzione facendo di no col dito. Poi, vista l’espressione assolutamente interdetta di Huck, scrollando le spalle) “Fa nien

te…” (Commenta amaro: scuotendo la testa) “Ezzere tutto tempo perzo…!!”

185 – BONITA – (Alle parole di Huck ha un sussulto. Gettandosi su Pipin, ferocissima) “Cooomee

eeeee…..?!?!?!?!?” (Con amarissima sorpresa) “Tu as adiritura…” (Deglutisce pesantemente, mo-

strando il numero due con una ano) “…dos mujeres....” (Spostando il dito indicatore da Lia a Gra-

zia Rosa, quasi senza riuscire a parlare per la sorpresa) “che…..”

186 – PIPIN – (A Bonita, disperato) “Nuuuuuuu…..!!!!” (Spara a tutta voce: piazzandosi davanti a lei, a mani giunte) “T’asegu-u che un-a….” (Agitatissimo, muovendo convulsamente le mani) “…a basta e a vansa…!!!!!”

Un attimo dopo, da sinistra, rifanno il loro ingresso in scena Calogero e Johana, seguiti da Tugni che, visibilmente contrariato, si defila prontamente.

                                                                                                    43

187 – CALOGERO – (Rientra per primo da sinistra, portandosi a traino Johana, imbavagliata e le

gata come un salame ED HA IN TESTA PROPRIO LA SUA PARRUCCA BIONDA. Con tono som-

messo, ad Huch) “Scusasse dottore….” (Indica Johana) “Così la trovai….” (Con un gesto della ma-

no) “…che devo fare…?!?!?”

188 – JOHANA – (E’ saldamente legata alle mani con nastro adesivo e accuratamente imbavaglia-

ta: si agita convulsamente per come può, pronunciando parole incomprensibili) “N’gfu ngmun gh fufu….!!!!”      

189 – MILENA – (E’ accanto a Lia: scatta verso Johana. A Calogero) “Intanto togliergli il bava-

glio…” (Togliendole il bavaglio e strappando il nastro con le mani, inviperita) “Cretino…!!!”

190 – LIA – (Non è più impedita da Milena che le stava passando i capelli con il pettine: vede Joha

na e Calogero, ha un sussulto) “Ma….sono due uomini…!!!” (Spara sorpressima. Poi, con una smorfia di disgusto) “Che orrore…!!” (A Calogero e Johana, a tutta voce, agitando minacciosa le mani) “Depravati…!!!”

191 – JOHANA – (Liberata da Lia, melodrammatica) “Il mostrooooo….!!!!!” (Urla con voce stri-

dula indicando Tugni che si è defilato verso il divano/poltrona sul fondo) “Mi ha rapito…” (Si agita

quasi isterica) “Voleva abusare di meeee….!!!!!”

192 – TUGNI – (Scettico, dal fondo, con la massima flemma) “Viamenti tiei ti che ti ghe speravi..!”

193 – HUCK – (Che fino a quel momento aveva osservato la scena passando lo sguardo spiritato da uno all’altro dei contendenti, fa un rapido cenno ad Azvaztika)

194 – AZVAZTIKA – (Recepisce il gesto di Huck: scattando sull’attenti, con quanta voce ha) “ACHTUUUUUUUUNG……!!!!!!!!!!”

195 – HUCK – (Si alza leggermente: con un leggero cenno di inchino, ad Azvaztika) “Danke….!” (Poi, profittando del silenzio e dell’attenzione che l’urlo di Azvaztika ha creato) “Io kiede….” (At-

tacca glaciale, quasi a mezza voce) “Io vuole…” (S’alza in piedi di scatto, battendo un pugno sulla scrivania) “Io ezige saperen…” (Spara furioso, a tutta voce) “…koza ezzere tutti queste baakkana-

len…!!!!”

In quel momento, da sinistra, rifà il suo ingresso in scena l’Anima in Pena.

196 – L’ANIMA IN PENA – (Rientra da sinistra: non ha più con se il carretto ed ha solo il rosario ancora appeso al collo. Col suo passo solenne, guardando verso l’alto e ritmando le parole) “N’tu quartu cantu…adoremmu tutti i atri…puei pure fave u patri…” (Si fa il segno della croce) “…che nu cangia in decimu…!!!” (Si ferma: voltandosi verso la platea e allargando le braccia, prima di u-

scire a destra con il suo passo solenne) “U l’è ‘n casottu…!!!”

Il transito dell’Anima in Pena provoca qualche attimo di smarrimento, bloccando le velleità di tutti.

Poi è ancora Huck che riprende in mano la situazione.

197 – HUCK – (Fa un rapido cenno verso Azvaztika che intuisce al volo)

198 – AZVAZTIKA – (Scatta sull’attenti: battendo i tacchi) “Jahwol…!!” (Spara deciso. Poi, a tut

ta voce, provocando un sobbalzo in tutti i presenti) “AAAAACHTUUUUUUNG……!!!!!!!!”

199 – HUCK – (Volgendosi verso di lui, con un leggero inchino) “Danke..!” (Poi, agli astanti, a tut

ta voce, quasi ringhiando) “Queszto ezzere il kolmo…!!!” (Battendo aritmicamente la mano sulla scrivania e agitandosi furiosamente) “Io non tollerare ke in kliinica Szkuola di Sesso akkade cose del genere…!!!” (Imperioso, a Calogero) “TU….” (Lo apostrofa malamente) “…e dottoressa Alia...

..” (La indica) “…rekuperaren pazzo furioso ke ezzere uscito atesso und lekare zsaldamente a alpe-

ro in kortilen…!!!” (A tutta voce, mentre i due raggiungono rapidamente l’uscita di destra) “SCHNELL….!!” (Poi, a Calogero, fermandolo a voce) “Portiere…!!!!!” (Aspettando che questi si fermi e si volti, prima di riprender la sua marcia spedita ed uscire a destra) “E togliere spachetti da tua tezta…!!!!” (Poi, senza fermarsi, ad Azvaztika, indicandolo) “TU….!!!!” (Spara ancora a tutta

                                                                                                       44

voce) “…e infermiera…” (Indica Bonita) “…konturre immediatamente paziente her Branco in alko-

fa con zua…” (Si blocca: passa rapidamente lo sguardo da Lia a Grazia Rosa: scrolla le spalle e con una smorfia dubitativa) “Boh…!!” (Poi, indicandole entrambe) “…con zue zwain …” (Indica il numero due con le dita) “…mogli per tare inizio fase finale di prokramma, jaaaaa….” (E, mentre Azvaztika di buona lena e Bonita di malavoglia si avvicinano rispettivamente a Pipin e alle due don

ne accompagnando verso l’uscita di sinistra un Pipin terrorizzato, una Grazia Rosa con un ebete sorriso suadente sulle labbra ed una Lia tronfia e felice, a tutta voce) “SCHNELLL…!!!!!!”

200 – PIPIN – (Uscendo da sinistra quasi trascinato via da Azvaztika, con terrore) “Nuuuuu….!!!”

(Urla a squarciagola) “Tutte due nuuuuu….” (Protesta energicamente agitandosi senza risultato prima di uscire seguito da Milena, Grazia Rosa e Lia) “Me vegne n’infartuuuuuu….!!!!!!!!”

201 – HUCK – (Li guarda uscire, poi, a Tugni, soddisfatto) “Gut…!!!” (Con aria tronfia, muoven-

do per uscire a sua volta da sinistra) “Cozì ezzere buono…!!!”

202 – TUGNI – (Che sino ad allora era rimasto defilato in disparte, dalle parti del divano/poltrona

sornione, per nulla convinto) “Sa va ben pe ti…” (Scrolla le spalle: con ovvia naturalezza, allargan

do le braccia) “…a va ben pe tutti…!!!”

203 – JOHANA – (Avvicinandosi cautamente al professore) “Eeeeeeee….” (Prova a chiedere timi-

damente) “…io…?!?!?!?”

204 – PIPIN – (Scatta all’indietro) “Pe caitee…” (Ne blocca qualsiasi ardore ponendo avanti le ma

ni) “Nu miame mi, eh….!!!!”

205 – HUCK – (Si volta verso Johana: secco) “Tu…?!?!?” (Si illumina: torvo e sornione, prenden-

dola sottobraccio e trascinandola quasi fuori scena, secco, a tutta voce) “Fenire con me…!!”

206 – JOHANA – (Uscendo da sinistra insieme ad Huck e dibattendosi invano) “Aiuto….!!” (Urla a squarciagola con voce stridula) “Anche questo è un bruto…!!!!!” (Uscendo e ancora da fuori sce

na) “Chiamate il WWF…la Protezione Animali…!!!!”

207 – HUCK – (Buttandola letteralmente fuori scena e uscendo dietro di lei) “E fai….skamorzen..!

Tugni rimane solo in scena.

208 – TUGNI – (Rimane solo in scena, fermo nel suo angolo vicino alla poltrona/divano, con un sorriso ilare stampato in viso: poi si rianima) “Roba da cioi…!!!” (Sbatte le mani alzando lo sguar-

do verso l’alto) “Roba…da…cioi…!!!!” (Ribadisce scandendo quasi le parole. Avanza lentamente verso il centro scena) “Amia in te che razza de paciughi u te m’ha infiou quest’otta…!!!” (Commen

ta fra se alludendo a Pipin. Volge lo sguardo verso il tavolinetto, vede il portafoglio) “E u s’è gh’è anche scordou u purtafeuggiu…” (Commenta avviandosi verso il tavolino e raccogliendolo) “…que

lu bezugu..!!” (Scrolla le spalle) “Neuvesentu euro…” (Commenta fra se: lo apre e ci guarda di-

strattamente dentro. Sorride: avviandosi verso il centro scena) “Megiu che gou tegne mi fin cu nu sciorte…” (Commenta convinto) “Ti se, nu se sa m…” (Si blocca: trafelato, lo riapre tornando ver-

so il centro scena. Si ferma, estrae una foto: incredulo) “Ma sta chi a l’è Vanda…” (Alla platea, con un filo di voce) “Mee mugee…!!!!” (Gira la foto: legge ad alta voce) “Al mio stallone…con tanto amore…Vanda…?!?!?!?” (Spara a gran voce, sempre più incredulo. Poi, furioso) “A bruttu can…” (Mastica fra i denti: con rabbia) “Bruttu can cun e secche….!!!!!” (Si gira velocemente ver-

so l’uscita di sinistra) “E mi che ho fetu carte fase pe levate d’in ta bratta…!!!!” (Furibondo, parten

do verso sinistra a tutta velocità, prima di uscire) “Ma oua tou daggu mi u giaa de neutte…!!!”

La scena rimane vuota diversi istanti, poi, ancora da sinistra, rientrano in scena un Tugni decisa-

mente serio ed una Bonita in lacrime.

209 – BONITA – (Rientra in scena in lacrime, sottobraccio a Tugni: gemendo, fra i singhiozzi) “Non es possibile…non es  possibile…!!!”

210 – TUGNI – (Caustico) “Oh, l’è puscibile e cumme…!!” (Avviandosi verso il tavolinetto sem-

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pre con Bonita sottobraccio, con amara ovvietà) “U me l’ha missu in tu breuxiu anche a mi…!!”

211 – BONITA – (Andando a sedersi insieme a Tugni al tavolinetto) “Ma mi lo mato…” (Biascica amara: poi, furiosa, a gran voce) “MI LO MATO….!!!!!!!!”

212 – TUGNI – (Con ostentata serenità) “Nuuuuuu….!!!” (La tranquillizza) “Nu l’è u caxiu…!!” (Sornione) “Te l’ho ditu….gh’è n’atru moddu pe faghe cagaa u ciumin…!!”

213 – BONITA – (Lo guarda incerta) “Tonito…” (Chiede esitante) “…seguro…?!?!?”

214 – TUGNI – (Di rimando) “Bonita…” (Perentorio) “…parola de Tugni Bragadin…” (Volge gli occhi al cielo: desolato) “Cu l’ea n’amigu de Pipin…!!”

215 – BONITA – (Rinfrancata) “Muy bien…” (Borbotta frase: poi, decisa, a Tugni) “Te creo..!!!”

216 – TUGNI – (Con un ampio sorriso) “Muy ben…!” (La apostrofa a sua volta. Poi, deciso) “A-

lua…” (Riepiloga il suo piano: si indica) “Mi vaggu a recuparaa u Calogeru e poi fassu na telefona-

ta…” (Indica lei) “Ti invece recuperite quella specie de spaventaggiu de Busalla e poi scundite in ti dinturni…” (La guarda con sguardo complice) “Anemmu…?!?!?”

217 – BONITA – (Si alza di scatto: prima di uscire rapidamente da sinistra, decisa) “Vamonos…!!

218 – TUGNI – (La guarda uscire, poi si muove a sua volta verso destra. Con rabbia, prima di usci

re) “E nu tie mai vistu u diau balaa, Pipin….tou diggu mi… !!! »

La scena rimane vuota per alcuni istanti, poi, da destra, rifà la sua comparsa in scena Tugni insie-

m a Calogero.

219 – TUGNI – (Rientra insieme a Calogero, lo sta apostrofando con aria confidenziale) “Ti vei,

Calogeru…” (Gli mostra i soldi contenuti nel portafoglio di Pipin che ha in mano) “…nu sun miga micce quelle che te cuntu…!!”

220 – CALOGERO – (Entra subito dietro di lui: ha recuperato il cappello ed è molto affascinato dalle parole di Tugni ma soprattutto dalle banconote che sono nel portafoglio) “Lo vidi, voscienza..

…” (Commenta senza mai perderle d’occhio) “Mizzica se u vidi…!!!”

221 – TUGNI – (Si siede) “Beniscimu, cau…!!” (Lo apostrofa sornione) “Dunca…” (Ricapitola) “Ho bezeugnu che ti vagghi de la e ti me levvi de pei pee i dui Austriaci cun na scusa qualunque…”

(Poggia alcune banconote sotto gli occhi di Calogero che le guarda con cupidigia) “Poi che ti me arvi l’alcova…” (Posa altre banconote sul tavolino) “…e ti fasci vegnii de sa Pipin cun n’atra scusa

…” (Posa una terza manciata di banconote sul tavolino. Con aria dolce ma decisa) “Se semmu inte

ixi…?!?!?”

222 – CALOGERO – (Che nel frattempo si era seduto di fronte a lui, agitato, con accondiscenden-

za) “Cetto, voscienza…” (Alza le mani raggiante) “Benissimo capii…” (Allungando le mani verso le banconote) “Consideratelo fatto, voscienza…!!!”

223 – TUGNI – (Lo blocca) “Uehi…!!!” (Gli da uno schiaffo sulla mano protesa verso il denaro) “Posa li…!!!” (Ritira il grosso delle banconote e ne lascia solo alcune: indicandogliele) “U restu doppu…” (Sornione) “Quand’emmu fetu l’afare, eh…!”

224 – CALOGERO – (Raccoglie le banconote rimaste: alzandosi) “Cetto, voscienza…” (Avviando-

si verso l’uscita di sinistra senza mai dare le spalle a Tugni) “Come oddinate, coscienza…!!!”

225 – TUGNI – (Lo blocca) “Calogeru…!!” (Gli indica la scrivania) “Posa u capellu inversu in scia scrivania…!!”

226 – CALOGERO – (Obbedisce prontamente) “Cetto, voscienza…cetto…!!” (Prima di uscire spe

ditamente da sinistra) “Baciamo le mani, voscienza…!!!”

Tugni lo guarda uscire, poi, dopo un attimo, si muove verso la scrivania

227 – TUGNI – (Dopo qualche attimo che Calogero è uscito, si alza e muove verso la scrivania) “Ti l’ee capiu, u rufian…!!” (Commenta agro fra se mentre raggiunge la scrivania e comincia a mettere alcune banconote nel cappello di Calogero. Scrolla le spalle) “Però…” (Commenta con un

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sorriso sarcastico) “…de otte serve anche i rufien…!!” (Fa per chiudere il portafoglio e muoversi, si ferma: guarda il cappello, guarda il portafoglio, fa spallucce. Vuotandolo nel cappello di Carme-

lo, con ovvietà, prima di buttarlo via distrattamente) “Tantu nu sun miga i me…!!” (Poi, avviando-

si e uscendo a destra) “E oua….au telefunu…!!!”

La scena rimane vuota alcuni istanti, poi, da sinistra, fanno capolino Bonita e Johana.

228 – BONITA – (Entra per prima) “E così…” (Apostrofa Johana che la segue di qualche passo) “Tu no te chiami Johana e no vienes dal Sud Africa…” (Va a sedersi al tavolinetto continuando a parlarle con aria volutamente quasi distratta) “…ma da Sarissola…frazione del Comune de Busala

229 – JOHANA – (Segue Bonita a debita distanza. Ha cambiato totalmente atteggiamento, non an-

scheggia più e parla in dialetto) “Scignurin-a…”

230 – BONITA – (Sempre distrattamente, spaziando in giro con lo sguardo ma evitando sempre quello di Johana) “Non es un travestito…ma un travestimento…” (Si gira di scatto) “E manco ti sei fatto operare…” (Feroce, fulminandola con gli occhi) “Es verdad…?!?!?”

231 – JOHANA - (Implorandola quasi, ferma a centro scena) “A nu l’aniaa miga a dilu in giu…” (Con un velo di terrore nella voce) “A m’aruin-a…!!!”

232 – BONITA – (Fa spallucce: volutamente vaga) “Dipende…!”

233 – JOHANA – (In ansia, facendo due passi verso di lei) “Da cose….?!?!?!?”

234 – BONITA – (Si alza: avanzando verso di lei, ancora vaga) “Si tu me ferà una cortesia…” (Co

mincia a girargli in giro com il gatto con il topo) “…io me dimentichero de todos…!!!”

235 – JOHANA – (La blocca) “Qualunque cosa, scignurin-a…” (Decisissima) “Qualunque cosa…!

236 – BONITA – (Con una lieve smorfia soddisfatta) “Muy bien…” (La prende a braccetto: avvian

dosi verso sinistra) “Viene con migo…”

237 – JOHANA – (La blocca ancora) “Scignurin-a…” (Chiede con ansia) “Ma a saià na cosa difisi

le…?!?!?”

238 – BONITA – (S’illumina) “Tutt’altro…!!” (La rassicura: prima di uscire insieme a lei da sini-

stra) “Sarà muy piacevole…!!”

La scena rimane vuota alcuni istanti, poi, contemporaneamente, uno da destra e una da sinistra, ri-

Fanno il loro ingresso in scena Tugni e Bonita.

Si incontrano a centro scena ed è Bonita che rompe gli indugi.

239 – BONITA – (Rientra da sinistra: vede Tugni che entra da destra e lo raggiunge a centro sce-

na) “Tonito…” (Lo apostrofa con aria complice) “E’ todos fatto…!!” (Indica l’uscita di sinistra) “El perro sta arrivando…!!”

240 – TUGNI – (Deciso) “Beniscimu…!!” (Gli indica il divano/poltrona) “Vatte a infia-a la deree che sta pe arivaa anche l’ospite…!!”

Bonita si rannicchia velocemente dietro il divano/poltrona e Tugni va a sedersi con aria beffarda al tavolinetto, fregandosi le mani.

Dopo pochi istanti, da sinistra, fa irruzione in scena Pipin.

240 – PIPIN – (Si catapulta letteralmente in scena da sinistra, trafelato: si guarda un attimo intor-

no, vede Tugni, si catapulta verso di lui. A tutta voce) “Tugniiiiiii…..!!!!” (Ansima quasi) “Ti me de

vi agiutaa…” (S’inginocchia di fronte a lui: a mani giunte, a squarciagola) “TI ME DEVI AGIUT

AAAA….!!!!!”

241 – TUGNI – (Con aria innocente) “Pipin…ma cose l’è sucessu turna…?!?!?”

242 – PIPIN – (Angosciato) “De tuttu…” (Comincia a spiegare) “De ciuuuu….!!!” (Agitatissimo) “U megu u l’ha ousciu che intre in te l’alcova anche a Lia, poi Calogeru u l’è vegnu-u a ciamali che

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u mattu u ciocava de bruttu e u l’ha lasciou a porta averta e mi ma-a sun batua de cursa….” (Ripren-

de fiato: con angoscia, a tutta voce) “TI ME DEVI AGIUTAAAA….!!!!!”

243 – TUGNI – (Impassibile, con assoluta tranquillità) “Pipin…ma sun chi a posta…!!” (Si alza, lo mette a sedere) “I na man te l’ho za deta…”

244 – PIPIN – (Si siede, smette all’improvviso i panni del pagliaccio: interdetto) “A sci…?!?!?”

245 – TUGNI – (Risiedendosi, con calma) “E sci…” (Lo apostrofa) “Perché ti veddi…” (Spiega) “U staggiu te l’ho fetu arvii mi…” (Con naturalezza e un breve cenno della mano) “Basta alungaa qualche scu-u a Calogeru…!!” (Poi, più serio) “E perché ti te posci in poo aposaa…” (Indica l’usci-

ta di sinistra) “…in te l’alcova g’ho mandou un a faa e teu veci…”

246 – PIPIN – (Trasale: girandosi di scatto verso sinistra e sobbalzando sulla sedia) “Chi…?!?!?”

247 – TUGNI – (Con calma olimpica) “A teu amiga Johana…” (Si allunga verso di lui: provocato-

re) “Alias Vicensu de Saiseua…” (Comincia a contare sulle dita) “Laddru…strosin…fasu travestiu.

…”

248 – PIPIN – (Lo interrompe bruscamente) “Ma…” (Incredulo, con un filo di voce) “..u s’è fetu o-

peraa….!!!”

In quel momento, da sinistra, rifanno il loro ingresso Johana, Lia e Grazia Rosa.

Le due donne sono sottobraccio a Johana, entrambe in vestaglia ed entrambe lo guardano con aria sognante, visibilmente in estasi

Transitano da sinistra per uscire a destra, e, passando davanti a Pipin, lo salutano con un largo sorriso e agitando la mano.

249 – PIPIN – (Li guarda ebete uscire da sinistra, poi) “Nu…” (Commenta drastico) “U nu s’è fetu operaa…!!”

250 – TUGNI – (Fa spallucce) “In quante a Bonita…” (Gli fa un cenno d’intesa e Bonita esce dal suo nascondiglio) “Intantu che ti ti t’aposi…” (Gli si avvicina e lui la prende per mano) “..ghe pen-

su mi a tegnighe cumpagnia, eh…!”

251 – PIPIN – (Li guarda stralunato) “Ma Tugni…nu ti peu fame questu…” (Prova ad obbiettare) “Semmu amixi…!!”

252 – TUGNI – (Avviandosi con Bonita all’uscita di destra, tenendola per mano) “Apuntu…!!” (Re

plica) “Semmu amixi…” (Con un sorriso beffardo) “Cundividemmu tuttu…!!” (Poi, con ilare ovvie

tà, prima di uscire a destra con Bonita) “Ti vei quanti problemi t’ho risoltu in te na botta sula…?!?”

Pipin rimane solo in scena, fermo e allibito per qualche secondo. Poi si riprende.

253 – PIPIN – (Si rianima) “Ou balette chi…!!” (Commenta incredulo fra se) “E chi se l’aspetava...

…?!?!” (Fa spallucce) “Tugni…” (Smozzica fra se, ad alta voce) “U l’ha u numme cun lee…” (Con un gesto emblematico della mano) “Nesciu cumme pochi…!!!” (Comincia a passeggiare per la sce-

na: perplesso) “Sci ma oua a mi…” (Si chiede) “…cose m’aresta…?!?!?” (Fa una pausa: poi, con un ghigno sinistro) “A Vanda…!!” (Sbotta: continuando a passeggiare nervosamente) “Sussa cum-

me poche…e veua cumme na canna…!!!!” (Scuote la testa) “Bun-a giustu quande nu gh’è propriu atru…” (Ride ancora: con scherno) “Giustu in nesciu cumme Tugni u peu rezisela…!!”

In quel momento, da fuori a sinistra, si sente la voce secca e marziale scandire i passi

254 – AZVAZTIKA – (Da fuori a sinistra) “Ein, zwein, drein, fier…ein zwein,drein,fier…!!“

255 – PIPIN – (Trasale)  O Segnu…!!“ (Spara preoccupatissimo) “E sti chi cos’euen ancun…?!?!”

Un attimo dopo, da sinistra rifà il suo  ingresso in scena Azvaztika  che precede il Dottor Huck, rit-

mando i passi.

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256 – AZVAZTIKA – (Rientra in scena da destra ritmando i passi, precedendo Huck che si ferma a centro scena ed andando a posizionarsi sul fondo accanto al divano/poltrona) “Ein, zwein, drein, fier…ein, zwein, drein, fier…!!!”

257 – HUCK – (Si ferma a centro scena, posizionandosi proprio di fronte a Pipin che lo guarda con interrogativa angoscia: rivolto ad Azvaztika, con un leggero cenno del capo) “Danke…!” (Poi, a Pipin, imperativo) “Gut…!” (Lo apostrofa) “Her Branco…ezzere ora di rientrare in alkofa per completare ultima parte di prokramma…” (S’illumina: con un tronfio sorriso di soddisfazione) “Co

sa ke permettera a Zscuola di sesso di ottenere altro importante…gratificanten risultato, jaaa…”

258 – PIPIN – (Incredulo) “In te l’alc…” (Disorientato e sorpreso) “Ma cun chi…?!?!?”

259 – HUCK – (Con un sorriso a tutta bocca) “Ma kon zua nuofa fiamma…!!” (Cattedratico) “Lei detto noi rizveglierà fuoco che ora sopito dentro lei, jaaaa…!!!!”

Huck fa un rapido cenno ad Azvaztika che muove minaccioso verso Pipin

260 – AZVAZTIKA – (Raccoglie il gesto di Huck: scatta sull’attenti) “Jahwol…!!!”

Poi scatta verso Pipin e lo prende sottobraccio mentre Huck fa la stessa cosa dall’altro lato.

In quello stesso momento, da fuori scena irrompe una voce femminile.

261 – VOCE FEMMINILE – (Da fuori scena, stridula e sgradevole) “Pipiiiiinnn…amuuu…vegni de cursa che me sun za feta u patri…!!!!”

262 – PIPIN – (Trasale) “O mue caa…” (Con un moto di terrore, a tutta voce) “A VANDAAA…!”

(Poi, mentre Azvaztika e Huck lo portano fuori da destra al passo scandito dall’Ein, zwein drein, fier, disperato, dibattendosi furiosamente, ancora a tutta voce) “TUGNIIII……AGIUTUUUUUU

……!!!!!!!!”

La scena rimane vuota per alcuni istanti, poi, ancora da sinistra, rientra in scena Calogero.

263 – CALOGERO – (Rientra in scena da sinistra: fa capolino dall’entrata, si guarda in giro con massima circospezione. Poi, accertatosi che la scena sia deserta, avanza di alcuni passi) “Miiii…!!

(Si lamenta a gran voce. Alla platea) “Attro che scuola di sesso…” (Agitando la mano nel segno del

le corna, perentorio) “Questa scuola di conna je…!!!” (Vede il suo cappello ancora sulla scrivania) “Ah…!!” (Esclama deciso: si avvicina, ne guarda il contenuto. Si illumina: a tutta voce) “Miiiii…!!

(Esclama incredulo. Agguanta il cappello, poi, attraversando la scena di buona lena)) “E poi….” (Ripete il gesto delle corna con la mano) “…dicono che le conna non rendono…” (Si ferma: alla platea, allargando le braccia, prima di uscire a destra) “Dipende tutto dai punti di vista…!!!!”

 

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