L’ultimo desiderio

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L’ULTIMO DESIDERIO

L’ULTIMO DESIDERIO

di Pietro Favari

Personaggi

CONDUTTORE/CONDUTTRICE

CONCORRENTE

PRIMA VALLETTA

SECONDA VALLETTA
TERZA VALLETTA

BALLERINE e BALLERINI

SARTA

CAMERAMEN

CONCORRENTI IN VIDEO: Giulio, Nerina, Silvia, Rodolfo, Beatrice

Lo spettacolo è ambientato in una di quelle scenografie sgargianti e luccicanti tipiche delle trasmissioni televisi­ve ma con qualche elemento di kitsch macabro, come in certi cimiteri americani raccontati da “Il caro estinto”. Gruppi marmorei di famiglia simili a quelli del cimitero di Staglieno a Genova, pietre tombali in pla­stica fosforescente, cappelle di famiglia per nuovi ricchi. Sullo sfondo della scena un videowallche ingrandisce le immagini riprese dalle telecamere dello studio.

Scena buia. Si illumina il videowall: primo piano di un volto maschile, emaciato e disperato.

GIULIO: Vi prego, non potete farmi questo! Non voglio morire… Vi prego, ho ancora bisogno di quelle medicine… Vi prego!    

L’immagine va in dissolvenza incrociata con la sigla della trasmissione “L’ultimo desiderio”. Si spegne il videowall, si illumina il palcoscenico. Una trionfale voce registrata annuncia: “Ed ecco a voi... (il nome dell'attore/attrice che interpreta il ruolo del Conduttore/Conduttrice)!”. Dalla porta di una cappella o da una bara esce il Conduttore/Conduttrice della trasmissione “L'ultimo desiderio” in ap­propriato abito scuro.

CONDUTTORE: Signore e signori, buonasera! (Ap­plausi registrati).

Grazie, grazie. È sempre una grande emozione incontrarmi con voi, che avete scelto di seguire e sostenere “L’ultimo desiderio”, una trasmissione coraggiosa e rivoluzionaria sponsorizzata da una azienda altrettanto coraggiosa e rivoluzionaria nelle sue scelte nel campo della pubblicità: la Thanatos s.p.a., una ditta - se mi consentite la battu­ta - di grande vitalità che si occupa della morte. (Applausi).

Tutti ormai conoscono gli stupendi cofani funebri prodotti da questa azienda leader nel suo settore. Ebbene signore e signori, la Thanatos è consapevole dell'inutilità di creare bisogni indotti per il consumo dei suoi articoli e intende piuttosto associare la propria immagine di mercato ad una maggior dignità culturale e ad un più diffuso prestigio sociale della morte.

Non dobbiamo rifiutarci di pensare alla morte per tempo. Se riusciamo a portare i nostri oscuri timori alla luce del giorno e della comune realtà, possiamo neutralizzarne il lato morboso. La paura della morte non deve impedirci di vivere, non deve assorbire la nostra energia vitale e, soprattutto, non deve diminuire le nostre capacità produttive.

Per questo, per toglierci la paura della morte, la Thanatos ha deciso di sponsorizzare la nostra trasmissione “L'ultimo desiderio”, un reality show dalla formula innovativa e sorprendente. All’avanguardia proprio come i cofani funebri Thanatos.

Come ormai sapete, la partecipazione al programma è riservata ai malati terminali, a quelle persone che con opportune analisi e diagnosi mediche possono dimostrare di avere non più di qualche mese di vita e che quindi costituiscono il target ideale per il nostro sponsor.

Questa è l’ultima puntata di “L’ultimo desiderio”, anche la nostra trasmissione muore, ma non temete: il successo che le avete decretato la farà rinascere nel prossimo anno.

Chi non può rinascere, purtroppo, sono i concorrenti di questo primo ciclo di trasmissioni, ospitati nella clinica che ha accolto il nostro reality. Il regolamento lo conoscete: seguiti ventiquattro ore su ventiquattro dalle nostre telecamere, i sei concorrenti hanno usufruito di terapie innovative, di farmaci sperimentali, di cure di specialisti di fama mondiale finché non sono stati nominati e quindi esclusi dalla trasmissione a insindacabile giudizio di voi telespettatori. La privazione di queste cure speciali, a causa delle disperate condizioni di salute dei nostri concorrenti, ne ha determinato l’eliminazione, dal gioco ma anche dalla vita.

Un regolamento, il nostro, che ha suscitato molte polemiche ma che è stato accettato liberamente dai concorrenti, che hanno così potuto godere di qualche settimana di vita in più.

Prima della nostra sigla, la regia ha mandato in onda il commovente appello di Giulio, il concorrente che è stato eliminato la settimana scorsa e che, come ci aspettavamo, è morto proprio ieri, non ha fatto neppure in tempo a partecipare a quest’ultima trasmissione, che vedrà finalmente la realizzazione dell’ultimo desiderio espresso dal concorrente vincitore, il nostro, il vostro Giancarlo.

Prima di introdurlo e di conoscere qual’è il desiderio che ha scelto di veder realizzato prima di morire, prego la regia di mandare in onda le registrazioni dei cinque concorrenti che non ce l’hanno fatta e che raccontano quale sarebbe stato il loro ultimo desiderio. Sono testimonianze toccanti, il testamento di cinque nostri amici che non sono più tra noi ma che, ne sono sicura, continuano a seguire la nostra trasmissione da lassù. Incominciamo con Nerina.

Il Conduttore si asciuga una lacrima. Buio sul palcoscenico. Si accende il videowall e appare la prima Concorrente eliminata, Nerina, una signora anziana dall’aria sofferente. 

  

NERINA: Il mio più grande desiderio l’ho tenuto segreto per tutta la mia vita, non ho mai osato dirlo a nessuno. Lo confido a voi, milioni di telespettatori, ve lo lascio in testamento, tanto non potrò mai più vederlo realizzato.

Ho partecipato a questa trasmissione perché per tutta la vita ho desiderato fare il sindaco della mia città, anche per un giorno solo. Il mio sogno era presiedere consigli comunali, firmare documenti, celebrare matrimoni in quell’edificio dove per anni ho fatto le pulizie. Tutte le notti, quando gli uffici erano chiusi, il sindaco e gli assessori erano andati a casa, ero io che prendevo possesso del Comune e lo pulivo, stanza dopo stanza.

Per una volta avrei voluto attraversare quelle stanze con indosso la fascia tricolore. Una notte, me la sono provata. Mi stava proprio bene…

Il videowall si spegne lentamente interrompendo Nerina, si riaccendono le luci sul palcoscenico.

CONDUTTORE: Sono sicura che Nerina ha realizzato il suo sogno e ora fa il sindaco su qualche nuvola, lassù. E adesso prego la regia di mandare in onda la registrazione dell’ultimo desiderio di Silvia.

Buio sul palcoscenico, si accende il videowall e appare Silvia, una donna di mezza età.

SILVIA: Voglio lasciarequesta valle di lacrimecon il ricordo del mio attore preferito, Alessio Aldobrandini. Voglio recitare con lui in “Sentiero luminoso”, la fiction che ho seguito fin dalla prima puntata. Recitare è sempre stata la mia aspirazione segreta, morirei felice se potessi interpretare un ruolo accanto ad Alessio…       

Il videowall si spegne lentamente interrompendo Silvia, si riaccendono le luci sul palcoscenico.

CONDUTTORE: Peccato che Silvia non ce l’abbia fatta. Alessio Aldobrandini e tutta la produzione avevano accettato di accogliere Silvia nel cast di “Sentiero luminoso”. E’ ora la volta di Rodolfo.

Buio sul palcoscenico, si accende il videowall e appare Rodolfo, barba lunga e occhi spiritati.

RODOLFO: Non si tratta di un desiderio ma di un mio sacrosanto diritto. Voglio tenere una lezione in un’aula universitaria per dimostrare la mia clamorosa scoperta scientifica: gli extraterrestri esistono! Anni fa sono stato rapito da un’astronave aliena e ho sposato una di loro, una splendida creatura con tre seni e la pelle verde… 

Il videowall si spegne lentamente interrompendo Rodolfo, si riaccendono le luci in palcoscenico.

CONDUTTORE: Niente lezione universitaria per Rodolfo, che lassù, forse, si sarà ricongiunto con lasua verde sposina. Beatrice, tocca a te, qual’era il tuo sogno segreto?  

Buio sul palcoscenico, si accende il videowall e appare Beatrice, una giovane donna pallida e triste.

BEATRICE: Lamusica èla mia passione.Non ho potuto fare il Conservatorio ma per una volta voglio dirigere una grande orchestra, magari quella della Scala. E’ il mio desiderio più grande: con la bacchetta in mano guidare i professori d’orchestra e far scaturire dai loro strumenti le sublimi armonie di Mozart, Beethoven, Verdi…

Il videowall si spegne lentamente interrompendo Beatrice, si riaccendono le luci in palcoscenico.

CONDUTTORE: Sono sicura che adesso Beatrice dirige un coro di angeli. Concludiamo il ricordo dei nostri concorrenti con Giulio, l’ultimo a lasciarci…   

Buio sul palcoscenico, si accende il videowall e appare nuovamente Giulio.

GIULIO: Invito Naomi Campbell a trascorrere un fine settimana con me, dove vuole lei, per me è lo stesso. Vi prego, solo un paio di giorni con Naomi…   

Il videowall si spegne lentamente interrompendo Giulio, si riaccendono le luci in palcoscenico.

CONDUTTORE: La redazione di “L’ultimo desiderio” ha contattato Naomi Campbell ma la famosa top model ha rifiutato l’invito del nostro concorrente. La morte pietosamente ha risparmiato a Giulio una grave delusione.

La morte si accompagna inevitabilmente alla vita, come la notte al giorno, il buio alla luce, il sonno alla veglia.

VOCE INFANTILE FUORI SCENA: Che cos' è la morte?

CONDUTTORE: E’ come unlungo sonno da cui non ci sisveglia più, come è successoal nonno...

VOCE INFANTILE FUORI SCENA: E anch' io devo morire?

CONDUTTORE: Sì caro, ma il più tardi possibile.

Tutti i bambini prima o poi fanno queste domande e la risposta è come una condanna a morte. Da quel momento sappiamo di essere condannati senza possibilità di appello e quasi sempre è una persona cara, il papà o la mamma a cui 1'abbiamo chiesto, ad emettere la sentenza inappellabile.

Dall'età della ragione, dunque, impariamo che prima o poi do­vremo ricevere la Nera Signora con la falce.

Ma siamo davvero pronti ad accoglierla?

È perché non ci colga impreparati che esistono ditte co­me la Thanatos s.p.a., sponsor della nostra trasmissione.

Sì, signore e signori, qualcuno deve pensare an­che alla componente industriale e commerciale della mor­te, qualcuno in grado di accompagnarci con professio­nalità ed efficienza nell'Ultimo Viaggio. E questo qualcuno, sono lieto di annunciarvelo, è la Thanatos, una in­dustria leader nel settore dei cofani funebri.

E’ questo il momento della nostra telepromozione!

Le Ballerine e i Ballerini portano in scena alcune bare.

CONDUTTORE: (Legge) “Ciò che più caro si considera, gelosamente si cu­stodisce e degnamente si racchiude”, questo è uno slogan, giustamente possessivo, della nostra Thanatos.

Impegnativo quest'altro: “Thanatos, il pensiero, una civiltà ete­rnati in un disegno”.

“Thanatos, il fluire del tempo” è un riferimento a Bergson, il nostro è uno sponsor colto.

“Quando l'Infinito ti viene vicino” è leopardiano, bene.

La poesia è di casa alla Thanatos, lo dimostra questo altro slogan: “... e l'uomo, a passo, entra nell'ombra stretta”.

Io lo trovo bellissimo, non vi pare? E poi, a dimostrare che pensano alla grande, c'è una citazione hollywoodiana: “Thanatos, da qui all'eternità”.

E infine, definitivo: “Thanatos, ultima cosa”.

E a tutti questi indovinatissimi slogan se ne potrebbe aggiungere un altro: “L’unica cassa che la Thanatos non produce è la cassa inte­grazione”. (Applausi).

Sì,signore e signori, perché la Tha­natos s.p.a. offre alla sua clientela sempre più numerosa soltanto prodotti competitivi e di classe, disegnati da esperti architetti.

Per esempio il modello “Ulisse”. (Accarezza la bara) “Tremila anni fa Ulisse inventò il cavallo di legno per conquistare Troia, oggi ‘Ulisse’ è il cofano studiato per conquistare il mer­cato”. (Applausi. Indica un'altra bara).

Un bell'applauso per quest'altro modello! (Applausi).

Ilsuo fascino sta nella calda bellezza della grana naturale e nella rifinitura in ottimi legni di acero che garantisco­no un più armonioso, definitivo, ritorno alla natura. Il modello infatti si chiama “Ecologia”.

(Indica un'altra bara).

Ed ecco qualcosa di giovanile, dinamico, in linea con i nostri tempi, il modello “Yuppie”: esprime carattere e solidità sociale. Di superba eleganza, riflette anche nella morte quel successo conquistato nella vita e nella carrie­ra ed è griffato da un grande stilista.

(Indica un'altra bara).

Per lo spirito meno austero, ecco il modello “Dolce vi­ta” ideale per chi, anche dopo la morte, vuole far ricor­daredi essere stato un bon vivant, un play boy. Rifini­ture lucidate in color bruma di mare, l'interno riccamente foderato in morbido velluto capitonné, con guanciale e copriletto in vivaci colori assortiti, una linea da far invidia ad una fuoriserie.

Avete visto che classe? Insomma, con bare così non si bara! (Applausi).

Ma ora è tempo di presentarvi il nostro primo vincitore, il concor­rente sopravvissuto, introdotto dalla nostra affascinante valletta!

Applausi. Entrano in scena le Vallette e le Ballerine e i Ballerini. Tutti cantano la sigla di presentazione.

MO, MO MORTE

Mo, Mo, Morte

smettila di uccidere

che farai, che farai

quando tutti uccisi ci avrai?

Anche tu

morirai...

Mo, Mo, Morte

pensa alla vecchiaia

risparmia un po' di vite

per allora

o Signora

attenta all'inflazione

di putrefazione.

Mo, Mo, Morte

tu non hai paura

della congiuntura?

Risparmia un po' di vite,

fa un po' d'economia,

comincia dalla mia.

Mo, Mo, Morte

e così sia.

Applausi. Entra in scena il Concorrente: un uomo di mezza età pallido e affaticato.

CONCORRENTE: Buonasera.

CONDUTTORE: Buonasera a lei.

Sullo schermo vengono proiettati radiografie ed elettrocardiogrammi del Concorrente.

 

CONDUTTORE: Ecco la regia che intanto manda in onda i referti medici del nostro concorrente.

Quanti mesi di vita le restano?

CONCORRENTE: Non più di cinque o sei.

CONDUTTORE: Cinque o sei! Pensate, il nostro primo vincitore non sarà in grado neppure di assistere alla prossima serie della nostra trasmissione, che ci auguriamo - non se ne abbia a male il nostro amico - avrà una vita più lunga della sua.

Un bell'applauso! (Applausi).

CONCORRENTE: Grazie.

CONDUTTORE: Cosa si prova a sapere di avere ancora pochi mesi di vita?

CONCORRENTE: Mah, non saprei... Un certo risentimento per quelli che restano, timore per quello che devo affrontare, rimpianto perché non posso più fare progetti per l'avvenire.

CONDUTTORE: Però questo, mi consenta, è anche un bel sollievo: niente più angosce per il futuro. A lei che importa dell'effetto serra o del buco nell'ozono, se la Borsa sale o scende, della crisi degli alloggi, di chi vincerà il campionato? Tutte preoccupazioni che lascia a noi. Su con la vita! (Applausi).

(Rivolto al Concorrente) Siamo tutti curiosi di conoscere il suo ultimo desiderio.

CONCORRENTE: Vorrei rivivere i momenti più importanti della mia vita.

CONDUTTORE: Come in un film, non è vero? Vicini alla morte si dice che la vita passata scorra davanti agli occhi come in un film.

Benissimo. La Thanatos farà il possibile per aiutarla a ricostruire la sua vita.

Ed ora, una breve interruzione per la pubblicità. Per la nostra trasmissione sarà come un breve periodo di morte apparente, ma il suo grande cuore continuerà a battere, credetemi. Vi rivoglio tutti qui!

(Rivolto al Concorrente) Allora, approfittiamo del pausa nella registrazione per prepararci un po'.

Con quale episodio della sua vita vorrebbe incominciare?

CONCORRENTE: Vorrei rivivere il rito della buona notte con mia madre. Da bambino mi infilavo nel letto e la mamma mi cantava una ninna-nanna per farmi addormentare.

CONDUTTORE: Molto commovente, e poi fa parte dei ricordi di tutti noi. Però le propongo una modifica: invece che in una camera da letto, ambienterei questa scena in una cucina.

CONCORRENTE: In una cucina? E perché mai?

CONDUTTORE: Vede, il nostro sponsor, la Thanatos ha un'altra attività produttiva, sempre nel settore della lavorazione del legno: fabbrica mobili, che vende a rate in tutta Italia, isole comprese.

Naturalmente il nome della ditta cambia, per ovvi motivi d'immagine, non più Tha­natos spa ma Eros spa. Eros e Thanatos, afferra la fi­nezza? Conosce lo slogan? “Eros: i mobili che vi fanno innamorare”.

CONCORRENTE: Ma che c'entra tutto questo con i miei ricordi d'infanzia?

CONDUTTORE: Lo sponsor gradirebbe molto che in trasmissione si pubblicizzasse anche la sua linea di mobili e purtroppo le stanze da letto non sono ancora in pro­duzione.

CONCORRENTE: Ma come avrei potuto andare a dor­mire in cucina?

CONDUTTORE: Cerchi di collaborare...

CONCORRENTE: Ma è assurdo tutto ciò!

CONDUTTORE: Senta, cerco di venirle incontro, ma anche lei ci deve dare una mano. Le propongo il salotto.

CONCORRENTE: Il salotto?

CONDUTTORE: Sicuro, il salotto. La Eros produce an­che dei confortevolissimi salotti. Lei si potrà sdraiare sul divano modello Sofficione; l'attrice che interpreterà il ruolo di sua madre si accomoderà sulla poltrona mo­dello Adiposa.

CONCORRENTE: Ma sembrerà di essere dallo psicoa­nalista...

CONDUTTORE: E allora? Tanto i rapporti con la ma­dre non sono tutti edipici? Non si concludono quasi sem­pre nello studio dello psicoanalista?

CONCORRENTE: (Rassegnato) Fate un po' come vi ­pare...

CONDUTTORE: Oh, benissimo. (Rivolto fuori scena) Portate Sofficione e Adiposa.

I Ballerini spingono in scena un'orrenda poltrona in stile roccocò dorato, sormontata da un cartello con il marchio Eros.

CONCORRENTE: Ma che cos'è questo orrore?! Mia madre era una donna di gusto, non si sarebbe mai seduta su questa roba!

CONDUTTORE: Oh, senta! Non pretenderà che le andiamo a cercare proprio i mobili della sua infanzia…

CONCORRENTE: No, ma almeno qualcosa che possa assomigliare...

CONDUTTORE: La Eros questo produce e questo abbiamo a disposizione. E quando saremo di nuovo in onda la prego di fare un sorriso radioso nel momento in ­cui le mostrerò la poltrona. Anzi, sarebbe carino da parte sua esclamare sorpreso: Proprio come quella di casa mia!

CONCORRENTE: (Sempre più rassegnato) Come vuole lei...

CONDUTTORE: Ottimamente. Sapevo che non avrebbe fatto morire qui la cosa... Oh, mi scusi, non volevo.

(Rivolto fuori scena) Piuttosto, perché non c'è il divano?

VOCE FUORI SCENA: Non ce l'hanno ancora consegnato dalla fabbrica.

CONDUTTORE: Ma dico io, si può lavorare così?

(Rivolto al Concorrente) Ildivano non c'è, dovrà stare seduto sulle ginocchia di sua madre. È anche più carino, crea una maggiore intimità familiare.

CONCORRENTE: Mi rifiuto. Mia madre era una don­na affettuosa ma austera, non indulgeva in simili smancerie.

CONDUTTORE: Lei non vuol proprio collaborare, amico mio. Vedrà che cambierà idea non appena le avrò presentato sua madre. (Chiama la Prima Valletta con il nome dell'attrice che la interpreta) Eccola!

Si avvicina la Prima Valletta: una bellona in costume succinto.

CONCORRENTE: Lei? Ma è la valletta!

PRIMA VALLETTA: Beh? Che cosa crede, che non sia capa­ce di interpretare la parte di sua madre? Io qui faccio la valletta solo momentaneamente. Ho il diploma della scuola di recitazione Star System diretta da Shirley D'Abruzzo: training psicofisico, dizione poetica, recita­zione classica e moderna, tip tap, esercizi di respi­razione…

CONDUTTORE: (Rivolto al Concorrente) E ha visto come le si sono sviluppati bene i pettorali con gli esercizi di respirazione?

CONCORRENTE:  Ma sì, ma mia madre non era così, così… (Con i gesti allude alle forme prorompenti della Prima Valletta). E poi è troppo giovane.

CONDUTTORE: Ma quando lei era un bambino anche sua madre era giovane! Oh, senta, non faccia il difficile. Tutti avrebbero voluto una madre così, altrimenti che gu­sto c'è ad avere il complesso di Edipo?

Vedrà che con una parrucca, un po' di trucco e un vestito adeguato la nostra valletta si trasformerà in una perfetta mammina! (Rivolto fuori scena) Sarta!

Entra la vera sarta di compagnia con qualche vestito sul braccio e una parrucca bianca e incomincia a truccare e a vestire con una vestaglia vistosa e imbottita la Prima Valletta, che si trasforma così in una grottesca donnona.

 

CONCORRENTE: Mia madre non era così! Era magra, elegante, vestiva sempre con abiti di sartoria che si faceva fare su misura…

CONDUTTORE: È sicuro?

CONCORRENTE: Certo che sono sicuro!

CONDUTTORE: Però così è meglio, assomiglia di più ad una mammona mediterranea.

CONCORRENTE: Mia madre era tedesca.

CONDUTTORE: Lasci perdere, nessuno si accorgerà della differenza:

CONCORRENTE: Ma io sì!

CONDUTTORE: Vuole gentilmente cercare di collaborare? Siamo già in ritardo, tra non molto dobbiamo riprendere la registrazione del programma e bisogna provare la scena almeno una volta.

PRIMA VALLETTA: Una sola volta? Ma come faccio a entrare nel personaggio con una sola prova? Devo fare almeno un po' di training prima, come mi ha imparato la signora D'Abruzzo…

CONDUTTORE: Per favore, non ti ci mettere anche tu adesso… L'Oscar sarà per un'altra volta. Piuttosto facciamo 'sta prova…

La Prima Valletta, imbronciata, si siede sulla poltrona e il Concorrente si sistema sulle sue ginocchia, imbarazzato. Entrambi assumono una posizione ridicola.

PRIMA VALLETTA: Ma quanto pesa lei! Facciamo presto o mi rovina le gambe, ho fatto anche danza classica, io…

CONDUTTORE: La D'Abruzzo non ti ha insegnato che il teatro è convenzione? Stanislavskij… Il signore è un bambino piccolo e dunque leggerissimo, per te è un pia­cere tenerlo sulle ginocchia...

Vogliamo cantargli la ninna-nanna?

(Rivolto al Concorrente) Che ninna-nanna era?

CONCORRENTE:  Era una berceuse di Schumann, in tedesco.

CONDUTTORE: (Rivolto alla Prima Valletta) Come te la ca­vi con il tedesco?

PRIMA VALLETTA: Veramente il tedesco non era tra le ma­terie comprese nel piano di studi della Star System. Se può servire sono arrivata alla undicesima lezione di un corso d'inglese per corrispondenza.

(Con pronuncia ostentata) Lesson eleven… Serve molto di più l'inglese per girare i film in coproduzione.

CONCORRENTE: Mamma era di Heidelberg...

PRIMA VALLETTA: Anche i tedeschi girano i loro film in inglese.

CONDUTTORE: Non andrebbe bene lo stesso una ninna-nanna cantata in italiano?

CONCORRENTE: Ma…

CONDUTTORE: Ho capito, mamma era di Heidelberg. Ma sia buono, su...

CONCORRENTE:(Sempre più rassegnato) E va bene.

PRIMA VALLETTA: Io conosco una ninna-nanna che mia nonna mi cantava quando ero bambina, ma è in dialetto pugliese. (O qualunque altro dialetto a preferenza dell'attrice). Nonna non era di Heidelberg, era di Polignano a Mare.

CONDUTTORE: Sono sicuro che andrà benissimo. (Ri­volto al Concorrente) Non è vero?

La Prima Valletta canta la ninna-nanna al Concorrente che passa da un'espressione di disagio ad un accenno di eccitazione per il contatto fisico.

NINNA NANNA PUGLIESE

Madonna della cappella, ammjne l'acqua

c’aggia lavà le panne a stù guaglione,

Madonna bbella, Madonna bbella…

u lúpe s’ha mangiate la picorella,

ninna nanna, nninna o, nninna ooo…

Madonna bbella, Madonna bbella…

u ppane gnore non piasce a nisciùne,

ma megghie è cudde ca restà discjune,

ninna nanna, nninna o, nninna ooo…

Madonna sanda, Madonna bianga,

stogghe asseduja sembe sop’a stà bbanga…

1'ommene mije è sciute ngargerate

jiie de fa stà vite, me so’ stangate…

ninna nanna, nninna o, nninna ooo…

Madonna bbella, donna d'onore…

u pjcceninne mije dorme a quatt’ore…

e jiie me so’ stangate de stu deloreee…

ninna nanna, nninna o, nninna ooo…

dorme mininne mije, dorme vicine,

jiie de so’ acchenzate stu’ cchescine

e la mamme tuje de stà vicjne,

ninna nanna, nninna o, nninna ooo...

CONDUTTORE: (Guarda l'ora e guarda fuori scena) Mi fanno segno dalla regia che non c’è più tempo per la prova. Dobbiamo registrare subito.

PRIMA VALLETTA: Oddio, dovrò improvvisare! E pensare che quando ho fatto il corso l'insegnante di “Improvvi­sazione” non veniva mai perché era impegnato in una tournée.

II Concorrente e la Prima Valletta si alzano dalla poltrona. La Prima Valletta esce di scena.

CONDUTTORE: (Rivolto al Concorrente) Stiamo per andare in onda. Mi raccomando, si ricordi quello che ab­biamo detto prima.

(Rivolto alla telecamera) Cari ami­ci, eccoci di nuovo insieme… (Applausi). In compagnia del nostro sponsor, la Thanatos, e del nostro vincitore che ha con­quistato il diritto a realizzare il suo “ultimo desiderio”: rivivere come in un film i momenti più importanti della sua vita.

(Rivolto al Concorrente) Da quale vuole inco­minciare?

CONCORRENTE: Dal rito serale della ninna-nanna che mi cantava mia madre per farmi addormentare. (Ap­plausi).

CONDUTTORE: Bello, molto commovente. Sua ma­dre era pugliese, vero?

(Rivolto fuori scena) Prego la regia di creare un po' di atmosfera!

(Le luci si abbassano, un riflettore illumina la poltrona.Sottovoce al Concorrente) Su, dimostri entusiasmo, come eravamo d'accordo.   

CONCORRENTE: (In tono sforzato, innaturale) Oh! Questa poltrona è proprio bella come quella che c'era in casa mia!                       

CONDUTTORE:(Prova con la mano la morbidezza della poltrona) È soffice, è accogliente, è… Adiposa: “La poltrona che ti coccola e ti riposa”. Sedersi su questa poltrona è come tornare nel grembo materno.

A proposito… La Thanatos si è specializzata nel settore mortuario ma è in grado di dare vita ai sogni e di far rivivere            le persone che ci hanno lasciato, come la madre del nostro concorrente!   

Un'altra luce illumina la Prima Valletta che è rientrata in scena nel ruolo di madre. Malgrado il trucco assurdo, il Concorrente resta affascinato e commosso dall'apparizione.          

CONCORRENTE: Mamma!...­

CONDUTTORE: Su, vada incontro a sua madre che 1'aspetta.

CONCORRENTE: Mamma, sei tu?                          

PRIMA VALLETTA: (Recita con ostentazione) Vieni figliolo, è tempo di fare la nanna.

CONCORRENTE: Mutter, dein Kind ist hier.

CONDUTTORE: (Sottovoce) Ma che dice? Abbiamo stabilito che sua madre era di Polignano...

CONCORRENTE: (Si riprende) Mamma, il tuo bambino è qui…

PRIMA VALLETTA: Sì figlio, amoroso giglio, figlio bianco e vermiglio…

CONDUTTORE: (Sottovoce) Ma sei impazzita?

PRIMA VALLETTA:(Sottovoce) E’Jacopone da Todi. L'a­vevo preparato per il provino di ammissione alla scuola di recitazione…

CONDUTTORE: (Sottovoce) Non ti allargare, non devi interpretare la Madonna.

CONCORRENTE: (Commosso) Madre, quanti anni so­no passati? Eppure di tutta la mia vita il ricordo più vio­lento è questo, quando venivi a darmi la buonanotte. Io avevo paura di addormentarmi, al buio credevo che in fondo al letto ci fossero delle creature, piccole ed immonde, radunate per mordermi i piedi. Mi infilavo in letto e tenevo le gambe rattrappite.

Tanti anni dopo uno psi­coanalista mi ha detto che così riproducevo la posizione fetale. A lui ho raccontato di questa mia paura infanti­le, a te non ho mai osato confessarlo. Per questo cerca­vo tutte le scuse per infilarmi nel tuo letto, perché tu mi difendessi dalle creature cattive che volevano mordermi i piedi, ma tu non volevi che io dormissi con te, dicevi che non stava bene. Allora non capivo il perché.

(II Concorrente si siede ai piedi della Prima Valletta e le ap­poggia il capo in grembo). Ho dormito nel letto con altre don­ne, ma era nel tuo dove volevo coricarmi. Adesso le creature immonde mi stanno davvero mangiando, e non so­lo i piedi. Mi sono entrate dentro e mi divorano tutto.

La Prima Valletta canta nuovamente la sua ninna-nanna, questa volta con insospettabile dolcezza. Al termine del can­to, le luci si alzano nuovamente. Applausi. La Prima Valletta esce.

CONDUTTORE: Ecco, un piccolo miracolo si è verifi­cato: un desiderio è stato esaudito da quella fata elettro­nica chiamata televisione, di cui alcuni si ostinano a parlar male. Il nostro concorrente ha ritrovato, per qualche istante, sua madre e la sua infanzia.

I ricordi, signore e signori; cosa sarebbe la vita, cosa saremmo noi, senza i ricordi? La vera ricchezza, credete­mi, sono i ricordi, quelli che riusciamo a capitalizzare, belli o brutti, infami o sublimi, tutto quello che ci è pas­sato accanto ed ha lasciato un segno, anche debole.

Qualcuno, qualcosa, un giorno ci ha sfiorato; senza lasciare tracce apparenti, ma un altro giorno, forse senza ragione, ci ritorna in mente, magari a distanza di anni e anni: un sorriso, un tramonto, un sapore della nostra infanzia. E poi c'è il ricordo, di noi, che lasciamo in eredità agli altri. Cosa resta di noi, dopo? Giusto i ricordi, tutta una vita, minuti, ore, giorni, anni e anni di fatiche, di gioie, di dolori. Per che cosa? Qualche ricordo che lasciamo agli altri e che ci permette di continuare a vivere, per mezzo loro.

Per questo la Thanatos ha pensato al servizio “Rimembran­za”: a chi compera uno dei suoi stupendi cofani, la Tha­natos garantisce che ogni anno, per dieci anni, nel giorno anniversario del decesso, spedirà gratuitamente a dieci ca­ri, amici e parenti scelti preventivamente dal cliente, un biglietto in elegante cartoncino bristol con stampato il no­me del caro estinto e la frase in corsivo inglese: “Io vivo nel vostro ricordo, grazie anche alla Thanatos”. (Applausi). Pubblicità!

(Rivolto al Concorrente) È andata bene. Aumenteremo 1'audience. E ora c'è la pubblicità, sotto con un altro ricordo.

CONCORRENTE: È un altro momento legato all'in­fanzia: il mio primo amore… Ero ancora un bambino.

CONDUTTORE: E di chi si era innamorato? Di qual­che compagna delle elementari?

CONCORRENTE: No, era una signora grande. Aveva un negozio di busti e mia madre era sua cliente. La mam­ma mi portava con lei ed io ero felice ed eccitato di en­trare in quel negozio pieno di manichini di donne vestite soltanto con la biancheria intima da cui spuntavano i se­ni. Quei seni mi sembravano dei grandi occhi che guar­davano proprio me con sguardi sfrontati.

Anche la bustaia aveva un grande seno, bellissimo, più bello ancora di quelli dei manichini del suo negozio. Mi ero innamorato di quel seno, la cui forma intravedevo sotto il vestito. Mi ero innamorato di quel seno vivo, che si muoveva in mezzo a seni inanimati. Il suo seno mi sem­brava una regina tra i propri sudditi resi immobili da qualche incantesimo.

CONDUTTORE: Oh santo cielo! Ma che ricordi com­plicati ha lei! Mi dice dove andiamo a prenderli adesso dei manichini e dei busti? Perché non ha avuto dei primi amori più consueti, come tutti, la cameriera di casa, per esempio? Un bell'amore ancillare, un amore classico.

CONCORRENTE: Veramente, in casa nostra c'era un cameriere...

CONDUTTORE: Sforzi un po' l'immaginazione, la sua bustaia era invece la cameriera di casa; lei andava a spiar­la mentre lavorava.

In cucina. Che ne dice? Così possia­mo mostrare anche la cucina della Eros.

(Rivolto fuo­ri scena) Portate la cucina.

Viene spinta in scena una cucina in stile rustico monta­ta su una piattaforma scorrevole.

Ed ora indovini chi farà la parte della sua cameriera? La nostra...

Chiama un’altra delle vallet­te con il nome dell'attrice che la interpreta. La Seconda Valletta entra in scena vestita da cameriera con grembiule e cre­stina.

Così, per caso, avevamo pronto un costume da ca­meriera. Ecco, faccia finta che la nostra... (Nome dell’attrice) sia l'oggetto dei suoi sogni d'infanzia.

La nostra tra­smissione le dà l'occasione di dichiararle il suo amore, il primo. Oggi può farlo, approfitti della circostanza, torni in­dietro nel tempo, a quei desideri, a quelle emozioni appe­na nate che non trovano ancora le parole per esprimersi.

La pubblicità è finita. Ripren­de la registrazione, mi raccomando.

(Rivolto alla telecamera) Amici dell'”Ultimo desiderio” eccoci di nuovo insieme. Il nostro concorrente è pronto a rivivere un altro momento della sua vita, grazie alla Tha­natos che sponsorizza la nostra trasmissione, uno dei mo­menti più belli nella vita di ciascuno di noi: il primo amore. Il primo amore del nostro amico è stato un amore ancil­lare, la sua cameriera. Un amore interclassista, un amore intergenerazionale perché sgorgato da un cuore ancora bambino. Un amore innocente come una fiaba...   

Le luci si abbassano. Si illumina la cucina. Il Concorrente si avvicina timidamente alla Seconda Valletta.

SECONDA VALLETTA: Signorino, come mai non è a fare i com­piti? Come mai è qui in cucina? In questa bellissima cu­cina della Eros, tutta in massello di noce? Osservi che linea, insieme classica e moderna. E che solidità! (Apre e chiude sportelli e cassetti della cucina). Opera della sa­pienza antica dei nostri maestri artigiani.

CONCORRENTE:        Il mio primo amore... Chissà dove sei, oggi. Il mio amore di bambino era come una figura retorica, una sineddoche: la parte per il tutto. Mi ero innamorato del tuo seno. I cerchi che facevo a scuola con il compasso mi sembravano seni: rotondi, perfetti, impenetrabili, e mi pareva che la punta del compasso pun­gesse il capezzolo e che ne dovesse uscire il latte.

Le Ballerine e i Ballerini entrano in scena e ballano. Il Conduttore canta

IL SENO

Torna in cielo il sereno,

vedo anche l'arcobaleno

se mi mostri il tuo seno.

Il mio cuore incateni

e mi fai perdere il treno

se mi mostri il tuo seno.

La mia mente rassereno

e guarisco da ogni veleno

se mi mostri il tuo seno.

Non c'è niente di osceno,

ma lo so che mi scateno

se mi mostri il tuo seno.

FINE PRIMO TEMPO

* * *

SECONDO TEMPO

Si riapre il sipario ancora sul finale del primo tempo: le Ballerine e i Ballerini immobili e sorridenti, fissati nella stessa posa che avevano quando si era chiuso il sipario per l'intervallo. Applausi.

CONDUTTORE: E ora spazio alla pubblicità. (Escono Ballerine, Ballerini e la Seconda Valletta).

(Rivolto al Concorrente) Eadesso quale ricordo vorreb­be rivivere? Direi che basta con l'infanzia…

CONCORRENTE: Non so. È sempre difficile uscire dall'infanzia. I miei ricordi di adulto sono legati a per­sone che mi sono ancora vicine, diventa imbarazzante chiamarle in causa…

CONDUTTORE: Ma cosa le importa? Lei ha l'occasio­ne unica di rivivere come vuole la propria vita e si fa de­gli scrupoli per gli altri? E poi la gente è felice di esibire la propria vita davanti alle telecamere.

Andy Warhol buonanima diceva che tutti nella vita hanno diritto ad un quarto d'ora di celebrità e il video può concederlo davvero.

La televisione è la fata elettronica che può riscattare una vita qualsiasi e farla conoscere, imporla a tutti. Quale pudore, quale intimità può resistere a un simile sortilegio? Lei è sposato?

CONCORRENTE: Sì, felicemente.

CONDUTTORE: Felicemente… Ne è proprio sicuro?

CONCORRENTE: Ma certo! Ci siamo conosciuti ad una di quelle feste in casa tra ragazzi che usavano una volta. Ci siamo sposati dopo la laurea, qualche difficoltà economica nei primi tempi che poi si è risolta, due stipendi sicuri alla fine del mese, due figli, un maschio e una femmina, l'appartamento con il mutuo, le auto a rate…

Tutto sereno, fino al giorno in cui sono andato a ritirare quelle maledette analisi. Però ho la consolazione di lasciare tutto in ordine: mia moglie ha di che vivere dignitosamente, i ragazzi sono ormai grandi…

CONDUTTORE: E in tutti questi anni nessun contrasto? Con sua moglie, per esempio?

CONCORRENTE:Beh, come tutti, certo.

Per esempio non eravamo d'accordo sui nomi da dare ai nostri figli. Mia moglie voleva che si chiamassero come i suoi genitori, io invece come i miei. Alla fine siamo arrivati ad un compromesso: il maschio ha il nome del nonno paterno, la femmina della nonna materna.                 

CONDUTTORE:Tutto qui?

CONCORRENTE: Sì.       

CONDUTTORE:       Non pretenderà mica che raccontiamo ai nostri telespettatori una storia simile. Cambierebbero canale.

II mutuo, l'auto a rate, i nomi dei figli… È minimalismo, questo. Lasciamolo agli scrittori americani.

E poi la televisione ha esigenze diverse.      

CONCORRENTE:Ma che ci posso fare se la mia vita è stata così?      

CONDUTTORE:Ha idea di quante storie, quante trame, quanti intrecci narrativi racconta ogni giorno la televisione ad uno spettatore che, in più, con il suo te­lecomando può passare da una vicenda all'altra, come vuole? Tra film, telefilm, telenovelas, soap opera, sce­neggiati, e aggiungiamoci anche le vicende cosiddette vere, in un an­no, forse in un mese, la televisione ci racconta più storie di quante ne abbiano raccontate prima gli scrittori in tutta la storia dell'umanità.

Altro che Shahrazad, lei doveva raccontare una storia diversa ogni notte altrimenti il re di Persia le tagliava la testa. Anche i nostri telespettatori possono eliminarci, hanno in mano un'arma micidiale come la scimitarra del re di Persia: il telecomando, e non si accontentano di una novella per notte.

CONCORRENTE: E allora?

CONDUTTORE: E allora dobbiamo sforzarci di trovare nella sua vita qualcosa di originale, di eccentrico, qualcosa che distolga i telespettatori dal telecomando.

CONCORRENTE: Non c'è niente di stravagante nella mia vita.

CONDUTTORE: Non ci credo. Ci pensi bene.

CONCORRENTE: Una cosa ci sarebbe…

CONDUTTORE: Sì?...

CONCORRENTE: (Imbarazzato) Una volta, ero molto giovane, facevo il servizio militare in marina, ho com­messo qualcosa di irreparabile…

Mi vergogno ancora adesso…

Ero lontano da casa, mi sentivo solo, non so cosa mi sia preso… Forse ero ubriaco, quella sera. Do­po ho cercato di cancellare, di riparare, ma non è stato e possibile…

CONDUTTORE: Di che si tratta?

CONCORRENTE: È qualcosa che mi porto dietro an­cora adesso…

CONDUTTORE: Allora, coraggio…

CONCORRENTE: (Imbarazzato, a voce bassa)Una volta, mi sono fatto fare…

CONDUTTORE: Cosa? Parli più forte.

CONCORRENTE: Un... un tatuaggio, mi sono fatto fare un tatuaggio.

CONDUTTORE: Ah!

CONCORRENTE: Ebbene, sì.

CONDUTTORE: Perché non ce lo fa vedere? Potreb­be essere un buon spunto per un altro dei suoi ricordi.

CONCORRENTE: Neanche per sogno!

CONDUTTORE: Andiamo, non c'è mica da vergognar­si ad avere un tatuaggio. Dove ce l'ha?

CONCORRENTE: Gliel'ho detto che questa vergogna me la porto ancora adesso, dietro…

CONDUTTORE: Dietro?

CONCORRENTE: Dietro.

CONDUTTORE: Dietro nel senso di… didietro?

CONCORRENTE: È sulla natica sinistra.

CONDUTTORE: Capisco. Quella del cuore…

CONCORRENTE:  Per fortuna anche al mare d'estate resta nascosto sotto il costume da bagno.

CONDUTTORE: Ho capito. (Ammiccante)Lo svela solo nell’intimità!

CONCORRENTE: L'ha visto solo mia moglie.

CONDUTTORE: Ma va?! Beh, capisco che non è il caso di mostrare il suo tatuaggio davanti alle telecamere, data la sua collocazione anatomica. II nostro sponsor non approverebbe. Peccato, altrimenti potevamo farci qual­cosa con quel suo tatuaggio.

Cosa rappresenta?

CONCORRENTE: Non glielo dirò mai.

CONDUTTORE: Sa che mi ha fatto incuriosire? Chi l'avrebbe detto? Lei un tatuato…

CONCORRENTE: La prego!

CONDUTTORE: Però un tatuaggio è un tatuaggio. Quando era giovane lei erano in pochi quelli che se lo facevano fare. Vo­glio dire, un uomo che allora decideva di farsi tatuare non era cer­to un uomo qualsiasi, anche se poi lo ha tenuto nascosto sotto le mutande…

CONCORRENTE: Le ho detto che non ero consapevole quando è successo.

CONDUTTORE: No, no. Credo che sia comunque il segno che nella sua personalità si cela qualcosa di torbido.

CONCORRENTE: Di torbido?

CONDUTTORE: Lo sa che i tatuaggi sono diffusi so­prattutto tra i carcerati?

CONCORRENTE: Non insista, per favore…

CONDUTTORE: È chiaro il perché. In un'istituzione come il carcere, che cerca di uniformare tutti quanti, il detenuto cerca una propria identità differenziata, sia pure superficialmente. Epidermica nel vero senso della parola.

È quello che Jung chiama “processo di individuazione”. Probabilmente è ciò che lei inconsciamente ha cercato quando si è fatto tatuare. Voleva qualcosa che la differenziasse dagli altri, un emblema da portare a fronte al­ta davanti al grigio dell'esistenza!

CONCORRENTE: Ma che fronte alta! Le ho detto do­v'è i1 tatuaggio…

CONDUTTORE: Si fa per dire. Ci rifletta sopra. Il ta­tuaggio evidenzia il conflitto tra quello che si è e quello che si vorrebbe essere, tra quello che sì teme di essere e quello che si desidererebbe diventare. É lo stesso conflitto tra ciòche iltatuaggio raffigura e l'effettivo mondo in­teriore del tatuato.

Le ho già chiesto cosa rappresenta il suo tatuaggio?

CONCORRENTE: Non lo saprà mai.

CONDUTTORE:É un segreto che vuole portare con se nella tomba? Oh, mi scusi, non volevo alludere…

CONCORRENTE:Lasci perdere…

CONDUTTORE: E poi c'è la componente sessuale del farsi tatuare.

CONCORRENTE: Non infierisca, la prego!

CONDUTTORE: Ma certo! Pensi ai lunghi aghi affi­lati che penetrano… dico “penetrano”… nella carne. Lei poi ha scelto una certa zona del corpo!...

Il liquido che eiacula dall'ago, i due partecipanti all'evento - uno attivo, l'altro passívo - il connubio di pia­cere e di dolore fisico tipico delle pratiche sado­masochiste…

CONCORRENTE: La scongiuro, non mi ricordi anco­ra una cosa che ho sempre cercato di dimenticare…

CONDUTTORE:Ma certo! II ricordo… la rimozione…

Che cos'è il tatuaggio se non un ricordo inciso, marchiato sulla propria pelle? II tatuaggio è la rappresentazione di qualche cosa che viene vissuta, sentita, cercata in quei particolare momento. Per questo il tatuaggio assomiglia al ricordo.

Si lasci fare qualche altro tatuaggio, metaforico, s'inten­de. Qualche illustrazione, da portare addosso, di come è stato o di come avrebbe potuto o voluto essere.

È anche un modo di fronteggiare la morte. Il tatuaggio è una ferita simbolica che esorcizza il colpo mortale. Faccia conto che io sia l'artista che esegue i tatuaggi, lei non deve fare altro che scegliere i modelli per illustrare, per colorare la sua vita.

CONCORRENTE: Quali modelli?

CONDUTTORE: Modelli narrativi, possibili esistenze che avrebbe voluto vivere e che la nostra televisione le può infilare sotto la pelle. 

CONCORRENTE: Delle storie inventate, dunque. Io non sono capace di immaginarle.

CONDUTTORE: Non sono certo le storie da raccon­tare quelle che mancano. Tutto è già stato raccontato, l'importante non è cosa si racconta ma come lo si racconta.

In fondo ci immaginiamo sempre le stesse fiabe, vissute sempre dagli stessi personaggi.

Certo, cambiano i particolari, i dettagli, le ambientazio­ni, le epoche, le parole; ma le vicende alla base sono sem­pre le stesse.

In tutte le opere liriche il tenore vuole andare a letto con la soprano ma c'è il baritono che fa di tutto per impedirglielo perché è geloso. Non l'ho detto io, l'ha detto George Bernard Shaw.

CONCORRENTE: Ma la mia vita non è un'opera liri­ca e neppure una telenovela.

CONDUTTORE: Se vuole riviverla in questo studio deve adattarla al linguaggio televisivo.

CONCORRENTE: È una lingua che non conosco.

CONDUTTORE: E allora quel che ci occorre è un in­terprete.

Ci faremo aiutare da un'esperta, una tessitrice di trame rosa, un'intrepida esploratrice dei territori del sentimento, una creatrice di irresistibili storie d'amore. Rosalynde Pinkpowder!

Entrano le Vallette.

PRIMA VALLETTA: (Eccitata) L'autrice di “Sentiero lu­minoso”?

SECONDA VALLETTA: (Idem) L'autrice di “Wonderful”?

TERZA VALLETTA: (Idem) L'autrice di “Anche i poveri sorridono”?

CONDUTTORE: Proprio lei, in persona.

PRIMA VALLETTA: Ma è un personaggio misteriosissimo.

SECONDA VALLETTA: Non si è mai lasciata fotografare…

TERZA VALLETTA: E non ha mai concesso interviste.

PRIMA VALLETTA: Si dice che viva in un castello in Scozia, circondata solo dai suoi cavalli da corsa e dai suoi cani da caccia!

SECONDA VALLETTA: Pare che sia in realtà un membro della famiglia reale d'Inghilterra…

TERZA VALLETTA: Si favoleggia che sia una donna bel­lissima, piena di fascino proprio come le eroine dei suoi romanzi…

CONDUTTORE: Giudicate voi stesse… Prego!

Spinto da un tecnico in camice bianco, entra in sce­na un computer sistemato sopra un tavolo a rotelle.

PRIMA VALLETTA:(Delusa) Ma è un computer!

CONDUTTORE: Certo, che vi aspettavate?

SECONDA VALLETTA: E tutte quelle stupende storie d'amore che ci fanno piangere, che ci fannosognare…

TERZA VALLETTA: Le avrebbe create questa… questa macchina?

CONDUTTORE: Certamente. Nei suoi circuiti integrati albergano sentimenti, emozioni in attesa di effondersi dal­la stampante. Computer, input, floppy disk, hardware, software, chips, clips, cd, dvd, fax… Non sembrano parole ma­giche che possono risolvere qualunque problema? Come abbiamo fatto a vivere senza di loro?

Il Conduttore canta

IL FAX

Non voglio più lettere d'amore,

poesie dove cuore fa rima con fiore.

Voglio un fax, fax, fax.

Voglio un fax, fax, fax.

Programma i sentimenti sul computer

e fotocopiami il tuo sorriso.

Dammi un fax, fax, fax.

Dammi un fax, fax, fax.

Nel dvd del mio cuore

Ho registrato il tuo bel viso.

Mandami un fax, fax, fax.

Mandami un fax, fax, fax.

Infilami subito il tuo software

proprio dentro il mio hardware.

Fammi un fax, fax, fax.

Fammi un fax, fax, fax.

Escono le Vallette.                                           

CONDUTTORE: Nella memoria di questo computer sono state inserite migliaia di trame…

CONCORRENTE: Cosa?

CONDUTTORE: Trame. Elementi narrativi che servono di base per qualunque vicenda si vogliaraccontare. 

Servono agli sceneggiatori della nostra emittente per inventare quei serial che non finiscono mai. Sono stati scippati a romanzi, film, testi teatrali, di epoche e livelli culturali diversi.      

Questo computer è potenzialmente il più grande narratore di tutti i tempi, basta saperlo interrogare e fa sembrare Shahrazad una donnetta priva di fantasia.

(Batte dei tasti sul computer) Basta premere qualche ta­sto… Specchio, specchio delle mie trame, qual'è 1'intreccio più bello del reame?                                      

(Legge nel computer) Cisuggerisce che in tutte le storie d'amore degne di questo nome prima o poi ci deve essere un ostacolo.                                                                     

CONCORRENTE: Un ostacolo?                              

CONDUTTORE: Un ostacolo, certo, un conflitto. Lui e lei si ama­no, ma un cattivo si oppone. È il punto di partenza di qualsiasi sceneggiata napoletana ma anche dei “Promessi sposi”.

(Indica il computer) Lady Rosalynde non dà giudizi di valore, soltanto trame, funzioni narrative.

Quale tipo di ostacolo le piacerebbe affrontare?

CONCORRENTE: Nessun ostacolo, con mia moglie non ci sono stati conflitti di nessun genere.

CONDUTTORE: La cosa è irrilevante, non possiamo mica far calare 1'audience della trasmissione per colpa della sua monotona vita coniugale.

Scelga piuttosto. Un classico tra gli ostacoli è l'altra o l'altro, a piacere. Per secoli in teatro la farsa e la tragedia si sono costruite sulla base di questo triangolo amo­roso.

“Otello” o una pochade di Feydeau, “Cielo, mio marito!” oppure “Hai detto 1e tue preghiere, Desdemona?”. Basta scegliere.

CONCORRENTE:Ma come si permette! Non c'è mai stata nessun altra o nessun altro, nel mio matrimonio!

CONDUTTORE: Sì? Comunque il triangolo è roba del­la Belle Epoque, ci vuol altro, oggi.

(Batte qualche tasto sul computer) Sipotrebbe rinforzare l'ostacolo con uno degli ultimi tabù, forse l'ultimo che c'è rimasto. Mi sa dire qual'è?           

CONCORRENTE: Non lo so.

CONDUTTORE: Glielo dico io: l'incesto!

Entrano le Vallette, Ballerine, Ballerini e tutti cantano

IL TANGO DELL'INCESTO

Non è una tragedia e neppure un dramma,

se il figlio sposa la sua mamma.

Se il padre s'innamora della figlia

è più felice tutta la famiglia.

Mi stringo al cuore appassionatamente

soltanto chi mi è stretto parente.

La cosa per me più bella

è impalmare mia sorella.

L'amore è più stuzzicarello

se lo fai con tuo fratello.

Mi stringo al cuore appassionatamente

soltanto chi mi è stretto parente.

È tanto cara mia cugina,

me la prendo come concubina.

Lo confesso, il grande amore mio

l'ho provato soltanto con lo zio.

Mi stringo al cuore appassionatamente

soltanto chi mi è stretto parente.

Mi levo certe voglie

solo con la madre di mia moglie.

Non corro dietro ad ogni gonna

bramo solo la mia cara nonna.

La soluzione è certo garantita,

con l'incesto più unita la famiglia sarà.

Mi batte tanto il cuoricino

quando vedo l'adorato nipotino.

Nel cuore provo una gran malia

quando mi bacia la prozia.

La soluzione è certo garantita,

con l'incesto più unita la famiglia sarà.

Se il cugino non è almen di primo grado

con lui a letto proprio non ci vado.

La cosa che sempre ho sognata

è di avere un flirt con mia cognata.

La soluzione è certo garantita,

con 1'incesto più unita la famiglia sarà.

Escono Vallette, Ballerine, Ballerini .

CONDUTTORE: Basta battere qualche tasto del computer…

Specchio, specchio delle mie trame, qual'è l'incesto più bello del reame?

Ed eccolo qui, sullo schermo!

Tutta la terrificante violenza della trasgressione, le abissali profondità dell'inconscio scandagliate dai tragi­ci greci, sono qui…

(Indica lo schermo) Ridotte a poche, essenziali, parole rinchiuse in un piccolo schermo.

A proposito, com'era il rapporto con sua madre?

CONCORRENTE: Lasci mia madre fuori da tutto questo!

CONDUTTORE: Come vuole lei. E poi sua madre l'ab­biamo già usata. Ha qualche sorella?

CONCORRENTE: Una, ma non vorrà mica…

CONDUTTORE: Abbiamo pochissimo tempo, la pub­blicità sta per finire. Dobbiamo proprio andare sul classico. L'incesto, la tragedia greca… Che ne dice?

Così nobilitiamo un po' la sua vita che - se lo lasci dire - ha bisogno di un po' di pathos.

CONCORRENTE: Ma non se ne parla neppure!

CONDUTTORE: Sia buono, almeno ci conceda una piccola avventuretta extraconiugale, una!

Tanto cos'ha da perdere, nelle sue condizioni?

CONCORRENTE: E va bene! Basta che finiamo alla svelta.

CONDUTTORE: Per forza, dobbiamo riprendere la trasmissione.

Dove e come ha conosciuto la sua amante?

CONCORRENTE: E che ne so? Me lo dica lei o il suo computer.

CONDUTTORE: Vediamo… La sua amante diciamo che è brasiliana, come la nostra Valletta. È venuta in Italia in cerca di fortuna, lavora come collaboratrice domestica, capita a casa sua…

Che ne di­ce? Così affrontiamo anche il problema dell'integrazio­ne razziale.

CONCORRENTE: L’integrazione a letto! E poi la scena dell'amore ancillare l'abbiamo già fatta.

CONDUTTORE: Appunto. Il passato che ritorna, al­lora lei era adolescente, ora invece è un uomo maturo. E poi possiamo mostrare un altro modello di cucina del­la Eros.

(Rivolto fuori scena) Portate il modello Skylab.

I Ballerini portano in scena una cucina sgargiante di superfici cromate e laminato plastico.

CONCORRENTE: Ma che cosa devo dire? E’ un'espe­rienza che non ho mai vissuto…

CONDUTTORE: Non c'è tempo, la pubblicità è fini­ta, siamo di nuovo in onda…

Il “gobbo” le suggerirà cosa dire, sarà il suo Cyrano.

(Rivolto alla telecamera) Cari amici eccoci di nuovo insieme.

Troppo lunga la separazione? Abbiate pazienza, la pubblicità è la nostra buona fatina che permette di realizzare “L'ultimo desiderio”. E poi cos'è un piccolo intervallo pubblicitario di fronte alla so­lenne contemplazione dell'eternità? Quell'eternità che non dobbiamo temere e che soprattutto non ci deve cogliere impreparati. Per questo rivolgiamoci per tempo alla Thanatos, nostro sponsor.

Il nostro amico ha scelto intanto un altro episodio della sua vita da rivivere e debbo riconoscergli il coraggio di voler affrontare un momento delicato, trasgressivo, che forse non avrebbe mai avuto l'animo di confessare a sua moglie. Ma la televisione è come un grande confessiona­le o, se preferite, come un lettino di psicoanalista.

Il nostro concorrente vuole rivivere una sua relazione extraconiugale, ed extracomunitaria anche, come vedrete.

Un bell'applauso al coraggio del nostro amico. (Applau­si).

Ha incominciato a notare la colf appena arrivata dal Brasile mentre accudiva alle faccende domestiche in cucina. Naturalmente una cucina Eros, “la cucina che innamora e che fa innamorare”.

Esce. Il Concorrente e la Terza Valletta si sforzano di leggere le battute sul “gobbo”. All'inizio sono impacciati, poi si lasciano prendere dalla situazione e diventano più naturali.

TERZA VALLETTA:(E’ scura di carnagione. Parla con accento brasiliano) Desi­dera qualcosa senhor? Un bel centrifugato de papaja? Le scaldo una pizza nel forno a micro onde? È surgelata, conservata nel reparto Iceberg a scompartimenti dif­ferenziati. Sette come i giorni della settimana.

(Apre lo sportello del surgelatore e li indica) Segunda-­feira, terça-feira, quarta-feira, quinta-feira, sexta-feira, sabado, domingo. Così si cucina un giorno solo per to­da a semana.

CONCORRENTE:  (Legge il “gobbo”) Sei bella, bella come Eva nel paradiso terrestre… Ma tu sei anche la ten­tazione, il frutto proibito, la mela del peccato…

TERZA VALLETTA:(Apre il frigo e prende una mela) In questo frigorifico c'è un contenitore apposta per frutta e verdura che vengono conservate ad una temperatura adeguata. (Addenta la mela).

CONCORRENTE: Come vorrei essere quella mela! Vorrei essere addentato anch'io da quei tuoi dentini si­mili alle perle che si pescano nei mari della tua patria. (Abbraccia la Valletta).

TERZA VALLETTA:(Si sottrae all'abbraccio). Oh senhor! Ma che cosa dirà la senhora se viene a saperlo?

CONCORRENTE: Niente, non dirà niente! Ci siamo solo noi al mondo, gli altri non esistono più. Tu ed io, soli come Adamo ed Eva nel paradiso terrestre. (Si abbracciano a lungo).

Io conosco la tua terra. Ci sono stato anni fa, quando facevo il militare in marina. Vorrei tornarci con te, vive­re in un'isola deserta, lontano dalla civiltà, lontano da tutti, come Gauguin a Tahiti. Potrei dipingere, pescare.

Tu cucineresti per me il pesce su un fuoco acceso sulla spiaggia, al tramonto. E dopo faremmo all'amore da­vanti all'infinita maestà del mare, con la complicità del­la luna. Esotismo ed erotismo!

TERZA VALLETTA: Oh senhor! Cucinare sulla spiaggia! Ma non è meglio farlo in questa favolosa cucina, dotata di un sistema di aspirazione che assorbe all'istante tutti i cattivi odori, come il pesce?

CONCORRENTE: Ma sì! Nel nostro bungalow non po­trà mancare una cucina della Eros.

Sarà l'unico ricordo della civiltà che porteremo con noi.

TERZA VALLETTA: Allora sì! Un paradiso terrestre deve essere arredato con una cucina Eros!

(Rumore fuori scena). Ceu, sua mulher!

Cosa penserà la senhora se trova il senhor qui in cucina comigo?

Presto, si nasconda in questo capace armadietto della Eros, studiato per offrire la massima capienza con il mi­nimo ingombro!

Il Concorrente entra nell'armadietto della cucina. Ritorna in scena il Conduttore e bussa alla porta dell'armadietto, da cui esce il Concorrente. La Terza Valletta esce di scena.

CONDUTTORE: Non si allarmi, non sono sua moglie. Può uscire, c'è di nuovo l'intervallo pubblicitario.

CONCORRENTE: Perché mi fate parlare come in una brutta telenovela? Io non parlo così nella realtà…

CONDUTTORE: Abbia fiducia nel nostro computer. E poi quella che chiama realtà è come un vecchioelettrodo­mestico dalle prestazioni ormai superate. Mondi più seducenti e perfezionati, o almeno più tollerabili, riflessi illusori di vita ci appaiono in offerta speciale dallo schermo televisivo, simulazioni di realtà senza i difetti della realtà cosiddet­ta vera.

Questa trasmissione le permette di rivivere la sua vita, non come è stata ma come l'avrebbe desiderata. Ades­so, per esempio, può vivere una storia di amore e sesso con la nostra bella Valletta. Ne approfitti.

Naturalmente capirà che la nostra trasmissione certe cose non le può mostrare, è molto seguita nelle famiglie. Faccia conto che l'interruzione pubblicitaria sia come una di quelle dissolvenze che nei film di una volta risolveva­no le scene di sesso.

In compenso sarà protagonista di un colpo dì scena a forti tinte. Durante l'amplesso ha scoperto che la ragazza ha un tatuaggio identico al suo, rarissimo. Stupito, le chie­de come se 1'è procurato e la ragazza le dice che il ta­tuaggio gliel'ha fatto la madre, che per vivere tatuava marinai e turisti. Ma quello che avete in comune è un disegno di cui esistono solo due esem­plari al mondo.

Prima di morire, la madre ha rivelato alla ragazza che l'altro tatuaggio l'aveva fatto vent'anni prima ad un uomo venuto da lontano, un marinaio stra­niero che aveva amato e a cui si era concessa anima e corpo. Poi lo straniero era ripartito sulla sua nave, igna­ro di averla messa incinta. Lei si ricorda che il tatuaggio glielo aveva eseguito una donna che era stata la sua amante nel paese da cui proviene la colf…

Insomma, tramite il tatuaggio scoprite di essere padre e figlia e di aver commesso incesto, sia pure senza saperlo… Mica male, eh?

CONCORRENTE: Ma come le è venuta in mente un si­mile idiozia? È assolutamente inverosimile…

CONDUTTORE: Non è un'idea mia ma del computer. E poi è inutile che lei protesti, siamo di nuovo in onda. Mi raccomando, mi aspetto da lei una grande interpre­tazione, degna della tragedia greca…

(Rivolto alla telecamera) Eccoci di nuovo riuniti per spiare un altro momento di vita vissuta. Il nostro concorrente ha appagato il suo de­siderio per la bella collaboratrice domestica ma una tremenda rivelazione sta per sconvolgere il suo animo…

Ma non voglio dirvi di più per non rovinarvi la sorpresa. La parola ai nostri due protagonisti.

Il Conduttore esce di scena. Entra la Terza Valletta, è avvolta in una veste da camera da cui lascia spuntare una spalla tatuata.

TERZA VALLETTA: Allora senhor, le è piaciuto fare l'amor comigo?

CONCORRENTE: Sì, certo… (Nota il tatuaggio, sin­ceramente stupito). Cos'è questo?

TERZA VALLETTA: Non vede? Un tatuaggio, senhor.

CONCORRENTE: Ma come è possibile? È un sogget­to rarissimo…

TERZA VALLETTA: È vero, è unico o quasi. È stata mia madre a farmelo e mi disse che un altro simile l'aveva fatto solo all'uomo che l'aveva messa incinta, mio padre che non ho mai conosciuto…

CONCORRENTE: Ma anch'io ne ho uno identico… E me lo ha fatto una donna che ho amato in gioventù, nel tuo paese… Allora sei mia figlia!

TERZA VALLETTA: Padre mio! (Si abbracciano commos­si).

CONCORRENTE: Non sapevo neppure della tua esi­stenza!

TERZA VALLETTA: Dopo tanti anni… Quanto ho deside­rato conoscerti!... Papà!

CONDUTTORE: (Entra in scena). Colpo di scena! II no­stro concorrente ha scoperto una figlia di cui ignorava persino l'esistenza… Miracoli della televisione!

E un gra­zie al nostro sponsor, che si occupa della morte ma che fa scoprire la vita. Grazie, Thanatos! (Applausi. Sottovoce al Concorrente) Complimenti! Lei è un at­tore insospettato, sembra davvero che abbia trovato sua figlia.

CONCORRENTE:(Sottovoce al Conduttore) Ma non capisce? È tutto vero! Quel mio tatuaggio di cui le par­lavo è identico a quello della ragazza, che non poteva cer­to saperlo, e dunque lei è davvero mia figlia!

CONDUTTORE: (Sottovoce) Che coincidenza! Qual­che volta la realtà cosiddetta vera finisce per adattarsi a quella simulata…

(Rivolto alla telecamera) Signore e signori, state assistendo in diretta ad un momento davvero emozionante, a un'agnizione! Ma è giusto lasciare i nostri due protagonisti un attimo da soli…

Pubblicità, e poi di nuovo con noi per assistere agli sviluppi di questa incredibile vicenda.

(Rivolto al Concorrente, che nel frattempo parla, emozionato, con la Terza Valletta) È contento?

CONCORRENTE: Può immaginare quanto!...

CONDUTTORE: Resta il fatto che lei è stato a letto con sua figlia.

CONCORRENTE: Ma quando mai! Questa è un'inven­zione del suo computer!

CONDUTTORE: D'accordo, ma abbiamo detto ai no­stri telespettatori che lei era stato con la ragazza, quindi lei ha commesso l'incesto. Deve assumersi le sue respon­sabilità.

CONCORRENTE: Ma lei è matto, non è vero niente!

CONDUTTORE: Qual'è la verità? Quello che crede lei o quello che credono milioni di telespettatori davanti ai teleschermi? Perché vuole guastare un evento così straor­dinario, degno di una tragedia, in nomedi una banale verità?

Piuttosto, come pensa di reagire?

CONCORRENTE: Reagire a che cosa?

CONDUTTORE: Alla rivelazione di aver commesso un incesto. Edipo si cavò gli occhi…

CONCORRENTE: Ma non ci penso neppure!...

CONDUTTORE: Lei dovrebbe perlomeno togliersi la vita, in diretta, davanti a milioni di spettatori.

CONCORRENTE: Ma sta scherzando, spero!

TERZA VALLETTA: No, papino, non ti uccidere proprio adesso che ti ho ritrovato!

CONCORRENTE: Ma infatti non ci penso neppure!

CONDUTTORE: E va bene, facciamo così, lei fingerà soltanto di suicidarsi.

(Estrae una pistola da una tasca e la porge al Concorrente) Ho quiper caso una pistola, caricata a salve. Lei farà finta di tirarsi un colpo in preda al rimorso per es­sere stato a letto con sua figlia. Pensi che effetto sull'au­dience!

CONCORRENTE: E poi?

CONDUTTORE: E poi ci penseremo noi a farla spari­re per un po', finché non si saranno calmate le acque. Tranne che per la sua famiglia, per tutti lei si sarà dav­vero suicidato in diretta. E potrà assistere alla sua cele­brità postuma, da vivo.

TERZA VALLETTA: Oh, sì papino, che bello! Così anch'io diventerò famosa!

CONCORRENTE: Ma, veramente…

CONDUTTORE: Cosa ha da perdere? Tanto le restano comunque pochi mesi di vita, li potrà trascorrere alla grande, sotto un'altra identità. Provvederemo a tutto noi.

CONCORRENTE: Ma… Quasi, quasi…

CONDUTTORE: Non esiti. Tenga la pistola. Adesso torniamo in onda, quando le farò cenno, lei tiri fuori la pistola, si spari e si butti per terra fingendosi morto. Nella confusione nessuno si accorgerà che si tratta di una morte simulata.

(Rivolto alla Terza Valletta) E tu piangi disperata, mi raccomando.

(Rivolto alla telecamera) Eccoci di nuovo insieme. Nes­suno è mai stato tanto combattuto tra felicità e infelicità come il nostro concorrente, che ha scoperto nello stesso istante di avere una figlia e di aver commesso insieme a lei la più terribile delle colpe: l'incesto!

Signore e signori, quest'uomo ha pochi mesi di vita, è sconvolto dal senso di colpa…

(Fa un cenno al Concorrente, che tira fuori la pistola e se la punta alla tempia). Ma che fa?... No, no!...

II Concorrente si spara e cade a terra tra la confusione generale. La Terza Valletta si getta in lacrime sul corpo del Concorrente soccorsa dalle altre Vallette e dalle Ballerine che sono entrate in scena.

TERZA VALLETTA: Padre, padre mio!...

CONDUTTORE:(Simula una grande agitazione) Undottore, un dottore…

(Si china sul corpo del Concorren­te, gli tasta il polso e poi si rialza e si rivolge alla teleca­mera) Non c'è più bisogno del dottore… Signore e si­gnori, è successo l'incredibile, abbiamo appena assistito ad un suicidio in diretta…

Dobbiamo interrompere la tra­smissione…

Le Vallette e le Ballerine escono di scena. II Concorrente resta disteso a terra. Forse l'emozione lo ha ucciso davvero, oppure la pistola non era caricata a salve ma con proiettili veri…

VOCE FUORI SCENA: (Grida) Finzione, finzione!

CONDUTTORE: Ma che finzione! Realtà, realtà, si­gnori! Realtà! (Pausa) O meglio, reality.

Bisogna tornare a casa, dove tutto, non dubitate, sarà ancor più falso che qui…

Rientrano in scena Vallette, Ballerine e Ballerini, insieme al Conduttore cantano

REALITY SHOW

Finzione, finzione,

fiction, fiction!

Ma che finzione!

Realtà, realtà,

reality, reality,

reality show!

Esiste ancora

la realtà?

Ma che realtà!

Reality, reality,

reality show!

Solo il reality, reality,

reality show

ci dice chi siamo

da dove veniamo

dove andiamo.

Andiamo

al reality, reality,

reality show!

Mondi più belli

ci regala

il reality, reality,

reality show!

Viviamo tutti in un grande

reality, reality,

reality show!

Sciò, sciò!

BUIO