Studio drammatico in un atto
di Anton Cechov
Traduzione di Vittorio Strada – Ed. Einaudi
Personaggi
Tichon Evstigneev, proprietario di una bettola sulla strada maestra
Semën Sergeevič Borcov, possidente andato in rovina
Mar'ja Egorovna, sua moglie
Savva, vecchio pellegrino
Nazarovna, pellegrina
Efimovna, pellegrina
Fedja, operaio di passaggio
Egor Merik, vagabondo
Kuz'ma, viandante
Postiglione
Cocchiere della Borcova
Pellegrini, mercanti di bestiame, gente di passaggio, eccetera
L'azione si svolge in una provincia della Russia meridionale.
La scena rappresenta la bettola di Tichon. A destra il banco e gli scaffali con le bottiglie. In fondo una porta che da all'esterno. Fuori, sopra la porta, è appesa una lanterna rossa bisunta. Per terra e sulle panche lungo le pareti giacciono pellegrini e gente di passaggio. Molti, per mancanza di posto, dormono seduti. È notte fonda. All'alzarsi del sipario si sente un tuono e nel vano della porta si vede un lampo.
SCENA PRIMA
Tichon, Fedja, Borcov, Savva, la Nazarovna e la Efimovna.
Tichon sta dietro il banco. Su una delle panche è semisdraiato scompostamente Fedja che suona in sordina la fisarmonica. Accanto a lui è seduto Borcov che indossa un logoro soprabito estivo. Per terra, vicino alle panche, si sono sistemati Savva, la Nazarovna e la Efimovna.
efimovna (alla Nazarovna) Scuoti un po' il vecchio! Sembra proprio che stia per rendere l'anima a Dio.
nazarovna (sollevando dal viso di Savva un lembo del pastrano) Ehi, benedetto! Sei vivo o sei già morto?
savva Perché dovrei essere morto? Sono vivo, cara! (Si solleva sul gomito) Coprimi i piedi, anima buona! Ecco così. Quello destro un po' di più. Ecco così, cara! Che Dio ti benedica!
nazarovna (coprendo i piedi di Savva) Dormi, caro!
savva Come si fa a dormire? Avessi la forza di sopportare questo tormento, allora del sonno, cara, si potrebbe fare a meno. Non è degno il peccatore di avere quiete. Che cos'è questo rumore, pellegrina?
nazarovna Un temporale mandato da Dio. Il vento urla, e piove a dirotto. Sul tetto e sui vetri la pioggia batte come una cascata di ceci. Senti? Si sono aperte le cateratte del cielo... (Un tuono). Dio benedetto, Dio benedetto, Dio benedetto...
fedja Che sconquasso! Sembra che non la voglia smettere più! Uuuh... Pare il lamento della foresta... Uuuh... Il vento ulula come un cane... (Muove le spalle) Che freddo! Sono bagnato come un pulcino, e la porta è spalancata... (Suona in sordina) Anche la mia fisarmonica ha preso acqua, cristiani, e non se ne cava niente di buono, se no vi sparerei un concertino da restar senza fiato! Fantastico! Una quadriglia o una polca, mettiamo... o una musichetta russa... Le sappiamo suonare tutte. In città, quando facevo il cameriere al Grand Hotel, di soldi non ne ho tirati su, ma in fatto di fisarmonica sono diventato un mago. Anche la chitarra so suonare.
una voce da un angolo Chi è stupido fa discorsi da stupido.
fedja Stupido è chi lo dice.
Pausa.
nazarovna (a Savva) Dovresti startene al caldo adesso, tu, vecchio, tenere il piede al riparo. (Pausa). Vecchio! Benedetto! (Scuote Savva) Non starai mica per morire, eh?
fedja Dovresti bere un po' di vodka, nonnino. La mandi giù e nella pancia ti senti un incendio che ti solleva il cuore. Bevila!
nazarovna Non fare lo smargiasso, giovanotto! Il vecchio forse sta per rendere l'anima a Dio e si pente dei suoi peccati, e tu a fare questi discorsi, e ci metti anche la fisarmonica... Smettila di suonare, sfrontato!
fedja E tu perché ti sei appiccicata a lui? Lui sta male, e tu non la smetti con le tue scemenze... Lui è un sant'uomo e non può dirti le parolacce che ti meriti, e tu invece sei tutta contenta perché ascolta una scema come te... Dormi, nonnino, non darle retta. Lasciala blaterare e fregatene. La lingua delle donne è la scopa del diavolo: spazza via il buono e il cattivo. Fregatene... (Batte le mani) Sei magro come uno stecco, fratello mio! Uno scheletro morto, fatto e finito! Non hai carne addosso! Non stai mica morendo sul serio, eh?
savva Perché dovrei morire? Salvami, Signore, dal morire fuori tempo... Patirò la mia parte, ma poi con l'aiuto di Dio mi rimetterò in piedi... La Madre di Dio non mi lascerà morire in terra straniera... morirò in casa mia...
fedja Di dove sei?
savva Di Vologda. Della città di Vologda... sono un borghese di laggiù...
fedja E dov'è Vologda?
tichon Oltre Mosca... È una provincia...
fedja Capperi... Ne hai fatto di strada, barbone mio! E sempre a piedi?
savva Sempre, giovanotto. Sono stato al monastero Tichon Zadonskij, e adesso vado ai Monti Sacri... E dai Monti Sacri, se il Signore lo vorrà, a Odessa... Di lì, dicono, si può andare a Gerusalemme per pochi soldi. Una ventina di rubli dovrebbero bastare...
fedja E a Mosca ci sei stato?
savva Come no? Quattro o cinque volte...
fedja È una bella città? (Comincia a fumare) Vale la pena?
savva Ci sono molti santuari, amico... E là dove ci sono molti santuari, si sta sempre bene...
borcov (si avvicina al banco, rivolgendosi a Tichon) Ti prego ancora una volta! Versamene, per l'amore di Cristo!
fedja Quel che conta in una città è la pulizia... Se c'è polvere, bisogna innaffiare, se c'è sporco, bisogna pulire. Le case devono essere alte... il teatro, il commissariato... i vetturini... Io ho vissuto in città e certe cose le conosco...
borcov Dammene un bicchierino... quello piccolo. A credito! Pagherò!
tichon Piantala.
borcov Te ne prego! Fammi questo piacere!
tichon Va' via.
borcov Tu non mi capisci... Cerca di capirlo, ignorante, se nella tua testa di legno di bifolco c'è almeno un grammo di cervello: non sono io a chiederlo, ma le mie budella, per dirla alla tua maniera di bifolco! È la mia malattia che te lo chiede! Cerca di capirlo!
tichon Non c'è niente da capire... Vattene!
borcov Ma se adesso non bevo, lo vuoi capire una buona volta, se non soddisfo la mia passione, sono capace di commettere un delitto. Sono capace di qualunque cosa! Tu, cialtrone, ne avrai pur visto, nella tua vita di oste, di ubriachi. Possibile allora che tu non sia ancora riuscito a renderti conto di che razza di gente è? Sono dei malati! Puoi metterli in catene, caricarli di botte, farli a pezzi, ma la vodka gliela devi dare! Senti, usami questa gentilezza! Fammi questo piacere! Che umiliazione! Dio mio, che umiliazione!
tichon Fuori i soldi e ci sarà la vodka.
borcov Dove vado a prenderli? Non ho più un centesimo! Mi sono bevuto tutto! Che cosa potrei darti? Mi è rimasto soltanto questo soprabito, ma non posso dartelo... Sotto sono nudo... Vuoi il berretto? (Si toglie il berretto e lo dà a Tichon).
tichon (esaminando il berretto) Ehm... C'è berretto e berretto... Questo qui sembra un colabrodo...
fedja (ride) Un berretto da nobiluomo! Te lo metti quando vai per la città e lo togli davanti alle madamigelle. Buongiorno, buonasera! Come sta?
tichon (restituisce il berretto a Borcov) Neanche gratis lo voglio. È buono per la spazzatura.
borcov Non ti piace? Fammi credito allora! Quando tornerò dalla città, ti riporterò i tuoi cinque copechi! Che ti vadano di traverso allora! Che tu possa restarne strozzato! (Tossisce) Ti odio!
tichon (batte pugno sul banco) Ma che vuoi? Ma chi ti conosce? Ma guarda che furfante! Fatti i fatti tuoi!
borcov Voglio bere! Non sono io che voglio, è la mia malattia! Cerca di capirlo!
tichon Non farmi perdere la pazienza! O ti sbatto fuori senza pensarci due volte!
borcov Che fare? (Si allontana dal banco) Che fare? (Si fa pensieroso).
efimovna È il maligno che ti tormenta. Non gli badare, signore. Quel maledetto ti sussurra: bevi! bevi! E tu rispondigli: non bevo! non bevo! E lui ti lascerà stare!
fedja La testa ti deve rintronare come una campana... E chissà che languore senti nello stomaco! (Ride) Sei un po' picchiato, vossignoria! Piuttosto mettiti a dormire! Non startene impalato lì come uno spaventapasseri! È una bettola questa, mica un orto!
borcov (con rabbia) Sta' zitto! Non immischiarti tu, asino!
fedja Bada come parli! Li conosciamo i tipi come te! Ce n'è a bizzeffe sulla strada maestra! Quanto all'asino, ti mollo un cazzotto, che ti metti a urlare più forte del vento. Asino sarai tu! Canaglia! (Pausa) Porco!
nazarovna Il vecchio forse prega e sta per rendere l'anima a Dio, e questi satanassi attaccano briga e senti che parolacce... Svergognati!
fedja E tu, vecchia strega, dal momento che sei finita in una bettola, piantala di frignare! Una bettola non è una sagrestia.
borcov Che fare? Come farglielo capire? Che eloquenza si deve ancora usare? (A Tichon) Il sangue mi si è bloccato qui nel petto! Zio Tichon! (Piange) ZioTichon!
savva (geme) Sento delle fitte al piede, come se avessi dentro una palla di fuoco! Pellegrina cara!
efimovna Cosa c'è, caro?
savva Chi è che piange?
efimovna Un signore.
savva Pregalo di versare una lacrima anche per me, affinché io possa morire a Volodga. La preghiera accompagnata dalle lacrime ha più effetto.
borcov Io non prego, nonno! Non sono lacrime, queste! È succo! Ho un peso sull'anima, e ne viene fuori succo. (Si siede ai piedi di Savva) Succo! Del resto, voi non potete capire. La tua mente oscura, nonno, non può capire. Siete uomini oscuri!
savva E quelli luminosi dove li trovi?
borcov Ci sono, nonno, quelli luminosi... loro capirebbero!
savva Certo che ce ne sono, figliolo... I santi erano luminosi... Capivano ogni dolore... Anche se non glielo dici, capiscono lo stesso... Ti guardano negli occhi e capiscono... E dopo che ti hanno capito, provi una tale consolazione, come se il dolore non ci fosse stato: è passato per incanto!
fedja Ma tu hai mai visto i santi?
savva Mi è capitato, ragazzo mio... Sulla terra c'è gente di ogni tipo. Ci sono i peccatori e ci sono i servi di Dio.
borcov Non ci capisco niente... (Si alza in fretta) I discorsi bisogna capirli, ma in questo momento mi manca la ragione. Quello che ho è l'istinto, la voglia di bere! (Si avvicina con passi rapidi al banco) Tichon, prenditi il soprabito! Capisci? (Vuole togliersi il soprabito) Il soprabito...
tichon E sotto cos'hai? (Guarda sotto il soprabito di Borcov) Sei nudo? Non toglierlo, non lo voglio... Non me lo prendo sulla coscienza questo peccato.
Entra Merik.
SCENA SECONDA
Detti e Merik.
borcov Bene, lo prendo io sulla coscienza, questo peccato! D'accordo?
merik (in silenzio si toglie il pastrano e resta con la casacca. Alla cintura ha una scure) C'è chi ha freddo, ma l'orso e il vagabondo hanno sempre caldo. Sono tutto sudato! (Depone per terra la scure e si toglie la casacca) Solo a tirare fuori un piede dal fango, il sudore ti cola giù a secchi. Non fai a tempo a tirarne fuori uno che già s'impantana l'altro.
efimovna È proprio vero... Senti, figliolo, piove un po' meno?
merik (squadrando la Efimovna) Con le femmine non parlo.
Pausa.
borcov (a Tichon) Me lo prendo io sulla coscienza, questo peccato! Senti o no?
tichon Non voglio nemmeno sentire, lasciami in pace!
merik È buio come se il cielo fosse di pece. Non si vede neppure il proprio naso. E la pioggia ti batte in faccia peggio di una tormenta! (Prende in una bracciata i vestiti e la scure).
fedja Per voialtri furfanti questo è il tempo migliore. Le belve si nascondono, ma per voi, buffoni, è una pacchia.
merik Chi è che parla così?
fedja Guarda qui... gli occhi ce li hai...
merik Ce lo ricorderemo... (Si avvicina a Tichon) Salve, grassone! Non mi hai riconosciuto?
tichon Per riconoscere tutti gli ubriaconi che girano per la strada maestra ci vorrebbero dieci occhi.
merik Ma tu guarda bene...
Pausa.
tichon Ti ho riconosciuto, fammi il piacere! Ti ho riconosciuto dagli occhi! (Gli dà la mano) Andrej Polikarpov?
merik Ero Andrej Polikarpov, ma adesso sono Egor Merik.
tichon Perché?
merik A seconda del passaporto che Dio mi manda, io cambio il nome. Da un paio di mesi sono Merik... (Un tuono). Rrr... Tuona pure, non mi spavento! (Si guarda intorno) Segugi qui non ce ne sono?
tichon Macché segugi. Per lo più zanzare e moscerini... Gente innocua... Adesso i segugi se la dormono sotto le coperte. (Ad alta voce) Cristiani, attenti alle tasche e ai vestiti, se ci tenete. È un matricolato! Ha le unghie lunghe!
merik Sì, i soldi chi li ha farà meglio a tenerseli d'occhio; ma i vestiti non li tocco. Non saprei dove metterli.
tichon Dove diavolo vai?
merik In Kuban'.
tichon Caspita!
fedja In Kuban? Sul serio? (Si solleva) Bei posti! Una terra, fratelli, che non ve la sognate nemmeno, anche se dormite per tre anni di fila! Una cuccagna! Dicono che è piena di selvaggina, di uccelli, di animali d'ogni tipo, insomma di ogni ben di Dio! L'erba cresce tutto l'anno, la gente vive in santa pace e di terra ce n'è finché ne vuoi! Le autorità, dicono, ... me l'ha detto giorni fa un soldato... danno cento ettari a testa. Una fortuna, che Dio mi fulmini!
merik La fortuna... la fortuna cammina sempre alle spalle... Non la si vede. Se riesci a morderti un gomito, allora la vedi... Sciocchezze. (Guarda le panche e la gente) Sembra un bivacco di galeotti... Salve, poveraglia!
efimovna (a Merik) Che occhiacci cattivi! Hai il maligno in corpo, giovanotto... Non guardarci...
merik Salute, straccioni!
efimovna Girati dall'altra parte! (Scuote Savva) Savvuska, ci guarda un uomo cattivo! Ci fa il malocchio, caro mio! (A Merik) Ti ho detto di girarti dall'altra parte, brutto diavolo!
savva Non ci farà niente, cara, non ci farà niente!... Dio non lo permetterà.
merik Salve, cristiani! (Si stringe nelle spalle) Non rispondono! Eppure non dormite, cafoni! Perché non rispondete?
efimovna Gira quegli occhiacci! Rivolgi altrove il tuo orgoglio diabolico!
merik Sta' zitta, vecchia strega!... Non con l'orgoglio diabolico, ma con una parola buona e affettuosa volevo rendere omaggio alla vostra sorte amara! State lì rannicchiati come polli per il freddo e a vedervi mi avete fatto pena, volevo dirvi una parola di comprensione per la vostra miseria, e voi storcete il naso! E va be', ne faremo a meno! (Si avvicina a Fedja) Chi sei?
fedja Sono di qui, operaio da Chamon'ev. Alla fabbrica di mattoni.
merik Alzati!
fedja (sollevandosi) Beh?
merik Alzati, levati di lì, mi ci metto io...
fedja Come sarebbe a dire?... È tuo questo posto?
merik Mio. Vatti a mettere per terra!
fedja Va', va'!... Non mi fai mica paura...
merik Hai la lingua lunga... Su, fila, senza tante storie! Te ne pentirai, stupido!
tichon (a Fedja) Non lo contraddire, giovanotto! Lascia perdere!
fedja Ma che bel diritto credi di avere, tu? Strabuzza i suoi occhi di civetta e crede di farmi paura! (Raccoglie la sua roba e va a farsi un giaciglio per terra) Diavolo! (Si distende e si copre la testa).
merik (si prepara un giaciglio sulla panca) Vuol dire che non hai mai visto il diavolo, se mi chiami così... I diavoli sono un'altra cosa. (Si sdraia e mette accanto a sé la scure) Dormi, mia carissima scure, aspetta che ti copro il manico...
tichon Dove hai preso quella scure?
merik L'ho rubata... L'ho rubata e adesso me la porto dietro come uno scemo: buttarla via mi dispiace e dove metterla non saprei. Come una moglie che detesti... Già... (Si copre) I diavoli, caro mio, sono un'altra cosa...
fedja (sporgendo la testa da sotto il pastrano) E come sono?
merik Sono come un vapore, un soffio... Prova a soffiare (soffia) e capirai come sono. Vederli non si può.
una voce da un angolo Se ti metti sotto un erpice, li vedi.
merik Mi sono messo, ma non li ho visti... Tutte frottole delle donne e degli stupidi... Non si può vedere né il diavolo, né lo spirito della foresta, né un fantasma... L'occhio non è fatto in modo che si possa vedere tutto quanto... Quand'ero piccolo, andavo apposta nel bosco di notte per vedervi lo spirito... Gridavo, gridavo con quanto fiato avevo in corpo, chiamavo lo spirito della foresta e tenevo gli occhi bene aperti. Mi appariva davanti qualsiasi fesseria, ma dello spirito defila foresta neppure l'ombra. Andavo di notte al cimitero, volevo vedere i fantasmi, ma sono tutte frottole delle donne! Ho visto ogni genere di bestie, ma quanto agli orrori... col cavolo che li ho visti! L'occhio non è fatto per questo...
una voce da un angolo Non è vero, capita di vederlo... Nel nostro paese un contadino stava sventrando un maiale... Gli aveva aperto le budella e di lì saltò fuori lui!
savva (sollevandosi) Ragazzi, non nominate il maligno! È un peccato, miei cari!
merik Aaah... Vecchio barbogio!... Scheletro rinsecchito! (Ride) Non c'è bisogno di andare al cimitero, li abbiamo già qui i fantasmi che saltano su a farci la predica... Ma che peccato e peccato... Non è col vostro cervello da gallina che si può ammaestrare la gente. Siete degli ignoranti, degli zoticoni... (Accende la pipa) Mio padre era un contadino e anche a lui piaceva fare le prediche. Una volta, di notte, ruba al prete un sacco di mele, ce le porta a casa e ci fa la morale: «State attenti, bambini, non mangiate le mele prima della festa del Salvatore, perché è peccato...» così fate anche voi. Nominare il diavolo non si può, ma fare diavolerie si... Ecco, prendiamo per esempio questa vecchia strega... (Indica la Efimovna)
Ha visto in me il maligno e chissà quante volte lei in vita sua per la scempiaggine delle donne avrà dato l'anima al diavolo.
efimovna (sputa tre volte)1 Che la croce ci protegga! (Si copre il volto con le mani) Savvuska!
tichon Perché spaventi? Bel divertimento! (Il vento fa sbattere la porta). O Gesù mio... Che ventaccio!
merik (si stiracchia) Eh, se potessi far vedere quanta forza ho dentro! (Il vento fa sbattere la porta). Vorrei misurarmi con questo vento! Non ce la farà a scardinare neppure la porta, io invece, se voglio, sradico via questa bettola! (Si alza e si corica di nuovo) Che noia!
nazarovna Di' una preghiera, babbeo! Perché ti agiti così?
efimovna Lascialo stare, che gli venga un accidente! Ci guarda di nuovo! (A Merik) Non guardarci, brigante! Ha certi occhi che sembrano quelli del diavolo prima del mattutino!
savva Guardi pure, pellegrine! Dite una preghiera e il malocchio non vi toccherà...
borcov Non ce la faccio! È più forte di me! (Si avvicina al banco) Ascolta, Tichon, per l'ultima volta ti prego... Dammi un mezzo bicchierino!
tichon (scuote la testa in segno di diniego) Fuori i soldi!
borcov Dio mio, ma te l'ho già detto! Me li sono bevuti tutti! Dove vado a prenderli? Vai forse in rovina se mi dai a credito una goccia di vodka? Un bicchierino di vodka a te costa un centesimo e me mi libera dalle sofferenze! Soffro! Non è un capriccio, questo, è una sofferenza! Cerca di capirlo!
tichon Vallo a raccontare a qualcun altro, non a me... Va' a chiedere l'elemosina a questi cristiani, ti diano loro qualcosa per carità, se vogliono, perché io per carità do soltanto il pane.
borcov Spennali tu, questi poveracci, io no... grazie tante! non sarò io a spogliarli! Non io! Capisci? (Batte il pugno sul banco) Non io! (Pausa). Ehm... un momento... (Si volta verso i pellegrini) Ma è un'idea, cristiani! Datemi cinque copechi! L'organismo lo richiede! Sto male!
fedja Ma senti un po' questo qui... Bel furfante... Non vorresti invece un po' d'acqua?
borcov Che umiliazione! Che umiliazione! Non voglio! Non voglio niente!... Ho scherzato!
merik Non otterrai da lui niente, signore... È un vampiro, quello... Aspetta, da qualche parte devo avere cinque copechi... Berremo insieme un bicchiere... a metà... (Si fruga nelle tasche) Diavolo... dove sono andati a finire... L'altro giorno mi pareva che qualcosa mi tintinnasse in tasca! No, niente... Niente, fratello! Sei sfortunato!
Pausa.
borcov Non bere non posso, se no commetto un delitto! Oppure mi ammazzo... Che fare, Dio mio! (Guarda la porta) Andarmene? Andarmene in questo buio senza sapere dove...
merik Perché voi, pellegrine, non gli fate una predica? E tu, Tichon, perché non lo cacci fuori? Mica ti ha pagato per l'alloggio. Caccialo via a pedate! Come è diventata crudele la gente! Non ha delicatezza né bontà... Gente senza cuore! Un uomo annega e gli gridano: «Fa' presto, non abbiamo tempo di star qui a guardarti, non è mica festa, oggi!» Ma di gettargli una fune, nemmeno parlarne... La fune costa...
savva Non giudicare, brav'uomo!
merik Sta' zitto, vecchio lupo! Siete gente senza cuore! Mostri! Servi di mammona! (A Tichon) Vieni qui, toglimi gli stivali! Muoviti!
tichon Dai spettacolo, eh? (Ride) Bravo, bravo!
merik Vieni, ti ho detto! Spicciati! (Pausa). Hai sentito o no? Parlo al muro? (Si solleva).
tichon Su, su... piantala!...
merik Voglio che tu, maledetto strozzino, tolga gli stivali a me, povero vagabondo.
tichon Su, su... non arrabbiarti! Vieni a bere un bicchierino!... Su, vieni!
merik Gente, che cosa voglio? Che mi offra della vodka o che mi tolga gli stivali? Forse mi sono espresso male, non mi sono spiegato? (A Tichon) Dunque, non hai sentito? Aspetto un minuto così forse sentirai.
Tra i pellegrini e i viandanti c'è una certa animazione. Si tirano su e guardano Tichon e Merik.
Un silenzio colmo d'attesa.
tichon Accidente della malora! (Esce da dietro il banco) Ma guarda che bel signorino! Su, allora, dammi qui! (Toglie gli stivali a Merik) Satanasso...
merik Bravo. Mettili vicini... bravo... E adesso fila!
tichon (dopo aver tolto gli stivali, va dietro il banco) Sbruffone che non sei altro! Provaci ancora un'altra volta e voli subito dalla mia bettola! Sicuro! (A Borcov che si avvicina) Sei di nuovo qui?
borcov Vedi, io, potrei darti un oggettino d'oro... Se vuoi, te lo do...
tichon Perché giri e rigiri? Parla chiaro!
borcov Anche se è una cosa vile e infame da parte mia, non vedo che cos'altro posso fare. Mi sono deciso a commettere questa infamia perché sono incapace di intendere e di volere... Anche in tribunale mi assolverebbero... Prendilo, ma a una condizione: me lo restituirai quando passerò di qui al ritorno dalla città. Te lo do davanti a dei testimoni... Signori, siatemi testimoni! (Tira fuori dal petto un medaglione d'oro) Eccolo. Bisognerebbe togliere il ritratto, ma non so dove metterlo: sono tutto bagnato... Portati via anche il ritratto! Però... sta' attento... non toccare con le tue dita questo volto... Te ne prego... Io, caro, sono stato villano con te... sono stato stupido, ma tu perdonami e... non toccarlo con le tue dita... Non guardare questo viso con i tuoi occhi... (Consegna a Tichon il medaglione).
tichon (esamina il medaglione) Un orologio rubato... E va bene, bevi... (Gli versa della vodka) Butta giù...
borcov Però tu non toccarlo con le dita... sta' attento... (Beve lentamente, a intervalli convulsi).
tichon (apre il medaglione) Ehm... che signora!... Dove l'hai pescata una così?
merik Fa' vedere! (Si alza e va verso il banco) Fammi guardare!
tichon (allontana la sua mano) Giù le mani! Si vede anche così!
fedja (si alza e va da Tichon) Fammi un po' vedere!
Al banco si avvicinano da varie parti viandanti e pellegrini, formando un gruppo.
Merik con entrambe le mani tiene stretta la mano di Tichon col medaglione e in silenzio guarda il ritratto.
Pausa.
merik Che bella diavolessa! Una signora...
fedja Una signora... Che guance, che occhi... Slarga la mano, non si vede... I capelli le arrivano alla vita... Pare viva! E come se stesse per parlare...
Pausa.
merik Per un uomo debole questa è la prima rovina. Diventi suo schiavo e... (fa un gesto con la mano) per te è finita!
Si sente la voce di Kuz'ma: «Fermo!... Fermo, deficiente!» Entra Kuz'ma.
SCENA TERZA
Detti e Kuz'ma.
kuz'ma (entra) Se c'è una bettola sul cammino, devi entrarci un minutino. Accanto a tuo padre puoi passare di giorno e non te ne accorgi, ma una bettola anche al buio la vedi a cento verste di distanza. Fate largo, gente di fede! Ehi! (Batte con una moneta da cinque copechi sul banco) Un bicchiere di vero Madera! Svelto!
fedja Accidenti, che diavolo d'uomo!
tichon Tieni le mani a posto, se no mi rovesci qualcosa!
kuz'ma Dio ce le ha date per muoverle. Guardali lì, quegli smammolati, accidempolina! Si sono spaventati della pioggia, questi delicatini! (Beve).
efimovna Certo che ti spaventi, brav'uomo, se per strada ti sorprende una notte così. Adesso, grazie a Dio, è una pacchia, lungo le strade ci sono molti villaggi e casolari dove ci si può riparare dal maltempo, ma una volta era un vero e proprio inferno. Potevi fare anche cento verste senza vedere non dico un villaggio o un casolare, ma neppure un fuscello. E la notte la passavi per terra...
kuz'ma E' tanto, vecchia, che sei a questo mondo?
efimovna Settant'anni suonati, caro!
kuz'ma Settant'anni! Presto avrai l'età di Matusalemme. (Guarda fisso Borcov) Signore!
Borcov riconosce Kuz'ma e, confuso, si ritira in un angolo e si siede su una panca.
kuz'ma Semëën Sergeevic! È lei o non è lei? Eh? E come mai in questa bettola? È forse un posto per lei questo?
borcov Sta' zitto!
merik (a Kuz'ma) Chi è?
kuz'ma Un martire sciagurato. (Cammina su e giù nervosamente vicino al banco) Eh? In una bettola, roba da matti! Lacero! Ubriaco! Sono tutto sconvolto, fratelli... Davvero sconvolto... (Si rivolge a Merik a mezza voce) È il nostro signore... Il nostro proprietario, Semën Sergeevic Borcov... Visto in che stato? Non sembra neanche un uomo! Guarda un po'... a che cosa porta il bere... Versamene! (Beve) Io sono del suo villaggio, di Borcovka, forse ne avete sentito parlare, a duecento verste di qui, nel distretto di Ergov. Eravamo servi di suo padre... Che pena!
merik Era ricco?
kuz'ma Ricchissimo.
merik Ha fatto fuori l'eredità paterna?
kuz'ma No, è stato destino, amico mio... Era un gran signore, ricco, e non beveva... (A Tichon) L'avrai visto anche tu, quando passava in carrozza qui davanti per andare in città. Cavalli di razza, lesti, carrozza a molle, di gran classe! Cinque troike aveva, bello mio... Quattro o cinque anni fa, ricordo che prese il traghetto qui, a Mikiskino, e invece di cinque copechi lasciò un rublo. Non aveva tempo di aspettare il resto! Hai capito?
merik Vuol dire che è matto.
kuz'ma No, non si può dire che sia matto... Tutto è successo per la sua debolezza di carattere! Stava troppo bene! Ma la causa prima, ragazzi, fu una donna... S'innamorò quel disgraziato di una di città e si ficcò nella testa che più bella di lei non ci fosse nessuna al mondo... L'amore è cieco e dove regna amore, non si conosce errore. Era una ragazza di buona famiglia... Non che fosse una di facili costumi o roba del genere, ma semplicemente una fraschetta, tutta mossette e occhiatine. E non la smetteva di ridere! Cervello niente... Ai signori queste cose piacciono, per loro una così ha tanto spirito, per noi, invece, contadini, è una da sbattere fuori a pedate... Insomma, lui se ne innamora e buona notte sonatori! Cominciano a frequentarsi, questo e quello, inviti e incontri, eccetera... passeggiate notturne in barca, musica al pianoforte...
borcov Non raccontare, Kuzma. A che serve? Cosa gliene importa a loro della mia vita?
kuz'ma Scusi, signore, non ho detto niente di speciale... Quel che ho detto basta per loro. Parlo perché sono sconvolto... Veramente sconvolto! Versamene ancora! (Beve).
merik (a mezza voce) Ma lei lo amava?
kuz'ma (parla sottovoce, ma poi a poco a poco assume un tono normale) Come no? Non è uno da buttar via... Altro che non voler bene a uno che ha mille ettari e soldi a bizzeffe... Lui poi era una persona prestante, di alto rango e non beveva... a tutte le autorità stringeva la mano... così come faccio con te (prende la mano di Merik) «buongiorno, arrivederci, voglia favorire»... Dunque, una sera passo attraverso il giardino padronale... un giardino, caro mio, da misurare a chilometri... Me ne vado tranquillo e li vedo seduti su una panchina che si baciano. (Imita lo schiocco d'un bacio) Lui le da un bacio, lei, quella vipera, due... Lui le prende la manina, e lei, tutta ardore, gli si stringe addosso, quella maledetta... Ti amo, Senja, gli fa... E Senja, come un fessacchiotto, corre da un posto all'altro e, debole di carattere com'è, va in brodo di giuggiole... Semina soldi a destra e a manca... A me ne ha dati da comprare un cavallo. Pazzo di gioia, condonò tutti i debiti...
borcov Ah... Perché lo racconti? Questa gente non ha cuore... Non vedi che soffro?
kuz'ma Non ho detto niente di speciale, signore! Me lo chiedono! Perché non raccontare un pochino? Va bene, va bene, non lo farò, se s'arrabbia... Non lo farò! Cosa vuole che me ne importi di questi qui?
Si sentono i sonagli della vettura di posta.
fedja Non gridare, parla piano...
kuz'ma Parlo già piano... Se lui non vuole, niente da fare... E da raccontare poi, non c'è più niente. Si sposarono, tutto qua... Altro non c'è stato. Versamene ancora un altro, che non bado a spese! (Beve) Non mi va quando si beve troppo! Proprio quando i signori, dopo le nozze, stavano per andare a tavola, lei se la scappò via in carrozza... (Sussurrando) Filò in città da un avvocato, suo amante... Forte, no? Proprio nel momento buono! Ammazzarla sarebbe poco!
merik (pensoso) Già... E poi?
kuz'ma Lui perse la testa... Come vedi, cominciò ad alzare il gomito e poi è diventato una spugna... Una spugna che non s'asciuga mai. E lui le vuole ancora bene... E come le vuole bene! Adesso starà andando a piedi in città per vederla almeno un istante... Uno sguardo e dietrofront...
La vettura postale si ferma alla bettola. Il postiglione entra e beve.
tichon Oggi il postale è in ritardo!
Il postiglione in silenzio paga e se ne va. La vettura riparte fra un tintinnio di sonagli.
una voce da un angolo Con un tempo simile rapinare il postale è uno scherzo.
merik Sono trentacinque anni che sto al mondo e non ho mai rapinato un postale. (Pausa). Ormai se n'è andato, è tardi... È tardi...
kuz'ma Hai voglia di finire in galera?
merik C'è gente che fa rapine e non finisce in galera. Poi se anche si finisce in galera? (Bruscamente) Continua!
kuz'ma Parli di quel disgraziato?
merik E di chi altro vuoi che parli?
kuz'ma L'altra causa della sua rovina, fratelli, fu il cognato, il marito di sua sorella... Gli venne la bell'idea di farsi garante per il cognato presso una banca... Per trentamila rubli... Al cognato piaceva intascare... è un furbo di tre cotte che fa i propri interessi e ha il cuore col pelo... I soldi se li prese, e chi si è visto si è visto... così il nostro signore sborsò trentamila tondi tondi. (Sospira) Quando uno è sciocco, paga per la sua sciocchezza. La moglie fece figli con l'avvocato e il cognato si comprò una tenuta vicino a Poltava, mentre il nostro gira per le bettole come un balordo e con noialtri si lamenta: «Ho perso la fiducia, amici! Non credo pili in nessuno adesso!» Debolezza di carattere! Ognuno ha un cruccio che come un serpente gli morde il cuore. E per questo dovrebbe allora bere? Prendiamo ad esempio il nostro capoccia. Sua moglie si porta in casa il maestro in pieno giorno e i soldi del marito li spende in liquori, eppure il capoccia non fa una piega e sfodera certi sorrisetti... Si è solo smagrito un po'...
tichon (sospira) Non a tutti Dio ha dato la stessa forza!...
kuz'ma La forza è diversa, è vero... Quanto devo? (Paga) Prendi questi soldi sudati! Addio, ragazzi! Buona notte e sogni d'oro! Scappo, è tardi... Porto dall'ospedale la levatrice per una signora... L'ho fatta già aspettare troppo, quella poveretta, sarà tutta bagnata... (Corre via).
tichon (dopo una pausa) Ehi, tu! Come si chiama? Vieni qua a bere, disgraziato! (Gli versa da bere).
borcov (si avvicina incerto al banco e beve) Dunque adesso ti devo per due bicchieri.
tichon Ma che debito d'Egitto!... Bevi e basta! Peggio di così non ti può andare!
fedja Bevi, signore, offro anch'io! Ma si! (Getta sul banco una moneta da cinque copechi) Bere o non bere, si muore lo stesso! Senza vodka si sta bene, ma con la vodka, parola d'onore, si sta meglio! Quando si beve anche il dolore non è dolore... Forza!...
borcov Uuuuh !... Brucia !...
merik Dammi qua! (Prende il medaglione a Tichon e osserva il ritratto) Ehm! È scappata il giorno delle nozze... Bel tipo!
una voce da un angolo Versagli un bicchierino, Tichon. Voglio offrire anch'io.
merik (scaglia con forza il medaglione per terra) Maledetta! (Torna in fretta al suo posto e si corica con la faccia rivolta alla parete).
Animazione.
borcov Ma cosa fai? (Raccatta il medaglione) Come osi, canaglia? Che diritto hai? (Con voce piagnucolosa) Vuoi che t'ammazzi? Sì? Bifolco! Ignorante!
tichon Non arrabbiarti, signore... Non è di vetro... non s'è rotto... Bevi ancora e poi si va a dormire... (Versa da bere) Mi avete fatto perdere la testa con le vostre chiacchiere e da un pezzo è ora di chiudere. (Va a chiudere la porta esterna).
borcov (beve) Come osa, quello lì? Che imbecilli! (A Merik) Hai capito? Tu sei un asino e un imbecille!
savva Ragazzi, egregi! Mettete il sigillo alle labbra! A che giova tanto fracasso? Lasciate dormire la gente!
tichon A letto, a letto!... Smettetela! (Va dietro il banco e chiude a chiave il cassetto con l'incasso) È ora di dormire!
fedja È ora! (Si corica) Buona notte, fratelli!
merik (Si alza e stende sulla panca il suo pellicciotto ) Vieni qui a dormire, signore!
tichon E tu dove ti metti?
merik Dove capita... Anche per terra... (Stende per terra il pastrano) Per me è lo stesso. (Depone accanto a sé la scure) Per lui dormire per terra è dura... È abituato alla seta e al morbido...
tichon (a Borcov) Coricati, vossignoria! Smetti di guardare il ritratto! (Spegne la candela) Lasciala perdere!
borcov (vacillando) Dove mi metto?
tichon Al posto del vagabondo! Non hai sentito che ti lascia il suo posto?
borcov (si avvicina al posto che gli è stato ceduto) Io, come dire... mi sono ubriacato... Ma come? Mi devo mettere qui? Va bene?
tichon Sì, sì, non aver paura, coricati... (Si stende sul banco).
borcov (si corica) Io... sono ubriaco... Tutto attorno gira... (Apre il medaglione) Non hai una candela? (Pausa). Maša, sei un fenomeno!... Mi guardi dalla cornice e ridi... (Ride) Sono ubriaco! Non è bello ridere di un ubriaco. Non farci caso, come dice Sčastlivcev1, e... ama un ubriacone.
fedja Che ventaccio! Terribile!
borcov (ride) Come sei!... Perché giri attorno così? Non riesco a prenderti!
merik in delirio. Non riesce a staccarsi dal ritratto. (Ride) Bel pasticcio! La gente istruita ha inventato ogni sorta di macchine e di medicine, ma non c'è ancora stata una persona intelligente che abbia trovato una medicina contro il sesso femminile... Cercano il modo di curare tutte le malattie, ma non vogliono mettersi in testa che la gente va in rovina più per colpa delle donne che delle malattie... Sono furbe, interessate, crudeli, senza cervello... La suocera non lascia in pace la nuora, la nuora s'ingegna di abbindolare il marito... E così all'infinito!...
tichon Avrà avuto guai dalle donne, e per questo ha il dente avvelenato!
merik Non sono l'unico... Da che mondo è mondo gli uomini piangono... Non per niente e non a caso nelle favole e nelle canzoni il diavolo e la donna sono la stessa cosa... Non per niente! C'è del vero in questo... (Pausa). Quel signore combina sciocchezze, ma anch'io sono diventato un vagabondo e ho lasciato la famiglia perché sono uno scervellato!
fedja Donne?
merik Proprio come quel signore... Ero come incantato e, da vero scemo, mettevo in mostra la mia felicità... Giorno e notte bruciavo di passione, ma venne il momento e aprii gli occhi... Non era amore, ma soltanto inganno...
fedja Che cosa le hai fatto?
merik Non sono affari tuoi... (Pausa). Credi che l'abbia ammazzata? Neanche per sogno! Non solo non uccidi, ma provi pietà... Vivi e... buona fortuna! Purché i miei occhi non ti vedano più e io possa dimenticarti, vipera maledetta!
Bussano alla porta.
tichon Chi diavolo sarà?... Chi è là? (Bussano). Chi bussa? (Si alza e si avvicina alla porta) Chi bussa? Vattene, è chiuso!
una voce fuori della porta Facci entrare, Tichon, fa' il favore! Si è rotta una molla della carrozza! Aiutaci, sii buono! Basta legarla con una corda e poi con l'aiuto di Dio arriveremo a destinazione...
tichon Chi c'è in carrozza?
una voce fuori della porta È una signora che dalla città va a Varsonof'evo... Mancano solo cinque verste! Aiutaci, fa' il favore!
tichon Va' a dire alla signora che se mi dà dieci rubli ci sarà la corda e aggiusteremo la molla...
una voce fuori della porta Ma che, sei impazzito? Dieci rubli! Sei un vampiro! Ti ingrassi sulle disgrazie altrui!
tichon Come credi... Se non vuoi, è affar tuo...
una voce fuori della porta Ma sì, va bene, aspetta. (Pausa). La signora ha detto che è d'accordo.
tichon Prego! (Apre la porta e fa entrare il cocchiere).
SCENA QUARTA
Detti e il cocchiere.
cocchiere Salve, cristiani! Fuori la corda! Svelto! Ragazzi, chi viene a darmi una mano? Ci sarà una mancia.
tichon Ma che mancia e mancia... Lasciali dormire, ce la faremo noi due.
cocchiere Uffa! Non ne posso più! Ho freddo, sono tutto coperto di fango, bagnato fradicio... Ah, dimenticavo... Non avresti una stanzetta per la signora, che ha freddo? La carrozza si è inclinata su un fianco e starci dentro è impossibile...
tichon Vorrebbe anche una stanza, quella? Venga qui a scaldarsi, se ha bisogno... Troveremo un posto. (Si avvicina a Borcov e libera un posto accanto a lui) Alzatevi! Alzatevi! State un'oretta per terra intanto che la signora si scalda! (A Borcov) Alzati un momento, vossignoria! Mettiti a sedere! (Borcov si solleva). Ecco il posto.
Il cocchiere esce.
fedja Ci mancava anche un'ospite, maledizione! Adesso fino all'alba non si dorme!
tichon Peccato che non ho chiesto quindici rubli... Me li avrebbe dati... (Si ferma davanti alla porta in attesa) E voialtri metteteci un po' di delicatezza... Non dite parolacce...
Entra Mar'ja Egorovna, seguita dal cocchiere.
SCENA QUINTA
Detti, Mar'ja Egorovna e il cocchiere.
tichon (s'inchina) Favorisca, eccellenza! Viviamo da poveretti, tra gli scarafaggi. Non disdegni la nostra casa!
mar'ja egorovna Non vedo niente... Dove mi metto?
tichon Venga qui, eccellenza! (L'accompagna al posto accanto a Borcov) Venga qui, prego! (Soffia sulla panca) Camere singole, mi spiace, non ne ho, ma lei, signora, non si preoccupi: è brava gente, tranquilla...
mar'ja egorovna (si siede accanto a Borcov) Qui si soffoca! Apra almeno la porta!
tichon Subito, signora! (Corre e spalanca la porta).
merik La gente ha freddo e loro spalancano la porta! (Si alza e chiude energicamente la porta) Ma chi si crede di essere, questa? (Si corica).
tichon Scusi, eccellenza, è un povero scemo... gli manca una rotella... Ma non abbia paura, non farà del male... Però, scusi, signora, per dieci rubli non accetto... facciamo quindici, se non le dispiace.
mar'ja egorovna Va bene, ma faccia presto.
tichon Subito... In un attimo sarà fatto... (Tira fuori da sotto il banco una corda) Subito...
Pausa.
borcov (getta uno sguardo a Mar'ja Egorovna) Marie, Maša...
mar'ja egorovna (guardando Borcov) Che c'è ancora?
borcov Marie... Sei tu? Da dove vieni?
Mar'ja Egorovna, riconosciuto Borcov, manda un grido e balza in mezzo alla bettola.
borcov (la segue) Marie, sono io... Io... (Ride) Mia moglie! Marie! Ma dove sono? Fate luce!
mar'ja egorovna Vada via! È una menzogna, non è lei! È impossibile! (Si copre il volto con le mani) È una menzogna, un'assurdità!
borcov La voce, i gesti... Marie, sono io! Smetto subito... di essere ubriaco... Mi gira la testa... Dio mio! Aspetta, aspetta... non capisco niente... (Grida) Mia moglie! (Cade ai suoi piedi e singhiozza).
Intorno ai coniugi si forma un gruppo.
mar'ja egorovna Vada via! (Al cocchiere) Denis, partiamo! Non posso più restare qui!
merik (balza in piedi e la guarda fisso in viso) Il ritratto! (L'afferra per una mano) È proprio lei! Ehi, gente! È la moglie del signore!
mar'ja egorovna Vattene, bifolco! (Cerca di svincolare la mano) Denis, perché stai a guardare? (Denis e Tichon corrono verso di lei e afferrano Merik sotto le ascelle). È un covo di briganti, questo! Lascia la mano! Non ho paura io!... Vada via!
merik Aspetta, adesso ti lascio andare... Lascia che dica soltanto una parola... Una parola sola perché tu capisca... Aspetta. (Gira il capo verso Tichon e Denis) Via, canaglie, lasciatemi! Non la mollo finché non avrò detto la mia! Aspetta... dunque. (Si batte un pugno sulla fronte) No, Dio non mi ha dato il lume dell'intelletto! Non riesco a trovare la parola che vorrei dirti!
mar'ja egorovna (si libera la mano) Vattene!... Ubriaconi... Andiamo, Denis! (Fa per avviarsi alla porta).
merik (le sbarra la strada) Guardalo almeno una volta! Digli almeno una parola buona! Te ne prego in nome di Dio!
mar'ja egorovna Toglietemi di torno questo... pazzo.
merik Allora per te è finita, maledetta! (Solleva la scure sopra la testa).
Grande scompiglio. Tutti, spaventati, balzano in piedi facendo baccano e gridando di orrore. Savva si frappone tra Merik e Mar'ja Egorovna... Denis con forza spinge da un lato Merik e porta la sua padrona fuori dalla bettola. Tutti restano come impietriti. Una pausa prolungata.
borcov (fa dei gesti come se cercasse di afferrare qualcuno) Marie... Dove sei, Marie?
nazarovna Dio mio, Dio mio... Mi avete spezzato il cuore... assassini! Che notte maledetta!
merik (abbassando la mano con la scure) L'ho ammazzata o no?
tichon Ringrazia Iddio, l'hai scampata bella...
merik Non l'ho ammazzata, allora... (Vacillando si avvia verso il suo giaciglio) La sorte non ha voluto che ad ucciderla fosse una scure rubata... (Cade sul suo giaciglio e singhiozza) Che angoscia! Che angoscia maligna! Abbiate pietà di me, cristiani!
Sipario.
1 [Modo russo di fare gli scongiuri]
1 [Personaggio del dramma La foresta di A. Ostrovskij]