Don DeLillo VALPARAISO
(Per un banale equivoco, un normalissimo medico si trasforma nell'oggetto di una morbosa curiosità mediatica. Davanti a radio e televisioni scatenate, la sua vita diventa di pubblico dominio e, a poco a poco, diventa «fiction».
Il sensazionalismo cinico dei grandi network e la loro sofisticata superficialità sono al centro di questa commedia surreale, amara e tragicamente ironica, con cui DeLillo continua il suo grande racconto dell' America.
Traduzione di Alessandra Serra.)
Personaggi
Michel Majeski
Livia Majeski
Delfina Treadwell
Teddy Hodell
Intervistatore 1
Intervistatore 2
Intervistatore 3
Intervistatrice 1
Intervistatrice 2
ATTO PRIMO
La scena.
Un grande spazio sgombro, i muri nudi salvo un lato del fondoscena dove c'è un monoblocco con un' apparecchiatura televisiva al completo. In alcune scene, parte di questo spazio servirà da ufficio o da studio televisivo in cui si svolgeranno le interviste.
SCENA PRIMA
Il soggiorno è in penombra. Livia è su una cyclette, rivolta al pubblico. Il suo sguardo fissa il centro del palcoscenico, pedala a ritmo regolare.
Le luci si dissolvono lentamente.
Sul video scorrono una serie di immagini da definire:potrebbero essere le stesse del finale
Buio.
SCENA SECONDA
Quando si alzano le luci, Michael Majeski, è seduto a destra del palcoscenico accanto a un intervistatore.
INTERVISTATORE 1 Cosa?
MICHAEL Non ho parlato.
INTERVISTATORE 1 Ho parlato io. Ho detto, cosa. Poi cos'è successo?
MICHAEL Poi cos'è successo. Non è facile a dirsi.
INTERVISTATORE 1 Una volta che si è reso conto. Deve essersi sentito.
MICHAEL Come?
INTERVISTATORE 1 Non so.
MICHAEL Fuori posto, Suppongo. Sbandato. Disorientato. Spaesato.
INTERVISTATORE 1 E già. Infatti si trovava in un altro paese.
MICHAEL E non solo fisicamente. In tutti i sensi. Mi sentivo come un altro in un altro posto. Cercherò di essere il più chiaro possibile.
INTERVISTATORE 1 Vada avanti.
MICHAEL È stato davvero uno shock.
INTERVISTATORE 1 Stiamo registrando.
MICHAEL Mi sentivo come disgregato e profondamente scisso.
INTERVISTATORE 1 Da cosa?
MICHAEL Da tutto. Fisicamente stavo bene, mi sentivo bene. Ma ero come tagliato fuori da tutto ciò che mi circondava. Anche da me stesso.
INTERVISTATORE 1 Come se?
MICHAEL Come se qualcuno avesse preso il mio posto, uno con la stessa taglia e lo stesso numero di scarpe ma che con me non avesse assolutamente niente a che fare. Non sapevo bene come reagire. E mi sono chiesto, che cosa succede?
INTERVISTATORE 1 Dove sono?
MICHAEL Chi sono?
INTERVISTATORE 1 Come ci sono arrivato qui?
MICHAEL Dove sto andando?
INTERVISTATORE 1 C'è stato un momento in cui ha cominciato a percepire anche il lato comico di tutta la faccenda?
MICHAEL Non subito e nemmeno a metà.
INTERVISTATORE 1 Ma una volta che se ne è reso conto.
MICHAEL Quando me ne sono reso conto l'ho detto allo steward che lo ha comunicato al capo steward e dopo un po' tutti i passeggeri non parlavano d'altro.
INTERVISTATORE 1 Sia più preciso.
MICHAEL Mi sono reso conto che i passeggeri si scambiavano battute, risatine, occhiate... alla fine mi guardavano tutti.
INTERVISTATORE 1 Ci racconti.
MICHAEL In un primo momento erano tutti un po' imbarazzati per me, però anche molto solidali, e divertiti, affascinati dalla storia. Si sedevano accanto a me per chiedermi come erano andate le cose. Io tentavo di ricostruire la dinamica, di capire assieme a loro, nel miglior modo possibile, passo dopo passo, quali erano stati gli errori. Vuole che la racconti anche a lei?
INTERVISTATORE 1 No, non c'è tempo.
MICHAEL Sentivo ripetere e ripetere tutti i dettagli, i contrattempi, i malintesi, in due lingue. Tutta la sequela. E l'originalità.
INTERVISTATORE 1 L'originalità?
MICHAEL L'originalità. Si. L'iter. Il susseguirsi delle circostanze e delle casualità. Tutta quella serie di combinazioni che si sono dovute verificare perché io potessi compiere quell'incredibile equivoco.
INTERVISTATORE 1 Credo che basti cosi. (L'intervistatore spegne il registratore).
MICHAEL Come?
INTERVISTATORE 1 Credo che basti cosi.
MICHAEL Se vuole degli sviluppi o dei chiarimenti.
INTERVISTATORE 1 Credo che basti cosi. Poi ci penso io a riempire i buchi con qualche rumore d'ambiente.
MICHAEL Se le dovessero venire in mente altre domande.
INTERVISTATORE 1 Credo che basti cosi. Ho tutto quello che mi serve.
MICHAEL Le do un paio di numeri di telefono. Quello di casa. Quello di qui. E anche il mio numero diretto. E comunque, se non ci sono, c'è sempre la mia segretaria.
INTERVISTATORE 1 Ho tutto quello che mi serve. Mi ripeta di nuovo il suo nome.
SCENA TERZA
Il soggiorno. Livia sulla cyclette che pedala, è di schiena, guarda la televisione che si trova nello spazio riservato alla stampa, in fondoscena. Guarda un primo piano di Michael, a tutto schermo, le labbra che si muovono senza audio. Allora Livia si piega per prendere il telecomando fissato alla caviglia con del velcro a mo' di pistola. Punta il televisore premendo un tasto. Sentiamo le voci di Michael e della intervistatrice. In video, questa parte
INTERVISTATRICE 1 Ma prima ha raggiunto l'uscita ed è salito sull'aereo. Poi?
MICHAEL Poi. Poi l'aereo è decollato e ha preso quota.
INTERVISTATRICE 1 Allora l'aereo è in quota, lei sta mangiando un tramezzino che le hanno portato sul vassoio. Racconti. Parli. Ancora nessun dubbio, nessun sospetto che ci fosse qualcosa che non andava.
MICHAEL No, solo quella sensazione un po' sgradevole che si prova sempre quando ci si stacca da terra.
INTERVISTATRICE 1 Perciò se ne stava seduto comodo in poltrona certo della sua destinazione.
MICHAEL Avevamo decollato. Eravamo in volo. Si, grosso modo.
INTERVISTATRICE 1 I meccanismi che rullano, decollano e sbuffano. Ci parli di quell'atmosfera. Di quella pulsazione tecnologica incombente e agghiacciante.
Le luci si dissolvono sul soggiorno.
Le luci si alzano, a sinistra, sullo spazio riservato alle interviste. Michael è seduto su una sedia. L'intervistatrice è davanti a lui.
MICHAEL Dovevo sostituire un collega all'ospedale. Non ci ero mai stato prima.
INTERVISTATRICE 1 Torniamo indietro, per gli spettatori. Il caffè è sul fuoco.
MICHAEL Il giornale sul tavolo.
INTERVISTATRICE 1 La radio accesa, le prime notizie dal mondo. Livia dov'è?
MICHAEL È sulla cyclette, in soggiorno, che guarda la Tv.
INTERVISTATRICE 1 Lei ascolta le notizie alla radio e legge il giornale. Livia guarda le notizie in Tv.
MICHAEL Non ci sfugge mai niente.
INTERVISTATRICE 1 Non guardi me, guardi verso la telecamera.
MICHAEL Dovevo sostituire un collega affetto da un morbo rarissimo.
INTERVISTATRICE 1 Si, ma adesso è ancora a tavola, le uova fritte sono davanti a lei.
MICHAEL Poi esco di casa, entro nel taxi diretto all' aeroporto a prendere l'aereo che dovrebbe portarmi a Chicago dove mi aspetta un autista che mi accompagnerà a Valparaiso.
INTERVISTATRICE 1 Si pronuncia cosi?
MICHAEL Nell'Indiana. A poche miglia di distanza. Non so come si pronuncia. Non ci sono mai stato prima. Lui è affetto da un morbo rarissimo che non è ancora stato classificato.
INTERVISTATRICE 1 Ma torniamo indietro, al mattino, quando ha aperto gli occhi.
MICHAEL Mi sono svegliato poco prima dell' alba.
INTERVISTATRICE 1 Ci dica esattamente quello che ha fatto.
MICHAEL Ricordo che mi sono allungato verso Livia che era tutta spalmata sul letto.
INTERVISTATRICE 1 Usi il presente, per favore.
MICHAEL E sinuosa, sognante, sgualcita.
INTERVISTATRICE 1 Indossa il pigiama? O la classica camicia da notte? Vogliamo saperlo. O una maglietta extra large? Cosa c'è scritto sulla maglietta? Ci racconti tutto ciò che ricorda di aver visto. O magari è nuda, avvolta solo dalle lenzuola, e risponde languidamente alle sue carezze. Ci racconti tutto, non tralasci niente. O era smaniosa e vogliosa. Quel clima mattutino, i corpi caldi caldi, le lenzuola stropicciate. .
MICHAEL Livia è calda e morbida.
INTERVISTATRICE 1 E lei invece com'è? Caldo e duro?
Le luci si dissolvono sullo spazio e si alzano sul soggiorno. Livia è sulla cyclette che guarda la Tv, segue il ritmo dell'intervista pedalando ora lenta ora spedita. Ancora in video, in contemporanea con il live
MICHAEL Ci guardavamo a malapena, era troppo presto per guardarci. Capirà che sono io? Baci caldi e appiccicosi...baci da sonno, un po' anonimi e impastati. Pochi. Quasi nessuno. Anzi nemmeno uno. Nemmeno un misero bacio. Ma non siamo qui per i baci.
INTERVISTATRICE 1 Usi il presente. E’ poco prima dell'alba.
MICHAEL Il corpo di Livia sospira e ansima. La mano si insinua ed esplora. Saprà che sono io? Le importa davvero?
INTERVISTATRICE 1 È sesso senza storia. È sesso senza amore.
MICHAEL Non ci diciamo le cose di sempre.
INTERVISTATRICE 1 Niente fruscio di nylon. Né sospiri vellutati. E’ sesso muto. E’ sesso pigro. Guardi verso la telecamera. Parli nel microfono.
MICHAEL Con la mia Livia bella ed esuberante...
INTERVISTATRICE 1 ... che le accarezza la coscia...
MICHAEL ... mi tocca sul vivo.
INTERVISTATRICE 1 ... e lei che le scivola dentro, lentamente.
Le luci si dissolvono sul soggiorno e si alzano sullo spalo interviste.
MICHAEL Si degnerà di aprire gli occhi, lo sa almeno che sono io?
INTERVISTATRICE 1 Qualeparte del mattino è?
MICHAEL La parte buia del mattino.
INTERVISTATRICE 1 Torniamo indietro, alla sera prima. Lei si versa da bere e pensa al viaggio di domani. Tutto sembra normale. Parli. Ci racconti, Michael. Abbiamo bisogno di sapere tutto.
SCENA QUARTA
II soggiorno, senza la cyclette.
Michael e l'intervistatore sono seduti sul sofà. Sono tutti e due piegati sul registratore che è appoggiato sul tavolo basso di fronte a loro. L'intervistatore traffica con l'apparecchio.
MICHAEL Quando uscirà sul giornale?
INTERVISTATORE 2 Due settimane al massimo. Abbiamo tempi brevi.
MICHAEL Quando comincia !'intervista vera e propria.
INTERVISTATORE 2 E già cominciata.
MICHAEL Si,ma quella ufficiale. Quella registrata.
INTERVISTATORE 2 Stiamo già registrando. Registriamo sempre tutto. Tutto fa parte dell'intervista.
MICHAEL Cioè vuol dire... che? Questa è già definitiva?
INTERVISTATORE 2 L'intervista era già definitiva quando parcheggiavo la macchina qui sotto. Era già definitiva quando mettevo in moto la macchina sotto casa mia. Era già definitiva quando lei saliva sull' aereo sbagliato che sarebbe andato nella direzione sbagliata. E prima ancora. Dipende tutto da lei, da dove vuol cominciare, quanto indietro vuol tornare. L'intervista era già definitiva quando suo padre decideva di scoparsi sua madre nel maggio di molti anni fa, in una notte tempestosa.
Pausa.
MICHAEL D'accordo. Capisco. .
INTERVISTATORE 2 Quante interviste ha fatto finora?
MICHAEL Sicuramente più di dieci. Le ho segnate sul diario, con tutti i dettagli.
INTERVISTATORE 2 Bene. VuoI dire che le farò le stesse domande che le hanno fatto tutti.
MICHAEL E vuole che, nel limite del possibile, io le risponda in maniera diversa. Ho capito. INTERVISTATORE 2 No, non ha capito.
MICHAEL Non vorrà mica le stesse identiche parole che ho usato con gli altri?
INTERVISTATORE 2 Sì.
MICHAEL Vuole che le risponda esattamente.
INTERVISTATORE 2 Voglio le stesse parole.
Pausa.
MICHAEL Penso di riuscirci. Penso che sia fattibile.
L'intervistatore smette di trafficare col registratore e lo mette al centro del tavolo.
INTERVISTATORE 2 Dica qualcosa.
MICHAEL Dovevo sostituire un collega affetto da un morbo raro. Ero all'uscita, stavo per imbarcarmi sul volo per Chicago. Su quello che credevofosse il volo per Chicago. II passeggero XY è pregato di presentarsi al check in. Un autista doveva venire a prendermi a Chicago per portarmi a Valparaiso, nell'Indiana. Che non so come si pronuncia. A poche miglia di distanza.
INTERVISTATORE 2 Più veloce.
MICHAEL Ma la signorina al banco aveva dato solo una rapida occhiata all'itinerario. Il biglietto era giusto. Ero regolarmente prenotato per Chicago.
INTERVISTATORE 2 Deve proprio dirmelo in tempo reale?
MICHAEL E successo in tempo reale.
INTERVISTATORE 2 Vada più veloce.
MICHAEL Al che lei mi fa, «Perché va a Chicago se sull'itinerario c'è scritto Miami?» E si mette a leggere i fogli che l'agenzia di viaggio aveva pinzato al biglietto.
INTERVISTATORE 2 E cosa c'era scritto?
MICHAEL Che dovevo andare a Valparaiso, in Florida e non a Valparaiso, nell'Indiana.
INTERVISTATORE 2 Bene. Perfetto. Vada avanti.
Entra Livia con del succo di frutta e dei panini su un vassoio, lo appoggia sul tavolo basso e si siede su una sedia accanto a loro.
MICHAEL Mi ero messo in tasca il biglietto con i fogli allegati ed ero uscito di casa. Il biglietto lo avevo guardato. L'itinerario, no. Andavo a sostituire un collega.
INTERVISTATORE 2 Perché non ha chiamato il suo ufficio dall' aeroporto?
MICHAEL Era troppo presto. Non c'era ancora nessuno. E non avevo il tempo di chiamare qualcuno che rintracciasse il paziente per capire di quale Valparaiso si trattava.
INTERVISTATORE 2 Che bel nome, davvero magico.
MICHAEL Valparaiso, si, è bello. Anche Indiana non è male.
LIVIA Si, insieme poi formano davvero una bellissima coppia. Mi fanno pensare a prati, colline e fattorie con cavalli. Un posto ideale per tirare su i bambini.
INTERVISTATORE 2 Voi avete bambini?
LIVIA Mi fanno anche venire in mente i pomeriggi d'estate,. torridi e immobili. I picnic sui prati. Si,abbiamo un ragazzo che va già a scuola. Vive con i nonni.
INTERVISTATORE 2 Perché non con i suoi genitori?
MICHAEL E’ solo per un breve periodo.
LIVIA Tornerà presto. Non state mangiando i miei panini.
INTERVISTATORE 2 Cosa fa quando non c'è suo marito?
LIVIA Pedalo. Pedalo come un diavolo. Ho un lato diabolico che solo Michael conosce.
INTERVISTATORE 2 E come si manifesta?
LIVIA Mi fa fare panini strani, per esempio. Mi fa buttare a capofitto nelle cose. Le cose io le sento, e ne divento schiava. La vita rende schiavi. Quando comincio una cosa non riesco più a smetterla. Sono pericolosa a me stessa. Michael invece è pericoloso agli altri.
INTERVISTATORE 2 Posso chiederle in che senso?
LIVIA Mi chieda ciò che vuole. E io le risponderò. Ho scoperto un nuovo livello di comunicazione dal fatidico viaggio di Michael.
INTERVISTATORE 2 Come e quando ha saputo di quell'avventura di suo marito?
LIVIA Per telefono, mi ha chiamato lui, la mattina dopo, prestissimo, ero già sulla cyclette e ho cominciato a ridere. Non riuscivo più a smettere.
INTERVISTATORE 2 Una risata liberatoria.
LIVIA Liberatoria si, ma ero anche stupita. Non riuscivo a crederci. E non smettevo più di ridere.
MICHAEL Mi chiamavano Miguel.
INTERVISTATORE 2 Dove, a Miami?
MICHAEL No, a Santiago.
INTERVISTATORE 2 Dopo. Andiamo per ordine, prima l'equivoco di Miami.
LIVIA La signorina le ha detto: «Perché va a Chicago se sull'itinerario c'è scritto Miami?»
MICHAEL Rimango senza parole. Sarà sbagliato il biglietto o l'itinerario? Non ho il tempo per scoprirlo. La. signorina cerca di aiutarmi. Se riesce ad arrivare all'imbarco in meno di mezzo secondo le fermo il volo per Miami. Oppure se vuole, con più calma, può imbarcarsi qui, sul volo per Chicago.
INTERVISTATORE 2 Mi racconti tutto dall'inizio alla fine.
MICHAEL Lei è lì che fissa lo schermo. Vede che c'è ancora un posto libero per Miami. Io invece sarei più propenso per Chicago.
INTERVISTATORE 2 Vada più veloce.
MICHAEL Mi ero addormentato pensandoa Chicago. Avevo fatto l'amore con mia moglie, poco prima dell' alba, pensando a Chicago.
INTERVISTATORE 2 Poi cos'è successo?
MICHAEL Mi metto a correre. Corro. Lei mi ferma il volo per Miami, io la guardo e corro verso l'ultima uscita. Una corsa senza senso che mi lascia senza fiato.
INTERVISTATORE 2 Più veloce.
MICHAEL Supero gente che si trascina valigie con le ruote, valigie sui carrelli. Navette cariche di persone, di valige strapiene e di bambini di tutte le razze.
LIVIA Nessuno mangia i miei panini.
MICHAEL Gente anonima che corre verso la propria vita.
INTERVISTATORE 2 Poi?
MICHAEL Sono in aereo, seduto al mio posto. Fisso il monitor, in alto, e guardo il decollo del mio aereo in diretta. Guardo fuori dal finestrino e vedo l'aereo che decolla anche li. Poi cosa. L'aereo decolla da tutte le parti, dentro e fuori. Un po' guardo il monitor e un po' la terra che si allontana.
INTERVISTATORE 2 Poi cosa?
MICHAEL Poi cosa.
INTERVISTATORE 2 Poi cosa?
SCENA QUINTA
Il soggiorno in penombra.
Michael rannicchiato su una sedia, è in attesa. Sta bevendo un whisky con ghiaccio. Davanti a lui, sul tavolo basso, c'è un telefono, lo fissa in attesa che squilli, respira affannosamente.
Il telefono suona. Michael risponde al primo squillo.
MICHAEL Si. Sono Michael Majeski. Pronto, Abc Australia? Si. Ho capito. Siamo in diretta. Che ora è li? No. Che ora è li? Si. Sto imparando lo spagnolo in cassetta. Si. Come se un altro si fosse insinuato, furtivamente, nel mio corpo per rubarmi la colazione che mi avevano appena portato sul vassoio. No. La circostanza non mi ha suggerito le solite cose. No. Si lava i denti col bicarbonato. Si. Quando ho visto le montagne coperte di neve. E’ lì che misono reso conto. Si. E’ lì che mi sono reso conto. No. E’ stato del tutto comico. E’ affetto da un morbo che non è ancora stato classificato.
No. Quando ho visto le montagne coperte di neve. Si. E’ lì che mi sono reso conto che ci doveva essere qualcosa di sbagliato, di molto sbagliato. No. Una volta mi ha fatto una sega in un taxi. Si. Mi hanno trattato bene, benissimo. Mi chiamavano Miguel.
SCENA SESTA
Il soggiorno.
Livia entra seguita da un regista/intervistatore e tecnici. Luci, suono e telecamera a mano.
LIVIA Facciamola li fuori, accanto all'acero che è l'emblema della pace, del riposo e della casa. INTERVISTATORE 3 Tutto ciò che è filmabile noi lo filmiamo.
LIVIA Allungato sulla chaise longue con i giornali della domenica sparsi qua e là.
INTERVISTATORE 3 Che gesticola con gli occhiali, se porta gli occhiali. Però, attenzione, non deve sembrare una scelta prémeditata. Dobbiamo come sorprenderlo nella sua oasi. Come se fosse l'ultimo selvaggio del Borneo.
LIVIA Tradotto nella nostra lingua?
INTERVISTATORE 3 Significa che vogliamo riprendere quel poco di autenticità che è rimasto.
LIVIA Centoquaranta interviste in quattro giorni e mezzo in tre città diverse. Non riuscirà a dire un' altra parola finché non si sarà fatto un paio d'ore di sonno.
La squadra segue Livia dovunque vada, registrando e filmando. Staccano solo un paio di volte per riprendere, a turno, l'intervistatore e se stessi.
INTERVISTATORE 3 L'ho visto in Tv, l'ho ascoltato alla radio, anche in auto. E abbiamo deciso di fare un bel lavoro con lui ma solo se accetta l'idea.
LIVIA Quale idea?
INTERVISTATORE 3 Un documentario. Un film-verità che si commenta da solo - okay - dove anche la lavorazione sarà il film. Tutto ciò che ci condurrà al film o che verrà fuori dal film, sarà il film. Compreso il film vero e proprio. Un film che, come dire? Che si consuma mentre si proietta.
LIVIA Con un protagonista.
INTERVISTATORE 3 Michael Majeski. Un film che racconta il vero viaggio. Il lungo viaggio in capo al mondo. E ciò che ha fatto da quando è tornato.
LIVIA (indicando la telecamera) Quella quanto costa?
INTERVISTATORE 3 Nelle mie mani non ha prezzo.
LIVIA Te la porti anche a letto?
INTERVISTATORE 3 Noi non andiamo mai a letto. Andiamo a letto? Non mi ricordo. Scopiamo? Ehi, qualcuno mi risponda.
LIVIA Cos'è questo progetto a lungo termine?
INTERVISTATORE 3 Filmiamo tutto quello che dice e tutto quello che fa. Di seguito, in un'unica sequenza. Non gli stacchiamo l'obiettivo di dosso finché non abbiamo finito le riprese. Lo riprendiamo anche alle due di notte, in una luce inclemente, quando si passa il filo interdentale tra i denti. Perché questo è il soggetto. Il nostro scopo. E lo spremiamo fino all'ultimo goccio. Di più, di meno, più veloce, più lento, più vero.
LIVIA E il progetto a breve termine?
INTERVISTATORE 3 Filmare qualche sequenza mentre dorme.
LIVIA Non gli darà fastidio?
INTERVISTATORE 3 Non se ne accorgerà nemmeno.
LIVIA Quando si sveglierà se ne accorgerà per forza.
INTERVISTATORE 3 Basta non dirglielo.
LIVIA Ma vedrà il film.
INTERVISTATORE 3 Peccato, troppo tardi.
LIVIA Il sonno ha qualcosa di tenero, di indifeso.
INTERVISTATORE 3 E’ proprio quello che gli serve. Quello che lo rende umano.
LIVIA Il sonno?
INTERVISTATORE 3 No, il film. Siamo abituati a filmare suicidi di massa su autostrade infuocate. Cosa vuoi che sia un uomo che dorme?
LIVIA E va bene. Cosa facciamo quando si sveglia?
INTERVISTATORE 3 E’ tutto materiale da filmare. Cos'ha di speciale quell'uomo? Chi è? Un fenomeno. Un businessman qualsiasi che si trasforma in un caso eccezionale. Cos'è? Una leggenda. E ora è a casa sua per un paio di giorni.
LIVIA A cercare di riflettere:
INTERVISTATORE 3 Ho intervistato molti delinquenti nelle loro pause di riflessione. Criminali del ceto medio e dal comportamento irreprensibile. Funziona così. Prima si fa il periodo di prigione, si fa crescere la barba, scrive il suo bravo libro, impara a rigirarsi gli occhiali tra le mani mentre parla, e poi passa il resto della vita nel suo studio tappezzato di libri, a concedere interviste che lo riscattino a chiunque gliele chieda.
LIVIA Michael non ha commesso nessun crimine. Michael è innocente.
Pausa.
INTERVISTATORE 3 Dov'è la stanza di tuo figlio?
LIVIA Accanto alla nostra.
INTERVISTATORE 3 Voglio riprendere qualche sequenza della stanza vuota del ragazzo.
LIVIA Okay. Ma perché?
INTERVISTATORE 3 Perché guarda... guardala tu stessa. E’ nuda e spettrale. E’ un po' come te su quella tua cyclette. Ah, e prima o poi, dovremmo definire il tuo ruolo che sta prendendo sempre più piede in questa vicenda.
LIVIA Mi sembra giusto.
INTERVISTATORE 3 Vediamoci in centro.
LIVIA Al più presto.
INTERVISTATORE 3 Prossima settimana.
LIVIA Okay.
INTERVISTATORE 3 D'accordo.
LIVIA A pranzo.
SCENA SETTIMA
Il soggiorno.
Un'intervistatrice è seduta per terra, a gambe incrociate, con un computer portatile sulle ginocchia. Michael entra parlando. Lei prende appunti, di tanto in tanto, durante tutta la scena.
MICHAEL Mi hanno già chiamato tre volte, oggi. Che gente triste, misera, fiacca, con una mentalità casi ristretta. E gliel'ho detto. Gli ho detto che non era più possibile; in fondo la giornata è fatta di un certo numero di ore. Ho bisogno anch'io di distrarmi. Di staccare.
INTERVISTATRICE 2 Con questo vuol dire.
MICHAEL Si.
INTERVISTATRICE 2 Che da adesso in poi rifiuta tutte le interviste.
MICHAEL No. Vuol dire che lascio il lavoro. Mi dimetto. È gente troppo cupa, troppo trasandata. Parlo troppo lentamente, troppo velocemente... mi dica.
INTERVISTATRICE 2 A che punto del volo ha cominciato a rendersi conto, me lo racconti.
MICHAEL Dopo parecchie ore di volo.
INTERVISTATRICE 2 Oddio. Quante?
MICHAEL lo non sapevo quanto ci volesse da Miami, in Florida a Valparaiso, in Florida.
INTERVISTATRICE 2 E così si è detto, ma dove sarà questo posto?
MICHAEL Non ne ho idea.
INTERVISTATRICE 2 Poco fuori Miami?
MICHAEL Non lo so.
INTERVISTATRICE 2 Forse dovrei alzarmi e chiederlo a qualcuno ?
MICHAEL Ed è proprio quello che ho fatto.
INTERVISTATRICE 2 Magari c'è un passeggero che lo sa.
MICHAEL E invece nessuno aveva mai sentito parlare di Valparaiso, in Florida. Tutti avevano solo sentito parlare di Valparaiso, nell'Indiana.
INTERVISTATRICE 2 Che magnifico nome.
MICHAEL Anche Indiana non è male.
INTERVISTATRICE 2 Se è per questo anche Florida.
MICHAEL Di dove sei?
INTERVISTATRICE 2 Indovina?
MICHAEL Vediamo un po' .
INTERVISTATRICE 2 Ci provano tutti.
MICHAEL No, non credo di riuscirci.
INTERVISTATRICE 2 Non ci riesce mai nessuno.
MICHAEL Ma ora vivi qui.
INTERVISTATRICE 2 Chi lo sa? E poi che importa?
MICHAEL Sei fidanzata?
INTERVISTATRICE 2 Non mi piace quella parola.
MICHAEL Stai con qualcuno?
INTERVISTATRICE 2 Detesto quella parola. Per favore. Anzi detesto tutte le parole di quella frase. Mi sento subito in imbarazzo - altro termine che detesto - quando mi trovo a casa di gente che non conosco a parlare di cose così personali.
MICHAEL Non hai detto ancora niente.
INTERVISTATRICE 2 E cosa dovrei dire? Che la mia vita è così normale che faccio perfino fatica a riconoscermi allo specchio.
MICHAEL Una volta mi sentivo casi anch'io.
INTERVISTATRICE 2 E cosa dovrei dire? Che chiamare «vita» la mia vita è già di per sé un'esagerazione.
MICHAEL Una volta mi sentivo casi anch'io.
INTERVISTATRICE 2 Allora mi capisci. E come a certa gente basti dire «la mia vita» e già sappiamo di trovarci di fronte a un'impresa formidabile.
MICHAEL Con i titoli sempre in rialzo.
INTERVISTATRICE 2 Anche quando la Borsa sta crollando.
MICHAEL Come li invidiavo.
INTERVISTATRICE 2 Allora mi capisci. Per me è sempre stato un mistero come certa gente riesca ad avere una vita cosi dinamica. Ionon faccio altro che intervistare. Entrano uomini, forti, uomini tutto d'un pezzo. La mia vita è inesistente in confronto alla loro. Oppure donne con i capelli folti, lo smalto sulle unghie che mi guardano come se non ci fossi e che non si ricordano mai il mio nome. Non danno peso alle mie domande. Donne in biancheria da battaglia. Aprono bocca e sgorgano parole.
MICHAEL E tu le trascrivi.
INTERVISTATRICE 2 E c'è anche gente che le legge.
MICHAEL Che tipo di biancheria?
INTERVISTATRICE 2 Nera e provocante. Si intuisce sotto i vestiti. Prepotente.
MICHAEL E poi?
INTERVISTATRICE 2 Da donne in carriera. Aprono bocca.
MICHAEL E gli uomini. Cosa?
INTERVISTATRICE 2 E sgorgano parole.
MICHAEL Un uomo e una donna tra quattro mura.
INTERVISTATRICE 2 Lui mi siede davanti, è cosi concreto. Io mi chiedo, chissà cosa pensa di me. E cosa succederebbe se io smettessi di fargli domande e lui smettesse di rispondermi. E’ tutto sempre cosi implicito, non trovi?
MICHAEL Vuoi dire che le cose più importanti sono implicite nei momenti meno significativi.
INTERVISTATRICE 2 Cioè che i fatti personali.
MICHAEL Nei momenti più impersonali.
INTERVISTATRICE 2 E mi chiedo chissà cosa sta pensando in quella sua testa di maschio. E cosa succederebbe se smettessimo di parlare.
Smettono di parlare.
MICHAEL E poi?
INTERVISTATRICE 2 Vedo la situazione per quella che è. Gli leggo il primo debole segnale di indifferenza negli occhi.Occhi da intervista. Occhi spenti, sfuggenti. Senti un po' . Perché continuiamo a parlare dei nostri fallimenti ?
MICHAEL Una volta facevo cosi anch'io.
INTERVISTATRICE 2 Allora mi capisci. Conosci quella sottile tristezza di quando esci dalla porta. La luna che fluttua sul fiume. E io che mi sento disorientata e confusa.
MICHAEL Anch'io. E finalmente qualcuno mi dice che Valparaiso si trova al confine con la Florida. Proprio sopra al Golfo.
INTERVISTATRICE 2 Il che vuoI dire che devi prendere un altro aereo.
MICHAEL Si, otto ore e mezza dopo.
INTERVISTATRICE 2 Questo quando quell'aereo stava atterrando. Ma prima. Posso chiedertelo? Per mia curiosità personale.
MICHAEL Chiedimi tutto quello che vuoi. E scrivi quello che vuoi. Mia moglie è riuscita a bruciarmi con una sigaretta di plastica.
INTERVISTATRICE 2 Questo non lo scrivo.
MICHAEL Sostiene di essere pericolosa solo a se stessa e poi mi brucia con una sigaretta di plastica. Fuma sigarette di plastica. Fuma sigarette omeopatiche. E’ schiava di tutto ciò che si mette in bocca.
INTERVISTATRICE 2 Pensavo fossero innocue le sigarette di plastica. Che si masticassero o si succhiassero.
MICHAEL Lei prima le accende e poi le succhia.
INTERVISTATRICE 2 Stavate litigando sul fumo quando ti ha bruciato?
MICHAEL No, sul chewing gum. Quello alla nicotina. Lo mastica tutto il giorno. Le avevo detto, leggi le istruzioni.
INTERVISTATRICE 2 Livia, leggi le istruzioni, ti prego.
MICHAEL Questo prodotto contiene nicotina e può causare danni al feto se somministrato a una donna incinta.
INTERVISTATRICE 2 Scusami. Non posso fare a meno di chiedertelo. E incinta?
MICHAEL Non lo so, non me lo vuole dire.
INTERVISTATRICE 2 Livia, ti prego, voglio saperlo.
MICHAEL Noi uomini siamo sempre gli ultimi a saperlo.
INTERVISTATRICE 2 Vuoi che smetta di prendere appunti?
MICHAEL No continua pure. Fai anche delle foto, se vuoi. Le donne non ce lo dicono mai subito, ce lo tengono nascosto. È uno dei mille segreti uterini. Hai già intervistato mia moglie?
INTERVISTATRICE 2 No.
MICHAEL Prova a intervistarle l'utero. È li che si trovano tutti gli intrecci. Parla con i suoi capezzoli. I suoi capezzoli captano i segnali dai satelliti. Ti riveleranno informazioni preziose. Parla col suo clitoride. Preparati le domande in anticipo. Quel clitoride con me non parla sempre. Ma con te parlerà, vedrai. Parla in codice. Parla le lingue.
INTERVISTATRICE 2 Credo che questo non faccia parte della varietà delle mie prestazioni.
MICHAEL A volte la varietà può essere molto eccitante. Abbiamo decollato. Eravamo in volo.
INTERVISTATRICE 2 E otto ore e mezzo dopo.
MICHAEL Siamo atterrati. Le stagioni erano capovolte.
INTERVISTATRICE 2 A Valparaiso. In Cile.
MICHAEL A Santiago del Cile. Poi mi hanno fatto salire su un elicottero diretto a Valparaiso. Unporto di mare. Fondato nel 1536. Sto imparando lo spagnolo in cassetta.
INTERVISTATRICE 2 Ma prima. Per la cronaca. Dopo l'atterraggio a Miami. Quando pensavi ancora di essere diretto a Valparaiso, in Florida. Come mai ti hanno fatto salire, anche se per sbaglio, su un volo internazionale senza passaporto?
MICHAEL Ce l'avevo il passaporto. Ce l'avevo il passaporto.
INTERVISTATRICE 2 Scusami, ma come mai ti eri portato il passaporto se pensavi di andare a Valparaiso, nell'Indiana?
MICHAEL Era il mio documento. Lo sai: ne chiedono sempre due per la sicurezza. Assieme alla carta d'identità.
INTERVISTATRICE 2 Non ce l'hai la patente?
MICHAEL No. Me l'hanno tolta.
INTERVISTATRICE 2 Non ti chiedo perché.
MICHAEL Te lo dico io perché.
INTERVISTATRICE 2 Sono venuta in casa di gente che non conosco a fare un'intervista demenziale e totalmente banale. Questo è il mio unico compito.
MICHAEL Ero al volante di un' auto, il mio tasso alcolico era a dir poco pazzesco. Ero in uno stato tale che qualunque uomo con un po' di buon senso e che avesse voluto continuare a vivere... o un papà come si deve, che fa il bravo e non beve.
INTERVISTATRICE 2 Questo non lo scrivo.
MICHAEL Ma ora sono qui giù con le stagioni capovolte. Mi hanno anche ripreso mentre dormivo.
INTERVISTATRICE 2 Non ti ha dato fastidio?
MICHAEL No, mi sono svegliato molto riposato.
INTERVISTATRICE 2 E prima. Scusa se te lo chiedo. Per mia curiosità personale.
MICHAEL Vuoi sapere come sono riuscito a...
INTERVISTATRICE 2 Si.
MICHAEL ... migliorare così la qualità della mia vita.
INTERVISTATRICE 2 Si.
MICHAEL A renderla così serena e cosi intensa. Come ho fatto a percepire tutte le sfumature cui hai accennato. Le velate sfumature. Come faccio a distinguere quella particolare luminosità della pelle della tua mano.
INTERVISTATRICE 2 Di che colore la vedi?
MICHAEL Color carne.
INTERVISTATRICE 2 Oddio. E cos' altro?
MICHAEL Con che disinvoltura il mio cazzo entra ed esce dai pantaloni. Cos'altro. Come questo e come quello. Come qui e come li. Quanto è più acuto il dolore ma quanto è più distante la morte. Da quando mi sono reso conto, volando sopra le montagne coperte di neve, che non ero più in Florida.
INTERVISTATRICE 2 Si prega di rimanere seduti finché il segnale delle cinture allacciate non viene spento.
MICHAEL Avvicinare la maschera al naso e alla bocca.
INTERVISTATRICE 2 Vi preghiamo di richiudere il tavolino di fronte a voi.
MICHAEL Che tipo di biancheria?
INTERVISTATRICE 2 Erotico maniacale. Sei un uomo felice?
MICHAEL Sono un uomo completo. E la bruciatura di sigaretta è stata la cosa più dolorosa che abbia mai provato.
INTERVISTATRICE 2 Livia, attenta, mi fai male.
MICHAEL Era come partecipare al dolore degli altri. AI dolore dei secoli. AI dolore nella letteratura. Lance e spade incandescenti. Toccami, e io brucio.
SCENA OTTAVA
AI centro scena c'è uno spazio riservato all'intervista.
Michael è seduto a un tavolo di fronte a un microfono con le cuffie in testa. Immaginiamo che oltre il proscenio vi sia una cabina di regia. La voce dell'intervistatore arriva da un punto non ben identificato.
VOCE INTERVISTATORE Buongiorno.
MICHAEL Buongiorno.
VOCE INTERVISTATORE Qui non è mattina.
MICHAEL E cos'è?
VOCE INTERVISTATORE Un po' prima dell'alba. È buio e fa freddo. Ha mai fatto un'intervista via radio?
MICHAEL No. Cosa devo fare?
VOCE INTERVISTATORE È facile. Io le faccio le domande e lei risponde. Ma prima. Guardi il tecnico che sta dietro al vetro. Aspetti il suo segnale per parlare.
MICHAEL Cosa devo dire?
VOCE INTERVISTATORE Qualsiasi cosa. È solo per trovare il livello giusto. Parli dentro al microfono.
MICHAEL II tecnico lo vedo. Ma lei dov' è ?
VOCE INTERVISTATORE II mio corpo è a Seattle. La mia voce a Detroit.
MICHAEL Ecco, mi sta dando il segnale.
VOCE INTERVISTATORE Parli con voce naturale. Dica una cosa qualsiasi. È solo una prova.
MICHAEL Okay. Lei senza guardarmi mi dice “ Perché va a Chicago se l'itinerario dice Miami?» E io mi chiedo, sarà sbagliato il biglietto o l'itinerario…
VOCE INTERVISTATORE Aspetti, aspetti, aspetti, aspetti. II tecnico non è ancora riuscito a trovare il livello. Deve parlare in modo naturale e cercare anche di essere interessante. Dica qualcosa di interessante. Parli nel microfono. Usi la sua voce. Cerchi di essere se stesso. E di essere interessante. Continui a parlare. Non smetta di parlare.
MICHAEL Okay. Lei non mi guarda. Non guardano mai i passeggeri. E come fanno? Con quelle file sempre così lunghe. E davanti alla consolle col computer che elabora. Io sono li con quel mio itinerario battuto a macchina. Vorrei che succedesse qualcosa tra di noi. Qualcosa che ci sfiori. Anche solo uno sguardo. Sono li in attesa di un suo cenno.
VOCE INTERVISTATORE Aspetti, aspetti, aspetti. È troppo assillante. Troppo ossessivo. Ascolti, provi a parlare d'altro. Cambi argomento. Si rilassi. La vogliamo spiritoso, brillante.
MICHAEL Non c'è problema.
VOCE INTERVISTATORE Ricominci.
MICHAEL Okay. È mattino presto. II caffè è sul fuoco. II giornale sul tavolo. Alla radio il notiziario. Mia moglie Livia dov'è? Ah si,è in soggiorno, sulla cyclette, la sua prima frenetica corsa della giornata, la sua terza sigaretta omeopatica. E un' accanita fumatrice di sigarette omeopatiche. Ha gli occhi gonfi. II viso tirato. Mi sento in colpa, senza una ragione. Le verso una tazza di caffè e gliela porto. Non so cosa dirle. Non riesco a essere affettuoso o a dirle qualcosa di gentile. E poi non ho smesso di bere, il che non aiuta. Cioè sul momento sembra che aiuti ma poi. .. Ma a cosa serve tutto questo? Ho continuato a bere anche dopo l'incidente. Anzi, ho cominciato a bere proprio per via dell’incidente. E lei beve perché bevo io. Avevo un passaporto. Avevo un passaporto. Ma cosa dico? C'è qualcosa della nostra vita insieme che valga davvero la pena di essere raccontata? E tutto cosioscuro. Basta un minuto insieme a lei per ripercorrere tutta la nostra vita. Un minuto in una stanza e veniamo assaliti dal nostro passato. Ogni singolo istante, capisce. Ma a cosa serve tutto questo? Come si incastra nella nostra storia, nella nostra psiche? Il più piccolo contatto. Ogni attimo fa parte di un tutto. Niente può essere separato e codificato. Un matrimonio non è fatto di singoli episodi. Saprei vivere da solo? No, morirei di paura. Saprei vivere con un' altra persona? Abbiamo avuto un momento di sesso poco prima dell' alba. Senza nemmeno un bacio. Ma non siamo qui per i baci. Mia moglie sa che sono io? Gliene importa? Si degnerà di aprire gli occhi per vedere se sono io?
(Luci basse sul soggiorno. Livia è sulla cyclette rivolta al pubblico. Ha una radio tascabile fissata al braccio, ha le cuffie in testa).
VOCE INTERVISTATORE Cerchi di dare un senso a ciò che dice.
MICHAEL Portare il caffè a mia moglie, come sempre, in un giorno qualsiasi. Livia dice sempre la verità su tutto. Non ha paura di niente. E io non posso fare altro che imitarla. La verità con la verità. La bugia con la bugia. Le sue bugie sono puro virtuosismo. E io la amo profondamente. L'amore che provo per lei mi fa male, è un dolore che: attraversa tutto il mio corpo, e ci sono dei momenti in cui non sopporto di guardarla né di sentire la sua voce ho paura di non riuscire a darmi a lei. Nostro figlio è stato visitato da cinque specialisti.
Luci in dissolvenza sul soggiorno. Il microfono di Michael sul tavolo comincia a lampeggiare.
VOCE INTERVISTATORE (sottovoce) Quattro tre due uno. (Poi cm vivacità) Radio Aurora. L'aurora che splende. Eccoci come sempre. Oggi vi proponiamo un'intervista divertentissima a Michael Majeski, l'uomo che ha clamorosamente sbagliato destinazione partendo per un semplice viaggio di lavoro. Raccontaci tutto dall'inizio, Michael. E’ poco prima dell' alba, ti svegli da un sonno agitato. Allunghi la mano per accendere la luce sul comodino.
Michael allunga una mano fingendo di accendere la luce sul comodino. Fa una pausa a metà gesto. Buio.
ATTO SECONDO
Lo studio di un talk show televisivo. È la riproduzione di un soggiorno.
Teddy Hodell, 1'assistente della presentatrice, una figura secondaria, esce dalle quinte, va direttamente in proscenio, e si rivolge al pubblico.
TEDDY Vi prego, vi prego, niente applausi. So che non è facile resistermi. Vi capisco benissimo. C'è gente che applaudirebbe anche solo il cinturino del mio orologio o addirittura le due capsule che ho qui, sugli ultimi molari.. Ci sono alcuni che mi seguono perfino alla toilette per vedere la posa che assumo di fronte al water. Sono io il primo a capirvi.
Ma aspettate, non siamo ancora in onda, ci stiamo solo riscaldando. Risparmiate la passione e l'energia per Delfina e per i suoi ospiti.
Voglio solo dirvi quanto siete straordinari e anche farvi dimenticare la vostra triste esistenza di ogni giorno, quando non avete la fortuna di stare qui con noi, in questo studio.
Sono anche venuto per accompagnarvi verso la vita vera, quella che vivete qui dentro, quella fatta di risate, di lacrime, di dolcezza e di grandi emozioni.
Ma attenzione, la nostra Delfina prende vita attraverso il suo pubblico.
Perciò se siete spenti spegnerete le sue emozioni.
Se siete scoloriti lei si scolorirà evaporando come in una nebbia.
Tenete presente la centralità del vostro ruolo. Sono milioni gli spettatori che ci vedono da casa. Ma voi stasera siete qui, in carne e ossa. Durante la trasmissione sarete ripresi dalle telecamere. Non una, ma molte molte volte. Guardatevi quando sarete inquadrati.
E’ di grande aiuto, io incoraggio sempre tutti a farlo. Salutatevi.
Guardate la vostra immagine virtuale. Ma attenti: se la vostra espressione sarà vuota o insulsa rischiate di perdervi una grande opportunità. Credetemi. E ora un'ultima cosa. Nonapplaudite subito, appena entra in scena Delfina, per quello ci sono gli applausi registrati.
Tariamo i livelli sul suo umore e sul suo tasso di zucchero e di trigliceridi nel sangue. Ascoltate. Attenzione. Di chi è questo passo impalpabile che, ancora nell' ombra, già ci scioglie in un profondo brivido? (Teddy rientra nel set fissando una delle telecamere accese. Le luci si alzano. Gli applausi registrati riempiono la sala).
Carissimi amici. Ecco qui in diretta per l'America la nostra guida, la nostra stella mattutina. Delfina Treadwell.
Delfina entra tenendo un microfono senza filo.
Teddy si accomoda in una delle poltrone. Si mette a sfogliare una rivista, la stessa che continuerà a sfogliare di tanto in tanto.
DELFINA Sono cosifelice di essere qui. Stamattina mi sono svegliata.
TEDDY Sentendoti.
DELFINA Cosidiversa.
TEDDY Come mai stamattina diversa?
DELFINA Non stamattina. Questa è la mia triste realtà. Non ricordo mai chi sono.
TEDDY E allora cosa fai?
DELFINA Telefono. Comincio tutte le mie giornate al telefono. Ho bisogno di voci per tornare me stessa.
TEDDY Voci di chi? Di ex mariti?
DELFINA Di consulenti finanziari.
TEDDY Di figli pieni di rancore.
DELFINA Di gente che si porta il computer al bagno. Faccio un giro di telefonate. Parlo con direttori di televisioni sbarbati e con tono da dopobarba. Che sul vivavoce sembrano l'eco di Dio che tuona dalla navata centrale di una cattedrale gotica.
TEDDY E tu.
DELFINA Io riesco a malapena a bofonchiare nella tazza del caffelatte. A quell' ora la mia proprietà di linguaggio è poco superiore a quella di un troglodita.
TEDDY E poi.
DELFINA E poi. ... vengo qui.
TEDDY Loro sono vivi.
DELFINA Si,voi siete cosi vivi. Le vostre vite cosi reali.Sono... come dire...
TEDDY Come dire...
DELFINA Tridimensionali. Sono nel cuore delle cose. Ne sento la forza. La forza delle vostre vite che mi attrae. E allora provo un desiderio irresistibile di buttarmi in mezzo a voi. Lo giuro, Teddy mi è testimone. Avverto le forti vibrazioni della vostra presenza, delle storie che vengono raccontate in questo studio, e le tensioni abissali, si,sento anche quelle. Antichi desideri, segreti inespressi. Che forse una volta confessati possono sfuggire all'ineluttabile decomposizione. A volte riesco a sentire il calore del vostro fiato, toccare le parti nascoste del vostro corpo…
TEDDY Piuttosto umidicce.
DELFINA Si,ma ancora più sexy negli slip aderenti. Teddy sa che è tutto vero quello che dico. lo ho bisogno di sentire i palpiti del momento presente. Perché io esisto in diretta, esisto in differita, esisto replicata, replicata all'infinito. Io sono sempre in onda da qualche parte nel mondo. Sarà il lato sporcaccione del mio ego a parlare?
TEDDY E’ evidente.
DELFINA Sono in onda anche quando nessuno mi guarda, magari a notte fonda in un aeroporto qualsiasi. Navigo ovunque e in nessun luogo. Sono perseguitata da questa poesia desolata che mi fa tremare il sangue.
TEDDY Quanto ci fai pena.
DELFINA Mi prende in giro.
TEDDY E c'è gente che è costretta a lavorare per vivere.
DELFINA Cosa c'è di più drammatico della lotta che ciascuno deve fare per diventare un uomo, o una donna? Di più usitato. Bella parola. Nel dolore e nella paura. Eccoci qui, tutti assieme. Voi con le vostre vite uniche ed eccezionali e i nostri ospiti con le loro.
TEDDY Chi sono i nostri ospiti, quando non sono qui?
DELFINA E’ ciò che tenteremo di scoprire. Oggi abbiamo con noi una coppia vivace e interessante. I cui nomi ho completamente…
TEDDY Michael e Livia.
Le luci si alzano sul set.
Michael e Livia sono seduti sul sofà. Livia è visibilmente incinta.
DELFINA Cominciamo da Livia. Parlaci di te, Livia.
LIVIA Sono fisioterapista in una clinica. E poeta inedito part time.
DELFINA Ami tuo marito?
LIVIA Si, molto.
DELFINA Ti succede mai di provare una fitta al cuore, a metà giornata, senza una vera ragione?
LIVIA Si, quando sono in macchina schiacciata nel traffico, come un insetto sul parabrezza.
DELFINA Ti piacciono le banane un po' troppo mature?
LIVIA Si. Le trovo molto sensuali, e mi fanno pensare che il piacere sia in qualche modo… come dire?
TEDDY Deperibile.
DELFINA A volte mi sembra di essere patologicamente assorbita da me stessa. Un disturbo che andrebbe risarcito dalla mutua. Capita anche a te?
LIVIA Si.Ma per mia fortuna ho poca capacità diconcentrazione.
DELFINA Chi seiveramente quando sei al buio,sola con te stessa?
LIVIA Chi sono. Un po' tutto ciò che micirconda. Ma inmaniera distaccata. Sono un cumulo di ricordi altrui. Quelli di mia madre, di mio padre, di miomarito, dimio figlio. Sono anche parte della mia macchina, della casa. Del cane, se ne avessi uno. E molto della mia città natale. Ma in maniera distaccata. Da piccola avevo le gambe a ics e miopadre mi chiamava la nostra piccola bestiolina dalle gambe a ics. Ecco chi sono.
DELFINA E vedo anche che seiincinta.
LIVIA Si.
DELFINA Disolito non invitiamo bambini non ancora nati.
TEDDY Sai, non sono consumatori. Occupano spazio e non spendono.
DELFINA Michael, adesso. Ormai tutti sanno dite e di Valparaiso nell'Indiana. .
MICHAEL Si pronuncia cosi?
DELFINA Sei tu quello che ci è andato. Non io. (A Teddy) Si pronuncia cosi?
TEDDY Ce n'è più di uno, dipende a quale tiriferisci.
DELFINA Ma sono davvero cosi diversi? Com' è possibile che dei luoghi con lo stesso nome siano cosidiversi?
TEDDY Che domanda sottile.
DELFINA Non sono i luoghi a determinare i nomi che portano? E se il nome è lo stesso, perché si dovrebbe pronunciare diversamente? (A Michael) Cositu una mattina sei partito per Valparaiso, nell'Indiana e ti sei trovato a Valparaiso, inCile. A circa seimila miglia di distanza.
MICHAEL Stanno facendo un documentario proprio adesso. Sta per uscire un libro. E il miositoè. stato visitato da più dicinquemila navigatori. Voglio farmi crescere la barba.
DELFINA Poi?
MICHAEL Tengo corsi di automotivazione. PoiCosa. Durante i week-end concedo autografi.
DELFINA Cosa firmi?
MICHAEL Soprattutto biglietti d'aereo. La gente fa la fila. Un produttore indialisi mi ha chiesto un'opzione sulla mia vita.
DELFINA La tua vita.
MICHAEL La signorina mi ha detto, «Perché va a Chicago se sull'itinerario c'è scritto Miami?»
DELFINA La vita di un uomo che parla senza sosta della sua affascinante disavventura. Ma. Signori e signore. Sarà riuscito ad avvicinarsi davvero alla profonda conoscenza di se stesso?
TEDDY Alla consapevolezza.
DELFINA Ciò che vogliamo sapere è se ha capito la vera natura dei suoi gesti. Culturalmente parlando.
TEDDY Umanamente parlando.
DELFINA Ci raccontavi fuori onda di quando ti hanno arrestato per guida in stato d'ebbrezza.
MICHAEL Avevo un tasso alcolico nel sangue al doppio del limite legale.
LIVIA C'era anche nostro figlio in macchina.
DELFINA Gli dia una forma. Per piacere.
LIVIA Andy. Era seduto davanti, accanto al papà. Capelli castani. Jeans imbottiti. Ancora un po' sudato. Aveva appena finito di giocare.
MICHAEL Non gli avevo allacciato la cintura.
TEDDY Ricordarsi sempre di allacciare la cintura.
DELFINA Senza cintura. Ferito gravemente. Lesioni cerebrali.
LIVIA Ho perdonato Michael mentre facevo shopping su Internet.
TEDDY Non vogliamo saperlo.
DELFINA Non ci interessa.
LIVIA Volevamo portare Andy qui con noi, oggi.
DELFINA No, qui non lo vogliamo.
TEDDY Non è nella scaletta.
DELFINA Sono cose che non ci interessano. Ci interessano solo le cose essenziali che un individuonasconde a se stesso. Michael. Quali segreti nasconde il tuo cuore?
MICHAEL Nulla di cui non abbia già parlato. Ho risposto a tutte le domande che mi sono state fatte. Settanta, ottanta o novanta volte, non so. Usando sempre le stesse identiche parole. Con le stesse pause negli stessi punti. E tratto sempre argomenti importanti come la fede, la salute, chi siamo, come viviamo. Comincio a credere che la gente abbia bisogno di questa storia. C'è qualcosa nella dinamica del mio equivoco che colpisce il cuore e stupisce gli animi.
LIVIA Michael vorrebbe tornarci, laggiù.
MICHAEL Sto imparando lo spagnolo in cassetta.
LIVIA Sai, vogliamo un bambino bilingue.
MICHAEL Sto studiando tutte le carte geografiche del Sud America che trovo. Mi è venuta una specie di febbre di conoscenza. Ci sono carte geografiche sparse per tutta la casa. Ho bisogno di prove tangibili del mio viaggio. Di concretezza. Di vedere la distanza sulla carta geografica.
LIVIA Era tutto così assurdo. L'ho saputo per telefono, la mattina dopo, ero sulla cyclette e non riuscivo a smettere di ridere.
DELFINA Teddy, falli tacere.
TEDDY Sii gentile. Chiedi del loro matrimonio.
DELFINA Ma non è divertente.
TEDDY Poi le sfumature le aggiungiamo noi, una per una. Ti va?
DELFINA Detesto i rapporti in disfacimento.
TEDDY Perché ne fai un caso personale. Come se tutto ti riguardasse direttamente.
DELFINA Ci sono uomini che sono perfetti mariti per seconde mogli. Tu, Michael, sei uno di questi? Livia è sostituibile? Devi distruggere il tuo primo matrimonio per costruirne un secondo felice? Con una moglie più giovane naturalmente, più arrendevole e aperta a tutte le fantasie sessuali.
MICHAEL Livia è aperta a tutte le fantasie sessuali.
DELFINA Chissà se ce ne vorrà parlare?
LIVIA Parlerei di qualsiasi cosa con te, Delfina, mi sembra di conoscerti da sempre. Di cosa vuoi che ti parli? Penetrazione, sesso orale o...
DELFINA Parli di queste cose con tuo marito?
LIVIA Il sesso è diventato più intenso dopo il viaggio di Michael. E’ sesso allo stato puro.
MICHAEL Sessonel vero senso della parola.
LIVIA Un sesso forte, senza preliminari.
MICHAEL Senza tirare le tende né disfare il letto.
LIVIA In piedi o seduti.
MICHAEL Godiamo.
LIVIA E ci laviamo.
MICHAEL Niente parole, niente gemiti, niente carezze, niente seduzione. E’ puro sesso. Teso e prepotente.
LIVIA Intenso e frenetico.
MICHAEL Dovresti provare anche tu, Delfina.
LIVIA Lo facciamo in piedi. Prima che diventi troppo grossa. A volte lui mi prende in una stanza immersa nel chiaro di luna.
MICHAEL Niente gemiti, niente sospiri. Né tenerezza né dolcezza. E’ sesso per il sesso.
LIVIA Lo facciamo anche sulla cyclette, gente!
MICHAEL E ci laviamo.
LIVIA E andiamo a letto.
DELFINA E non rimanete mai svegli ad ascoltare il genio e il terrore della notte?
LIVIA Si, io si.
DELFINA Che dentifricio usi e quante volte al giorno?
LIVIA Io mi lavo i denti col bicarbonato. Sono schiava del bicarbonato. Su è giù, su e giù. Mi piace quando mi si infila tra le gengive, mi fa sentire immortale.
DELFINA Livia Majeski, c'è una cosa in particolare che vorresti dire?
LIVIA Certo. Adoro lavarmela dopo aver scopato. Adoro il getto della doccia. Le mie dita insaponate che si insinuano ovunque. Adoro quella sensazione di viscido grasso animale dei saponi industriali, è cosi erotico. Dieci milioni di docce americane che trasudano sapone della stessa marca. Adoro farmi il bagno e farmi la doccia, adoro fumare e smettere di fumare. Quante volte ho smesso di fumare?
MICHAEL Una volta è riuscita a bruciarmi con una sigaretta di plastica.
DELFINA Non ci interessa.
LIVIA Adoro lavarmi, asciugarmi, lavarmi i denti e farcire il tacchino. Ho orgasmi che durano tutto il giorno. Me li porto dietro anche quando vado in tintoria o dal calzolaio.
DELFINA E a te sembra di conoscermi. E forse io sento. Cosa sento, Teddy? .
TEDDY Senti ciò che senti sempre durante la trasmissione.
La vera natura di una persona o di una situazione.
DELFINA E mi succede solo durante la trasmissione e da nessun'altra parte.
TEDDY Com'è giusto che sia. La trasmissione seitu, è qui che ti esprimi. Non esiste «da un'altra parte».
DELFINA Livia. E quell'improbabile feto che ti trascini in giro è stato concepito durante una di quelle vostre acrobazie?
LIVIA Si.
DELFINA Non dallo schizzo anonimo.
LIVIA No.
DELFINA Di un donatore solitario. Chiuso in una cella frigorifera.
LIVIA No.
DELFINA Che sfoglia una rivista porno.
LIVIA No.
TEDDY E si fa una sega.
DELFINA In qualche angolo remoto del mondo.
LIVIA Non era uno sconosciuto.Aveva un nome. E lo conoscevo benissimo.
DELFINA Cosa vuoi dire? Di chi è il bambino, allora? Non è di Michael?
LIVIA No. Perché me lo chiedi?
Michael si alza, attraversa il set, si ferma davanti a Livia e la fissa.
DELFINA Te lo chiedo perché... perché glielo chiedo?
TEDDY Altrimenti perché sarebbe qui?
DELFINA Altrimenti perché saresti qui? Che ragione avresti di ostentare questa gravidanza se il figlio fosse di tuo marito? A cosa servirebbe? Sei qui per confessare il tuo peccato via satellite.
TEDDY E per mortificare tuo marito e poi redimerti.
DELFINA Ma noi non siamo la confraternita della redenzione. E non ci interessa nemmeno perché lo hai fatto e con chi.
LIVIA È successo in un motel di terza categoria con un regista di documentari.
Eravamo a tavola e lui non mi toglieva gli occhi di dosso. Avevo ordinato un'insalata con le noci. Siamo saliti in macchina e siamo andati in un motel.
DELFINA Ecco che mi sento di nuovo sporca.
LIVIA Lui non sa che il figlio è suo. Rimarrà scioccato. Non dico il suo nome solo perché magari ci sta guardando con la famiglia o con degli amici.
MICHAEL Quanto sei protettiva, mammina.
TEDDY I crimini vengono commessi di notte.
LIVIA Era pieno giorno e la luce era accecante. Ci siamo spogliati lentamente. Il suo pene è scivolato fuori dalle mutande. Boing. Come un ubriaco.
DELFINA Signori. Allontaniamo questa donna.
LIVIA Non voglio che un segreto cosi sconvolga la mia vita. Dopotutto è il padre di nostro figlio. Mio e di Michael.
DELFINA Michael. Non uscire dall'inquadratura. O questo non sarà mai successo. La vita fuori dall'inquadratura non è verificabile. Potremmo svegliarci domattina e scoprire di non essere mai nati. Vieni a sederti qui, accanto a Delfina.
MICHAEL Quanto tempo ho per accusare il colpo.
TEDDY La trasmissione dura un'ora, «Dal cuore della cultura».
DELFINA «Al cuore dell'uomo».
Tutti si bloccano, c’è come una specie di fermo immagine. Buio finale1
****** questo potrebbero già essere il punto finale della ns. messa in scena: volendo però potremmo proseguire con quanto segue… *****
Le luci si alzano sul set. Michael è di nuovo seduto ma non più accanto a Livia. Da qui in poi sarà libero di muoversi come vuole.
LIVIA Pedalo sulla cyclette, guardo Michael in Tv e mi accorgo che è un uomo completo. Davvero realizzato. E’ cosi fortemente presente. I tratti del suo viso si illuminano. Diventa un essere eccezionale.
DELFINA Si illumina.
LIVIA Si,brilla. Con quel cerone color bronzo. Sembra una statua. In tutto il suo splendore. E tutto grazie a quell' assurdo equivoco che gli ha fatto sbagliare città e anche continente. Che lo ha spedito in capo al mondo.
MICHAEL Non potevo far altro che arrendermi ai meccanismi. Mi sembravano più forti e più esperti di me. In fondo, pensaci bene, se mi trovavo seduto in quella poltrona.Se i computer, i metal detector, il personale a terra, il personale a bordo, i cani antibomba mi avevano permesso di sedermi in quella poltrona, mi avevano consegnato il cuscino e la coperta, che non riuscivo a tirar fuori dalla busta di plastica, voleva dire che era giusto che rimanessi li dov’ero. O almeno cosimi sembrava!
DELFINA Non ti credo. Quest'uomo è talmente schiavo delle sue alienazioni che nasconde i propri gesti perfino a se stesso. Sono sicura che sotto sotto sapeva che doveva andare a Valparaiso, nell'Indiana, e invece è andato in Sud America, che si trova nella direzione opposta.
MICHAEL Sono atterrato a Santiago e la compagnia aerea mi ha convinto di proseguire fino a Valparaiso. Per il gusto di andare fino in fondo. Per farne un caso umano. Ufficializzare l’equivoco.
DELFINA Che però non era un equivoco. .
MICHAEL Mi hanno trattato come un re. Mi chiamavano Miguel.
DELFINA Cosila tua fuga aveva assunto anche un altro aspetto. Quello pubblico.
LIVIA Ma non era una fuga. E poi da cosa sarebbe dovuto fuggire?
DELFINA Cosa fa la gente all' aeroporto quando atterra un aereo?
TEDDY Sbarca.
DELFINA Bravo, sbarca. Gente anonima che rincorre la propria vita. Ma Michael ha cambiato direzione. Andando verso cosa? Verso quale lenta cupa subdola inquietudine ? Verso quale alienazione?
LIVIA Questo lo neghiamo categoricamente, e in diretta.
DELFINA Michael dice una cosa ma nel cuore ne nasconde un' altra.
TEDDY Cosa nasconde nel cuore?
DELFINA Chi è quando non è qui?
TEDDY Da cosa stava fuggendo?
DELFINA Certo non dal senso di colpa per aver rovinato il figlio. Né dal matrimonio in crisi. E nemmeno dall'insopportabile mediocrità della sua vita.
TEDDY No, da qualcosa di molto più profondo.
DELFINA Cioè da se stesso.
TEDDY Cosa c'è di più profondo?
DELFINA Voleva vagare nei cieli, perso senza saperlo.
LIVIA Come fai a dirlo se nemmeno lo conosci?
DELFINA Teddy.
TEDDY E’ la sua trasmissione, quindi Delfina può dire tutto ciò che vuole.
DELFINA Ammettilo. Smettiamola con queste frottole. Raccontaci la verità. Apriti con noi. Parlaci della disperazione che ti ha portato da un terminal all'altro. Dillo. Dai, Michael.
LIVIA E perché?
TEDDY Perché noi dobbiamo sapere tutto. Dobbiamo raccontare tutto. .
DELFINA Perché tutto è riferibile.
TEDDY E tutto è replicabile.
MICHAEL Sono stato onesto fin dalla prima intervista.
DELFINA Non so cosa farmene della tua onestà. Voglio la tua anima su un piatto d'argento.
MICHAEL E come pensi di fare? L'anima è cosi impenetrabile.
DELFINA E allora diciamo che voglio il vero Michael. Messo a nudo.
MICHAEL È così indecifrabile, indicibile.
DELFINA Abbiamo tutto il tempo e tutte le parole che vuoi. Parole che si consumano man mano che si pronunciano.
MICHAEL Anche quando sono in giro guardo il tuo programma. Magari da una camera d'albergo. Ma le tue parole non si consumano. Mi sembra di conoscerti, Delfina.
DELFINA Ma io non ti conosco. Non ancora.
MICHAEL Ti guardo tra un'intervista e l'altra o tra un' apparizione e l'altra. Durante i week-end concedo autografi. A gente in file disordinate. Gente che si trascina in quelle file. E io che firmo i biglietti aerei. Le carte d'imbarco. Gente triste, modesta, stanca, butterata.
DELFINA Guardami, stupido. Cosa vedi?
MICHAEL Qualcuno che riconosco.
LIVIA Ti sbagli, non c'è niente da riconoscere.
MICHAEL Qualcuno in cui mi immedesimo totalmente.
LIVIA E’ solo un effetto ottico. E nient'altro. Prova a toccarla, se ci riesci.
MICHAEL La conosco da sempre. La mangio tutti i giorni. Facciamo gli stessi sogni ambigui.
DELFINA Si, chiedimi cosa sogno.
MICHAEL Cosa sogni?
DELFINA Prendo qualcosa per dormire profondamente, troppo per sognare.
MICHAEL E per essere felice cosa prendi?
DELFINA Prendo la Limousine e poi vengo qui, in diretta, questo mi rende felice.
MICHAEL Cosa fai nella tua vita privata ?
DELFINA Questa è la mia vita privata. E’ il pubblico a restituirmi la forza vitale, che di notte mi abbandona. Abbandona le mie scarne spoglie mortali. Sai, io vivo in una scatola, replicata all'infinito. Parlo intimamente con milioni di persone. Una Delfina per ognuno di loro. E’ la sola maniera per comunicare. Ma sai cosa?
TEDDY Si accaniscono, continuamente, sul telecomando.
DELFINA Il mio tempo, il mio spazio e la mia memoria fluiscono assieme, ma quando cambiano canale lo cambiano su di me e mi feriscono come solo i bambini sanno fare. Aiuto papà, se cambiano canale io dove finisco?
TEDDY Ai confini dell'inferno.
DELFINA Vuoi sapere di cosa sono fatta? Di informazioni. Poi per fortuna tornano sempre da me che non smetto mai di intrattenerli seduti nei salotti, nelle cucine o nei cessi. Questo è l'unico scambio che conta. A volte mi chiedo a cosa pensano mentre miguardano.
E tu? Che tipo di fantasie hai? Dentifricio di che tipo? Che segreto ci nascondi?
Non apporti alla telecamera. Entra in lei.
MICHAEL Cosi come ti guardo io, dal mio letto.
DELFINA Si incontrano i nostri sguardi? E’ importante che gli sguardi si incontrino. Guardami. Lascia che ti accompagni verso la Luce.
MICHAEL Spiegami chi sono.
DELFINA Che ti porti dolcemente verso la purezza.
MICHAEL E’ davvero ciò che voglio?
DELFINA Ti deve essere successo qualcosa durante quel lungo volo.
TEDDY Raccontaci tutta la cruda realtà.
LIVIA Ma te la sta dicendo. Te l'ha appena detta.
MICHAEL Ho visto le vette coperte di neve.
DELFINA Ecco, quello. Vogliamo la tua essenza.
TEDDY I tuoi lati più reconditi.
DELFINA I paesaggi inediti. Inesplorati. Chi sei stato? Negli abissi della notte.
Ti mancava aria e spazio. Eri in uno stato... come potremmo definirlo?
TEDDY Come potremmo definirlo?
DELFINA Confusionario. Che ti trascinavi da mesi.
MICHAEL Da anni. E ho capito che mi stavo imbarcando in un viaggio che aveva una sua logica. Un viaggio di sola andata.
DELFINA Non opporti alla telecamera. Entra in lei.
MICHAEL Ho preso la coperta e il kit con rasoio e spazzolino, sono andato alla toilette e ho estratto la lametta dal rasoio.
DELFINA Di che marca?
MICHAEL Di che marca. Wilkinson Sword.
DELFINA Bene. Vai avanti.
MICHAEL Quella con le spade incandescenti, incrociate.
DELFINA E tenendo la lametta, bilama, tra le dita, con cautela ma anche determinato. Perché ormai eri proiettato in un' altra dimensione.
MICHAEL Si, nella toilette di un aereo. Solo come uno stronzo.
DELFINA Con tutta la tecnologia che sbuffava, rullava e decollava. Parla. Facci rivivere quel momento, quando stavi per tagliarti le vene.
MICHAEL No. Quando stavo cercando di togliere la coperta dalla busta di plastica…
DELFINA Racconta. Parla.
MICHAEL Con la lametta ci sono finalmente riuscito, poi ho abbassato il coperchio del water e ci ho appoggiato sopra la coperta.
Teddy si alza e mima l'azione con i gesti tipici del personale di bordo.
DELFINA E poi?
MICHAEL Mi ci sono seduto sopra. Mi sono infilato la busta di plastica in testa e con il filo interdentale me la sono legata stretta per tre volte intorno al collo.
Teddy mima l'azione.
Ho cominciato a respirare con difficoltà. Ma passava il tempo e non succedeva niente. Allora ho cominciato a pensare alla mia morte.
DELFINA E poi? Dai. Forza.
MICHAEL L'aereo ha cominciato a sobbalzare. Una brutta turbolenza.
LIVIA Ti stai inventando tutto ora, Michael.
MICHAEL Vedevo una luce che lampeggiava attraverso la busta appannata.
DELFINA Usa il presente, per favore.
MICHAEL Sono sballottato da una parete all' altra della toilette. Cerco qualcosa a cui aggrapparmi. Sento la voce del pilota nell'interfono.
TEDDY Ormai l'aria all'interno della busta deve essere stata irrespirabile. .
MICHAEL Sciolgo il filo. Mi tolgo la busta dalla testa e guardo l'allarme che lampeggia.
TEDDY Ritornate ai vostri posti. Ritornate ai vostri posti. Ritornate ai vostri posti.
MICHAEL Ero di nuovo il passeggero remissivo di prima. Sottomesso ai meccanismi che sembravano messi li apposta per salvarmi la vita. Mi sono arreso volentieri. Una volta seduto ho allacciato la cintura.
LIVIA Non c'è una sola parola di verità.
DELFINA Come fai a saperlo ?
LIVIA Se avesse tentato il suicidio me lo avrebbe detto.
DELFINA È quello che sta facendo. Te lo sta dicendo. Teddy.
TEDDY Io gli credo.
DELFINA Anch'io gli credo.
LIVIA Non è vero. E se è vero non era un suicidio serio. Come fai a suicidarti da solo con una busta di plastica? Bisogna prendere delle pillole o bere alcol o tutte e due le cose. Il dottor Kevorkian, il famoso Dottor Morte, di solito usa la vodka.
DELFINA Non è vero. Di che marca? E comunque.
TEDDY Ci sono le telecamere nelle toilette degli aerei.
DELFINA Possiamo verificare tutto.
MICHAEL Sono tornato al mio posto. Ho allacciato la cintura. Mancavano ancora due ore di volo.
DELFINA Di' la verità, te la sei inventata la storia di Valparaiso.
MICHAEL Il sindaco è venuto a salutarmi con tutto il suo staff .
DELFINA Ha offerto calici di vino a tutti.
MICHAEL I cameramen avevano dei pantaloni orrendi. Abbiamo parlato, riso e fatto brindisi galattici. A Valparaiso.
MICHAEL Vivir.
TEDDY Alla vita.
Delfina toglie a Michael il microfono a clip.
DELFINA È cosiche finisce. Questa inutile vicenda e l'agitazione di questi mesi.
MICHAEL Voglio farmi crescere la barba. Sto imparando lo spagnolo in cassetta. Avevo il passaporto.
DELFINA Come definire la condizione di un uomo che affronta eroicamente la sua spietata realtà.
TEDDY Come definirla?
DELFINA Precaria.
MICHAEL Durante il week-end concedo autografi. A gente che indossa shorts e scarpe da tennis.
DELFINA E sotto?
MICHAEL Intimo hard.
DELFINA Entra in me, Michael. Sbrigati.
MICHAEL Gente che va al bagno col computer. Io firmo autografi anche sui chip. Sui servizi di piatti. Hanno tutti l' osteoporosi e la menopausa precoce. Manager di televisioni ben rasati. Per me sono tutti uguali. L'aereo decolla sul monitor e contemporaneamente fuori dal finestrino. Gli oggetti riposti nei contenitori sopra di noi a volte scivolano. Guardo il monitor e subito dopo guardo fuori. Poi cosa. Mi sono messo a correre. Decido e corro. Una corsa senza senso che mi lascia senza fiato. (Pausa). Una volta mi ha fatto una sega in un taxi. (Pausa). A quale telecamera devo rivolgermi?
TEDDY Alla due.
MICHAEL È cosi che volevo vivere.
DELFINA E come vorresti morire?
MICHAEL Trascendere, vuoi dire
DELFINA Voglio dire nel senso migliore. Cioè senza tralasciare né ignorare nulla. Qual è il tuo ultimo pensiero? Condividiamolo insieme. (Aiuta Michael ad attorcigliarsi il filo del microfono attorno al collo).
MICHAEL Una donna disponibile in un'uniforme ben stirata con le due alette d'argento cucite proprio su due tette ben tornite.
DELFINA E cosa ti dice? Raccontacelo.
MICHAEL Mi dice.
DELFINA Passeggero XY, si presenti al check-in.
MICHAEL Davanti a lei schermo e tastiera. Vorrei che ci fosse qualcosa tra di noi.
DELFINA Ma non c'è tempo.
MICHAEL Qualcosa che ci sfiori.
DELFINA Cosa ti dice. Parla. Raccontacelo. (Prende Michael per i capelli e gli appoggia la testa sulla spalla. Lui la lascia fare.)
MICHAEL Lei mi dice.
Insieme stringono il filo intorno al collo di Michael che scivola giù, lungo il corpo di Delfina, fino a inginocchiarsi.
DELFINA Perché vai a Chicago se sull'itinerario c'è scritto Miami?
(Livia è immobile, lo sguardo fisso davanti a sé. Teddy sfoglia una rivista. Le luci sul set si dissolvono. Delfina illuminata da un occhio di bue fa scivolare il corpo di Michael per terra, lo scavalca e guarda verso la telecamera. Alla telecamera)
Qualcuno muore, noi lo conosciamo appena, ma è comunque una perdita grave. Chi è? Un'immagine che passa davanti a noi. No, nemmeno quella. Solo dei puntini grandi come un granello di sabbia che creano l'immagine, delineano un volto sul video. Come può una vita incorporea coinvolgerci a tal punto? Un individuo composto da onde luminose e suoni intermittenti. Come giustificare la malinconia che ci pesa in petto? (Rivolta al pubblico) Anche la nostra pelle è fatta di etere. E noi emettiamo segnali e onde che toccano il cuore di tutti i nostri ascoltatori.
Le luci si dissolvono lentamente. Un martellante susseguirsi di immagini e suoni. Viene proiettato il video di un uomo che si trova in uno spazio molto ristretto con una busta di plastica in testa. Il viso è offuscato.
Buio finale 2